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toski
Lo so che è un argomento molto trattato sulle pagine del forum, spero che non me ne vogliate se lo riaffronto per avere qualche chiarimento, ho letto le ultime quattro discussioni precedenti, però ancora non miè chiara una cosa. Se io utilizzo AdobeRGB98 come profilo colore, effettuo tutte le mie rielaborazioni ed alla fine "converto" il tutto in sRGB per fare stampare l'immagine in un lab ( o in qualunque altro profilo scelto ), non si ha una variazione nei toni dell'mmagine?
Ho notato che ( io uso corel photopaint 9 ) cliccando sul comando immagine ---> modifica ---> applica profilo ICC .... e scegliendo il profilo sRGB l'immagine varia ( peggiorando come è giusto che sia ), a questo punto il lab stamperà l'immagine post sRGB? Non è più conveniente lavorare direttamente con il profilo colore utilizzato per la stampa? Faccio questa domanda perchè nei vari topic si consiglia di usare sempre il profilo Adobe e poi alla fine di "ricordarsi" di convertire in sRGB per il lab.

Spero di essere stato chiaro, ciao e grazie per le risposte
Busa
Spero di non complicarti le cose e di essere corretto dai piani alti se sbaglio:
innanzittutto lascia perdere COREL photopaint e passa a photoshop (non sono proprio confrontabli, usa CORELDRAW per la grafica vettoriale che è una bomba ma fermati lì).
Gli spazi colore servono al computer per farti vedere il file come immagine e servono a te per stabilire il dominio in cui indirizzare le operazioni di processing che fai sull'immagine.
L'sRGB è una variante recente del RGB, fatto da HP&Windows per i loro monitor, e sta diventando lo standard WEB...
...ma la stampa è SEMPRE CMYK (quadricromia!)
Perciò lavora sempre in RGB II (1998), poi, prima di stampare converti il tuo .tif in CMYK...
Sto provando a lavorare il LAB... ma devo studiare ancora un pò...
CIAO!
pi.ferr
QUOTE(Busa @ May 9 2005, 12:52 AM)
Spero di non complicarti le cose e di essere corretto dai piani alti se sbaglio:
innanzittutto lascia perdere COREL photopaint e passa a photoshop (non sono proprio confrontabli, usa CORELDRAW per la grafica vettoriale che è una bomba ma fermati lì).
Gli spazi colore servono al computer per farti vedere il file come immagine e servono a te per stabilire il dominio in cui indirizzare le operazioni di processing che fai sull'immagine.
L'sRGB è una variante recente del RGB, fatto da HP&Windows per i loro monitor, e sta diventando lo standard WEB...
...ma la stampa è SEMPRE CMYK (quadricromia!)
Perciò lavora sempre in RGB II (1998), poi, prima di stampare converti il tuo .tif in CMYK... 
Sto provando a lavorare il LAB... ma devo studiare ancora un pò...
CIAO!
*



Ciao a tutti

mi chiamo Piero e questa è la mia "prima volta" nel forum e vorrei dire la mia su profili e stampa.
A mio avviso non è corretto dire che la stampa è sempre CMYK (quadricromia!)
in realtà è gestita in CMYC soltanto la stampa off set e quella di pochissime e specialistiche ink jet ed anche in questo caso la conversione finale adrebbe fatta
con un profilo ICC realizato sulle caratteristiche specifiche della macchina da stampa usata. Per quanto riguarda invece le stmpatrici fotografiche su carta chimica ( Lamda,Frontier e minilab vari ) e tutte le stampanti fotografiche amatoriali e la maggior parte delle professionali ink jet ragionano sempre in RGB anche se usano 4,6,8 o più colori in fatti se avete occasione di aprire un qualsiasi profilo per le macchine in questione potrete verificare che sono realizzati in ambiente RGB.
La gestione del colore, ovvero scelta ed uso di spazi colore e profili ICC ha nella fotografia digitale la stessa valenza che il sistema zonale ha nella fotografia analogica, partire con il piede giusto visto l'impegno richiesto è preferibile perciò consiglio ad entrambe una visita su questo sito http://www.boscarol.com/ dove il Sig. Mauro Boscarol -vero Guru della gestione colore- meglio di molti e sicuramente di me, vi darà le giuste nozioni sull'argomento.

Ciao, ciao. Piero.
robben
QUOTE(toski @ May 8 2005, 10:07 PM)
Non è più conveniente lavorare direttamente con il profilo colore utilizzato per la stampa? Faccio questa domanda perchè nei vari topic si consiglia di usare sempre il profilo Adobe e poi alla fine di "ricordarsi" di convertire in sRGB per il lab.
*




Piacerebbe anche a me una risposta da chi ne sa di più..
Anch'io ho impostato Adobe 1998 sulla D70; poi prima di inviare il file per la stampa bisogna davvero convertire in sRGB?

Grazie Piero per il link; sembra proprio ricco di contenuti. Ci vorrà un pò per leggere qua e là...
toski
Grazie a tutti per le risposte e grazie pi.ferr per l'utilissimo link, ho iniziato a leggere i tutorial sulla "gestione digitale del colore" e devo dire che li sto trovando utilissimi e molto interessanti

Credo che questo sia il link al quale ti riferivi per reperire le informazioni:
http://www.boscarol.com/pages/cms/00-inizio0.html.

Ciao
Gennaro Ciavarella
bellissimo link
grazie a tutti voi
toski
Scusate ma rileggendo meglio il mio post mi sono accorto di aver usato l'abbreviazione lab per indicare il laboratorio di stampa, ovviamente non mi riferivo allo spazio colore Lab ma alla stampa in un laboratorio.

Chiedo pietà guru.gif
toski
Ho appena finito di leggere i tutorial sulla gestione del colore, volevo avere una conferma da pi.ferr ( che ringrazio ancora per il bellissimo link):
1) Profilo il mio monitor solo per sapere se ho delle indicazioni attendibili
2) Elaboro l'immagine secondo il mio ambiente di visualizzazione ( dato dai profili ) e secondo un metodo preciso dato dal motore del colore e dallo spazio colore
3) Salvando posso o meno incorporare il mio spazio di lavoro ( colore ), il più indicato per lavorare sarebbe l'AdobeRGB1998 che a quanto ho capito è quello che funziona meglio.

Arrivando alle conclusioni: Sarà quindi in fase di stampa in laboratorio che dovrà essere assicurata la corrispondenza dei colori tramite il motore di conversione ed il profilo della stampante, se non si ottengono i risultati visualizzati sul nostro monitor è un problema loro e non nostro ( o perchè non hanno usato il giusto profilo per il dispositivo di stampa oppure per il fatto che il loro monitor non essendo profilato visulizzi un immagine "brutta" e loro cerchino di corregerla ottenendo una stampa differente).

Fetemi sapere se ho scritto qualche fesseria.
Grazie e ciao.

domenico marciano
Secondo me se si salva un'immagine scattata con un dato profili e la si converte in un altro avremo l'immagine con altri colori, magari noteremo poco o molto le variazioni a secondo dei casi.Per me se io scatto in Srgb tutto il lavoro di post produzione viene fatto all'interno di questo spazio e finalizzata e inviata al Lab(laboratorio) cosi'.Naturalmente avendo anche il monitor profilato nel giusto modo. Il laboratorio stampera' l'immagine mantenendo quel profilo.
Michelangelo Serra
i laboratori di stampa nella magior parte dei casi, si limitano a stampare ciò che mandiamo sta a noi calibrarci con il loro sistema di stampa,
per ciò che concerne lo spazio colore con cui lavorare nella fase dello scatto fotografico è una questione di scelta da valutare di caso in caso , la differenza sta nella fase di post elaborazione, li prima di ogni altra operazione bisogna convertire e non assegnare lo spazio colore sorgente in quello di destinazione di stampa in modo da calibrare il file sulla reale cromia di visione monitor-stampa, ifatti come già postato in precedenza se si assegna un profilo vedremo cambiare in modo significativo i colori del file
pi.ferr
QUOTE(toski @ May 9 2005, 08:23 PM)
Ho appena finito di leggere i tutorial sulla gestione del colore, volevo avere una conferma da pi.ferr ( che ringrazio ancora per il bellissimo link):
1) Profilo il mio monitor solo per sapere se ho delle indicazioni attendibili
2) Elaboro l'immagine  secondo il mio ambiente di visualizzazione ( dato dai profili ) e secondo un metodo preciso dato dal motore del colore e dallo spazio colore
3) Salvando posso o meno incorporare il mio spazio di lavoro ( colore ), il più indicato per lavorare sarebbe l'AdobeRGB1998 che a quanto ho capito è quello che funziona meglio.

Arrivando alle conclusioni: Sarà quindi in fase di stampa in laboratorio che dovrà essere assicurata la corrispondenza dei colori tramite il motore di conversione ed il profilo della stampante, se non si ottengono i risultati visualizzati sul nostro monitor  è un problema loro  e non nostro ( o perchè non hanno usato il giusto profilo per il dispositivo di stampa oppure per il fatto che il loro monitor non essendo profilato visulizzi un immagine "brutta" e loro cerchino di corregerla ottenendo una stampa differente).

Fetemi sapere se ho scritto qualche fesseria.
Grazie e ciao.
*




Ciao a tutti
Proviamo ad ipotizzare un flusso di lavoro efficiente.
1) Cattura immagine:
1.1) In formato RAW soluzione ottimale in quanto essendo dati grezzi non devo impostare uno spazio colore
1.2) In formato jpeg imposto la fotocamera in Adobe1998.
2) Elaborazione/fotoritocco:
2.1) Condizione imprescindibile, monitor correttamente profilato per avere la massima corrispondenza tra i colori visualizzati ed i dati numerici del file immagine.
2.2.1) Se RAW, apertura ed elaborazione del file con Nikon Capture o Photoshop Camera Raw ed assegnazione del profilo Adobe1998.
2.2.2) Se jpeg apertura diretta in Photoshop e go to 2.3
2.3) Editing in PS curve, livelli, bilanciamento colore, ecc.
3) Preparazione alla stampa:
3.1) Sempre in PS conversione da Adobe1998 a profilo di stampa.
3.1.1) Se stampo in laboratorio, questo deve fornirmi il proprio profilo.
3.1.2) Se stampo con la mia ink jet mi creo un profilo specifico con la strumentazione idonea o me ne procuro in rete uno standardizzato.
3.2) Valutazione a monitor del risultato ed eventuale correzione fine.
3.3) Salvataggio del file con incorporamento del profilo di stampa.
Bene, non so quanto sono riuscito ad essere chiaro, ma anche se fosse, ogni singolo punto ha bisogno di un approfondimento particolare, procediamo per gradi e per quello che so in materia resto a disposizione.

Ciao,ciao. Piero.

pi.ferr
QUOTE(domenico marciano @ May 10 2005, 07:13 AM)
Secondo me se si salva un'immagine scattata con un dato profili e la si converte in un altro avremo l'immagine con altri colori, magari noteremo poco o molto le variazioni a secondo dei casi.Per me se io scatto in Srgb tutto il lavoro di post produzione viene fatto all'interno di questo spazio e finalizzata e inviata al Lab(laboratorio) cosi'.Naturalmente avendo anche il monitor profilato nel giusto modo. Il laboratorio stampera' l'immagine mantenendo quel profilo.
*



Forse é il momento di fare una considerazione sulla stampa.
La carta chimica ha una capacita di restituzione cromatica piutosto limitata e come non può riprodurre tutte le informazioni di un negativo analogico così non può restituire tutti i colori del monitor ne quelli dei file espressi nei vari spazi colore citati. E' chiaro che più ristretto é lo spazio colore che utilizzo ( vedi sRGB ) maggiore é la probalità di corrispondenza tra stampa e visualizazione a monitor.
Però non é logico partire con poche informazioni solo per averne meno da perdere, meglio partire con più informazioni possibili ed operarsi per mantenerne il più possibile, da quì la scelta di operare in Adobe1998 che ha un gamut più ampio rispetto a sRGB ed in particolare verso le tonalita del verde e poi convertire nel profilo di stampa.
toski
A questo punto non mi è ancora chiara una cosa, perchè sono io a dover utilizzare il profilo di stampa del laboratorio, non è una cosa che invece viene fatta automaticamente dal sistema all'apertura del file per la stampa.
I profili dei vari dispositivi servono proprio a garantire una corretta stampa, visualizzazione o acquisizione delle varie immagini su quella particolare periferica installata in quel particolare sistema, ma se non sono io a stamparla perchè devo utilizzare il profilo del laboratorio?
Non è sufficiente utilizzare uno spazio colore con un gamut alto ed un buon sistema di rendering ( come l'adobeRGB1998 ) ?
Oppure come alcuni sostengono utilizzare uno spazio colore con un gamut limitato ( come l'sRGB) in maniera tale che cada all'interno del gamut della stampante e che quindi non ci sia problema di interpolazione dei colori ?


Grazie per la vostra pazienza, ciao
pi.ferr
QUOTE(toski @ May 10 2005, 08:35 PM)
A questo punto non mi è ancora chiara una cosa, perchè sono io a dover utilizzare il  profilo di stampa del laboratorio, non è una cosa che invece viene fatta automaticamente dal sistema all'apertura del file per la stampa.
I profili dei vari dispositivi servono proprio a garantire una corretta stampa, visualizzazione o acquisizione delle varie immagini su quella particolare periferica installata in quel particolare sistema, ma se non sono io a stamparla perchè devo utilizzare il profilo del laboratorio?
Non è sufficiente utilizzare uno spazio colore con un gamut alto ed un buon sistema di rendering ( come l'adobeRGB1998 ) ?
Oppure come alcuni sostengono utilizzare uno spazio colore con un gamut limitato ( come l'sRGB) in maniera tale che cada all'interno del gamut della stampante e che quindi non ci sia problema di interpolazione dei colori ?


Grazie per la vostra pazienza, ciao
*



“…A questo punto non mi è ancora chiara una cosa, perchè sono io a dover utilizzare il profilo di stampa del laboratorio, non è una cosa che invece viene fatta automaticamente dal sistema all'apertura del file per la stampa.
I profili dei vari dispositivi servono proprio a garantire una corretta stampa, visualizzazione o acquisizione delle varie immagini su quella particolare periferica installata in quel particolare sistema, ma se non sono io a stamparla perchè devo utilizzare il profilo del laboratorio?...”

Fotografia digitale vuole dire per il fotografo potere finalmente controllare tutto il processo di realizzazione di una propria immagine, anche a colori.
Quando stampavo in B&W, potevo passare anche 3 o 4 ore in camera oscura per stampare la fotografia che desideravo vedere, che avevo immaginato e visualizzato al momento dello scatto.
Oggi con l’avvento del digitale posso controllare personalmente anche il colore, nel mio precedente post ho spiegato sinteticamente ma nel dettaglio come questo avviene.
In particolare per la fase di stampa io non devo utilizzare il profilo del laboratorio, ma VOGLIO utilizzarlo, perché questo è l’unico metodo che mi permette preventivamente di sapere come quella determinata macchina stamperà la mia fotografia.

“…Non è sufficiente utilizzare uno spazio colore con un gamut alto ed un buon sistema di rendering ( come l'adobeRGB1998 ) ?...”

Quello che tu chiami “sistema di rendering” ( in realtà: intento di rendering ) è una variabile del processo di conversione da profilo a profilo, fondamentale quando si passa da un gamut ampio ad uno più ristretto.
In pratica, scegliendone uno piuttosto che l’altro decido come verranno trattati quei colori che il profilo di destinazione non può restituire.
In particolare:
Colorimetrico assoluto, stampo solo i colori compresi nella gamma quelli fuori li elimino.
Colorimetrico relativo, stampo i colori compresi nella gamma e quelli fuori li reinterpreto per approssimazione con quelli disponibili.
Percettivo, reinterpreto tutti i colori di origine comprimendoli nel gamut di destinazione con l’intento di ricreare la percezione cromatica dell’immagine a monitor.
Saturazione, privilegio la saturazione dei colori.
Ognuna di queste possibilità porta a risultati diversi, da valutare in base alle proprie intenzioni espressive.
Così ritorniamo al punto di partenza, le intenzioni espressive sono e devono essere le tue non quelle del laboratorio e con il digitale ed in particolare con l’uso appropriato dei profili questo ti è possibile come mai prima.

“…Oppure come alcuni sostengono utilizzare uno spazio colore con un gamut limitato ( come l'sRGB) in maniera tale che cada all'interno del gamut della stampante e che quindi non ci sia problema di interpolazione dei colori..”

Come ho già detto in un altro post, è meglio avere più informazioni ( colori in questo caso ) possibili ed operarsi per mantenerne il più possibile, che partire con poco solo per avere meno da perdere.
Io la ragiono così: Minimo Adobe 1998 a 16 bit come orgine/editing/conversione/stampa.

Ciao,ciao. Piero.

vanes
A proposito di spazi colore, vorrei chiedere se qualcuno sa chiarirmi un dubbio sulla D70:

la D70 ha due spazi colore sRGB : il primo è ottimizzato per i colori di carnagione, mentre il secondo per i colori di paesaggio - così dice il manuale.

E qui il dubbio: ma la sigla "sRGB" non identifica forse uno spazio colore ben definito tra i tanti xxxRGB possibili ? (come ad esempio AdobeRGB, BruceRGB, ecc.). Cosa significa quindi avere due sRGB diversi ? ha senso ?

ciao a tutti
Vanes
ludofox
QUOTE(pi.ferr @ May 10 2005, 11:26 AM)
Proviamo ad ipotizzare un flusso di lavoro efficiente.
      1) Cattura immagine:
    1.1) In formato RAW soluzione ottimale in quanto essendo dati grezzi non devo impostare uno spazio colore
    1.2) In formato jpeg imposto la fotocamera  in Adobe1998.
      2) Elaborazione/fotoritocco:
    2.1) Condizione imprescindibile, monitor correttamente profilato per avere la massima corrispondenza tra i colori visualizzati ed i dati numerici del file immagine.
  2.2.1) Se RAW, apertura ed elaborazione del file con Nikon Capture o Photoshop Camera Raw ed assegnazione del profilo Adobe1998.
  2.2.2) Se jpeg apertura diretta in Photoshop e go to 2.3
    2.3) Editing in PS curve, livelli, bilanciamento colore, ecc.
        3) Preparazione alla stampa:
    3.1) Sempre in PS conversione da Adobe1998 a profilo di stampa.
  3.1.1) Se stampo in laboratorio, questo deve fornirmi il proprio profilo.
  3.1.2) Se stampo con la mia ink jet mi creo un profilo specifico con la strumentazione idonea o me ne procuro  in rete uno standardizzato.
    3.2) Valutazione a monitor del risultato ed eventuale correzione fine.
    3.3) Salvataggio del file con incorporamento del profilo di stampa.
Ciao,ciao.  Piero.
*



Carissimo Piero.
Sono mesi che quasi ad ogni domanda che viene fatta sul profilo colore espongo (per la verità non in maniera così sintetica e chiara) questa procedura.
Unico, sottolineo UNICO modo per avere una corrispondenza tra quello che si vede a monitor e la stampa fatta da un laboratorio esterno.

Soprattutto il punto (2.1). Calibrare correttamente il monitor non è una cosa che può essere sorvolata.
Il monitor del nostro computer ha di fatto sostituito in tutto e per tutto per chi lavora in digitale, il visore per diapositive. Che infatti è equipaggiato con lampade calibrate. Senza questo indispensabile passo, tutto il resto delle regolazioni possibili diventa praticamente quasi inutile.

Grazie Piero!
F.T.
Ciao,
e una cosa veramente da non sottovalutare quella della calibrazione minitor...forse è inutile a mio giudizio la conversione dei files in CMKY visto che le macchine da stama digitali possono intervenire sui colori "fondamentali" e sulla denzita che poi è quella che vine rappresentata con il nero... insomma è una cosa ben diversa rispetto alla stampa tipografica dove la qualdricromia trova la sua giusta applicazione...non so se vi è mai capitato di stampare delle foto in tipografia... sottovalutare le conversioni in CMYK può essere molto deleterio...

Quindi a mio parere e meglio avere una buona calibrazione monitor piuttosto che complicarsi la vita con spazi colore diversi...
toski
Ok grazie mille per i chiarimenti.
Proprio oggi ho portato al laboratorio due immagini 12x18 create in Photopaint con 40 piccoli quadrati all'interno ognuno con una tonalità di colore differente ( una in sRGB e l'altra in AdobeRGB1998), pensate che sia una buona idea per capire se eventualmente ci siano problemi di conversione?
Oltre al fatto che devo ancora installare Photoshop per crearmi un profilo personalizzato con Adobe Gamma. A proposito del profilo del monitor ne ho uno fornito con il monitor ( un LG E700B ) quando lo carico però in Photopaint tutte le immagini si ingialliscono ( credo sia dovuto alla profilazione con una temperatura molto bassa ), il bianco per esempio mi appare con una forte dominante gialla, in questo caso cosa dovrei fare per tornare a rivedere il bianco privo di dominanti? Ho provato a variare i vari settaggi ma non riesco ad ottenere niente di soddisfacente.

Ciao.
toski
In pratica ho trovato le risposte al problema del profilo del monitor e del bianco che mi sembra giallo al seguente linK, credo che molti di voi già lo conoscano cmq lo posto per chi volesse darci un'occhiata:

http://www.nadir.it/tec-crea/calibrare-monitor/default.html

Ciao

zalacchia
QUOTE(Busa @ May 9 2005, 01:52 AM)
...ma la stampa è SEMPRE CMYK (quadricromia!)
Perciò lavora sempre in RGB II (1998), poi, prima di stampare converti il tuo .tif in CMYK... 
Sto provando a lavorare il LAB... ma devo studiare ancora un pò...
CIAO!
*



Convertendo un file RGB in CMYK...
...si perdono solo 15 MILIONI di colore, sfumatura più...sfumatura meno.
...vedete voi...

hmmm.gif
Stefano Z.
zalacchia
QUOTE(robben @ May 9 2005, 05:12 PM)
Piacerebbe anche a me una risposta da chi ne sa di più..
Anch'io ho impostato Adobe 1998 sulla D70; poi prima di inviare il file per la stampa bisogna davvero convertire in sRGB?

Grazie Piero per il link; sembra proprio ricco di contenuti. Ci vorrà un pò per leggere qua e là...
*




Io preferisco convertirlo, ma non è una regola. Se il laboratorio ha una corretta idea dei processi potrebbe andar bene l'Adobe RGB.

Ps. ho appena spedito delle foto ad un lab, due copie identiche delle foto, stessa carta e stesso formato con i due differenti profili sRGB - Adobe RGB,....vi farò sapere.

Ciao
Stefano Z.
cgm66
QUOTE(Artephoto @ May 10 2005, 09:36 AM)
i laboratori di stampa  nella magior parte dei casi, si limitano a stampare ciò che mandiamo sta a noi calibrarci con il loro sistema di stampa,.....
*


i laboratori di stampa, nella maggior parte dei casi, tendono ad interpretare ciò che noi mandiamo, non ciò che mandiamo...
purtroppo.

A meno di non conoscere l'operatore alla macchina....
I riferimenti di stampa sono nella maggior parte visivi e non scientifici, senza offendere nessuno.
ho stampato un ritratto di mio figlio da uno, assistendo alla stampa, e il prodotto chiesto senza modificare quindi in N N N ha avuto l'effetto che avevo io sia come exp che come taglio.
Il secondo, lasciato il file e ritirato in seguito, lo ha stampato N +2 +3. "per tirar fuori il lato in penombra..."

ma era proprio quello che volevo....

e poi il rapporto tra monitor pv e carta stampata non è il medesimo.

g
zalacchia
QUOTE(toski @ May 9 2005, 09:23 PM)
3) Salvando posso o meno incorporare il mio spazio di lavoro ( colore ), il più indicato per lavorare sarebbe l'AdobeRGB1998 che a quanto ho capito è quello che funziona meglio.
*



Cosa intendi per incorporare?
Se l'immagine è stata scattata con una Dreflex Nikon, in formato RAW, "assegni" un profilo con Capture.
Se scatti in Jpeg o Tiff è la fotocamera che assegna un profilo, tramite un programma di fotoritocco, è possibile "convertire" questo profilo. Naturalmente va detto che se la fotocamera è stata impostata su sRGB sarà perfettamente inutile "convertirlo" in AdobeRGB.
Il motivo per cui si consiglia di usare l'Adobe RGB è proprio questo, un Jpeg o un Tiff potrà essere poi convertito in sRGB o nel profilo stampante, ma non viceversa.

QUOTE(toski @ May 9 2005, 09:23 PM)
Arrivando alle conclusioni: Sarà quindi in fase di stampa in laboratorio che dovrà essere assicurata la corrispondenza dei colori tramite il motore di conversione ed il profilo della stampante, se non si ottengono i risultati visualizzati sul nostro monitor  è un problema loro  e non nostro....
Fetemi sapere se ho scritto qualche fesseria.
Grazie e ciao.
*



Conclusione perfetta, morale sbagliata... wink.gif

Il probema invece ricade su di noi, saremo noi ad avere il problema di accontentarci di stampe sbagliate.

Infatti nel forum esistono due correnti di pensiero.

1) Adeguare il nostro monitor alle stampe del laboratorio.
-Metodo sbagliato che però offre i risultati migliori.*

2) Profilare la foto con un profilo il più vicino possibile alle possibilità (gammut) del laboratorio, sperando** che il lab. provveda alla conversione nel proprio profilo di stampa.
-Metodo corretto che però offre spesso brutte sorprese.

*del genere se Maometto non va alla montagna......
**com'è quel detto?...chi muore sperando....


zalacchia
QUOTE(pi.ferr @ May 10 2005, 12:06 PM)
QUOTE(domenico marciano @ May 10 2005, 07:13 AM)
Secondo me se si salva un'immagine scattata con un dato profili e la si converte in un altro avremo l'immagine con altri colori, magari noteremo poco o molto le variazioni a secondo dei casi.Per me se io scatto in Srgb tutto il lavoro di post produzione viene fatto all'interno di questo spazio e finalizzata e inviata al Lab(laboratorio) cosi'.Naturalmente avendo anche il monitor profilato nel giusto modo. Il laboratorio stampera' l'immagine mantenendo quel profilo.
*



Forse é il momento di fare una considerazione sulla stampa.
La carta chimica ha una capacita di restituzione cromatica piutosto limitata* e come non può riprodurre tutte le informazioni di un negativo analogico così non può restituire tutti i colori del monitor ne quelli dei file espressi nei vari spazi colore citati. E' chiaro che più ristretto é lo spazio colore che utilizzo ( vedi sRGB ) maggiore é la probalità di corrispondenza tra stampa e visualizazione a monitor.
Però non é logico partire con poche informazioni solo per averne meno da perdere, meglio partire con più informazioni possibili ed operarsi per mantenerne il più possibile, da quì la scelta di operare in Adobe1998 che ha un gamut più ampio rispetto a sRGB ed in particolare verso le tonalita del verde e poi convertire nel profilo di stampa.
*



Considerazione perfetta, dal mio punto di vista.

Ti ho messo un *: sembra che Kodak abbia sviluppato una nuova carta in grado di riprodurre un Gammut più ampio addirittuta del AdobeRgb, sarebbe veramente una notizia fenomenale, probabilmente l'abbandono della ricerca di nuove pellicole ha prodotto più risorse per quanto riguarda le carte da stampa.

Ciao
Stefano Z.
zalacchia
QUOTE(pi.ferr @ May 12 2005, 08:20 AM)

...Fotografia digitale vuole dire per il fotografo potere finalmente controllare tutto il processo di realizzazione di una propria immagine, anche a colori.
Quando stampavo in B&W, potevo passare anche 3 o 4 ore in camera oscura per stampare la fotografia che desideravo vedere, che avevo immaginato e visualizzato al momento dello scatto.
Oggi con l’avvento del digitale posso controllare personalmente anche il colore, nel mio precedente post ho spiegato sinteticamente ma nel dettaglio come questo avviene.
In particolare per la fase di stampa io non devo utilizzare il profilo del laboratorio, ma VOGLIO utilizzarlo, perché questo è l’unico metodo che mi permette preventivamente di sapere come quella determinata macchina stamperà la mia fotografia....

Ciao,ciao.  Piero.
*



Con quel "VOGLIO", viene evidenziata una scelta, consapevole e intelligente.

Vediamo se riesco a sintetizzare alcuni metodi di stampa, in base a differenti esigenze, facendo riferimento a tre tipi di "figure": DILETTANTE - FOTOAMATORE - PROFESSIONISTA.

Dilettante.
Con la sua compatta o reflex che sia scatta in Jpeg, usa uno dei profili sRGB che più preferisce, usa il computer per scartare le immagini mosse, e masterizzate le rimanenti le invia al laboratorio che, nella maggior parte dei casi, gli restituisce delle discrete stampe.
(Per queste caratteristiche di utilizzo è sufficiente un monitor da €60, con taratura standard).

Fotoamatore.
Scatta in Raw o Jpeg e usa un profilo Abobe RGB, corregge la foto con Photshop o Capture, converte solo alla fine in Jpeg sRGB o nel profilo fornito dal lab.
Ottiene dei risultati ottimi, molto vicini alla perfezione.
(Per ottenere questi risultati occorre però un monitor da €600..? ben calibrato con utility tipo Adobe Gamma o sonde di calibrazione di tipo consumer.)

Professionista. (vale anche per il fotoamatore..."malato")
Poco si scosta dal fotoamatore evoluto, scatta in Raw o Jpeg, usa un profilo Abobe RGB, corregge la foto con Photshop o Capture ed usa diversi profili di stampa.
Se è solito stampare sulla stessa macchina, profila il proprio monitor in modo che corrisponda il più possibile ad una stampa campione, spesso usa dei profili forniti dal laboratorio che differenziano tra loro a secondo del tipo di carta usata.
I risultati sono sorprendenti.
(In questo caso il monitor è fondamentale, si può spendere 6.000 euro, la calibrazione può essere eseguita anche da ditte specializzate).
Nel mondo professionale non c'è uno standard, il fotografo-giornalista dedica molto meno tempo a Photoshop, un matrimonialista deve accontentare la propria clientela e, in genere, dedica il giusto tempo a sistemare le foto.
Il pubblicitario con clientela esigente spesso lavora con uno staff di persone, nessuna di loro sa cos'è un PC.


..ma che ho scritto a fare sta roba?

Ciao
Stefano Z.
pi.ferr
QUOTE(zalacchia @ May 12 2005, 11:26 PM)
QUOTE(pi.ferr @ May 12 2005, 08:20 AM)

...Fotografia digitale vuole dire per il fotografo potere finalmente controllare tutto il processo di realizzazione di una propria immagine, anche a colori.
Quando stampavo in B&W, potevo passare anche 3 o 4 ore in camera oscura per stampare la fotografia che desideravo vedere, che avevo immaginato e visualizzato al momento dello scatto.
Oggi con l’avvento del digitale posso controllare personalmente anche il colore, nel mio precedente post ho spiegato sinteticamente ma nel dettaglio come questo avviene.
In particolare per la fase di stampa io non devo utilizzare il profilo del laboratorio, ma VOGLIO utilizzarlo, perché questo è l’unico metodo che mi permette preventivamente di sapere come quella determinata macchina stamperà la mia fotografia....

Ciao,ciao.  Piero.
*



Con quel "VOGLIO", viene evidenziata una scelta, consapevole e intelligente.

Vediamo se riesco a sintetizzare alcuni metodi di stampa, in base a differenti esigenze, facendo riferimento a tre tipi di "figure": DILETTANTE - FOTOAMATORE - PROFESSIONISTA.

Dilettante.
Con la sua compatta o reflex che sia scatta in Jpeg, usa uno dei profili sRGB che più preferisce, usa il computer per scartare le immagini mosse, e masterizzate le rimanenti le invia al laboratorio che, nella maggior parte dei casi, gli restituisce delle discrete stampe.
(Per queste caratteristiche di utilizzo è sufficiente un monitor da €60, con taratura standard).

Fotoamatore.
Scatta in Raw o Jpeg e usa un profilo Abobe RGB, corregge la foto con Photshop o Capture, converte solo alla fine in Jpeg sRGB o nel profilo fornito dal lab.
Ottiene dei risultati ottimi, molto vicini alla perfezione.
(Per ottenere questi risultati occorre però un monitor da €600..? ben calibrato con utility tipo Adobe Gamma o sonde di calibrazione di tipo consumer.)

Professionista. (vale anche per il fotoamatore..."malato")
Poco si scosta dal fotoamatore evoluto, scatta in Raw o Jpeg, usa un profilo Abobe RGB, corregge la foto con Photshop o Capture ed usa diversi profili di stampa.
Se è solito stampare sulla stessa macchina, profila il proprio monitor in modo che corrisponda il più possibile ad una stampa campione, spesso usa dei profili forniti dal laboratorio che differenziano tra loro a secondo del tipo di carta usata.
I risultati sono sorprendenti.
(In questo caso il monitor è fondamentale, si può spendere 6.000 euro, la calibrazione può essere eseguita anche da ditte specializzate).
Nel mondo professionale non c'è uno standard, il fotografo-giornalista dedica molto meno tempo a Photoshop, un matrimonialista deve accontentare la propria clientela e, in genere, dedica il giusto tempo a sistemare le foto.
Il pubblicitario con clientela esigente spesso lavora con uno staff di persone, nessuna di loro sa cos'è un PC.


..ma che ho scritto a fare sta roba?

Ciao
Stefano Z.
*



Quanta buona volontà, e quanta confusione, contraddizioni ed esagerazioni.
E’ così difficile da capire che un monitor ( uno buonissimo costa meno di 500 euro ) deve restituire i colori corretti indipendentemente dall’utilizzo finale dell’immagine?
Che senso ha (anche per un professionista) castrare ad un’unica finalità uno strumento come il computer che è per definizione flessibile?

“…Se è solito stampare sulla stessa macchina, profila il proprio monitor in modo che corrisponda il più possibile ad una stampa campione, spesso usa dei profili forniti dal laboratorio che differenziano tra loro a secondo del tipo di carta usata…”

Questa frase non significa niente.

Ti faccio un esempio banale ma spero efficace.

Pierino è italiano scrive e legge perfettamente in italiano, però è miope e per questo utilizza un paio d’occhiali che correggono il suo difetto.
Pierino deve scrivere una lettera in francese ad un amico, francese, ma non conosce il francese.
Secondo te cosa fa Pierino si compera un paio d’occhiali che leggano in francese, direi di no, tutta al più si procura un dizionario di francese e fa una traduzione.
Ed ora segui:
Pierino è il tuo computer.
Gli occhi di Pierino sono il tuo monitor.
La miopia rappresenta le caratteristiche del tuo monitor.
Gli occhiali sono il profilo del monitor.
L’italiano è lo spazio colore d’origine.
L’amico francese è il laboratorio di stampa.
Il francese è lo spazio colore del laboratorio ( di destinazione ).
Il dizionario di francese è il profilo di stampa.
La lettera, ovviamente, è la tua fotografia.
Ora tu puoi cambiare le nazionalità di Pierino, dell’amico e le rispettive lingue scritte/lette, ma la conseguenza sarà solo quella di dovere cambiare il dizionario scegliendo quello più idoneo.
Di sicuro non devi cambiare gli occhiali di Pierino, mai per uno di questi motivi.
Gli occhiali si cambiano solo quando le caratteristiche degli occhi cambiano e questo succede frequentemente se gli occhi sono usati molto spesso. Proprio come i monitor.

Questo per chiarire solo la questione “Profilo monitor”, poi ci sarebbe tutto il resto.

Ciao,ciao. Piero.

ludofox
QUOTE(pi.ferr @ May 13 2005, 11:20 AM)
Pierino è italiano scrive e legge perfettamente in italiano, però è miope e per questo utilizza un paio d’occhiali che correggono il suo difetto.
Pierino deve scrivere una lettera in francese ad un amico, francese, ma non conosce il francese.
Secondo te cosa fa  Pierino si compera un paio d’occhiali che leggano in francese, direi di no, tutta al più  si procura un dizionario di francese  e  fa una traduzione.
Ed ora segui:
Pierino è il tuo computer.
Gli occhi di Pierino sono il tuo monitor.
La miopia rappresenta le caratteristiche del tuo monitor.
Gli occhiali sono il profilo del monitor.
L’italiano è lo spazio colore d’origine.
L’amico francese è il laboratorio di stampa.
Il francese è lo spazio colore del laboratorio ( di destinazione ).
Il dizionario di francese è il profilo di stampa.
La lettera, ovviamente, è la tua fotografia.
Ora tu puoi cambiare le nazionalità di Pierino, dell’amico e le rispettive lingue scritte/lette, ma la conseguenza sarà solo quella di dovere cambiare il dizionario scegliendo quello più idoneo.
Di sicuro non devi cambiare gli occhiali di Pierino, mai per uno di questi motivi.
Gli occhiali si cambiano solo quando le caratteristiche degli occhi cambiano e questo succede frequentemente se gli occhi sono usati  molto spesso. Proprio come i monitor.
*



Piero, sei uno con le idee molto chiare! Complimenti!
oesse
Chiaro e sintetico! Bravo!

.oesse.
toski
QUOTE
Zalacchia

Cosa intendi per incorporare?
Se l'immagine è stata scattata con una Dreflex Nikon, in formato RAW, "assegni" un profilo con Capture.
Se scatti in Jpeg o Tiff è la fotocamera che assegna un profilo, tramite un programma di fotoritocco, è possibile "convertire" questo profilo. Naturalmente va detto che se la fotocamera è stata impostata su sRGB sarà perfettamente inutile "convertirlo" in AdobeRGB.
Il motivo per cui si consiglia di usare l'Adobe RGB è proprio questo, un Jpeg o un Tiff potrà essere poi convertito in sRGB o nel profilo stampante, ma non viceversa.


E' possibile assegnare spazi colore ad immagini che non ne hanno ( sono cioè senza tag ) , almeno mi pare di aver letto così nel primo link postato da pi.ferr.

Per quanto riguarda le immagini da convertire in JPG per la stampa e cambiare lo spazio colore in sRGB ho appena ritirato le tue tabelle di prova (tipo tabella Greetag Macbeth ) , due img TIFF 12x18 con 40 quadrati colorati, la prima in sRGB e la seconda in AdobeRGB1998 che mi sono creato in Photopaint. Devo dire che ho notato molte differenze tra le due stampe ed inoltre ci sono molte diferrenze di toni tra le due immagini con quello che visualizzo a monitor ( qua credo a questo punto di dover profilare meglio il monitor e farmi dare il loro profilo di stampa ), unica cosa che risulta uguale tra le due e il mio monitor sono 8 quadrati con i diversi toni di grigio.

A questo punto la conversione prima della stampa in laboratorio in sRGB non potrebbe falsare i risultati, ho notato per esempio che il Rosso, Verde, Blu, Ciano, Magenta, Giallo ( li ho messi in sequenza per confrontarli meglio ) in AdobeRGB1998 sono molto più saturi e brillanti dei loro corrispondenti in sRGB, gli altri colori risultano in generale un pò più scialbi in sRGB. Cosa se ne trae da questi risultati? Sempre che se ne possa trarre qualcosa dalle info che ho dato.

Ciao
pi.ferr
QUOTE(oesse @ May 13 2005, 11:01 AM)
Chiaro e sintetico! Bravo!

.oesse.
*



Ciao .oesse.
Tengo molto alla questione "gestione colore" e in particolare sono convinto che più saremo ad esserne padroni, prima vedremo diffondersi in termini di offerta una pratica e diffusa gestione della stampa. Pensa, che bello, andare in qualsiasi minilab che ti ha fornito con assoluta naturalezza il suo profilo ICC e vedersi stampare dieci print 10X15 con la stesa professionalita di una 100X150 Lambda.

Ciao,ciao. Piero.
oesse
speriamo anche allo stesso costo!
smile.gif biggrin.gif

.oesse.
pi.ferr

Piero, sei uno con le idee molto chiare! Complimenti!
*

[/quote]

Ciao Ludovico.
Grazie per il sostegno, ho visitato il tuo sito, che bei lavori! realizzazioni rigorose e pulite.

Ps. mi consigleresti un laboratorio Lambda milanese. Grazie ancora.

Ciao,ciao. Piero.
giobas
[quote=pi.ferr,May 13 2005, 03:02 PM]
Piero, sei uno con le idee molto chiare! Complimenti!
*

[/quote]

Ciao Ludovico.
Grazie per il sostegno, ho visitato il tuo sito, che bei lavori! realizzazioni rigorose e pulite.

Ps. mi consigleresti un laboratorio Lambda milanese. Grazie ancora.

Ciao,ciao. Piero.
*

[/quote]

come posso profilare il mio monitor BENQ T701
D70 Epson stylus photo 870
scusa ma sono nuovo!!!
grazie
ludofox
Innanzi tutto benvenuto giobas (vedo che è il tuo primo messaggio).

Per rispondere alla tua domanda.
Occorre dotarsi di un buon software per la calibrazione del monitor e della stampante (io ho scelto il Monaco Optix) che con una sonda ed una serie di letture ti crea il profilo corretto del monitor, della stampante e dell'eventuale scanner.

Procedura che va ripetuta ogni tanto (2 o 3 mesi al massimo).

Se fai una ricerca troverai molte discussioni sull'argomento.
Ad esempio questa

A presto!
georgevich
Complimenti a Piero....e benvenuto a Giobas smile.gif smile.gif
giobas
QUOTE(vladimir1950 @ May 13 2005, 03:40 PM)
Complimenti a Piero....e benvenuto a Giobas smile.gif  smile.gif
*



grazie.gif grazie.gif
giobas
QUOTE(vladimir1950 @ May 13 2005, 03:40 PM)
Complimenti a Piero....e benvenuto a Giobas smile.gif  smile.gif
*




grazie.gif grazie.gif Pollice.gif
Bruno L
QUOTE(Busa @ May 9 2005, 01:52 AM)
... innanzittutto lascia perdere COREL photopaint e passa a photoshop (non sono proprio confrontabli..
*


Mi intrometto in questa interessante discussione, solo per spezzare una lancia in favore di Corel PHOTO-PAINT. E' un'alternativa a Photoshop, più economica ma validissima, io lo uso abitualmente. Le ultime versioni supportano la modalità 16 bit e le varie plugins per PS, come nik color efex per es., sono perfetamente compatibili. L'interfaccia è comoda ed intuitiva.

saluti
Bruno
toski
Ho appena installato Photoshop ed ho eseguito la profilazione del monitor.
Adesso in photshop nelle "impostazioni colore" quale spazio colore devo usare per lo spazio di lavoro "AdobeRGB1998" oppure devo usare il profilo del monitor creato con AdobeGamma ?

Vorrei sapere quali siano i settaggi ottimali per gli altri parametri:
- CMYK (per adesso c'è Photoshop 5 Default CMYK )
- Gray (Gray Gamma 2.2)
- Tinta piatta (Dot gain 20%)

Criteri di gestione colore:
- RGB : Disattivato
- CMYK : mantieni profili incorporati
- Grigio : mantieni profili incorporati

Opzioni di conversione:
Modello: Adobe (ACE)
Intento : colorimetrico relativo ( nn sarebbe meglio percettivo?)

Scusate ma non sono molto pratico di Photoshop usando da sempre Photopaint mi ritrovo a fare delle scelte che prima non facevo.
Grazie ancora per la vostra pazienza.

Ciao.

domenico marciano
Il mio e'cosi',
Bruno L
Se può essere utile, allego quello tratto dal buon libro "Guida alla Camera Oscura Digitale" di M. Hamilton.
toski
Grazie mille per le immagini, hanno chiarito in parte la mia confusione.
In pratica adesso mancherebbe solamente il profilo della stampante, da quanto ho letto nella guida per avere una previsualizzazione corretta devo selezionare il menu "Visualizza" ---> "Imposta prova" ---> "Personale" e quindi caricare lì il profilo della stampante che dovrò chiedere al laboratorio?

Ciao

zalacchia
QUOTE(pi.ferr @ May 13 2005, 01:33 PM)
Ciao .oesse.
Tengo molto alla questione "gestione colore" e in particolare sono convinto che più saremo ad esserne  padroni, prima vedremo diffondersi in termini di offerta una pratica e diffusa gestione della stampa. Pensa, che bello, andare in qualsiasi minilab che ti ha fornito con assoluta naturalezza il suo profilo ICC e vedersi stampare dieci print 10X15 con la stesa professionalita di una 100X150 Lambda.

Ciao,ciao. Piero.
*



Probabilmente sono stato frainteso, anche perchè l'ultimo dei miei interventi non è stato molto chiaro tanto che alla fine mi chiedevo e ho scritto: ma che ho scritto a fare tutta sta roba?

Sono anch'io un forte sostenitore della "gestione colore" com'è giusto che venga applicata, vi è un'ampia discussione che è stata in evidenza per alcuni mesi:STAMPANTI CHE DOLORE
Dove io sostenevo la tua precisa tesi ed altri (di indiscussa preparazione fotografica e professionalità) sostenevano la tesi di adeguare il monitor alle stampe.

Dici giustamente che "più saremo ad esserne padroni, prima vedremo diffondersi in termini di offerta una pratica e diffusa gestione della stampa".
Certo è quello che vorremmo tutti, ma fino a quando non sarà così, non potremo mai sostenere fino in fondo la nostra causa.
I metodi alternativi (adeguare il monitor alla stampa campione) che ho sempre chiamato metodo "sbagliato", è però quello che dà i migliori risultati.

Sarà la decima volta che lo scrivo, ma mi piace ricordarlo: un giorno, parlando con il "responsabile" di un laboratorio, gli chiedo: con che profilo colore preferisce il file? Risposta: il profilo Jpeg va benissimo!.. ohmy.gif
Ora per fortuna qualcosa sta cambiando.

Sul discorso "monitor e prezzi" ho solo citato degli esempi per indicare che ci sono un'infinità di monitor a seconda delle necessità e disponibilità, anche secondo me un monitor da 500/600 euro è un buonissimo monitor, ma se ti abitui a lavorare su un Barco...è difficile tornare indietro (è un pò come la questione Nikkor e Sigma).

Ciao
Stefano Z.
zalacchia
Dimenticavo, molto bella la storia di Pierino, rende bene l'idea... wink.gif

Ma per quelle parole che sul vocabolario non esistono...che facciamo?....ecco spiegato "l'intento di rendering".

Ciao
Stefano Z.
zalacchia
Ultimo intervento (per oggi).

Se Pierino non ha il dizionario di francese, ma sia lui che il suo amico conoscono benissimo l'inglese (Adobe RGB) o lo conoscono in maniera sufficiente (sRGB)....
in questo caso avrebbero entrambi un ottimo dialogo.

Questo per sottolineare la possibilità di avere una corretta gestione del colore anche quando si è impossibilitati ad avere il profilo del lab.

Ciao
Stefano Z.
Caps.
Devo farVi i complimenti, siete tutti veramente bravi e preparati!

E' da qualche anno che faccio buone foto digitali, le correggo e talvolta le stampo. Ho notato un miglioramento rispetto a "prima" negativo/stampa o diapo/cibachrome. I laboratori restituiscono un prodotto più fedele.
Se le stampano male le faccio rifare ma se non ne ho il tempo... brutta figura.

Ora mi rendo conto che sto passando quasi tutte le mie notti tra le 22 e le 02 a divorare questi interessantissimi forum per "capire" e quindi per affinare la tecnica.

Ho capito però una cosa: che se non si creano degli standard universali invece che fare fotografie dovrò andare all'unversità e prendermi un paio di lauree.....

Grazie a tutti per le valide informazioni.
toski
Un grazie a Zalacchia per avermi segnalato la discussione "STAMPANTI CHE DOLORE", devo dire che ci ho messo un'ora ma l'ho letta tutta quanta. Sicuramente è stata molto utile.
Ho notato con piacere di aver intuito che avrei dovuto generare un file con una serie di colori e toni di grigi per regolare tutto il sistema ( al momento mi è sembrata la cosa più logica da fare ), grazie a questa stampa di prova ho potuto notare le enormi differenze tra monitor ( anche se profilato correttamente ) e stampa.
Per il resto è stato tutto molto illuminante. All'inizio infatti non riuscivo a capire perchè avrei dovuto adattarmi al profilo del Laboratorio essendo tutto normalizzato dalla ICC a livello planetario ( questo ovviamente in un mondo perfetto ), mentre grazie all'aiuto di tutti gli amici del forum sono riuscito a fare i collegamenti con il modo reale ed imperfetto e ampliare le mie limitatissime conoscenze in materia.
Chiarito finalmente quanto volevi dire sul fatto che questo metodo è quello scorretto ( perchè non tiene conto degli standard ICC per i quali tali problemi di coerenza non dovrebbero esistere) ma è quello che dà i risultati migliori, come ho potuto verificare io stesso con le stampe di prova.
Vi allego il file che ho utilizzato, in pratica visualizzandolo a monitor ed andando sul menu di PS "Visualizza" ---> "Imposta prova" e cambiando profilo in CMYK di lavoro ( in attesa di quello del laboratorio ) riesco ad ottenere quasi la stessa immagine sul monitor di quella stampata, spero che con il profilo del laboratorio dovrei risolvere ( Ditemi se è così ).

toski
Un grazie a Zalacchia per avermi segnalato la discussione "STAMPANTI CHE DOLORE", devo dire che ci ho messo un'ora ma l'ho letta tutta quanta. Sicuramente è stata molto utile.
Ho notato con piacere di aver intuito che avrei dovuto generare un file con una serie di colori e toni di grigi per regolare tutto il sistema ( al momento mi è sembrata la cosa più logica da fare ), grazie a questa stampa di prova ho potuto notare le enormi differenze tra monitor ( anche se profilato correttamente ) e stampa.
Per il resto è stato tutto molto illuminante. All'inizio infatti non riuscivo a capire perchè avrei dovuto adattarmi al profilo del Laboratorio essendo tutto normalizzato dalla ICC a livello planetario ( questo ovviamente in un mondo perfetto ), mentre grazie all'aiuto di tutti gli amici del forum sono riuscito a fare i collegamenti con il modo reale ed imperfetto e ampliare le mie limitatissime conoscenze in materia.
Chiarito finalmente quanto volevi dire sul fatto che questo metodo è quello scorretto ( perchè non tiene conto degli standard ICC per i quali tali problemi di coerenza non dovrebbero esistere) ma è quello che dà i risultati migliori, come ho potuto verificare io stesso con le stampe di prova.
Vi allego il file che ho utilizzato, in pratica visualizzandolo a monitor ed andando sul menu di PS "Visualizza" ---> "Imposta prova" e cambiando profilo in CMYK di lavoro ( in attesa di quello del laboratorio ) riesco ad ottenere quasi la stessa immagine sul monitor di quella stampata, spero che con il profilo del laboratorio dovrei risolvere ( Ditemi se è così).
Ho letto nella discussione "STAMPANTI CHE DOLORE" che alcuni rieseguono Adobe Gamma facendo in modo che tale immagini coincida con quella a monitor lasciata aperta sotto Gamma, è condigliabile fare anche tale operazione oppure basta lavorare in preview con il profilo di stampa?

Ecco l'immagine generata che ho portato al laboratorio in TIFF:

[attachmentid=16969]
toski
[SCUSATE ma inavvertitamente ho batutto invio mentre stavo scirvendo il messaggio, quindi il primo è INCOMPLETO
zalacchia
QUOTE(zalacchia @ May 12 2005, 10:46 PM)
Io preferisco convertirlo, ma non è una regola. Se il laboratorio ha una corretta idea dei processi potrebbe andar bene l'Adobe RGB.

Ps. ho appena spedito delle foto ad un lab, due copie identiche delle foto, stessa carta e stesso formato con i due differenti profili sRGB - Adobe RGB,....vi farò sapere.

Ciao
Stefano Z.
*



Ecco fatto, per la prima volta trovo un laboratorio online serio, ricevo le stampe in una bellissima confezione antipioggia, antischiacciamento, antipatica... (da aprire tanto è robusta).

Le stampe con profilo sRGB sono perfette, uguali a quelle che avevo già fatto stampare qualche settimana fa dal mio lab. di fiducia.
SORPRESA: Le stampe con profilo Adobe RGB sono nettamente migliori, sfumature che sulle prime non si vedevano ora vivono ed esaltano le stampe, un contrasto più elevato (forse un pò troppo), e una resa dell'incarnato da paura, belle, belle, belle! Su carta satinata Kodak Endura Ultra.
I bianchi al limite dei 255...che nelle prime erano pelate, in queste sono perfetti.

Una vera sorpresa, da oggi basta sRGB, era ora.
Non so quanto gammut dell'Adobe RGB vada perso, di certo rispetto a prima le cose sono migliorate parecchio.

Ciao
Stefano Z.

Ps: per info, solo MP.
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