QUOTE(albaprima @ Apr 8 2010, 12:10 PM)

...sperando che ciò non dispiaccia All'autore:[...]
Certo che non mi dispiace Alba, ma forse ferdinand si riferiva al "
mattone"...

QUOTE(roberto.roberto78 @ Apr 8 2010, 11:58 AM)

...
La mia domanda sui punti di messa a fuoco è dovuta dal fatto che potendo scegliere un solo punto su una vasta area ho notato che la messa a fuoco è talmente precisa che se scatto una macro su un fiore e come punto di messa a fuoco scelgo il pistillo i petali sono leggermetni sfocati rispetto al pistillo.
Forse dico forse, dovrei scegliere non 51 punti di messa a fuoco ma magari 11 in modo tale che l'area a fuoco sia più ampia ?
Bha continuerò a fare prove...
Come è già stato detto forse c'è un piccolo malinteso sulla funzionalità dell'AF.
La distanza di MaF è sempre una ed una sola, ovvero la massima nitidezza è sempre distribuita su un unico piano bidimensionale, parallelo all'elemento sensibile (salvo basculaggi) e posto ad una TOT distanza, indipendentemente dal "modo" in cui si è arrivati a determinarlo.
Intendo dire che un'area AF più grande, capace quindi di contenere
pistilli e petali, non garantirebbe affatto una maggiore estensione della zona di nitidezza, ma solo una maggiore imprecisione nella collocazione del piano di MaF; avendo più "soggetti" posti a distanze diverse tra cui scegliere il sistema dovrebbe comunque determinare quale piano focheggiare ed in base alle condizioni di luce potrebbe arbitrariamente scegliere tanto il "soggetto" più vicino quanto l'elemento più contrastato ed appetibile.
L'estensione del piano di nitidezza resterebbe il medesimo.
Quindi nel caso proposto l'uso di un gruppo di punti AF anziché un punto singolo non darebbe alcun vantaggio, anzi, come detto aggiungerebbe alla naturale ed inevitabile ridotta estensione del piano di nitidezza anche l'imprevedibilità della collocazione del piano di MaF.
Il singolo punto AF garantisce maggiore precisione e "volontarietà" nella scelta del piano di MaF, tutto il resto sarà inevitabilmente "a carico" della Profondità di campo e quindi del diaframma e/o distanza di ripresa che potranno estendere la zona di nitidezza apparente, davanti e dietro il piano di MaF.
Alle brevi distanze la profondità di campo aumenta simmetricamente chiudendo il diaframma e si modifica al cambiare della distanza di ripresa, fino ad una distribuzione tipo 1/3 - 2/3 alle lunghe distanze..
Tutto questo, mi spiace sottolinearlo, ma non ha a che fare con Cagnon o Nikon, con FX o DX, ma sono i fondamentali della fotografia, nell'accezione più "ottica" del termine...
E' del tutto legittimo disconoscerle, intendiamoci, però...

Un'area di MAF più ampia potrebbe essere utile in tutt'altre situazioni, quando le distanze di ripresa sono tali da rendere (quasi) ininfluente la scelta di quale parte del soggetto focheggiare, ma in macro...