prendo spunto dalla frequenza della richiesta di informazioni su questo argomento per porre in evidenza alcune considerazioni che spero utili...
I manuali delle fotocamere, sempre pi� sintetici, laddove specificano il "perch�" di questo importante settaggio, sembrano addirittura laconicamente "abbottonati", presupponendo che il lettore sia giunto ad acquistare una DSLR avendo percorso il lungo sentiero dell'evoluzione dell'illuminazione ausiliaria flash.
Avendo iniziato -appassionatamante- da oltre mezzo secolo, quando si usavano principalmente i costosi bulbi usa e getta, prover� a dare una spiegazione pi� umana e

Qualche premessa, assolutamente necessaria prima di entrare nel merito:
1. l'utilizzo dell'illuminazione con un flash (incorporato o esterno) comporta -di fatto- una doppia esposizione pressoch� simultanea con quella generata dalla sola luce ambiente, con la differenza che l'esposizione flash � molto pi� veloce (genericamente da 1/1000" ad 1/20000") di quella ambiente che possiamo regolare in varie modalit�;
2. escludendo le modalit� simil-compatta, ove presenti sulla nostra reflex (varie scene, completamente automatizzata ed altre amenit� utili solamente ai bambini alle prime armi), noteremo che � possibile settare le fatidiche P, A, S, M;
3. nella modalit� P (Program shift) � la fotocamera a gestire l'esposizione, generando una coppia (S/A) tempo/diaframma in funzione degli ISO impostati dal fotografo e dalla luce ambiente: coppia che pu� essere modificata (shift...) tramite la ghiera principale, al fine di meglio adattarla ai gusti del fotografo;
4. nella modalit� A (Aperture priority) il fotografo sceglie l'apertura del diaframma e la fotocamera determina il tempo di scatto (Shutter) in base agli ISO ed alla luce ambiente;
5. nella modalit� S (Shutter priority) finalmente, il fotografo sceglie il tempo di scatto, mentre l'apertura � determinata dalla fotocamera, sempre in base agli ISO ed alla luce ambiente;
6. dulcis in fundo, nella modalit� M (Manual) il fotografo sceglie sia l'apertura del diaframma che il tempo di scatto.
Cosa ci resta da conoscere ancora per risolvere il nostro misterioso quiz?
Ancora due cosettine:
7. poich� il lampo, pur essendo brevissimo, deve essere in grado di coprire l'intero fotogramma, occorre che -quando viene emesso- trovi entrambe le tendine dell'otturatore totalmente rientrate, insomma, per dirlo con un francesismo meneghino, fora dai bal: situazione che dipende dalle caratteristiche intrinseche di ogni fotocamera;
8. il tempo minimo necessario perch� l'otturatore resti completamente spalancato, in modo che il lampo illumini l'intera scena senza le fastidiose ombreggiature ai bordi dovute alle tendine non rientrate, � il famigerato tempo sincro: ovviamente con tempi pi� lunghi (denominatore minore nella indicazione della frazione di secondo...


Perci�:
9. utilizzando le modalit� S ed M il fotografo imposter� a suo piacimento il tempo di scatto, tenendo presente che (escludendo la paritcolare funzione FP di cui si parler� in seguito) l'utilizzazione del camera flash e/o di altro SB Nikon in slitta comporta un range di tempi che va dal pi� lungo (30") al tempo sincro (a seconda della DSLR impiegata da circa 1/200" a circa 1/500");
10. utilizzando le modalit� P ed A, nelle quali il tempo di scatto � invece gestito dalla fotocamera, possiamo scegliere il minimo sincro flash, cio� il tempo fisso che verr� utilizzato non appena si attiva un flash, vuoi perch� abbiamo aperto il camera-flash, vuoi perch� abbiamo acceso un flash innestato in slitta.
Semplice nooooo?

Personalmente sulla mia flottiglia di fotocamere (3 SLR + 3 DSLR + 4 bridge + 3 compatte) � settato sul valore che considero di default (1/60")...
AMagari ala prossima puntata parleremo di sincro FP, intanto un ripassino delle equazioni differenziali e dei sistemi omogenei non sarebbe male...

Salutoni.
nonnoGG, nikonista!