antoninolardo@libero.it
Aug 13 2005, 12:48 PM
Salve a tutti. E' tutto scritto nel titolo e nel sottotitolo. Un aiuto a cercare il miglior materiale in giro per la rete e anche a discutee sull'argomento. Ciao.
bergat@tiscali.it
Aug 13 2005, 01:49 PM
QUOTE(antoninolardo@libero.it @ Aug 13 2005, 12:48 PM)
Salve a tutti. E' tutto scritto nel titolo e nel sottotitolo. Un aiuto a cercare il miglior materiale in giro per la rete e anche a discutee sull'argomento. Ciao.
Il reportage? E' andare a prendere le carammelle. ...e Vai con sta ripresa video....
toad
Aug 13 2005, 02:07 PM
Sulla rete cerca, cerca e troverai.
qui e
qui, se gi� non le conosci troverai un paio di discussioni interessanti per passare il Ferragosto...
Un caro saluto
Toad
antoninolardo@libero.it
Aug 13 2005, 05:37 PM
QUOTE(TOAD @ Aug 13 2005, 02:07 PM)
Sulla rete cerca, cerca e troverai.
qui e
qui, se gi� non le conosci troverai un paio di discussioni interessanti per passare il Ferragosto...
Un caro saluto
Toad
Caro TOAD, grazie per le preziose info sui post relativi al reportage. Il reportage di cui volevo discutere e ricercare informazioni � quel reportage, ormai forse morto, definito "romantico", quello cos� caro a Bresson, a Gardin, a Roiter. Guardo le immagini che gli amici del forum allegano, belle alcune bellissime che io stesso non sarei, o non voglio, essere in grado di fare, ma nessuna che voglia dire :"io sono un'immagine di reportage".
__Claudio__
Aug 13 2005, 05:53 PM
Magari postane una tu come esempio cos� ci rendiamo meglio conto di ci� che cerchi
antoninolardo@libero.it
Aug 13 2005, 07:48 PM
QUOTE(__Claudio__ @ Aug 13 2005, 05:53 PM)
Magari postane una tu come esempio cos� ci rendiamo meglio conto di ci� che cerchi

Ecco alcuni esempi. (Ho visto i tuoi scatti e devo dire che ci siamo rispetto a quello che intendo io come reportage romantico).
Immagini senza tempo, che raccontano qualcosa fosse anche "solo" un muro di pietra. (La fotografia � cultura si scatta ci� che si conosce). Ciao
toad
Aug 14 2005, 06:39 PM
QUOTE(antoninolardo@libero.it @ Aug 13 2005, 06:37 PM)
quello cos� caro a Bresson, a Gardin, a Roiter.
Hai citato tre autori, sui quali, personalmente, ho opininioni molto differenti. Tutti e tre hanno fatto reportage, come mi pare tu voglia intendere, ma con sensibilit� estremamente diverse come diversi sono stati i tempi e i modi del loro fotografare.
D'altra parte se ho capito bene, secondo la tua idea, che non dico sia sbagliata, allora anche tutte le foto postate su Nikon Life sono dei reportage. Pi� o meno validi, pi� o meno coinvolgenti, ma comunque tali.. Perch� dici " o non voglio essere in grado di fare"? Francamente, qualcosa mi sfugge...
QUOTE(antoninolardo@libero.it @ Aug 13 2005, 08:48 PM)
[. (La fotografia � cultura si scatta ci� che si conosce).[
Non mi trovi d'accordo. Molte volte si scatta anche quello che "non si conosce", proprio per mettersi alla prova. Riprendendo vecchi concetti, tutto � fotografabile, il risultato dipende solo dalla sensibilit� di fa click! Poi � chiaro che ciascuno di noi � pi� portato verso un genere, piuttosto che un altro. Non chiedetemi di fare foto sportive, per� dovesse capitare non mi tirerei indietro. Ovvio, non le vado a cercare.
_Claudio_ ( se non si offende ma � un complimento) fa delle splendide street, perch� � "uomo de borgata", con tutta la cultura che questo porta dietro, e non � poco. Probabilmente n� io n� tu sapremmo fare altrettanto. Ma ci potremmo provare. Il punto � sempre trovare la propria via e seguirla nel miglior modo possibile.
Probabilmente sono andato O.T., ma � Ferragosto, ed � da stamattina che sono al PC appunto per realizzare un progetto che sento mio. Non faccio ferie in questo periodo proprio per questo. Vedremo se ho fatto bene. L'importante � provare.
Un caro saluto a tutti, e ricordo a _Claudio_ che deve sempre farsi scroccare un caff� quando verr� a Roma.
Guido
toad
Aug 14 2005, 08:20 PM
Faccio un�aggiunta, sempre della serie� siamo a Ferragosto. Mah�, dal titolo che hai dato al Thread, devo ritenere che per te, l�unica vera espressione fotografica consiste nel reportage classico e come tu dici �romantico�(posto di avere capito bene cosa intendi). Sei proprio sicuro? I ritratti, lo still life � e qui di esempi ne hai - . la macro . gli stessi paesaggi, non possono avere la F maiuscola? Gi� sul romantico ci sarebbe da dire. Il termine evoca istintivamente un tempo passato ed un�aura anche estetica non pi� attuale. Io sono un appassionato dei tempi passati (nulla pu� essere pi� irripetibile di quello che c�� gi� stato) ma guardo anche con occhio curioso il mondo che ci sta intorno, che, nel bene o nel male cerca di avanzare (!?). Non dimentichiamoci che �tutti i tempi sono buoni quando sono antichi��
Antonino, mi hai dato l�occasione, che forse non sarebbe altrimenti arrivata di esprimere un mio pensiero e ci� � positivo.
Quando avrai tempo e voglia, replica.
Un caro saluto
Guido
antoninolardo@libero.it
Aug 14 2005, 09:13 PM
QUOTE(TOAD @ Aug 14 2005, 08:20 PM)
Faccio un�aggiunta, sempre della serie� siamo a Ferragosto. Mah�, dal titolo che hai dato al Thread, devo ritenere che per te, l�unica vera espressione fotografica consiste nel reportage classico e come tu dici �romantico�(posto di avere capito bene cosa intendi). Sei proprio sicuro? I ritratti, lo still life � e qui di esempi ne hai - . la macro . gli stessi paesaggi, non possono avere la F maiuscola? Gi� sul romantico ci sarebbe da dire. Il termine evoca istintivamente un tempo passato ed un�aura anche estetica non pi� attuale. Io sono un appassionato dei tempi passati (nulla pu� essere pi� irripetibile di quello che c�� gi� stato) ma guardo anche con occhio curioso il mondo che ci sta intorno, che, nel bene o nel male cerca di avanzare (!?). Non dimentichiamoci che �tutti i tempi sono buoni quando sono antichi��
Antonino, mi hai dato l�occasione, che forse non sarebbe altrimenti arrivata di esprimere un mio pensiero e ci� � positivo.
Quando avrai tempo e voglia, replica.
Un caro saluto
Guido
Ciao Guido, ho fatto dei nomi i + importanti i primi che mi venivano in mente, ma potevo farne altri Koch, Salgado, Scianna, ect fotografi che hanno fatto del reportage uno stile fotografico, oltre che il messaggio e tutti gli aspetti intrinsechi al reprtage stesso. Un modo di porsi nei confronti dei soggetti un modo onesto di fotografare senza bisogno della farsa giornalistica "reportagiana" di cui assistiamo oggi e che la fotografia digitale aiuta moltissimo. Ma soprattutto senza ill bisogno di portare la foto a casa. Non scattare quando non si deve, pratica fin troppo usata dai fotoamatori. Personalmente per quel poco che ho visto su Nikon Life + che reportage mi sembrano foto belle ma fatte a caso, non me ne vogliano gli amici che postano e che debbano per questo sentirsi offesi. Ma la fotocartolina per quanti :"che bellaaa", non f� per me, credo che buona parte della causa sia imputabile al fatto di aver bruciato le tappe, assistente fotografo per un certo periodo, ti costringe a pensare e scattare come un professionista, salvo poi ritrovarti a pensare in grande nel "corpo" di un fotoamatore, fondamentalmente � per questo che la fotocartolina non riesco a farla. E' vero il reportage � l'unico settore che mi d� emozioni, certo non disdegno lo still life, la macro, il ritratto, ect, ma il reportage rimane sempre presente anche nel modo di porsi nei confronti deglia altri temi.
Sono d'accordo con te le foto di _Claudio_ probabilmente non saremmo in grado di farle, ma non riesco a capire come si possa fotografare ci� che non si conosce a mio avviso il prodotto finale sarebbe comunque incompleto.
Il passato non rientra nei canoni concettuali del mio modo operandi. Ritengo comunque che molti concetti del passato fotografico debbano essere preservati dal dilagare delle immagini a mio avviso senza senso che troppo spesso si vedono su riviste del settore e sul web.
Un caro saluto e un in bocca al lupo per le tue "ferie". Spero di non essermi dilungato troppo nell'esporre il mio modo di vedere questo grande amore che � la Fotografia. Ciao Antonino.
nuvolarossa
Aug 16 2005, 07:32 AM
...Questo discorso delle "immagini senza senso" l'ho affrontato giusto ieri sera con un amico che ritengo un Artista Puro della Fotografia ed � un tema che sento molto, in quanto fino a ieri ero convinto di essere uno che scatta proprio questo tipo di immagini...
La discussione che abbiamo affrontato mi ha fatto riflettere... Troppe volte vediamo "il reportage", la vita quotidiana ci assale da ogni parte, le disgrazie del mondo ci fanno compagnia mentre noi, uomini occidentali abituati al benessere, ci sorbiamo un gelato o un piatto prelibato.... Ben vengano allora le foto "senza senso", come i quadri astratti che spesso non capiamo. Fotografare significa vedere ci� che gli altri non vedono, isolare elementi che nella confusione della vita non notiamo nemmeno e mettere insieme cose che ci sembra non possano stare insieme. E questo non c'� attrezzatura, corpo, obiettivo, sensore o pellicola che ce lo possono fare, occorre solo la nostra sensibilit�, il nostro essere capaci di "andare oltre".
E' bello ritrovare il piacere ormai perduto di osservare un'immagine, sia essa una fotografia, un quadro o una stampa litografica e dire semplicemente "Che bella!!!"...
Tanto di cappello comunque a chi � capace a fare del bel reportage!
tembokidogo
Aug 16 2005, 07:54 PM
Non condivido il "pessimismo" di Antonino sulle sorti del reportage, n� il suo generico riporre in un unico calderone le "foto senza senso" e le "cartoline" di cui parla.
Domenica, a Milano, mi sono fatto una salutare "abbuffata" di quel reportage che Antonino, non so perch�, definisce romantico. Doisneau a Paazzo Reale come aperitivo, una rapido ed insipido risotto e quindi gi� fino al Forma per la retrospettiva di Berengo Gardin. Sensazioni molto diverse (e molto personali), pur essendo in presenza di due "grandi". Il "Gianni nazionale" racconta - raccontare � l'essenza del reportage - anche in un solo scatto, Doisneau, a mio avviso, "dipinge". Cio� non coglie il senso nella riproduzione della realt�, ma ricostruisce la realt� attorno a un senso. Vedo che citi a mo' d'esempio Roiter: ma cosa c'� di pi� - seppur esteticamente perfetto - "cartolinesco" di gran parte della produzione di Roiter? E non sono per caso stupende, inarrivabili "cartoline" - mi si perdoni l'eresia - molti dei pi� celebrati scatti di HCB, o dello stesso Salgado?
Secondo me vale la pena di mettere da parte, ancora una volta, le etichette: "reportage" � alto, nobilitante, impegnato; paesaggio, macro, still life, foto naturalistica � "evasione", "disimpegno", magari - orrore - mercato: siamo alle soglie del meretricio fotografico! Il reportage esiste ancora, eccome se esiste: certo, non � pi� quello "eroico" perch� non c'� pi� una rivista come Life (o, in Italia, nel suo piccolo, Epoca) che ne celebri i fasti. Il reportage "di consumo" (e non uso assolutamente questo termine in senso dispregiativo - oggi lo "brucia" la televisione, o passa - malamente tagliato e impaginato, vergognosamente penalizzato dalla stampa tipografica - sulle pagine dei quotidiani: acquistati al mattino, e gi� abbandonati a mezzogiorno sui sedili della metro. Ripeto. Il reportage esiste ancora, � vivo e vegeto: solo, ci passa sotto gli occhi e non lo vediamo.
Diego
toad
Aug 17 2005, 06:11 PM
Volevo rispondere ad Antonino, ma cercavo una risposta meditata che richiedeva tempo e quindi ho atteso.
Ho fatto bene...
Stefano e Diego, in maniere differenti hanno esposto il loro pensiero, che coincide esattamente con il mio.
S�. dobbiamo scrollarci le etichette di dosso, che in fondo sono un modo di voler confinare in un ambito, piuttosto che in un altro, la forma di espressione a noi tanto cara.
Forse esistono alcune eccezioni: la macro, la foto sportiva e quella naturalistica di livello, come in questo Forum abbiamo modo di apprezzare.
Non so se siete d'accordo...
Un caro saluto.
Guido
aliant
Aug 17 2005, 06:26 PM
Visto che parliamo del reportage vi cito quanto scriveva Cartier Bresson nel 1952.
Penso sia utile al fine della discussione in corso.
Ciao
NINO
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"...L'idea di fare un reportage fotografico, cio�, di raccontare una storia con una sequenza di fotografie, era qualcosa che a quel tempo non mi passava nemmeno per la testa. Incominciai a capire di pi� qualche tempo dopo, osservando il lavoro dei miei colleghi e le riviste illustrate. In realt� � stato solo lavorando per queste riviste, che ho imparato, a poco a poco, a fare un reportage fotografico, e a raccontare una storia con le immagini.
Ho viaggiato molto, anche se in realt� non so viaggiare: mi piace fare con calma, lasciando fra una nazione e l'altra un intervallo di tempo per assimilare ci� che ho visto. Appena arrivo in una nazione nuova, vorrei quasi fermarmi definitivamente, per trovare il giusto rapporto con essa: non potrei mai essere un glob-trotter.
Nel 1947, cinque fotografi free lance, me compreso, fondarono una agenzia fotografica: la "Magnum Photos".
Questa agenzia distribuisce i nostri reportage.? allo riviste in diverso nazioni.
Sono passati 25 anni da quando ho cominciato a guardare attraverso il mirino, tuttavia mi considero ancora un amatore, bench� non sia pi� un dilettante.
IL REPORTAGE FOTOGRAFICO
Ma che cos'� in realt� un reportage fotografico? A volte una singola fotografia � in s� talmente ricca di forza e di significati, da divenire una storia intera, ma questo capita raramente. I vari elementi che insieme illuminano un soggetto, sono spesso dispersi in termini di spazio o tempo e rimetterli insieme con la forza, � un'azione di "regia" e di (rode. Ma se � possibile fare delle fotografie sia del nucleo che dei vari elementi significativi del soggetto, questo � un reportage fotografico. La pagina serve a riunire gli elementi complementari che sono dispersi in molte fotografie.
Il reportage implica un'azione congiunta del cervello, dell'occhio e del cuore. L'obiettivo di questa operazione complessa � ritrarre il contenuto di alcuni eventi che sono in fase di svolgimento e quindi comunicarne le impressioni; talvolta un singolo avvenimento pu� essere cos� ricco e sfaccettato, che diventa necessario muovercisi intorno, nella ricerca della soluzione al problema che pone, giacch� il mondo � in movimento e non si pu� rimanere statici di fronte alla dinamicit� dei fenomeni. Talvolta si centra il punto in pochi secondi, altre volte invece il procedimento richiede ore o giorni. Comunque sia, non esiste un piano standard, nessuno schema di lavoro. Occorre stare sempre all'erta con il cervello, l'occhio e il cuore e avere agilit� nel corpo. Le cose cos� come sono, offrono una tale abbondanza di materiale, che il fotografo deve trattenersi dalla tentazione di provare a fare tutto. � essenziale tagliare dal materiale grezzo della vita: tagliare e tagliare, ma con attenzione. Durante ogni istante di lavoro, il fotografo deve raggiungere una precisa coscienza di quello che sta cercando di fare. Talvolta si ha la sensazione di avere gi� scattato l'istantanea pi� significativa di una particolare situazione o scena, non di meno ci si trova a scattare impulsivamente, poich� non si pu� sapere in anticipo con esattezza come la situzione o la scena si svolger�. Bisogna vivere in simbiosi con la scena, proprio per essere pronti nel caso in cui gli elementi della situazione dovessero di nuovo scaturire dal nucleo dell'azione. Contemporaneamente � essenziale evitare di usare la macchina fotofrafica come una mitragliatrice e di appesantirsi con immagini inutili che confondono la nostra memoria e appannano la coerenza del reportage.
La memoria � molto importante, particolarmente rispetto al lavoro di scelta di ciascuna fotografia scattata galoppando alla stessa velocit� dell'azione in svolgimento. Il fotografo deve essere sicuro, mentre � in presenza della scena che si sta dispiegando, di non aver perso alcun passaggio, di aver realmente espresso il significato unitario della scena. Dopo sarebbe troppo tardi. Il fotografo non pu� far retrocedere gli avvenimenti, per fotografarli di nuovo.
I fotografi si trovano sempre di fronte a un'alternativa e qualsiasi soluzione induce necessariamente a dei rimpianti. Esiste la scelta che facciamo quando inquadriamo il soggetto, e quella che facciamo dopo aver sviluppato e stampato la pellicola. Dopo lo sviluppo e la stampa, dovete occuparvi di fare una scelta tra le immagini, mettendo da parte quelle che, sebbene corrette, non sono le pi� incisive. Vi accorgerete allora, quando � troppo tardi, con terribile chiarezza, dove avete fallito. A questo punto, ricorderete il sentimento rivelatore che avevate provato mentre stavate fotografando. Era un momento di esitazione dovuto all'incertezza? Era causato da una separazione fisica tra voi e l'evento? Era semplicemente il fatto che voi non consideravate un certo dettaglio in relazione all'insieme? O (e questo � pi� frequente), il vostro sguardo era distratto, i vostri occhi erano disattenti?
Per ognuno di noi Io spazio parte dal nostro stesso occhio e degrada progressivamente verso l'infinito: lo spazio al momento attuale ci colpisce con minore o maggiore intensit� e poi ci lascia, visualmente, per rinchiudersi nella nostra memoria e per modificarvisi. Di tutti i mezzi espressivi , la fotografia � la sola che fissi per sempre, proprio l'istante transitorio. Noi fotografi trattiamo soggetti che svaniscono continuamente, e quando sono scomparsi, non sono pi� disponibili, e non esiste mezzo al mondo di farli rivivere. Non possiamo stampare e sviluppare la memoria. Lo scrittore ha tempo di riflettere: egli pu� accettare e respingere, accettare ancora e, prima di affidare il suo pensiero al foglio, � in grado di leggere insieme gli elementi pi� rilevanti. C'� anche un periodo di stasi, quando il suo cervello dimentica, mentre il suo subcosciente lavora, classificando i pensieri. Per i fotografi, invece, ci� che � andato, � andato per sempre. Da questo fatto, nasce l'ansia e la forza della nostra professione. Non possiamo rifare la storia, una volta tornati all'albergo: il nostro compito � di percepire la realt�, e, quasi simultaneamente, registrarla, in quel notes che � la nostra macchina fotografica. Noi non dobbiamo, n� manipolare la realt�, mentre stiamo fotografando, n� manipolare i risultati nella camera oscura. Questi trucchi, sono facilmente individuabili per chi sa vedere.
Facendo un reportage fotografico, dobbiamo tener conto dei punti e dei rounds, come un arbitro di box. In ogni reportage fotografico che cerchiamo di fare, siamo obbligati ad arrivare come degli intrusi. � necessario, tuttavia, avvicinarsi al soggetto in punta di piedi, anche se si tratta di una natura morta. Una mano di velluto, un occhio di falco, questi requisiti che tutti devono avere: non serve farsi avanti a gomitate. E neppure fotografare con l'aiuto di qualche riflettore, se non altro per rispetto della luce naturale, anche quando di luce non ce n'�. Se un fotografo non osserva queste condizioni, pu� diventare intollerabile ed aggressivo.
La professione dipende a tal punto dalle relazioni che il fotografo stabilisce con la gente che fotografa, che un rapporto falso, una parola o un atteggiamento sbagliato, possono rovinare tutto.
Quando il soggetto si trova per qualsiasi ragione a disagio, la personalit� scompare dove la macchina fotografica non pu� raggiungerla. Non ci sono regole fisse, perch� ogni caso � a s� e richiede discrezione, anche se noi dobbiamo essere sempre a portata di mano. Le reazioni della gente differiscono molto da paese a paese, e da un gruppo sociale all'altro. In tutto l'Oriente per esempio, un fotografo impaziente, o che ha semplicemente fretta, � soggetto al ridicolo. Se vi siete fatti notare, anche solo tirando fuori l'esposimetro, la sola cosa da fare � dimenticare per il momento di fotografare, adattarsi, e permettere ai bambini che si precipitano da voi di aggrapparsi alle vostre ginocchia, come dei cuccioli."
toad
Aug 17 2005, 06:48 PM
QUOTE(onderadio @ Aug 17 2005, 07:26 PM)
Visto che parliamo del reportage vi cito quanto scriveva Cartier Bresson nel 1952.
Penso sia utile al fine della discussione in corso.
Ciao
NINO
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Sono passati 25 anni da quando ho cominciato a guardare attraverso il mirino, tuttavia mi considero ancora un amatore, bench� non sia pi� un dilettante.
[
[Il reportage implica un'azione congiunta del cervello, dell'occhio e del cuore. L'obiettivo di questa operazione complessa � ritrarre il contenuto di alcuni eventi che sono in fase di svolgimento e quindi comunicarne le impressioni;
Comunque sia, non esiste un piano standard, nessuno schema di lavoro. Occorre stare sempre all'erta con il cervello, l'occhio e il cuore e avere agilit� nel corpo.
� essenziale tagliare dal materiale grezzo della vita: tagliare e tagliare, ma con attenzione.
Bisogna vivere in simbiosi con la scena, proprio per essere pronti nel caso in cui gli elementi della situazione dovessero di nuovo scaturire dal nucleo dell'azione.
Contemporaneamente � essenziale evitare di usare la macchina fotofrafica come una mitragliatrice e di appesantirsi con immagini inutili che confondono la nostra memoria e appannano la coerenza del reportage.
Esiste la scelta che facciamo quando inquadriamo il soggetto, e quella che facciamo dopo aver sviluppato e stampato la pellicola.
Dopo lo sviluppo e la stampa, dovete occuparvi di fare una scelta tra le immagini, mettendo da parte quelle che, sebbene corrette, non sono le pi� incisive. Vi accorgerete allora, quando � troppo tardi, con terribile chiarezza, dove avete fallito.
Di tutti i mezzi espressivi , la fotografia � la sola che fissi per sempre, proprio l'istante transitorio. Noi fotografi trattiamo soggetti che svaniscono continuamente, e quando sono scomparsi, non sono pi� disponibili, e non esiste mezzo al mondo di farli rivivere.
Per i fotografi, invece, ci� che � andato, � andato per sempre. Da questo fatto, nasce l'ansia e la forza della nostra professione.
� necessario, tuttavia, avvicinarsi al soggetto in punta di piedi, anche se si tratta di una natura morta. Una mano di velluto, un occhio di falco, questi requisiti che tutti devono avere: non serve farsi avanti a gomitate.
Se un fotografo non osserva queste condizioni, pu� diventare intollerabile ed aggressivo.
La professione dipende a tal punto dalle relazioni che il fotografo stabilisce con la gente che fotografa, che un rapporto falso, una parola o un atteggiamento sbagliato, possono rovinare tutto.
Ho estrapolato i passi per me pi�significativi e che, sempre secondo me, valgono per qualunque tipo di fotografia.
Detto questo.. attendiamo altre opinioni!
Un caro saluto
Guido
antoninolardo@libero.it
Aug 17 2005, 07:47 PM
Un saluto a tutti e un particolare ringraziamento a Onderadio per il prezioso scritto che peraltro non conoscevo, fatto da un maestro del reportage.
Credo che alcune tematiche, dello scritto di cui sopra, siano state gi� anticipate nei precedenti post, rispetto, scattare a raffica, ect. Pi� si v� avanti e pi� si rafforza in me la convinzione della selettivit� del proprio modo di fotografare che pu� essere e contemplare vari temi ritratto ect, ect, ma che deve essere un solo il reportage, il ritratto, la macro o, o,.
Aspetto ancora altre opinioni un saluto a tutti e ancora grazie.
tembokidogo
Aug 17 2005, 08:06 PM
Pi� si v� avanti e pi� si rafforza in me la convinzione della selettivit� del proprio modo di fotografare che pu� essere e contemplare vari temi ritratto ect, ect, ma che deve essere un solo il reportage, il ritratto, la macro o, o,.
Aspetto ancora altre opinioni un saluto a tutti e ancora grazie.
[/quote]
Scusa, ma mi sembra un po' oscuro...
...intendi che i vari generi della fotografia, alla fine, seppur riguardanti aspetti diversi finiscono con l'essere, in qualche modo, reportage...
...oppure che l'attenzione del fotografo deve essere "monotematica", ossia solo ritrattista, solo naturalista...scusa, ma davvero non si capisce bene...
Comunque, se come diceva "Quelo" � giusta "la prima che hai detto", in un certo senso sono d'accordo anch'io. Nel senso che, a prescindere dalla destinazione delle immagini e dal loro utilizzo, qualsiasi "progetto" fotografico � alla fine un reportage, un "racconto". E lo pu� essere - bestemmia - persino la foto ricordo scattata durante una gita, se l'intento � quello di raccontare - oltre che di rammentare - un vissuto.
Normalmente s'intende per reportage un resoconto fotogiornalistico su un tema/ambiente specifico, e s'� tentati di legare il reportage all'attualit� pi� stringente...Ma non � forse reportage, e reportage d'altissimo livello, quello naturalistico ed etnografico di National Geographic, giusto per citare una pubblicazione di larghissima diffusione e di elevato livello qualitativo, anche e soprattutto per quanto riguarda la fotografia?
Diego
antoninolardo@libero.it
Aug 17 2005, 08:25 PM
..oppure che l'attenzione del fotografo deve essere "monotematica", ossia solo ritrattista, solo naturalista...
se non volesse fare il reportage si.
La gita della domenica � certo un reportage, personale sconosciuto ai pi� � vero ma comunque pur sempre, se ben articolato nel suo racconto fotografico un reportage.
...normalmente s'intende per reportage un resoconto fotogiornalistico su un tema/ambiente - � proprio da questo che voglio fuggire e voglio trovare dei compagni di viaggio. Vedi l'immagine che ho postato "particolare.jpg", in s� � un racconto. E' presente un muro, da cui si capisce che essendo in pietra potrebbe essere piuttosto antico, � presente un finestra, una bottiglia, l'elemento umano che seppur non presente nell'immagine, c'�. (la bottiglia la finestra e il muro non sono opere della natura). Questa assieme ad altre immagini sono un piccolo racconto che ho fatto, senza fotografare vip o vittime di guerra.
Un saluto ciao a tutti.
tembokidogo
Aug 17 2005, 08:41 PM
QUOTE(antoninolardo@libero.it @ Aug 17 2005, 09:25 PM)
..oppure che l'attenzione del fotografo deve essere "monotematica", ossia solo ritrattista, solo naturalista...
se non volesse fare il reportage si.
La gita della domenica � certo un reportage, personale sconosciuto ai pi� � vero ma comunque pur sempre, se ben articolato nel suo racconto fotografico un reportage.
...normalmente s'intende per reportage un resoconto fotogiornalistico su un tema/ambiente - � proprio da questo che voglio fuggire e voglio trovare dei compagni di viaggio. Vedi l'immagine che ho postato "particolare.jpg", in s� � un racconto. E' presente un muro, da cui si capisce che essendo in pietra potrebbe essere piuttosto antico, � presente un finestra, una bottiglia, l'elemento umano che seppur non presente nell'immagine, c'�. (la bottiglia la finestra e il muro non sono opere della natura). Questa assieme ad altre immagini sono un piccolo racconto che ho fatto, senza fotografare vip o vittime di guerra.
Un saluto ciao a tutti.
No, non ti seguo...
Ho riguardato la foto...a me non "racconta" nulla di tutto ci�. Questo non vuol dire che non lo "racconti" a te, e che per te rivesta, appunto, quei significati.
Ma il reportage � in s� "comunicazione", e la comunicazione presuppone la capacit� di far arrivare - in questo caso attraverso l'immagine - a chi vede il tuo scatto, immediatamente, il "messaggio" che tu intendi proporre.
Non so, sinceramente, a quanti utenti del forum che hanno visto quella tua immagine abbiano "immediatamente" - cio� senza bisogno della tua spiegazione - colto quello che tu ci vedi.
Il reportage, se � tale, trasmette immediatamente il messaggio, in modo chiaro, trasparente.
Penso ad alcune immagini. Uno di Werner Bishof, scattata subito dopo la resa della Germania davanti alle rivine del Reichstag. Le rovine in leggero controluce, un elmetto bucato in una pozzanghera illuminata dal sole. Io ci leggo - tutti gli amici coi quali l'ho commentata ci leggono - questo messaggio: la tempesta � stata terribile, ci sono rimaste solo le rovine ma la speranza (il sole) c'� ancora. Oppure l'immagine, famosissima, della manifestante di un college americano che offre un fiore ai soldati della guardia nazionale che, fucile e baionetta, fronteggiano gli studenti. O l'altra immagine, anch'essa famosissima, dello studente cinese che in piazza Tien An Men ferma, da solo una colonna di tank...
Il reportage � questo: la capacit� di cogliere in uno scatto, o in una serie di scatti, l'essenza d'una situazione, d'un avvenimento. E' questo che hanno fatto i maestri che citavi aprendo questo 3d.
Il resto - quello che ti emoziona nella foto che hai postato - � ricerca interiore, esercizio estetico, quello che vuoi, ma non � a mio avviso - scusa la franchezza - reportage.
Diego
antoninolardo@libero.it
Aug 17 2005, 09:21 PM
QUOTE(tembokidogo @ Aug 17 2005, 08:41 PM)
QUOTE(antoninolardo@libero.it @ Aug 17 2005, 09:25 PM)
..oppure che l'attenzione del fotografo deve essere "monotematica", ossia solo ritrattista, solo naturalista...
se non volesse fare il reportage si.
La gita della domenica � certo un reportage, personale sconosciuto ai pi� � vero ma comunque pur sempre, se ben articolato nel suo racconto fotografico un reportage.
...normalmente s'intende per reportage un resoconto fotogiornalistico su un tema/ambiente - � proprio da questo che voglio fuggire e voglio trovare dei compagni di viaggio. Vedi l'immagine che ho postato "particolare.jpg", in s� � un racconto. E' presente un muro, da cui si capisce che essendo in pietra potrebbe essere piuttosto antico, � presente un finestra, una bottiglia, l'elemento umano che seppur non presente nell'immagine, c'�. (la bottiglia la finestra e il muro non sono opere della natura). Questa assieme ad altre immagini sono un piccolo racconto che ho fatto, senza fotografare vip o vittime di guerra.
Un saluto ciao a tutti.
No, non ti seguo...
Ho riguardato la foto...a me non "racconta" nulla di tutto ci�. Questo non vuol dire che non lo "racconti" a te, e che per te rivesta, appunto, quei significati.
Ma il reportage � in s� "comunicazione", e la comunicazione presuppone la capacit� di far arrivare - in questo caso attraverso l'immagine - a chi vede il tuo scatto, immediatamente, il "messaggio" che tu intendi proporre.
Non so, sinceramente, a quanti utenti del forum che hanno visto quella tua immagine abbiano "immediatamente" - cio� senza bisogno della tua spiegazione - colto quello che tu ci vedi.
Il reportage, se � tale, trasmette immediatamente il messaggio, in modo chiaro, trasparente.
Penso ad alcune immagini. Uno di Werner Bishof, scattata subito dopo la resa della Germania davanti alle rivine del Reichstag. Le rovine in leggero controluce, un elmetto bucato in una pozzanghera illuminata dal sole. Io ci leggo - tutti gli amici coi quali l'ho commentata ci leggono - questo messaggio: la tempesta � stata terribile, ci sono rimaste solo le rovine ma la speranza (il sole) c'� ancora. Oppure l'immagine, famosissima, della manifestante di un college americano che offre un fiore ai soldati della guardia nazionale che, fucile e baionetta, fronteggiano gli studenti. O l'altra immagine, anch'essa famosissima, dello studente cinese che in piazza Tien An Men ferma, da solo una colonna di tank...
Il reportage � questo: la capacit� di cogliere in uno scatto, o in una serie di scatti, l'essenza d'una situazione, d'un avvenimento. E' questo che hanno fatto i maestri che citavi aprendo questo 3d.
Il resto - quello che ti emoziona nella foto che hai postato - � ricerca interiore, esercizio estetico, quello che vuoi, ma non � a mio avviso - scusa la franchezza - reportage.
Diego
..vedi quando dicevo che fografia vuol dire cultura non mi sbagliavo. Anzi con il tuo scritto mi confermi quanto appena detto.
...Werner Bishof, scattata subito dopo la resa della Germania davanti alle rivine del Reichstag. Le rovine in leggero controluce, un elmetto bucato ...Tu ci hai visto e hai apprezzato un sacco di cose di quell'immagine perch� dietro c'era la tua cultura, storica sociale ect, e cos� vale per l'altro esempio che chiami a riferimento. Nella mia immagine (ma potrebbe essere anche quella di qualcun'altro ) io ci vedo tutte le cose che ti ho descritto poco prima, proprio xch� alla base di quella e di altre immagini di quel reportage (che io continuo a definire romantico) c'era stato un lavoro di studio e ricerca sulle case di una valle delle dolomiti friulane. Questo vuol dire conoscenza e presa di coscenza di ci� che si fotografa e scusa se insisto per me significare fare del reportage. Non voglio convincerti che deve essere cos�, anzi, pi� scrivo pi� assumo coscienza di ci� che penso e di ci� che continuero e come continuer� a fotografare. Ciao.
tembokidogo
Aug 18 2005, 04:45 PM
Ognuno fotografa ci� che gli piace e chiama ci� che fa come gli aggrada.
Conosco persone che chiamano "macro" cio� che � solo fotografia a distanza ravvicinata, ma non per questo si tratta di immagini da disprezzare, anzi, spesso sono molto belle.
Per�, visto che le parole hanno un senso ed � sulla base di quel senso che ci si intende, senn� rischeremmo di vederci consegnare cavolfiori dal fruttivendolo al quale abbiamo chiesto meloni, per reportage si intende comunemente (cito dal dizionario francese-italiano) "servizio giornalistico, resoconto", , dal verbo report�r, "riportare, riferire". La componente di documentazione e di racconto � quindi prioritaria, e perch� il racconto sia efficace la sua "leggibili�" deve essere immediata e universale, non mediata da introspezioni e da "spiegazioni".
Su questa che pu� apparire una banale sottigliezza, per mia sfortuna o per mia fortuna, ci guadagno il pane quotidiano, e in trent'anni di professione ho imparato a distinguere ci� che � "reportare" (scritto o per immagini). La tua personale e rispettabilissima concezione di questo genere non corrisponde, a mio avviso, a quella che ne � l'interpretazione comune e diffusa.
Cioa, e buone foto
Diegp
toad
Aug 18 2005, 08:17 PM
QUOTE(tembokidogo @ Aug 18 2005, 05:45 PM)
Per�, visto che le parole hanno un senso ed � sulla base di quel senso che ci si intende, senn� rischeremmo di vederci consegnare cavolfiori dal fruttivendolo al quale abbiamo chiesto meloni, per reportage si intende comunemente (cito dal dizionario francese-italiano) "servizio giornalistico, resoconto", , dal verbo report�r, "riportare, riferire". La componente di documentazione e di racconto � quindi prioritaria, e perch� il racconto sia efficace la sua "leggibili�" deve essere immediata e universale, non mediata da introspezioni e da "spiegazioni".
Totalmente d'accordo. Lo so pu� sembrare banale dire solo questo, come ho gi� fatto altre volte in questa discussione, senza aggiungere altro, ma quando altri spiegano esattamente quello che tu pensi, che c'� da aggiungere se non la condivisione, semprech� venga presa per sincera e non per piaggeria.
QUOTE
Su questa che pu� apparire una banale sottigliezza, per mia sfortuna o per mia fortuna, ci guadagno il pane quotidiano
Io, in questo momento della mia vita dico "per tua fortuna"...
Un caro saluto a tutti.
Guido
antoninolardo@libero.it
Aug 18 2005, 09:54 PM
QUOTE(tembokidogo @ Aug 18 2005, 04:45 PM)
Ognuno fotografa ci� che gli piace e chiama ci� che fa come gli aggrada.
Conosco persone che chiamano "macro" cio� che � solo fotografia a distanza ravvicinata, ma non per questo si tratta di immagini da disprezzare, anzi, spesso sono molto belle.
Per�, visto che le parole hanno un senso ed � sulla base di quel senso che ci si intende, senn� rischeremmo di vederci consegnare cavolfiori dal fruttivendolo al quale abbiamo chiesto meloni, per
reportage si intende comunemente (cito dal dizionario francese-italiano) "
servizio giornalistico, resoconto", , dal verbo
report�r,
"riportare, riferire". La componente di documentazione e di racconto � quindi prioritaria, e perch� il racconto sia efficace la sua "leggibili�" deve essere immediata e universale, non mediata da introspezioni e da "spiegazioni".
Su questa che pu� apparire una banale sottigliezza, per mia sfortuna o per mia fortuna, ci guadagno il pane quotidiano, e in trent'anni di professione ho imparato a distinguere ci� che � "reportare" (scritto o per immagini). La tua personale e rispettabilissima concezione di questo genere non corrisponde, a mio avviso, a quella che ne � l'interpretazione comune e diffusa.
Cioa, e buone foto
Diegp
Ciao ti ringrazio delle preziose informazioni. Sono assolutamente d'accordo sul fatto che ognuno fotografa ci� che pi� gli piace e gli aggrada.
Sono perplesso sulla definizione come l'hai riportato sopratutto della parola giornalistico. Ne prendo atto e ti ringrazio di aver continuato a scrivere. Un saluto Antonino.
tembokidogo
Aug 19 2005, 10:32 AM
Questa � l'immagine di Bishof (qualit� della riproduzione pessima, ma � per dare l'idea) alla quale mi riferivo sopra. Non c'� molto da spiegare, penso che la sensazione e il "messaggio" che trasmette siano immediati e universali.
Diego
Fedro
Aug 19 2005, 10:51 AM
QUOTE(tembokidogo @ Aug 19 2005, 11:32 AM)
penso che la sensazione e il "messaggio" che trasmette siano immediati e universali.
Diego
per quello che mi riguarda...pensi molto bene.
antoninolardo@libero.it
Aug 19 2005, 11:45 AM
QUOTE(tembokidogo @ Aug 19 2005, 10:32 AM)
Questa � l'immagine di Bishof (qualit� della riproduzione pessima, ma � per dare l'idea) alla quale mi riferivo sopra. Non c'� molto da spiegare, penso che la sensazione e il "messaggio" che trasmette siano immediati e universali.
Diego
Ciao. Ho visto l'immagine. Hai ragione non c'� niente da spiegare. Parla da sola. E' universale nel senso che anche non sapendo dove � stata fatta il tema, la guerra la distruzione ect, vengono fuori senza l'uso di didascalie, e ogni luogo della terra dove c'� una guerra potrebbe essere il suo teatro.
Ho riesumato dalla soffitta una vecchia enciclopedia fototgrafica della Kodak che alla voce Reportage - Photojournalism - cita quanto segue:" Per fotografia di reportage s'intende generalmente un genere fotografico che fornisce informazioni, che si occupa di documentare vari aspetti della realt� e che trova il suo utilizo ottimale nell'editoria".
Un caro saluto a tutti.
tembokidogo
Aug 19 2005, 05:55 PM
Anche questa immagine (di Salgado) non necessita a mio avviso di alcuna "spiegazione" o analisi introspettiva: l'essenza del reportage � quella di comunicare immediatamente una situazione, con pi� efficacia di quanto non farebbero le parole.
tembokidogo
Aug 19 2005, 05:59 PM
Sempre Salgado: � una delle immagini che pi� amo di questo autore, ma in questo caso la componente "estetica", direi quasi pittorica, prevale sulla comunicazione. E' un'immagine stupenda in s�, ma che - rispetto a quella precedentemente postata - offre secondo me pi� spazio a interpretazioni e letture diverse, da quella idilliaca suggerita dal contesto quasi fiabesco in cui sono inseriti i protagonisti a quella - forse pi� vera ma meno immediata - delle loro difficili condizioni di vita.
Diego
antoninolardo@libero.it
Aug 19 2005, 07:00 PM
QUOTE(tembokidogo @ Aug 19 2005, 05:59 PM)
Sempre Salgado: � una delle immagini che pi� amo di questo autore, ma in questo caso la componente "estetica", direi quasi pittorica, prevale sulla comunicazione. E' un'immagine stupenda in s�, ma che - rispetto a quella precedentemente postata - offre secondo me pi� spazio a interpretazioni e letture diverse, da quella idilliaca suggerita dal contesto quasi fiabesco in cui sono inseriti i protagonisti a quella - forse pi� vera ma meno immediata - delle loro difficili condizioni di vita.
Diego
Si. Adesso concordo pienamente. Eloquenti e universali come precedentemente detto. Se continui a postare immagini te ne sar� grato. Per il mometo un saluto. Ciao Antonino.
tembokidogo
Aug 19 2005, 07:22 PM
QUOTE(tembokidogo @ Aug 17 2005, 09:41 PM)
stata terribile, ci sono rimaste solo le rovine ma la speranza (il sole) c'� ancora. Oppure l'immagine, famosissima, della manifestante di un college americano che offre un fiore ai soldati della guardia nazionale che, fucile e baionetta, fronteggiano gli studenti. Diego
L'immagine di cui parlavo � questa, "firmata" da un grande fotografo come Marc Riboud.
Diego