Non escludo, anzi ritengo sia abbastanza probabile, che in un contesto produttivo basato su "piccoli numeri" e su molteplici interventi manuali nella fase d'assemblaggio, come avviene con le ottiche Leica (serie M) possano in effetti verificarsi situazioni di differente resa, sia pure a livelli molto limitati.
Ritengo sia molto meno probabile in un contesto di fabbricazione caratterizzato da automazione spinta e strettissimi margini di tolleranza.
Nutro qualche perplessit� sul fatto che le differenze di cui sopra siano apprezzabili da un privato, ancorch� esperto, privo delle sofisticate apparecchiature d'un laboratorio specializzato. Impossibile poi effettuare valutazioni "a occhio".
Rilevo infine come la maggior parte dei fotografi, dilettanti e professionisti, non abbiano le mire ottiche come soggetto preferito: in genere si fotografano paesaggi, architetture, persone, animali...Senza nulla togliere a questo genere di verifica, ritengo che i dati ricavati da queste rilevazioni (effettuate, per�, in laboratorio e non in modo casalingo) costituiscano una voce, a mio avviso non la pi� importante, nell'ambito della valutazione complessiva sulla qualit� di un'ottica.
Il resto mi sembra appartenga a una sorta di "mitologia" che ammanta un marchio certo glorioso, ma le cui difficolt� attuali mi sembra siano la spia pi� evidente di come anche il "mito", se non supportato da costante aggiornamento tecnologico e da una politica commerciale adeguata, non basti da solo a far quadrare i bilanci. N� temo, purtroppo, che le versioni personalizzate con rivestimenti in pelle di struzzo fucsia e finiture dorate riescano a modificare la situazione.
Diego
Approvo e sottoscrivo in toto. Le Leica sono nate come macchine fotografiche e rischiano di morire come oggetti da collezione. Le mie, finch� ci sar� pellicola, continueranno a fare le macchine fotografiche.