QUOTE(Einar Paul @ Feb 9 2009, 01:46 PM)

........ Le batterie moderne non subiscono (come nel passato) un decadimento prestazionale all'approssimarsi dello scaricamento; sono in grado di erogare la stessa differenza di potenziale e la stessa intensità di corrente anche quando mantengono una piccola percentuale di carica.
In altre parole, se hanno carica sufficiente funzionano al 100%, altrimenti non erogano energia del tutto.
Einar, non è del tutto corretto, anche se nell'uso pratico è esattamente come dici tu.
La tensione (penso sia a questo che ti riferisci quando parli di "
differenza di potenziale") sui terminali delle batterie di cui stiamo parlando, cioè quelle agli ioni di litio (ma la stessa cosa vale anche per le Nc-Cd e per le Ni-MH a parte i valori in volt) non si mantiene costante ma scende da un massimo di 4,20/4,18 volt (batteria completamente carica) a circa 3,7/3,5 volt per elemento (scarica completa).
Gli accumulatori Nikon EN-EL3e sono composti da 2 elementi in serie, quindi si parte da 8,4 volt max a 7,2 volt circa minimo.
A tale tensione minima il circuito di controllo elettronico della fotocamera interrompe l'erogazione di energia commutando su OFF l'interruttore elettronico.
Fino a tale momento la capacità di erogare corrente degli elementi è pressochè identica nonostante la ridotta tensione.
Perchè non si notano (e non si devono notare) differenze di comportamento nella fotocamera?
Perchè essa funziona sempre con una "
tensione costante stabilizzata", inferiore ai 7,2 volt, determinata da un circuito "
regolatore di tensione" che "abbatte" il voltaggio al valore necessario per il funzionamento del corpo macchina e di tutto ciò che dipende dal suo accumulatore.
Non so esattamente quale tensione necessiti alla D300 (o altre, il concetto non cambia) ma tanto per stare nel comprensibile per tutti posto un esempio ipotizzando che siano necessari 6,5 volt:
Accumulatore carico = 8,40 volt -->
regolatore di tensione --> 6,5 volt alla fotocamera
Accumulatore al xx% = 7,90 volt -->
regolatore di tensione --> 6,5 volt alla fotocamera
Accumulatore al 1 % = 7,25 volt -->
regolatore di tensione --> 6,5 volt alla fotocamera
Accumulatore a 0 % = 7,19 volt --> regolatore di tensione --> 0,0 volt alla fotocamera (spegnimento della stessa).
La fotocamera riceverà sempre e comunque 6,5 volt
(ipotizzati) indipendentemente dalla tensione reale dell'accumulatore e richiederà sempre la stessa corrente al regolatore di tensione, corrente sempre inferiore a quella massima sopportabile dalle batterie anche prossime alla scarica completa. Quando si scende sotto la minima tensione stabilita, verrà interrotta "di botto" l'alimentazione e la nostra Nikon (Can.., ecc.) si spegnerà e ci manderà a raccogliere i funghi, a meno che ci si porti un accumulatore di scorta o si abbia un caricabatterie a portata di mano (magari a manovella se distanti dalla rete o dall'auto

).
La caratteristica delle batterie moderne è quella di riuscire "a stare in piedi" (mantenere la tensione attuale secondo lo stato di scarica) e "correre" (sopportare le richieste necessarie) fino all'estremo della loro scarica, poi "cadono rovinosamente" (discesa repentina della tensione o volt) e, se non esiste un controllore che le scollega (soccorritore), si danneggiano notevolmente (incapacità di rialzarsi).
Questo non avviene nelle fotocamere di cui parliamo proprio perchè esiste il circuito di controllo di fine scarica.
Detta tutta questa "papardella" che magari a qualcuno può interessare (lo spero altrimenti vuol dire che ho solo "rotto le pizze") credo che Alfredo

abbia centrato il problema, quindi "metrob" non si deve preoccupare.
Un saluto a tutti,
Tony.