Vediamo se riesco a spiegarmi.
Se ritorniamo indietro ai nostri trascorsi scolastici, ricordiamo una semplice regola geometrica.
Per raddoppiare la superfice di una figura piana dobbiamo moltiplicare le sue misure lineari per la radice quadrata di 2.
Esempio: Un quadrato di lato 2cm, ha un'area 4cm quadrati
Un quadrato che abbia un'area di 8cm quadrati ha i lati che misurano 2 X la radice di 2 (1,4142135....) ovvero di 2.828427....cm.
Naturalmente raddoppiando i lati si ottiene un'area quadrupla.
E' il "Teorema di Pitagora".
Se approssimiamo al primo decimale la radice quadrata di 2, otteniamo 1,4 (numeto familiare no?)
Un cerchio (il diaframma) fa passare una certa quantità "X" di luce (diciamo che abbia raggio 1 per semplicità).
Per farne passare la metà il nostro diaframma dovrà avere un'area dimezzata rispetto a prima, allora il suo diametro dovrà essere diviso per la radice di 2 e sarà approssimativamente 1/1,4.
Per dimezzarla ulteriormente si dovrà dividere ulteriormente per 1,4 ottenendo circa 1/2, e poi 1/2,8, 1/4, 1/5,6, ...etc.
Le indicazioni del diaframma che troviamo sugli obiettivi in realtà sono i denominatori di frazioni il cui numeratore è 1 (Come per i tempi di otturazione: c'è scritto 500 ma si intende un cinquecentesimo).
Ecco perchè a numeri più alti corrispondono diaframmi più piccoli (1/2,8 è un numero pià grande di 1/16).
Tra due ottiche diverse la costante è la quantità di luce che arriva al sensore/pellicola ad un determinato diaframma (e a questo pensano per fortuna i nostri cari progettisti).
Perciò il 5,6 di due ottiche diverse si equivalgono in fatto di ...arrivo di luce al sensore.