Invece quel castello esiste davvero, vicino L'Aquila, sui monti prospicienti il Gran Sasso e Campo Imperatore. Che il luogo fosse gravido di storia e di grande interesse lo intuisco già nel momento in cui io e Letizia ci apprestiamo ad avvicinarci al paese di Calascio: una strada ripida, il cui asfalto scavato dalle nevi invernali, culmina con quattro tornanti a vista cielo-terra senza paracarro. Questo è l'Abruzzo delle montagne aspre, non ci sono ripari e l'unico che deve pensare a prendere qualche precauzione sei proprio tu. E' l'Abruzzo dei terremoti, vedi le case che non hanno più di 50 anni stramazzate a terra e castelli e case dei borghi antichi ancora in piedi dopo 1000 anni, e questa è anche l'italia.
Arrivo il primo giorno ai piedi della Rocca, ma non ce la faccio a proseguire, guardo il castello da lontano, sulla medesima cresta a 1500 metri di altezza, sono come inchiodato. Anzi, forse è meglio che vada a mettere i piedi su un suolo meno accidentato, me lo consiglia la prudenza e il grande senso di vertigine che m'invade.
Decido di riprovare il giorno dopo, decido di trovare una strada più accessibile e meno vertiginosa, quindi riparto alla "conquista" della Rocca. La tattica ha una sua efficacia, arrivo dalla parte opposta, con la Rocca in pieno controluce, non c'è tempo per le vertigini e inizio a fotografare. Contrariamente a quel che si può pensare, questa roccaforte di battaglie non ne ha combattute molte, era semplicemente un presidio a guardia agli incroci delle vie della transumanza. Abruzzo-Puglia andata e ritorno con 2000 pecore, dogane, tasse, commerci, notai, tutto di ordinaria amministrazione. E Rocca Calascio controlla che tutto proceda nel verso giusto.
Ma finalmente varco la soglia e mi trovo all'Interna della Rocca, tutto è roccia calcarea bianca, a tratti anche accecante, ma quel che senti di più è il vento, che incessante ti ricorda i 1500 metri e tu che sei in cima ad un cocuzzolo insieme a bambini e signore bene agghindate. La vita ha i suoi paradossi.
Dalle gole di lupo delle quattro torri si scorge un paesaggio infinito, da una si intravede la chiesa di Santa Maria della Pietà, che si dice essere stata eretta per la vittoria su una banda di briganti che infestava quei luoghi. Deve essere stata una banda ben numerosa, a giudicare dall'entità poderosa delle sue mura ottagonali. Ma quel che avverti in questo luogo è il silenzio, finalmente, che neanche il forte vento, le vertigini e i turisti imprudenti o distratti riescono a rompere. Avverti il silenzio e la vertigine s'interrompe.