volevo condividere con voi l'esperienza di un reportage fotografico. approfitto dello sciopero che da tanti giorni si protrae a lecce e che vede coinvolti centinaia di lavoratori della manifattura tabacchi, a rischio di licenziamento (i comunicati stampa che si sono susseguiti oggi sembrano lasciare purtroppo poche speranze).
per capire di cosa si tratta mi avvalgo del testo, della cronaca dei fatti degli ultimi giorni... il documento fotografico che propongo, invece, � di questa mattina.
STORIA DELLA MANIFATTURA TABACCHI DI LECCE
La Manifattura Tabacchi di Lecce inizi� l�attivit� produttiva nel 1812, all�interno dell�ex convento dei frati Domenicani. Con la soppressione del convento, poi, in epoca napoleonica, l�edificio fu acquisito dal Demanio Regio e adattato alle nuove esigenze �industriali�. Successivamente, intorno agli inizi degli anni Sessanta, l�ex convento dei Domenicani venne abbandonato e gli impianti di produzione del tabacco furono trasferiti in una moderna struttura situata fuori dalla citt�. L�attuale stabilimento di Viale della Repubblica � stato costruito nel 1957 ed � composto da 13 edifici della superficie complessiva di 36mila metri quadrati (sui 115mila dell�area coperta e non). Fa parte del nuovo complesso manifatturiero anche il Magazzino Tabacchi Greggi di Via Novoli (sede distaccata), i cui lavori di costruzione ebbero inizio nel secondo semestre del 1929; lo stesso impianto che venne inaugurato dal Re Vittorio Emanuele III in persona nell�ottobre del 1931. Nato originariamente allo scopo di concentrare, immagazzinare e custodire i tabacchi levantini di produzione del Salento, il Magazzino Tabacchi Greggi si estende su un�area di 51mila metri quadri, di cui 8.500 di superficie coperta. Il magazzino � collegato alla rete ferroviaria nazionale tramite un binario di raccordo. Quello leccese � famoso come uno degli stabilimenti in cui si completano le varie fasi della trasformazione del tabacco: dalla lavorazione della foglia sino alla produzione delle sigarette. Ma anche per la produzioni dello storico marchio italiano �MS�, nato 40 anni fa e lavorato tutt�ora nel Salento.
CRONACA DEGLI ULTIMI TEMPI
Se da una parte sale la tensione degli oltre 500 operai (indotto compreso) che vedono materializzarsi ora dopo ora lo spettro chiusura e la conseguente perdita del posto di lavoro, dall�altra l�azienda continua a porre sul piatto della bilancia qualche rassicurazione e poche certezze. Come pochi, a dir la verit�, sono gli interventi ufficiale che Bat Italia ha fatto in questo caldo periodo salentino, che invece ha visto mobilitarsi tutti i rappresentanti nostrani della politica superpartes. Dialogo, riconversione e soluzioni condivise. Queste le parole d�ordine che trapelano dagli interventi del gruppo industriale, che �che si sta adoperando per individuare soluzioni di riconversione dello stabilimento di Lecce che rappresentino alternative sostenibili e che garantiscano il mantenimento degli attuali livelli occupazionali�. �Tali soluzioni - si precisa in una nota - saranno di natura prettamente industriale e pensate per sostenere il tessuto economico e sociale del territorio nel lungo periodo. L�Azienda ritiene altres� fondamentale discutere con le Organizzazioni Sindacali i possibili scenari, cos� da avviare un dialogo trasparente, costruttivo ed aperto alle proposte dei rappresentanti dei lavoratori e al fine di pervenire ad una soluzione condivisa. Questo � l�obiettivo dell�Azienda che verr� perseguito in linea con i principi di responsabilit� sociale che hanno caratterizzato il suo operato nella gestione di situazioni analoghe in Italia e all�estero�.
INTERVENTO (odierno) DEL VESCOVO DI LECCE
Anche il vescovo di Lecce, monsignor Domenico D�Ambrosio, � intervienuto sulla delicata questione della chiusura dello stabilimento leccese della British American Tobacco di Viale della Repubblica. Lo ha fatto con un messaggio di vicinanza e solidariet� ai lavoratori coinvolti nella vertenza e alle loro famiglie, firmato dall�arcivescovo foggiano e diffuso subito dopo l�esito dell�incontro del 24 settembre scorso durante il quale il management della multinazionale ha deciso lo stop della produzione entro il 31 dicembre prossimo. �La Chiesa che � in Lecce - scrive D�Ambrosio nel suo messaggio - e vive e testimonia l�amore per l�uomo e per la sua piena dignit�, non pu� tacere e non pu� non esprimere la sua forte preoccupazione per la decisione della Bat, che ha ufficializzato la chiusura e la cessazione della propria attivit� produttiva presso l�ex Manifattura tabacchi di Lecce entro il 31 dicembre 2010. Questa nostra terra - sottolinea - gi� fortemente penalizzata e depauperata dalla crisi che ha investito, soprattutto nella parte meridionale della provincia, il settore calzaturiero, non pu� essere ulteriormente impoverita dalla dismissione di uno stabilimento che d� lavoro a circa cinquecento addetti e garanzie di serenit� ad altrettante famiglie�. Speranza, quella espressa dal pastore della Chiesa leccese, sempre attento ai temi dell�attualit�, dell�economia e che riguardano da vicino il suo popolo. Ma anche un monito, l�ennesimo del suo episcopato, indirizzato alla classe politica e alle parti sociali coinvolte in questa vertenza, importante per il futuro dei lavoratori coinvolti ma per l�intero Salento. �A nome della Chiesa che il Signore mi ha affidato - continua nella nota - voglio far giungere ai lavoratori e alle loro famiglie che vivono momenti di angoscia, di inquietudine e sofferenza, la mia sicura vicinanza. Possono essere certi che rimarr� al loro fianco. Mi auguro, anzi ho la serena certezza che le parti sociali e i soggetti politici interessati in questa difficile congiuntura, non mancheranno di sensibilit� e di attenzione perch� vengano posti in essere scelte e comportamenti atti a creare motivi di speranza che nel momento presente non si scorgono all�orizzonte. Chiedo - conclude D�Ambrosio - che tutte le istituzioni siano parte attiva e sollecita per avviare e giungere a soluzioni positive�.
ci sarebbero decine di articoli, interviste e comunicati stampa ma mi fermo qui per non annoiarvi...
passiamo ora alle foto. mi piacerebbe, come detto, condividere con voi l'esperienza di un reportage fotografico inteso come prodotto editoriale (da proporre a testate giornalistiche). come si realizza? come ci si organizza? ecc.
tengo a precisare che non � assolutamente mia intenzione proporvi un "manuale scientifico"... solo poche righe (e tante foto) frutto della mia modesta esperienza. sperando di fare cosa utile e gradita.
bene...
innanzitutto bisogna individuare l'oggetto del reportage e documentarsi su che cosa sia (per non essere completamente allo sbaraglio ed affidarsi del tutto ai soggetti dell'oggetto); capire velocemente e con assoluta precisione dove e quando si svolge; armarsi di schede di memoria, batterie e pochi obiettivi (io solitamente un 17-55 2.8 e un 70-200 2.8... gli obiettivi pi� versatili e congeniali alle mie esigenze).
prendiamo come esempio il reportage di questa mattina:
sveglia alle 7
alle 7.30 si parte e alle 8 si raggiunge il luogo dello sciopero.
si comincia a scattare qualche foto e ci si intrufola nella folla facendosi conoscere, magari scambiando quattro chiacchiere con i protagonisti e chiedendo loro informazioni: insomma bisogna diventare uno di loro per essere integrati al 100% durante lo sciopero ed essere lasciati tranquilli di scattare anche durante eventuali fasi concitate... senza essere troppo invadente naturalmente.
lo sciopero � cominciato alle prime ore del mattino ed ha significato lavorare senza sapere quale testata giornalistica pubblicher� l'eventuale servizio fotografico. nelle redazioni, infatti, prima delle 11 non si trova nessuno n� ci si pu� mettere d'accordo il giorno prima (soprattutto con i quotidiani) in quanto solitamente in redazione si pensa a "24 ore per volta". ok... si scatta cercando di non farsi sfuggire nulla. come impostare la macchinetta? ecco... se si � certi che l'evento avr� una durata breve, che consente di tornare a casa e rielaborare i file, si pu� scattare in raw... se invece non si pu� prevedere si scatta in jpg direttamente e con il portatite si inviano gli scatti velocemente ai redattori trepidanti (oppure, se la redazione � vicina al luogo del reportage, ci si reca direttamente in sede e si scelgono gli scatti insieme ai redattori stessi. importante � non dimenticare l'adattatore per la lettura delle schede di memoria, non si sa mai...). lo sciopero di questa mattina (siccome era in corso un'assemblea tra sindacati e vertici aziendali) non aveva orari naturalmente e per ovviare a grattacapo successivi ho scattato sia in raw che in jpg.
il tutto � terminato alle 13.30 circa. di ritorno, in macchina con calma, ho fatto qualche telefonata alle testate giornalistiche "amiche"; ero abbastanza tranquillo perch�, emittenti televisive a parte, ero l'unico fotoreporter. ho proposto gli scatti e li hanno accettati in tre redazioni "nuovo quotidiano di puglia"; "l'ora del salento"; "il picchio magazine". ho chiesto l'ora di invio e mi hanno imposto come scadenza le 17.00... tutto il tempo per elaborare i nef, quindi.
come si procede all'elaborazione? bisogna fare una selezione degli scatti: io, quando ho tutto questo lasso di tempo a disposizione, ne scelgo una ventina suddivisi in: apertura (in cui si deve cercare di far vedere dove si svolge l'evento e di cosa si parla), cronaca (il racconto dello sciopero) e chiusura. per l'apertura ne seleziono 2-4 (in redazione ne sceglieranno, poi, uno); per il racconto circa una quindicina (che saranno ulteriormente selezionati in redazione); ed infine altri 2-4 per la chiusura (di cui solo uno, eventualmente, sar� pubblicato). insomma si crea un ventaglio di proposte (quando il tempo e la circostanza, come oggi, lo consentono). finito il lavoro si salva tutto in jpg, 300 dpi, non pi� di un mega e si invia per e-mail (cui segue telefonata per conferma ed eventuali consigli o chiarimenti). L'elaborazione delle foto deve essere veloce e la post deve limitarsi alla regolazione di curve, livelli e contrasto. quando, infatti, si vuole proporre il lavoro ad uno o pi� giornali la post stessa deve essere minimal, sobria e generica in modo che si possa adattare a qualsiasi prodotto editoriale, lasciando la pp elaborata ad un nostro uso privato o successivo.
veniamo alle foto:
proposte di apertura:
1 (il giornale che vedete � lo stesso quotidiano che pubblicher� tra qualche ora le foto. una apertura gradita, spero, da parte loro)

2 (alternativa)

cronaca dello sciopero con 15 proposte
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chiusura con finali alternativi (possono dipendere da possibili stravolgimenti dell'ultimo minuto o semplicemente dal gusto estetico del redattore che impagina il reportage)
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spero di esservi stato utile...
arrivederci in edicola

simone