Aiuto - Cerca - Utenti - Calendario - Salta a fondo pagina - Versione completa  
NikonClub.it Community > NIKON SCHOOL > PHOTO CULTURE > TEMI
Pagine: 1, 2
CVCPhoto
Spero possa essere una discussione interessante. Ho fatto una ricerca nel forum, ma non ho trovato nulla... spero di non aver aperto un doppione e in questo caso inviterei i moderatori a chiudere in thread.

Carlo
Giorgio Baruffi
ora non ho tempo di approfondire, innanzitutto per� sposto il thread nella sezione Temi di Photo Culture, luogo adeguato all'argomento.

sono comunque dell'idea che, tranne in pochi e ben specifici casi, la fotografia sia "solo" la rappresentazione della realt�.
CVCPhoto
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Oct 1 2011, 11:39 AM) *
ora non ho tempo di approfondire, innanzitutto per� sposto il thread nella sezione Temi di Photo Culture, luogo adeguato all'argomento.

sono comunque dell'idea che, tranne in pochi e ben specifici casi, la fotografia sia "solo" la rappresentazione della realt�.


Grazie Giorgio per lo spostamento nella sezione adeguata.

Bel dilemma... certo, dipende molto dal genere fotografico, ma credo non ci sia una barriera netta tra rappresentazione ed interpretazione.

Gi� una pp pensata, spesso allontana l'immagine dalla realt� e la trasporta nella realt� interpretativa dell'autore... hmmm.gif

Carlo
alessandro.sentieri
Bel tema!!!
Per me indiscutibilmente interpretazione: sintetizzando, sono da sempre fermamente convinto che ogni scelta del fotografo, sia in ripresa che in post, sia un atto volto a interpretare la realt� secondo i propri gusto, sensibilit�, occhio, ecc...

Ale
CVCPhoto
Per il mio modesto modo di vedere, forse le cartoline rappresentano la realt�, ma gi� un depliant di un hotel � interpretazione.

Quando usiamo una focale piuttosto che un'altra, gi� interpretiamo la realt�.

IMHO

Carlo
cuomonat
QUOTE(CVCPhoto @ Oct 1 2011, 03:22 PM) *
Per il mio modesto modo di vedere, forse le cartoline rappresentano la realt�, ma gi� un depliant di un hotel � interpretazione.

Quando usiamo una focale piuttosto che un'altra, gi� interpretiamo la realt�.

IMHO

Carlo

Penso che la fotografia sia sempre rappresentazione quindi non copia o replica. Tuttavia ritengo che nel mometo in cui si rappresenti la realt� nei modi in cui � capace di fare la fotografia (evidentemente soggettiva e non oggettiva) il fotografo si fa interprete, ri-presenta la realt� che l'obiettivo ha colto. Quindi le due cose non si escludono.
bergat@tiscali.it
Le foto da me scattate sono la rappresentazione della realt� come io la percepisco.
CVCPhoto
QUOTE(cuomonat @ Oct 1 2011, 10:43 PM) *
Penso che la fotografia sia sempre rappresentazione quindi non copia o replica. Tuttavia ritengo che nel mometo in cui si rappresenti la realt� nei modi in cui � capace di fare la fotografia (evidentemente soggettiva e non oggettiva) il fotografo si fa interprete, ri-presenta la realt� che l'obiettivo ha colto. Quindi le due cose non si escludono.


Natale, condivido il tuo pensiero. Pollice.gif

Le due cose non si escludono, � vero, ma il risultato finale � una re-interpretazione. Basta un taglio stretto per dare una rappresentazione diversa dalla realt�, come quotare un post parzialmente. Non so se riesco a rendere l'idea.

Carlo

QUOTE(bergat@tiscali.it @ Oct 1 2011, 10:56 PM) *
Le foto da me scattate sono la rappresentazione della realt� come io la percepisco.


Questa � vera filosofia... ma la condivido pienamente! Pollice.gif

Carlo
FZFZ
La fotografia non rappresenta nessuna realt�
Rappresenta il punto di vista dell'autore sul mondo

Quindi � un'interpretazione assolutamente personale che ci racconta di come lo vede il fotografo , il mondo

Sono davvero tanti ma tanti anni che si � abbandonata l'idea di fotografia come rappresentazione della realt� , un concetto arretrato che l'ha sempre emarginata dall'arte di serie "A"

Studiandosi le opere di un autore , infatti, non capiamo meglio il mondo
Capiamo meglio l'autore ed il SUO punto di vista sul mondo....


Buone foto

Federico
CVCPhoto
Grande intervento Federico... in pochissime parole hai espresso un concetto difficile.

Detto questo le fotografie (da non confondere con le immagini) debbo sempre trasmettere qualcosa. Se un'immagine non trasmette nulla, allora � semplice rappresentazione della realt�.

Azzardato come concetto?

Carlo
cuomonat
QUOTE(FZFZ @ Oct 2 2011, 01:23 AM) *
La fotografia non rappresenta nessuna realt�
Rappresenta il punto di vista dell'autore sul mondo

Quindi � un'interpretazione assolutamente personale che ci racconta di come lo vede il fotografo , il mondo

Sono davvero tanti ma tanti anni che si � abbandonata l'idea di fotografia come rappresentazione della realt� , un concetto arretrato che l'ha sempre emarginata dall'arte di serie "A"

Studiandosi le opere di un autore , infatti, non capiamo meglio il mondo
Capiamo meglio l'autore ed il SUO punto di vista sul mondo....
Buone foto

Federico



QUOTE(CVCPhoto @ Oct 2 2011, 01:36 AM) *
Grande intervento Federico... in pochissime parole hai espresso un concetto difficile.

Detto questo le fotografie (da non confondere con le immagini) debbo sempre trasmettere qualcosa. Se un'immagine non trasmette nulla, allora � semplice rappresentazione della realt�.

Azzardato come concetto?

Carlo


Come al solito, sempre troppa fretta di saltare a conclusioni. Ho la sensazione che usate il termine di realt� e rappresentazione come sinonimi, invece sono assolutamente contrari.

Io ricomincerei da capo: "Per rappresentazione nelle arti figurative si intende un'immagine nata dalla mente creativa che, tramite qualsiasi tipo di tecnica, architettonica, scultorea, pittorica o altro mezzo, si fa oggetto per essere comunicata a terzi.". [Wikipedia, ma invito a cercare altre fonti, anzi ve ne sarei grato]
Giorgio Baruffi
oohhh, finalmente un p� di tempo per rispondere seriamente...

Il pensiero comune vuole che la fotografia sia uguale alla realt�: "fotografo, blocco quindi per sempre (altra illusione) la realt� che ho di fronte".
Siamo davvero certi che sia cos�?

Facciamo finta che sia un problema, cerchiamo quindi di analizzarne gli elementi:

La fotografia � l'impronta dell'immagine della realt� catturata dal nostro supporto sensibile (sensore o pellicola che sia), potrebbe esserne l'indice, funziona pi� o meno come un occhio primordiale.

La realt� per� � formata da un insieme, anche complesso, di fenomeni, non tutti sono immediatamente e univocamente percettibili.

L'occhio tende a vedere, realmente, solo ci� che conosce o riconosce.

La macchina fotografica (il fotografo che la gestisce dunque) trasforma sempre l'aspetto della realt�: la scelta di una focale varia la prospettiva, la gerarchia, quindi l'importanza dei soggetti, viene influenzata dalla composizione e dall'utilizzo cosciente del diaframma, l'aspetto cromatico (oppure la gestione del contrasto nel bianco e nero) influenza, pesantemente direi, la tensione emozionale, di conseguenza il messaggio che passa all'osservatore.
ecc. ecc.

Il meccanismo espressivo della fotografia � costituito da queste (e molte altre) variabili.
Se � vero che l'occhio vede solo ci� che conosce o riconosce, allora il fotografo, nella realt�, potr� vedere solo ci� che lui sa riconoscere, a modo suo, con l'aggiunta di tutti i filtri dovuti anche alla propria cultura.

La fotografia quindi, pur rimanendo legata alla realt� come indice della stessa, non � altro che uno dei modi di rappresentarla, esattamente come lo sono la scrittura e la pittura.

E' fuori di dubbio che, quando un pittore o uno scrittore si accingono a creare la loro opera, sappiano cosa vogliono esprimere, cosa vogliono rendere presente ai fruitori del loro lavoro, ecco, fotografando, quindi attivando quel meccanismo espressivo di cui sopra, otterremo la nostra interpretazione della realt�, e sar� decisamente soggettiva.


Questo � ci� che insegno ai miei allievi durante i corsi, nessuna pretesa che sia "il verbo", � solo la mia personale visione.

my two cents... wink.gif
cere86
Interpretazione senza dubbio.... lo stesso soggetto 10 fotografi farebbero 10 scatti diversi ....

Ognuno avr� la propria visione...
CVCPhoto
QUOTE(cuomonat @ Oct 2 2011, 01:34 PM) *
Come al solito, sempre troppa fretta di saltare a conclusioni. Ho la sensazione che usate il termine di realt� e rappresentazione come sinonimi, invece sono assolutamente contrari.

Io ricomincerei da capo: "Per rappresentazione nelle arti figurative si intende un'immagine nata dalla mente creativa che, tramite qualsiasi tipo di tecnica, architettonica, scultorea, pittorica o altro mezzo, si fa oggetto per essere comunicata a terzi.". [Wikipedia, ma invito a cercare altre fonti, anzi ve ne sarei grato]


Io ritengo che rappresentare sia un modo di espressione fedele ad un determinato canone, nel nostro caso alla realt�, nel caso di uno spettacolo di ballo, alla coreografia, ecc.

L'interpretazione � qualcosa di diverso, una trasformazione. Basti vedere le varie interpretazioni di canzoni piuttosto che di opere teatrali, piuttosto che la lettura di un telegiornale. Un cronista non interpreta, ma legge, riporta, quindi rappresenta una realt�, mentre l'attore ci mette del suo, ci mette la sua anima la sua forza interiore, la sua abilit� nell'interpretare.

Carlo
Giorgio Baruffi
QUOTE(CVCPhoto @ Oct 2 2011, 03:44 PM) *
Un cronista non interpreta, ma legge, riporta, quindi rappresenta una realt�, mentre l'attore ci mette del suo, ci mette la sua anima la sua forza interiore, la sua abilit� nell'interpretare.

Carlo


non sono daccordo, innanzitutto il condizionale � d'obbligo, un cronistra "dovrebbe"...

ed � comunque altamente improbabile che un cronista non "legga" il fatto del quale si sta occupando, utilizzando il proprio universo di condizionamenti (morali, culturali, ecc). Anche "solo" nel lessico utilizzato si inserisce pesantemente ci� che siamo (dove siamo nati, come siamo cresciuti, chi ci ha educato ecc. ecc. ecc.), da qui il fatto che la realt� viene sempre, anche se inconsciamente, interpretata, filtrata.

Tornandoa lla fotografia, un tipico esempio di rappresentazione oggettiva della realt� pu� venire dalla fotografia scientifica, cromie, dimensioni e quant'altro devono corrispondere al vero, ma ambiti come qeusto sono davvero pochissimi, per il resto (tutto il resto) � rappresentazione...

e, badate bene, non ritengo che la parola rappresentazione abbia un'accezione negativa, anzi (tranne nei casi in cui vi � del dolo gi� nelle intenzioni)...
CVCPhoto
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Oct 2 2011, 03:55 PM) *
non sono daccordo, innanzitutto il condizionale � d'obbligo, un cronistra "dovrebbe"...

ed � comunque altamente improbabile che un cronista non "legga" il fatto del quale si sta occupando, utilizzando il proprio universo di condizionamenti (morali, culturali, ecc). Anche "solo" nel lessico utilizzato si inserisce pesantemente ci� che siamo (dove siamo nati, come siamo cresciuti, chi ci ha educato ecc. ecc. ecc.), da qui il fatto che la realt� viene sempre, anche se inconsciamente, interpretata, filtrata.

Tornandoa lla fotografia, un tipico esempio di rappresentazione oggettiva della realt� pu� venire dalla fotografia scientifica, cromie, dimensioni e quant'altro devono corrispondere al vero, ma ambiti come qeusto sono davvero pochissimi, per il resto (tutto il resto) � rappresentazione...

e, badate bene, non ritengo che la parola rappresentazione abbia un'accezione negativa, anzi (tranne nei casi in cui vi � del dolo gi� nelle intenzioni)...


Giorfo, forse l'esempio del cronista non � stado dei migliori, ma volevo esprimere il concetto di interpretazione, come potrebbe essere in chi declama una poesia con enfasi e trasporto, piuttosto che un cronista che legge un semplice comunicato.

Poi ti do ragione, sempre pi� spesso i cronisti televisivi travalicano il loro ruolo e riportano le notizie con enfasi e toni di voce atti ad interpretare piuttosto che riportare fedelmente senza manifestare le loro emozioni o il loro pensiero.

Carlo
arnheim
ma che cos'� la realt�? esiste davvero o � solo un'illusione, un grande oceano in cui l'essere umano � immerso in modo inconsapevole e dove percepisce cose che non esistono se non nella sua mente? Tante persone, tante realt�, a volte differenti altre volte simili, ma mai uguali. La fotografia quindi come rapprensentazione della visione che il fotografo ha della sua "illusione di realt�"
CVCPhoto
QUOTE(arnheim @ Oct 2 2011, 06:41 PM) *
ma che cos'� la realt�? esiste davvero o � solo un'illusione, un grande oceano in cui l'essere umano � immerso in modo inconsapevole e dove percepisce cose che non esistono se non nella sua mente? Tante persone, tante realt�, a volte differenti altre volte simili, ma mai uguali. La fotografia quindi come rapprensentazione della visione che il fotografo ha della sua "illusione di realt�"


E' infatti quello che sostengo... nemmeno il nostro occhio trasferisce la realt� al nostro cervello, poich� essa viene elaborata automaticamente.

Avete mai provato a guardare uno scenario qualsiasi assieme ad amici? Ognuno vede una cosa diversa. Date in mano a quelle persone una macchina fotografia ed ognuna di loro scatter� un'immagine diversa, l'immagine della loro interpretazione della scena.

Carlo
inquisitore
Solo un'ulteriore spunto su questo bellissimo 3d, ossia che qualcuno di voi avrebbe argomentazioni sufficienti per sostenere che (per esempio) lo "sbarco" di CAPA non sarebbe rappresentativo della realt� raffigurata ?
tongue.gif

PS: scusate la banalizzazione, ma dopo 3 sere di seguito a colpi di Amarone pi� di questo non riesco ad esternare........
CVCPhoto
Ho avuto modo di vedere le foto di cui parli, che se non erro sono 11, quelle che si sono salvate da un errore degli sviluppatori incaricati dalla rivista Life. Praticamente mosse e di scarsa qualit�, ma trasmettono una forza incredibile e un dinamismo eccezionale. Io pi� che rappresentazione della realt� le considero un'esaltazione della realt�, sono quasi surreali e trasmettono paura.

Mia personale sensazione, poich� non posso parlare di opinione, ma � un sentimento 'a pelle'.

Carlo
arnheim
Capa era li, e stava fotografando uno dei momenti pi� importanti della seconda guerra mondiale. Le emozioni fortissime che ha provato in quei momenti hanno sicuramente avuto un peso importante durante i suoi scatti e quelle foto rappresentano lo sbarco per come lui l'ha visto e vissuto. Sono uniche, differenti delle altre foto dello sbarco perch� sono la sua realt�, quello che i suoi occhi hanno visto e che hanno trasformato in fotografie da condividere con il resto del mondo
inquisitore
QUOTE(arnheim @ Oct 2 2011, 09:42 PM) *
Capa era li, e stava fotografando uno dei momenti pi� importanti della seconda guerra mondiale. Le emozioni fortissime che ha provato in quei momenti hanno sicuramente avuto un peso importante durante i suoi scatti e quelle foto rappresentano lo sbarco per come lui l'ha visto e vissuto. Sono uniche, differenti delle altre foto dello sbarco perch� sono la sua realt�, quello che i suoi occhi hanno visto e che hanno trasformato in fotografie da condividere con il resto del mondo


mmm... quella del 6 giugno '44 era la (triste e) vera realt� (la guerra, lo sbarco, la morte, ... ).
Che Capa l'abbia raffigurata in un modo piuttosto che in un altro, non la cambia (la realt�).

Faccio un parallelismo: Muore un cane dal veterinario.
Il dottore puo' dirlo al suo padrone usando mille versioni, parole, toni, frasi (fotografia), ma l'animale � comunque morto (realt�).

Poi possiamo filosofeggiare su qualsiasi argomento anche sui dogmi pi� assoluti.

E meno male che � cosi. smile.gif

Ciao.
CVCPhoto
QUOTE(inquisitore @ Oct 2 2011, 10:19 PM) *
mmm... quella del 6 giugno '44 era la (triste e) vera realt� (la guerra, lo sbarco, la morte, ... ).
Che Capa l'abbia raffigurata in un modo piuttosto che in un altro, non la cambia (la realt�).

Faccio un parallelismo: Muore un cane dal veterinario.
Il dottore puo' dirlo al suo padrone usando mille versioni, parole, toni, frasi (fotografia), ma l'animale � comunque morto (realt�).

Poi possiamo filosofeggiare su qualsiasi argomento anche sui dogmi pi� assoluti.

E meno male che � cosi. smile.gif

Ciao.


Ma certo, dalla realt� non si pu� sfuggire. Il fotografo per� riesce a trasmettere ci� che sente. Pu� rappresentare una scena di morte con delicatezza e tranquillit�, in modo da rendere quella morte meno tragica, ma pu� anche enfatizzarla, aggiungere orrore e rabbia, inquietudine, rendoendo la scena di morte ancor pi� dolorosa ed angosciosa. Anche lo stesso taglio stretto piuttosto che largo possono fare la differenza. La saturazione stessa delle immagini possono trasmettere sentimenti diversi. La morte c'�, � vera, reale, ma l'interpretazione che riesce a darle un bravo fotografo pu� rassenenare o angosciare.

Carlo
arnheim
la realt� potrebbe, e dico potrebbe perch� � solo una mia interpretazione, assumere un significato diverso a seconda di come ci si pone di fronte all'evento. Per noi, nonostante l'orrore della guerra, ha rappresentato la liberazione e anche fotograficamente parlando Capa avr� enfatizzato alcuni aspetti per lui importanti; non penso che sia stata solo la documentazione sterile di un evento tragico. Ma per chi era dalla parte opposta lo sbarco ha segnato una sconfitta e la fotografia avr� rappresentato quello stesso evento in un altro modo, puntando su aspetti diversi rispetto a Capa. Questo non significa negare l'evento (lo sbarco) ma darne una visione fotografica con significatii diversi a seconda del punto di osservazione.
Ripeto � solo una mia idea e pu� benissimo essere totalmente errata
CVCPhoto
Osservazione che condivido.

Carlo
gianz
Mi intrometto anch'io in questa discussione!
Trovo che la fotografia possa essere solo l'interpretazione di una possibile realt�. Da una parte, come ha detto arnheim, la realt� � gi� di per se stessa qualcosa di soggettivo, qualcosa di necessariamente legato alla nostra particolare percezione. Percezione che cambia da persona a persona.
Dall'altra il mezzo fotografico, con le sue limitazioni, quali il "recintare" la scena vista in un quadrato non esistente in natura, il fatto di darle dei bordi, un inizio e una fine, e di usare questi bordi come usiamo le parole, leggendoli da sinistra verso destra, dall'alto verso il basso, non fa altro che falsare ulteriormente questa gi� poco probabile realt�.
Trovo che di solito sia chi � pi� digiuno di fotografia in generale a credere che la foto possa rappresentare oggettivamente un qualcosa. Per lavoro spesso devo comporre elementi costruiti con un programma 3d in scene fotografiche "reali". E posso affermare tranquillamente che tutto quanto viene prodotto � un clamoroso falso, a partire, soprattutto, dalla fotografia di partenza, scattata in determinate modalit�. Modalit� che servono a porre in evidenza quell'aspetto a discapito di quell'altro. Sono foto scattate in modo tale che si mostra ci� che si vuole mostrare e si nasconde ci� che si vuole nascondere. La cosa grave � che i funzionari statali preposti all'analisi delle opere in costruzione abbiano generalmente una cultura fotografica scarsa, prossima allo zero... e si facciano bellamente ingannare da foto che loro per primi credono rappresentative di una realt� oggettiva. Va loro spiegare che la realt� che scorgono � solo un'interpretazione calcolata e ragionata ad hoc proprio per il raggiungimento di un fine (in questo caso il parere positivo alla costruzione di un'opera).
inquisitore
QUOTE(gianz @ Oct 3 2011, 10:59 PM) *
Mi intrometto anch'io in questa discussione!
Trovo che la fotografia possa essere solo l'interpretazione di una possibile realt�. Da una parte, come ha detto arnheim, la realt� � gi� di per se stessa qualcosa di soggettivo, qualcosa di necessariamente legato alla nostra particolare percezione. Percezione che cambia da persona a persona.
Dall'altra il mezzo fotografico, con le sue limitazioni, quali il "recintare" la scena vista in un quadrato non esistente in natura, il fatto di darle dei bordi, un inizio e una fine, e di usare questi bordi come usiamo le parole, leggendoli da sinistra verso destra, dall'alto verso il basso, non fa altro che falsare ulteriormente questa gi� poco probabile realt�.
Trovo che di solito sia chi � pi� digiuno di fotografia in generale a credere che la foto possa rappresentare oggettivamente un qualcosa. Per lavoro spesso devo comporre elementi costruiti con un programma 3d in scene fotografiche "reali". E posso affermare tranquillamente che tutto quanto viene prodotto � un clamoroso falso, a partire, soprattutto, dalla fotografia di partenza, scattata in determinate modalit�. Modalit� che servono a porre in evidenza quell'aspetto a discapito di quell'altro. Sono foto scattate in modo tale che si mostra ci� che si vuole mostrare e si nasconde ci� che si vuole nascondere. La cosa grave � che i funzionari statali preposti all'analisi delle opere in costruzione abbiano generalmente una cultura fotografica scarsa, prossima allo zero... e si facciano bellamente ingannare da foto che loro per primi credono rappresentative di una realt� oggettiva. Va loro spiegare che la realt� che scorgono � solo un'interpretazione calcolata e ragionata ad hoc proprio per il raggiungimento di un fine (in questo caso il parere positivo alla costruzione di un'opera).


Sono d'accordo con te, ma mi sembra che i tuoi esempi calzino poco.

Falsare la realt� attraverso "montature scenografiche" esula dai concetti e dalle logiche della fotografia letta come arte rappresentativa (o non) della realt� della quale, sempre che non sia io fuoristrada, vogliamo parlare qui.

Tu mi parli di costruzioni ad hoc supportate da renderizzazioni finalizzate ad avere un parere positivo, "un imprinting"... che credimi, da chi conosce bene quel settore, deriva il pi� delle volte (anche per scempi veri e propri che sarebbero da galera, vedi la c.d. negrarizzazione) da pressioni di natura politica e non certo da inganni dovuti ad un tecnico delle belle arti (e qui da me in valpolicella tutto passa da li) che da l'ok vedendo la relazione paesaggistica che accompagna la documentazione da esaminare.

Di tutto si puo' dire di questi personaggi, ma non di certo che siano sprovvedute (qui da me in sovraintendenza son tutte femmine... ).

Con simpatia.

CIAO

Ciao



gianz
Uhm. Effettivamente ho preso molto alla larga l'utilizzo della fotografia, ma il mio intento era quello di portare un esempio di utilizzo reale del mezzo fotografico.
Poi, credimi, sono d'accordo con te sul discorso legato all'interpretazione pi� o meno in malafede di un fotomontaggio fatto ad hoc. E' che spesso vorrei pensare e sperare pi� nell'ignoranza in buona fede dei responsabili di un procedimento e di una scelta, piuttosto che ad una scelta compiuta in perfetta coscienza e conoscenza, ma dirottata su binari pi� o meno discutibili da pressioni politiche e di interesse.
Ritorniamo in discussione!

Ciao!
CVCPhoto
Bella l'evoluzione del thread e altrettanto interessanti le divagazioni pertinenti di Gianz e Inquisitore.

Io continuo a sostenere che quando un'immagine catturata dalla fotocamera non restituisce le visione dell'occhio umano, sia interpretazione e non realt�. La sola conversion in b/n � gi� interpretazione a pare mio. La resa di uno sfocato selettivo a ta, anche questa � interpretazione, uno stratagemma del fotografo per spostare l'occhio del'osservatore direttamente sul particolareo messo a fuoco piuttosto che un altro. La fotografia, in quanto comunicazione, vuole interpretare un realt�, ma non la realt� oggettiva, che forse nemmeno esiste.

Carlo
umbertocapuzzo
Mi inserisco nel 3D ponendo in evidenza un altro aspetto molto importante, soprattutto nella fotografia di reportage (e l'esempio dello "sbarco" di Capa pu� andare benissimo).
E' decisivo il fattore TEMPO.
Premetto che cio� che avviene davanti ai nostri obiettivi � "reale". Quindi qui non si sta a discutere se attraverso la fotografia invento qualcosa...quanto se la mia immagine potr� essere realt� oggettiva e quella esprimere. Ripeto...davanti alle macchine fotografiche avvengono situazioni, fatti e vita reali e definiti. E i nostri mezzi da un punto di vista puramente meccanico-ottico quelli registrano. Non c'� dubbio. Di per se � quindi inconfutabile che la fotografia mostri la realt�. La discriminante � comunque altrettanto inconfutabilmente quale "momento" di realt� individuo, da quale momento di realt� il mio sguardo viene catturato. E ribadisco, per seguire l'esempio di Capa, soprattutto nel reportage. Se il "nostro" avesse scattato dieci secondi dopo o dieci prima, un minuto dopo o uno prima (date il voi il tempo che ritenete)...gli scatti potevano essere diversi. Quanto? Chi lo sa.... Ha deciso lui di scattare "in quel momento" ed ecco subentrare l'aspetto interpretativo, avulso per certi aspetti dalla realt� ma immanente solamente nell'immagine. Un eventuale altro fotografo accanto a lui avrebbe potuto scattare in tempi diversi e "rappresentare" la medesima scena secondo uno spirito o un messaggio o una sfumatura non uguale. Tutto questo lasciando perdere questioni gi� affrontate quali inquadratura, scelta della luce, ecc.
Il momento decisivo � anch'esso un fattore assolutamente primario � non � cmq uguale per tutti. Ovvio che se voglio fotografare uno scambio di anelli tra sposi non lo posso fare mezz'ora dopo...ma posso enfatizzare lo sciogliere dei laccioli sul cuscino o il momento in cui sfilo la fede da essi o il bacio sulla stessa fede da parte degli sposi o una mano che prende quella del futuro coniuge e l'altra a sorreggere la fede o ancora mentre la si infila nel dito dell'altro/a. E tutti questi piccoli momenti in rapida successione l'uno altro sono a loro volta ulteriormente suddivisibili in altrettanti istanti che fermiamo QUANDO decidiamo noi. E magari un eventuale fotografo accanto a noi decide di fare ci� un secondo prima o un secondo dopo di noi, ottenendo una rappresentazione diversa della stessa realt�.
A mio modo di vedere una propria fotografia, un proprio scatto, costituiscono UNA delle INFINITE realt� che ci troviamo difronte.
Di suo la fotografia ha (a mio avviso...non me ne vogliano gli appassionati di video) la potenza dell'essere rappresentazione di un istante...non di quello precedente e neppure di quello successivo...ma solo di quell'istante. Con tutta la sua carica che deriva appunto dalla SCELTA di quel particolare momento. Il video in questo � a mio avviso meno potente. Poi ci sono mille artifizi e grandi capacit�, chiamiamole, di regia che fan sia che taluni realizzino splendidi video...per carit�...assolutamente. Non per nulla spesso si parla relativamente a grandi film che hanno un'ottima "fotografia"...

Quindi direi, a mio avviso, che da un punto di vista prettamente fisico, meccanico, ottico...le attrezzature fotografiche registrano "la realt�"...ma ci� che ne � il prodotto finale ovvero la fotografia � interpretazione...anche nelle cartoline...

Umby
Mazzo
L'intervento di Baruffi lo condivido appieno ed anzi colgo spunti importanti di discussione ulteriore.
"L'occhio tende a vedere, realmente, solo ci� che conosce o riconosce." Questa riflessione mi piace!!
In altro 3D ho discusso a lungo su una discussione simile (perdonatemi non ricordo pi� dove!). La questione posta � diventato uno dei temi fondamentali nell'ambito delle discussioni (spesso accademiche) tanto della semiotica quanto della filosofia. In ogni caso la Storia dell'arte ci viene incontro nel cercare di comprendere meglio la portata del problema. "L'immagine fotografica � in realt� la messa in atto di un codice iconico" (Peirce). "Solo la nostra conoscenza di quel codice rende possibile la ricezione dell'immagine. Non pu� quindi esserci riconoscimento analogico, ma soltanto lettura di un linguaggio, che � stato da noi interiorizzato al punto da funzionare a nostra insaputa, come nel caso delle strutture linguistiche" (Schaffer) e potrei aggiungere U. Eco. Perdonatemi il duplice riferimento ma � ci� che intravedo nell'intervento di Baruffi (mi perdoni se non � cos�!!!!). E' cos� che la semiotica ci insegna ad essere cauti nel leggere una immagine sia questa una pittura o una fotografia. Ho sempre sostenuto che esistono reazioni diverse nel guardare le "cose". Una istintiva ed una cosciente. In che modo infatti si rapportano dinanzi ad una fotografia (di Capa, di Adams non importa) un bambino, un selvaggio, un adulto un critico d'arte ecc.? La decodifica del segnale iconico pu� essere facile o addirittura impossibile. Incosciente o cosciente. Provate a chiedere, nel corso di una visita al museo delle arti figurative, di spiegare meglio a chi valuta bello o brutto un quadro? Non sapr� rispondervi. O vi risponder� senza fine. Le componenti che costituiscono un'immagine sono cos� intimamente connesse che risulta difficile cercare di scomporle nel tentativo di comprendere il messaggio del fotografo. In un intervento si � preso in considerazione l'elemento "tempo". Il tempo registrato come momento spaziale.
In sostanza il ricevente non identifica nell'identico modo del fotografo lo spazio e il tempo. La reinterpretazione del messaggio spesso si traduce in espressioni come: bello, brutto ecc.
Quindi la fotografia intesa come impronta del mondo sensibile e rappresentazione della propria volont� in un rapporto analogico con la realt�. Qualcuno ha sostenuto a ragione che l'arte fotografica � l'arte di tutti i pericoli.
Inquadrato in questo modo il problema diventa quasi superfluo discutere del mezzo fotografico, dei filtri, del bianco/nero ecc eccc. poich� l'elemento decisivo � la rappresentazione della mondo reale come espressione della nostra volont� rispetto alle proprie capacit� linguistiche (il proprio codice elettivo) e culturali.
Se il fotografo riesce ad indurci a "guardare" in modo diverso, inatteso le "cose" (puoi tradurre come ritratto, paesaggio, ecc.) andando controcorrente (rispetto alla cultura prevalente) bene allora sar� riuscito a realizzare qualcosa meritevole di attenzione. Contrariamente si pu� parlare di messaggio mercificato, banale che non si differenzia dal "gi� visto".
Prima parlavo delle componenti formanti l'immagine.
Per tradurre: non so ma credo sia capitato a tutti di recarsi in un luogo conosciuto (ben atrezzato!) che per ragioni non sempre comprensibili si avverte sia meritevole di attenzione. Cos� mi capita di dover fotografare quel luogo pi� volte (in senso spaziale e temporale) ed ogni volta sentivo di non essere riuscito a "registrare" tutte le variabili che inconsciamente avvertivo e che volevo rappresentare nei modi migliori. Gli scatti effettuati non li elimino, li metto insieme perch� possano aiutarmi a capire meglio. E non � detto che alla fine ci riesco (sic!).
Chiudo e forse non sono riuscito ad eprimermi al meglio, trapela certamente confusione ma confido nella comprensione.
Giuseppe
CVCPhoto
QUOTE(Roomby @ Oct 4 2011, 01:01 AM) *
... Se il "nostro" avesse scattato dieci secondi dopo o dieci prima, un minuto dopo o uno prima (date il voi il tempo che ritenete)...gli scatti potevano essere diversi. Quanto?

...

Di suo la fotografia ha (a mio avviso...non me ne vogliano gli appassionati di video) la potenza dell'essere rappresentazione di un istante...non di quello precedente e neppure di quello successivo...ma solo di quell'istante. Con tutta la sua carica che deriva appunto dalla SCELTA di quel particolare momento.

...

Quindi direi, a mio avviso, che da un punto di vista prettamente fisico, meccanico, ottico...le attrezzature fotografiche registrano "la realt�"...ma ci� che ne � il prodotto finale ovvero la fotografia � interpretazione...anche nelle cartoline...

Umby


Umberto, ti faccio i complimenti per questa tua 'interpretazione' dell'argomento della quale ho tenuto i passi, a mio avviso, pi� incisivi.

Condivido tutto di quanto da te affermato.

Carlo
cuomonat
QUOTE(Mazzo @ Oct 4 2011, 05:18 PM) *
..."L'immagine fotografica � in realt� la messa in atto di un codice iconico" (Peirce). "Solo la nostra conoscenza di quel codice rende possibile la ricezione dell'immagine. Non pu� quindi esserci riconoscimento analogico, ma soltanto lettura di un linguaggio, che � stato da noi interiorizzato al punto da funzionare a nostra insaputa, come nel caso delle strutture linguistiche" (Schaffer) e potrei aggiungere U. Eco. ...

Giuseppe

Boh... ti sarei grato se potessi segnalare le fonti. La fotografia come codice � la prima volta che lo sento, detto da Peirce poi...
U. Eco le nega totalmente la possibilit� di assurgere a codice linguistico, mancando segni convenzionali di riferimento.

I Formalisti Russi avevano gi� chiuso la disputa negli anni 20 del secolo scorso ( definendo l'articolazione dei segni componente essenziale del codice, individuando nel montaggio cinematografico, con particolare riferimento al cinema di Sergej M. Ejzenstejn, l'unica fattispecie di codice possibile per la pellicola) e non mi pare il caso di riaprilrla. E' storia vecchia quella di assegnare a tutti i costi alla fotografia l'etichetta di linguaggio.
La fotografia non lo � non ne ha bisogno pe rivelarsi come arte. Mi piace pensare la fotografia come medium, un mezzo per comunicare che si serve, e a sua volta � asservita, agli altri media naturali (i sensi) per interagire con la realt�. Grazie alla fotografia noi oggi vediamo la realt� fotograficamente.

Non cito le fonti ma se richiesto non mi sottraggo.
CVCPhoto
QUOTE(cuomonat @ Oct 4 2011, 10:54 PM) *
... per interagire con la realt�...


Natale, questo � lo spunto pi� interessante di tutto il thread, che porta a riposizionare tutti i nostri ragionamenti.

Io leggo, ma forse mi sbaglio, che con questa affermazione la fotografia non � realt� e nemmeno interpretazione, ma bens� � uno strumento che interagisce con la realt�.

Molto sottile e profondo! Pollice.gif

Carlo
cuomonat
QUOTE(CVCPhoto @ Oct 4 2011, 11:20 PM) *
Natale, questo � lo spunto pi� interessante di tutto il thread, che porta a riposizionare tutti i nostri ragionamenti.

Io leggo, ma forse mi sbaglio, che con questa affermazione la fotografia non � realt� e nemmeno interpretazione, ma bens� � uno strumento che interagisce con la realt�.

Molto sottile e profondo! Pollice.gif

Carlo

Capita che al cospetto di un paesaggio naturale meraviglioso, dove ogni elemento sembra essere parte di un progetto, un disegno armonico, perfino nelle cromie, qualcuno affermi "com'� bello sembra una fotografia".

La rabbia e lo sconforto provato dopo aver verificato che il rullino non era agganciato, i file irrimediabilmente cancellati o corrotti... si prova l'angoscia di aver perduto la parte pi� importante dell'esperienza vissuta, il terrore che senza quelle foto non resti nulla.

L'eprerssione "ritratto rubato" tanto cara ad alcuni streetters non evoca l'atto predatorio? L'equivalente anglosassone di scatto fotografico � shot (sparo).

La fotografia non � solo un mezzo per interagire con la realt� ma � un mezzo che ci consente di vivere una realt� virtuale.

inquisitore
QUOTE(cuomonat @ Oct 5 2011, 09:31 AM) *
Capita che al cospetto di un paesaggio naturale meraviglioso, dove ogni elemento sembra essere parte di un progetto, un disegno armonico, perfino nelle cromie, qualcuno affermi "com'� bello sembra una fotografia".

La rabbia e lo sconforto provato dopo aver verificato che il rullino non era agganciato, i file irrimediabilmente cancellati o corrotti... si prova l'angoscia di aver perduto la parte pi� importante dell'esperienza vissuta, il terrore che senza quelle foto non resti nulla.

L'eprerssione "ritratto rubato" tanto cara ad alcuni streetters non evoca l'atto predatorio? L'equivalente anglosassone di scatto fotografico � shot (sparo).

La fotografia non � solo un mezzo per interagire con la realt� ma � un mezzo che ci consente di vivere una realt� virtuale.


Vacci piano con le allegorie (non so cosa siano, ma fa "cool" solo pronunciarne la parola) che mi sembri un mix tra Marzullo, Daverio e Mughini ... smile.gif

Parli di "angoscia", "terrore", "atto predatorio", ... evidentemente la fotografia � molto distante da me. smile.gif

Mi discolpo preventivamente per il post, in quanto potrebbe esserci ancora qualche traccia di Amarone in circolo.

CIAO!
cuomonat
QUOTE(inquisitore @ Oct 5 2011, 12:54 PM) *
Vacci piano con le allegorie ...
CIAO!

Devo rassicurarti, non si tratta di farina del mio sacco.

P.S. perdonami se non cito tutto l'intervento, chiamiamola rimozione post-traumatica.
Mazzo
QUOTE(cuomonat @ Oct 4 2011, 10:54 PM) *
Boh... ti sarei grato se potessi segnalare le fonti. La fotografia come codice � la prima volta che lo sento, detto da Peirce poi...
U. Eco le nega totalmente la possibilit� di assurgere a codice linguistico, mancando segni convenzionali di riferimento.

I Formalisti Russi avevano gi� chiuso la disputa negli anni 20 del secolo scorso ( definendo l'articolazione dei segni componente essenziale del codice, individuando nel montaggio cinematografico, con particolare riferimento al cinema di Sergej M. Ejzenstejn, l'unica fattispecie di codice possibile per la pellicola) e non mi pare il caso di riaprilrla. E' storia vecchia quella di assegnare a tutti i costi alla fotografia l'etichetta di linguaggio.
La fotografia non lo � non ne ha bisogno pe rivelarsi come arte. Mi piace pensare la fotografia come medium, un mezzo per comunicare che si serve, e a sua volta � asservita, agli altri media naturali (i sensi) per interagire con la realt�. Grazie alla fotografia noi oggi vediamo la realt� fotograficamente.

Non cito le fonti ma se richiesto non mi sottraggo.




Chiedo vegna per un imperdonabile errore di battitura. La correggo:

"L'immagine fotografica � in realt� la messa in atto di un codice iconico (Peirce). Solo la nostra conoscenza di quel codice rende possibile la ricezione dell'immagine. Non pu� quindi esserci riconoscimento analogico, ma soltanto lettura di un linguaggio, che � stato da noi interiorizzato al punto da funzionare a nostra insaputa, come nel caso delle strutture linguistiche" (Schaffer)
Piccolissime modifiche che tuttavia inducono in errore. In questo modo si comprende bene che si fa riferimento al concetto di icona secondo Peirce.
Le fonti? Ecco alcune:
L'immagine precaria di J.-M. Scaffer (finalmente tradotto in italiano)
G. Proni :"Introduzione a Peirce"/1990
U. Eco "Sugli specchi" 1985
Floch " Forme dell'impronta" 2003
Importanti i testi di Claudio Marra.

Quando scrivi che "E' storia vecchia quella di assegnare a tutti i costi alla fotografia l'etichetta di linguaggio." mi pare una forzatura fuori tempo hmmm.gif .
Trattasi invece di una diatriba pi� che attuale, alcuni testi citati lo dimostrano e lo dimostrano anche i recenti convegni di semiotica di cui uno si terr� molto presto a Roma il XXXVIII congresso annuale associazione italiana di studi semiotici "La fotografia oggetto teorico e pratica sociale" fra 3/4gg.
Io non voglio entrare pi� di tanto in una discussione cos� complessa ma sto cercando di essere informato su cosa accade. Penso tu abbia sentito parlare di Semiotica dell'arte visiva. Bene c'� sufficiente spazio per continuare a discutere ci� che tu invece releghi al 1920 rolleyes.gif .
Considera che l'introduzione del digitale ha portato sostegno alla tesi di quanti teorizzavano un�idea della fotografia che, anzich� l�evidente replica analogica del reale, fosse in realt� un oggetto immanentemente linguistico.
Ed ancora segnalo l' intervento di un relatore al dibattito sul rapporto tra fotografia e linguaggio:
"Proprio oggi, tuttavia, il dibattito teorico sulla fotografia si presenta particolarmente vivace forse perch� stimolato da una logica contrastiva: da un lato la tecnica digitale fa apparire pi� nitidi i tratti ontologici della tecnica analogica; dall�altro lato una comprensione reale del digitale non pu� non inserirsi nell�intera storia delle immagini analogiche. Nuovi interrogativi, come quelli posti da una realt� virtuale dimidiata dal proprio referente, sembrano conferire alla teoria della fotografia un�urgenza esistenziale e indicare alla ricerca nuovi percorsi."
C. Marra sostiene che col digitale il principio barthesiano � fatto salvo e lo spiega. Tuttavia esprime anche alcune sottili e comprensibili dubbi sull'indicabilit� della fotografia.
Insomma la questione � ancora ampiamente dibattuta e devo dire con molto interesse.
Non � un caso che in diverse Universit� esistono corsi specifici che intitolano "La fotografia come linguaggio". Come corretto che sia non faccio alcun tifo di tipo culturale.
Un cordiale saluto.
Giorgio Baruffi
tanto per mostrare la differenza fra realt� e ci� che ci viene propinato per tale, sempre secondo il linguaggio o l'intento comunicativo di chi la esegue o la fa eseguire:

http://www.noidueimaging.com/wordpress/?p=784

bella discussione... wink.gif
cuomonat
QUOTE(Mazzo @ Oct 5 2011, 04:29 PM) *
...
Le fonti? Ecco alcune:
L'immagine precaria di J.-M. Scaffer (finalmente tradotto in italiano)
G. Proni :"Introduzione a Peirce"/1990
U. Eco "Sugli specchi" 1985
Floch " Forme dell'impronta" 2003
Importanti i testi di Claudio Marra.

...
Un cordiale saluto.

E' singolare come si possano leggere gli stessi testi e interpretarli in modo diametramente opposto. Per fortuna non sono semiologo quindi cerco di leggere e apprendere da chi mi spiega i concetti.

A proposito di C. Marra sui problemi del linguaggio, riferendosi alla frase di Barthes :

...per la prima volta nella sua storia l'umanit� conoscerebbe dei messaggi senza codice;

e a quella di Eco (presa proprio dal saggio che hai citato):

... le fotografie non sono immagini speculari (che secondo Eco stanno fuori dal semiosico) ma si procede come se lo fossero;

per inciso, il problema nasce dall'impossibilit� di negare lo statuto d'impronta, derivante dall'esposizione del supporto sensibile, che cozza con il principio di arbitrariet� e dunque con quello di codice senza il quale non c'� linguaggio in senso semantico.

C. Marra, dicevo, conclude l'analisi: chi costringe i semiologi a tanto? Vale la pena mettere in atto funambolismi logici di cos� evidente paradossalit� pur di non lasciarsi sfuggire un fenomeno come la fotografia? [Le idee della fotografia, pg. 112, visto che ce l'hai pure tu... ]

Francamente mi fermerei qui prima che qualcuno chiami il 118... mi scuso per eventuali errori di trascrizioni, quando si copia... pu� succedere.
inquisitore
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Oct 5 2011, 04:45 PM) *
bella discussione... wink.gif


Indubbiamente.

Un po' impegnativa sotto certi versi, ma sicuramente piacevole.

segue OT:

Addirittura meglio di quel taglio basso del Corriere della Sera che per decenni, il lunedi, mi ha accompagnato fin da quando alle superiori cercavo argomenti per il tema libero che, da svergognato svogliato, era l'unico fossi in grado di svolgere.

Ricordo che addirittura (Francesco Alberoni per l'appunto scriveva sul Corriere, ma il docente leggeva solo ed esclusivamente l'Arena di Verona) ne riportai paro paro uno che il buon professore d'itagliano valut� a malapena con una sufficienza risicata.

Alla faccia del sociologo, giornalista, scrittore, autore di aforismi di fama mondiale, liquidato con un misero 6+!

Ciao!

CVCPhoto
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Oct 5 2011, 04:45 PM) *
tanto per mostrare la differenza fra realt� e ci� che ci viene propinato per tale, sempre secondo il linguaggio o l'intento comunicativo di chi la esegue o la fa eseguire:

http://www.noidueimaging.com/wordpress/?p=784

bella discussione... wink.gif


Se ne sta parlando anche al Bar di questo video e personalmente ritengo che il blogger nel commento accompagnatorio abbia travisato l'intento del fotografo protagonista nel video.


QUOTE(inquisitore @ Oct 5 2011, 06:22 PM) *
Indubbiamente.

Un po' impegnativa sotto certi versi, ma sicuramente piacevole.

segue OT:

Addirittura meglio di quel taglio basso del Corriere della Sera che per decenni, il lunedi, mi ha accompagnato fin da quando alle superiori cercavo argomenti per il tema libero che, da svergognato svogliato, era l'unico fossi in grado di svolgere.

Ricordo che addirittura (Francesco Alberoni per l'appunto scriveva sul Corriere, ma il docente leggeva solo ed esclusivamente l'Arena di Verona) ne riportai paro paro uno che il buon professore d'itagliano valut� a malapena con una sufficienza risicata.

Alla faccia del sociologo, giornalista, scrittore, autore di aforismi di fama mondiale, liquidato con un misero 6+!

Ciao!


Forse il tuo insegnante non sar� riuscito a comprendere Alberoni...

Carlo
Max Lucotti
La fotografia � sempre interpretazione della realt� perch� fa vedere solo quello che il fotografo decide di mostrare. cool.gif

Ciao

Max
cuomonat
QUOTE(Max Lucotti @ Oct 7 2011, 06:50 PM) *
La fotografia � sempre interpretazione della realt� perch� fa vedere solo quello che il fotografo decide di mostrare. cool.gif

Ciao

Max

E il punctum? tongue.gif
zUorro
per me � un mezzo per esprimere cose che mi vengono in mente, cose che vedo e che mi suscitano emozioni, per esprimere in qualche modo la mia "arte" ... quindi per me, dire che rappresenta la realt� � come dire che una poesia rappresenta la realt�...

� vero ma anche falso perch� rappresenta solo la parte della realt�, gli aspetti che io ho voluto far vedere.
cuomonat
QUOTE(zUorro @ Oct 7 2011, 08:34 PM) *
per me � un mezzo per esprimere cose che mi vengono in mente, cose che vedo e che mi suscitano emozioni, per esprimere in qualche modo la mia "arte" ... quindi per me, dire che rappresenta la realt� � come dire che una poesia rappresenta la realt�...

� vero ma anche falso perch� rappresenta solo la parte della realt�, gli aspetti che io ho voluto far vedere.

Quindi non si ammette che un osservatore, terzo diciamo cos�, possa avere un ruolo nel dare significato a quella foto: c'� solo ci� che l'autore vuole che ci sia, come nel quadro?
CVCPhoto
QUOTE(cuomonat @ Oct 7 2011, 09:09 PM) *
Quindi non si ammette che un osservatore, terzo diciamo cos�, possa avere un ruolo nel dare significato a quella foto: c'� solo ci� che l'autore vuole che ci sia, come nel quadro?


Riengo che se l'autore � riuscito a 'comunicare', anche l'osservatore riesca a leggere il 'messaggio'. Quando comunicazione e lettura coincidono, quell'immagine non sar� mai banale.

Carlo
inquisitore
QUOTE(cuomonat @ Oct 7 2011, 09:09 PM) *
Quindi non si ammette che un osservatore, terzo diciamo cos�, possa avere un ruolo nel dare significato a quella foto: c'� solo ci� che l'autore vuole che ci sia, come nel quadro?



Cari soci del circolo fotografico "Pickwick",

se prima non ci si accorda sulla definizione di "realt�" il giochino di questo post lo possiamo far durare per decenni ... smile.gif

Una volta che ne stabiliamo plebiscitariamente il significato e lo rendiamo assiomatico (almeno per ogni socio di codesto circolo), possiamo iniziare a discuterne la sua rappresentazione.

Ciao!

cuomonat
QUOTE(CVCPhoto @ Oct 7 2011, 09:25 PM) *
Riengo che se l'autore � riuscito a 'comunicare', anche l'osservatore riesca a leggere il 'messaggio'. Quando comunicazione e lettura coincidono, quell'immagine non sar� mai banale.

Carlo

Non vale nella fotografia questo tipo di lettura. Chi decide se l'autore sia riuscito a comunicare? Non mi risulta che in fotografia si faccia uso di lemmi, di parole che abbiano significati propri precisi e inopinabili/inoppugnabili. Si riprende il reale, qualcosa di gi� esistente, gi� fatto, ready made; se c'� un sasso, un bagliore piuttosto che un'ombra, un'incrostazione non funzionale al messaggio si clona ma non si pu� eliminare a priori; Una fotografia funziona come fotografia, non come quadro; l'osservatore � consapevole che sta osservando una foto e pretende di esercitare la sua funzione in tal senso intervenendo egli stesso nel merito e metodo della rappresentazione, trover� sempre qualche elemento superfluo o mancante. Non � la stessa cosa del quadro.
cuomonat
QUOTE(cuomonat @ Oct 7 2011, 09:46 PM) *
... trover� sempre qualche elemento superfluo o mancante. Non � la stessa cosa del quadro.

Soprattutto trover� ci� che all'autore potr� essere sfuggito e non � detto che questo elemento (punctum) non sia determinante e perfino cercato dall'autore per quanto in fase di ripresa non ne fosse consapevole.

Almeno salviamo l'unica riflessione veramente suggestiva di Barthes.
Pagine: 1, 2
Salta a inizio pagina | Per vedere la versione completa del forum Clicca qui.