Una chiacchierata sul concetto di �sintesi� nello Still life.
Ovvero: Scardinare l�idea che Still Life significhi semplicemente la realizzazione di foto d�oggetti inanimati.
Lo Still Life richiede un progetto, una meditazione, attenzione e molta pazienza.
Cominciamo da una considerazione che potrebbe sembrare banale ma che al contrario, non lo �.
A tutti noi � capitato, quando frequentavamo le Scuole Elementari, di dover realizzare dei disegni alla fine di dettati, riassunti, temi o le versioni in prosa.
Sar� capitato sicuramente di dover disegnare una casetta. La classica casetta, con la sua stradina che si �infilava� direttamente dentro l�uscio.

Il problema nasceva quando dovevamo rappresentare le finestre con il loro vetro.
Come facevamo a far capire, dal nostro disegno, la presenza del vetro?
Problema non banale n� facile. Il vetro � trasparente, � impalpabile.
Lo facevamo, semplicemente, tracciando delle leggere linee oblique.

Sfido chiunque ad aver osservato, nella realt�, quelle linee oblique sui vetri delle finestre.
Eppure quei semplici tratti, seppur del tutto innaturali, ci fanno subito pensare alla presenza del vetro.
Soffermiamoci un attimo su cosa accade.
I nostri occhi registrano quell�informazione. Il nostro cervello la analizza, la elabora e la trasforma in un �concetto�.
In sostanza, pur �leggendo� un�informazione non rispondente alla realt�, noi riusciamo, con tutta naturalezza, a �tradurla� in una realt�. In una verit�.
Tempo fa, feci un intervento qui sul forum, e qui vale la pena riportarne un paio di brani:
Lo Still Life � molto concettuale, occorre spesso fare un ragionamento che provo a sintetizzare con un esempio:
Quando si pensa ad un cavallo, non si ha nella mente l'immagine di un cavallo baio o bianco, o di qualche razza particolare. Nella nostra mente si forma un'immagine della "media" dei cavalli. Abbiamo fatto una sintesi del concetto. Abbiamo pensato al "concetto di cavallo".
Un esempio classico: Se si prova a fotografare una pentola di acciaio lucido nel suo abituale contesto lasciandola in luce ambiente o illuminandola con il flash attaccato alla macchina, si avr� una pentola nera nella quale si specchia tutta la cucina e un puntino bianco che � il nostro flash.
Nella nostra testa invece il "concetto di pentola" non � per niente cos�.
Noi immaginiamo una pentola di acciaio, bella lucida, con delle superfici belle bianche. Come mai?
Perch� noi facciamo la "media" di tutte le situazioni in cui abbiamo osservato una pentola. Come dire che in testa ci facciamo un �film� della pentola in tutte le posizioni possibili e la riduciamo ad una immagine fissa che diventa il "concetto di pentola".
Una dimostrazione di quanto detto sia reale, � questa:
Se osserviamo il ritratto di una persona il cui volto ci � ben noto (amico, parente) non abbiamo nessuna incertezza nel riconoscerla.
Se, al contrario, osserviamo un ritratto di una persona sconosciuta, al momento nel quale abbiamo l�occasione di vederla di persona, spesso non siamo in grado di riconoscerla. �Perch�?
La conoscenza (visiva) di una persona � determinata dalla quantit� di informazioni archiviate nella nostra memoria, dalla quantit� delle �istantanee� che riduciamo ad un�immagine fissa. N� facciamo, in ultima analisi, una sintesi.
Una particolare �istantanea� � quindi compresa all�interno della nostra �sintesi.
Al contrario, non avviene tutto ci� se, come unico dato disponibile, abbiamo solo una particolare espressione, una particolare angolazione di ripresa, etc� Un�istantanea appunto, e non la �sintesi�.
Nello Still Life (parliamo in generale naturalmente), l�intento � quello di fotografare �l�anima dell'oggetto che diviene soggetto.
Questo comporta un approccio mentale particolare, molto specifico.
Per inciso, questa � una ricetta che vale per qualunque genere ovviamente. Molte foto dei Maestri del Reportage sono affascinanti proprio per questo motivo.
Le prime fasi per assorbire questa mentalit� sono: L�osservazione e la capacit� di critica verso le proprie foto.
Si guarda qualcosa, la si fotografa, e poi, guardando la stampa, non riconosciamo pi� quello che avevamo visto all�interno del mirino della nostra reflex.
Dobbiamo metterci in testa che ogniqualvolta osserviamo qualcosa, in un certo senso, quest�informazione passa attraverso un�emozione, la nostra esperienza (intesa come conoscenza del mondo fisico che ci circonda) e quindi la interpretiamo. Sempre!
Non stupiamoci troppo se anche la fotografia deve essere "interpretazione".
continua�