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NikonClub.it Community > COMMUNITY ACTIVITIES > NIKON SUSHI BAR
Alessandro Battista
Girando per youtube mi sono imbattuto in questo video che mi ha colpito moltissimo, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.

http://www.youtube.com/watch?v=RIm0-LFYug0


Ale.
phoenix89
premetto..all'inizio pensavo che arrivasse qualcuno da dietro e l'ammazzasse..modello killer sotto la doccia..poi per�..il finale mi ha lasciato di schifissimo..molto amaro in bocca..e soprattutto vincere un premio fotografico per una foto fatta ad una bambina morta..naaaaaaaaaaa..pace all'anima sua..anche se � solo uno spot..per� personalmente mi ha lasciato un p� perplesso..
SkZ
In verita', alla fine se il tipo e' stato capace di uccidere una bambina a sangue freddo per futili motivi, lei non poteva fare nulla lo stesso. Avrebbe ammazzato (forse) entrambe.

phoenix89, come la foto alla bambina africana con l'avvoltoio che aspettava "il turno".
Il fotografo poi un giorno si e' suicidato.
vutecco
o quella famosa del monaco buddista che si dava fuoco per protesta. Per me, c'� un momento in cui bisogna lasciare la macchina a terra e dare una mano. Sebbene la situazione prospettata dallo spot sia veramente al limite. In quel caso, anche la fotografa si sarebbe beccata una pallottola in testa
phoenix89
si beh..per quello si ha fatto bene a darsela a gambe..o la vita o la morte..quello che ha mi ha lasciato l'amaro in bocca � che il concorso sia stato vinto da quella foto..� crudele e senza un'animo..ti fa solo capire la spietatezza della guerra..in un concorso di fotografia di solito si cerca altro in una foto..almeno questo � il mio pensiero
scola3
Come corto non � malvagio, non originalissimo ma carino.
Mi pare che l'idea di regista e sceneggiatore sia quello di far riflettere su una serie di argomenti sociali:

- violenza gratuita
- mercificazione della sofferenza

e personali:

- cinismo
- opportunismo
- pentimento
- senso di colpa.

Gli spunti di riflessione sono molteplici, non male tutto sommato.

Salut
Alberto Olivero
QUOTE(vutecco @ Dec 16 2009, 10:29 AM) *
o quella famosa del monaco buddista che si dava fuoco per protesta. Per me, c'� un momento in cui bisogna lasciare la macchina a terra e dare una mano. Sebbene la situazione prospettata dallo spot sia veramente al limite. In quel caso, anche la fotografa si sarebbe beccata una pallottola in testa


Se il fotografo non avesse ritratto il monaco tu nemmeno lo sapresti, se pensi che questo corto sia al limite, non hai idea di cosa veda un reporter di guerra...


vutecco
QUOTE(Alberto Olivero @ Dec 16 2009, 01:54 PM) *
Se il fotografo non avesse ritratto il monaco tu nemmeno lo sapresti, se pensi che questo corto sia al limite, non hai idea di cosa veda un reporter di guerra...


l'idea ce l'ho, eccome.
Ho citato il caso del monaco perch� il fotografo, Malcom Browne, fu avvertito dagli stessi monaci che quella mattina sarebbe avvenuto qualcosa di grosso. Non avrebbe in alcun modo potuto fermare il suicidio, scrive, ma si rende conto che, forse, senza la sua presenza sul luogo non sarebbe successo.

Sentite cosa scrive in proposito: "I've been asked a couple times whether I could have prevented the suicide. I could not. There was a phalanx of perhaps two hundred monks and nuns who were ready to block me if I tried to move. A couple of them chucked themselves under the wheels of a fire truck that arrived. But in the years since, I've had this searing feeling of perhaps having in some way contributed to the death of a kind old man who probably would not have done what he did � nor would the monks in general have done what they did � if they had not been assured of the presence of a newsman who could convey the images and experience to the outer world. Because that was the whole point � to produce theater of the horrible so striking that the reasons for the demonstrations would become apparent to everyone".

SkZ
QUOTE(vutecco @ Dec 16 2009, 10:29 AM) *
o quella famosa del monaco buddista che si dava fuoco per protesta. Per me, c'� un momento in cui bisogna lasciare la macchina a terra e dare una mano. Sebbene la situazione prospettata dallo spot sia veramente al limite. In quel caso, anche la fotografa si sarebbe beccata una pallottola in testa

e sottolineo "anche".
Tutta la storia e' al limite. Vuole solo mostrare la vita del reporter di guerra o di disgrazie che lavora per la "foto del secolo" ma con l'amaro in bocca.
Nota: tutti i reporter e fotografi professionisti lavorano per la "foto del secolo", anche i naturalistici, di glamour, street, ...

In verita' se Malcom Browne non fosse andato i monaci avrebbero contattato un altro. Loro desideravano far conoscere la loro situazione e la loro protesta. E non erano un gruppo di esaltati. Puo' essere assurdo ma in quel caso non scattare sarebbe stato una mancanza di rispetto verso di loro. E' che non capiamo la cultura che sta attorno ai monaci buddisti. Probabilmente fosse stato piu' vicino alla loro cultura gli avrebbero anche detto che sarebbe successo.

Come disse Attilio da altra parte parlando della famosa foto di Kevin Carter della bambina con l'avvoltoio, se non avesse fatto quella foto a nessuno sarebbe importato dei milioni di bambini sudanesi che morivano/muoiono di fame. Fu duramente attaccato per aver fatto quella foto (si suicido' 2 mesi dopo) e ritengo piu' per aver scosso le menti e aver messo in mostra che il mondo se ne fregava degli altri.
Nel libro "Buio profondo" Andy McNaab dice
QUOTE
Il fatto � che quei benpensanti di periferia hanno visto una sola bambina. Kevin era in mezzo alla carestia e quella bambina era una delle centinaia che aveva visto morire quel giorno. Se non avesse scattato la foto neppure uno di quegli stronzi di casa nostra avrebbe mai saputo dove si trova il Sudan.

Siamo onesti: non chiediamo agli altri di fare qualcosa se noi in primis non siamo disposti noi a muovere un mignolo.
E nessuna scusa che e' distante: Kosovo, Albania, Bosnia sono ameno di 1 gg di macchina. Un mio amico ha rischiato di rimanerci secco quando mitragliarono il camion della Croce Rossa in Albania.
Davide-S
Il video � molto interessante...
e credo che voglia lanciare un piccolo sassolino di autoriflessione.
Alph
Ho visto un paio di volte il corto ed ho pensato un po' prima di scrivere e gi� solo per questo, direi che ha funzionato.

A me la foto finale piace. E piace anche parecchio. Non si tratta di essere cinici. Per me una foto funziona quando trasmette realmente ci� che dovrebbe trasmetterti il contesto in cui � stata scattata. Una bambina morta con un proiettile di Kalashnikov (un AK47S, tra i pi� utilizzati, che tra l'altro l'attore impugna in una maniera poco reale attorno al 3:16, con la mano sotto la canna...) � qualcosa di orribile, sono d'accordo. Ma una foto con questo soggetto, scattata in quelle condizioni � per me una vera e propria opera d'arte.

Credo che fare il reporter di guerra sia un lavoro che venga scelto: non si diventa fotoreporter per obbligo di qualcuno. Per farla breve: se scegli di andare a fotografare una zona di guerra, lo fai per tua scelta e non perch� ti ci obbligano. Rispondendo a Scola: non ci vedo n� cinismo, n� opportunismo, n� violenza gratuita... la donna non si diverte nel vedere la scena e l'uomo non spara la bambina cos�, per divertimento. Per quanto riguarda il pentimento ed il senso di colpa, ho detto la mia pi� su.

Seppur con qualche differenza, oso un parallelo. Sono un quasi-collega della reporter, faccio il giornalista e talvolta mi ritrovo a dover lavorare in situazioni non proprio divertenti (incidenti - anche molto gravi - d'auto) e in ci� che faccio non c'� alcun godimento. E' lavoro, punto. Allo stesso modo la fotoreporter si � trovata nel momento giusto al posto giusto ed ha scattato una foto magnifica. Non condivido, pi� che altro, il fatto che si sia messa a piangere.

p.s. ah, non condivido neanche la marca della sua macchina fotografica... smile.gif
scola3
Alph, quello ho scritto � quello che ho interpretato nel corto:
-il cinismo � riferito alla cerimonia stile "Oscar", che pu� anche starci, per� la standing ovation di fronte a una tale immagine � quantomeno opinabile, tant'� che la reporter scappa via;
-l'opportunismo � forse un aggettivo poco azzeccato, per� � sempre riferito alla situazione della cerimonia, non alla reporter;
-se non c'� violenza gratutia ad uccidere una bambina inerme (seppure in una situazione estrema come quella mostrata).

Per come la vedo io la reporter da tutta quella storia si � portata dietro solo un grande senso di colpa (+o- giustificato). Quello che le � rimasto � il pensiero che forse, avrebbe potuto fare qualcosa, fare quello che la bambina le chiedeva di fare quando la fissava: provare a salvarla.
Certo, � a tutti evidente come in realt� la reporter non avrebbe mai potuto salvare la piccola, ma non alla stessa fotografa: il dubbio la rode e la perseguita. (Come una donna che per motivi naturali perde un figlio, non ha colpe oggettive, per� dentro di s� � portata irrazionalmente a pensare che in qualche modo � colpa sua).

La cerimonia cos� sfarzosa, la presentatrice che ride, il luccichio del premio, l'amico che la incita sono tutte stilettate al cuore di una persona erosa dal senso di colpa.

Per questo dico che il corto � interessante.
Lungi da me criticare il lavoro dei reporter, fanno il loro lavoro.
Tutto pu� essere utile, anche la foto di un incidente stradale.

saluti i i i
SkZ
concordo in pieno
e ricordo che non tutti ce la fanno a vivere con quegli orrori.
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