Il lago d'Idro visto da Treviso bresciano

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Verso il Forte

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Pochi furono i fatti di rilievo che coinvolsero questo forte, esso fu coinvolto in una guerra di posizione di limitata importanza, anche per le difficoltà di comunicazioni da entrambe le parti.
In seguito con lo spostamento al brennero del confine, il forte fu abbandonato e trasformato in un sanatorio anti tubercolare.
Ora il forte è in completo abbandono , è visitabile liberamente ma a proprio rischio e pericolo. Si consigliano scarpe comode e una torcia elettrica per percorrere i lunghi corridoi e androni completamente al buio.

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LE OPERAZIONI MILITARI NELLE VALLI GIUDICARIE DURANTE LA GRANDE GUERRA
La linea di difesa austriaca presso Lardaro sfruttava il restringimento che caratterizza la valle in quel punto, ed era formata principalmente da tre forti : Forte Larino, Forte Cariola, Forte Corno.
L'esercito italiano, invece, disponeva dei forti di Valledrane, fra Lavenone e Treviso Bresciano, di cima dell'Ora al Baremone e della Rocca d'Anfo.

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In questa zona del fronte erano stanziate le truppe del 77° e del 78° reggimento di fanteria.
Il 20 maggio 1915 i doganieri austriaci di Ponte Caffaro, dopo avere salutato i colleghi italiani, aprirono i cancelli del ponte, ritirandosi all'interno.
Allo scoccare della mezzanotte del 23 maggio i bersaglieri varcarono il ponte di ferro sul fiume Caffaro, seguiti poi dai fanti, che occuparono la valle fino al ponte di Cimego e le valli e le montagne dei due versanti, costruendo numerose mulattiere, sentieri e baracche.
Importanti furono le operazioni svoltesi sui monti intorno a Cimego; sul versante di destra si combattè per la conquista di cima Pissola, cima Marrese, monte Lavenech e monte Melino; sul versante opposto con duri scontri si conquistò cima Palone. Gli austriaci reagivano colpendo con l'artiglieria dalle agguerrite postazioni del dosso dei Morti, sopra Daone.
La Valvestino fu occupata abbastanza ampiamente senza particolari difficoltà; furono occupati cima Spessa, i prati di Rest, monte Caplone, cima Tombea, il villaggio di Cadria, il monte Tremalzo.
Dopodichè, salvo sporadiche scaramucce, le posizioni rimasero pressochè immutate fino alla fine del conflitto.
L'abitato di Ponte Caffaro, naturalmente, fu esposto ai pericoli diretti della guerra e ai colpi di artiglieria nemica. Gli Austriaci avevano installato sulla montagna incombente all'interno del forte Por un cannone da marina puntato peopeio sul ponte del paese.
I bombardamenti furono numerosi, ma raramente colpirono l'abitato. Ciò avvenne sopratutto nel luglio e nell'agosto del 1918.
Se vi piace il posto, raggiungerlo è facile, arrivati ad Idro, passare alla destra del paese per Treviso Bresciano, lungo la strada troverete indicazioni per raggiungere il forte.