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faustoleuci
Ciao a tutti.
Sarebbe possibile riprodurre in qualche modo il procedimento suggerito dal sistema zonale che di soltio si segue con l'esposimetro esterno utilizzando invece soltanto la nostra cara reflex digitale (la mia D7000 per esempio)? Sono completamente ignorante in materia di esposimetri (ma in generale del mondo della fotografia, soprattutto analogica), ma so che gli esposimetri suggeriscono coppie diaframmi/tempi; successivamente, puntando su altri elementi della scena, lasciando fisso un valore, viene suggerito l'altra variabile (tempo o diaframma) adatta al secondo elemento su cui � stata fatta la misurazione. Dico bene?
C'� un modo per riprodurre questa misurazione solo con l'esposimetro delle nostre reflex?
Ciao e grazie a tutti.
carlo (giangi64)
QUOTE(faustoleuci @ Jan 14 2012, 05:36 PM) *
Ciao a tutti.
Sarebbe possibile riprodurre in qualche modo il procedimento suggerito dal sistema zonale che di soltio si segue con l'esposimetro esterno utilizzando invece soltanto la nostra cara reflex digitale (la mia D7000 per esempio)? Sono completamente ignorante in materia di esposimetri (ma in generale del mondo della fotografia, soprattutto analogica), ma so che gli esposimetri suggeriscono coppie diaframmi/tempi; successivamente, puntando su altri elementi della scena, lasciando fisso un valore, viene suggerito l'altra variabile (tempo o diaframma) adatta al secondo elemento su cui � stata fatta la misurazione. Dico bene?
C'� un modo per riprodurre questa misurazione solo con l'esposimetro delle nostre reflex?
Ciao e grazie a tutti.

il sistema zonale � da interpretare, l'esposimetro ti da una lettura sua, sei poi tu che ti devi spostare nella zona di tuo interesse, e sbagliato dire, puntando su altre zone, se tu misuri su una zona scura, devi sapere che i chiari saranno sovra e viceversa, sta a te capire di quanto spostarsi per correggere e ben esporre, da qui il sistema zonale appunto, spero di non avere interpretato male la tua domanda
faustoleuci
QUOTE(carlo (giangi64) @ Jan 14 2012, 09:11 PM) *
il sistema zonale � da interpretare, l'esposimetro ti da una lettura sua, sei poi tu che ti devi spostare nella zona di tuo interesse, e sbagliato dire, puntando su altre zone, se tu misuri su una zona scura, devi sapere che i chiari saranno sovra e viceversa, sta a te capire di quanto spostarsi per correggere e ben esporre, da qui il sistema zonale appunto, spero di non avere interpretato male la tua domanda

Intendevo dire che la scelta della coppia di riferimento si fa una volta sola su un solo punto della scena, Ma se c'� nella scena un altro punto che mi interessa avere come non bruciato o come non in ombra con dettagli persi, faccio una ulteriore misurazione sullo stesso per vedere se capita nelle zone VI, VII o VIII, oppure IV, III. La mia domanda era capire se in qualche modo si possono fare queste misurazioni con la sola reflex e non con un esposimetro esterno.
MrFurlox
siamo nel digitale ! fai due scatti uno per le ombre e uno per le alte luci e poi li unisci dopo oppure ne fai 3 sottoesponendo di 1 EV , sovraesponendo di 1 EV e uno correttamente esposto e poi fai un HDR ... oppure scatti vedi l' istogramma e trovi un compromesso per esporre al meglio le due zone

Marco
Attilio PB
QUOTE(faustoleuci @ Jan 15 2012, 01:17 AM) *
Intendevo dire che la scelta della coppia di riferimento si fa una volta sola su un solo punto della scena, Ma se c'� nella scena un altro punto che mi interessa avere come non bruciato o come non in ombra con dettagli persi, faccio una ulteriore misurazione sullo stesso per vedere se capita nelle zone VI, VII o VIII, oppure IV, III. La mia domanda era capire se in qualche modo si possono fare queste misurazioni con la sola reflex e non con un esposimetro esterno.


Quando usi la macchina in matrix la logica dell'esposimetro interno fa proprio questo lavoro in automatico e valuta tutta la scena nella sua interezza, basta mettere la macchina in Spot, in questo modo l'esposimetro interno non legger� la scena nella sua interezza ma ti restituir� una coppia tempo/diaframma tale da rendere quel tono su cui tu avrai puntato (ovvero il punto di messa a fuoco scelto, ti consiglierei quello centrale) esattamente come un tono medio, basta fare due o pi� letture ed interpretare gli scostamenti di valori in termini di stop per individuare le varie zone della tua scena.
ciao
a.

P.S.: siamo nel digitale ma il cervello siamo ancora autorizzati ad usarlo senza procedere per tentativi wink.gif
-syd-
QUOTE(Attilio PB @ Jan 15 2012, 03:59 AM) *
Quando usi la macchina in matrix la logica dell'esposimetro interno fa proprio questo lavoro in automatico e valuta tutta la scena nella sua interezza, basta mettere la macchina in Spot, in questo modo l'esposimetro interno non legger� la scena nella sua interezza ma ti restituir� una coppia tempo/diaframma tale da rendere quel tono su cui tu avrai puntato (ovvero il punto di messa a fuoco scelto, ti consiglierei quello centrale) esattamente come un tono medio, basta fare due o pi� letture ed interpretare gli scostamenti di valori in termini di stop per individuare le varie zone della tua scena.
ciao
a.

P.S.: siamo nel digitale ma il cervello siamo ancora autorizzati ad usarlo senza procedere per tentativi wink.gif



vorrei cominciare a capire questo discorso sul s.z.
da cosa mi consigliereste di partire?
libri di riferimento o link utili ?
gentilissimi come sempre.
Carlo Caruana
QUOTE(Attilio PB @ Jan 15 2012, 03:59 AM) *
Quando usi la macchina in matrix la logica dell'esposimetro interno fa proprio questo lavoro in automatico e valuta tutta la scena nella sua interezza, basta mettere la macchina in Spot, in questo modo l'esposimetro interno non legger� la scena nella sua interezza ma ti restituir� una coppia tempo/diaframma tale da rendere quel tono su cui tu avrai puntato (ovvero il punto di messa a fuoco scelto, ti consiglierei quello centrale) esattamente come un tono medio, basta fare due o pi� letture ed interpretare gli scostamenti di valori in termini di stop per individuare le varie zone della tua scena.
ciao
a.

P.S.: siamo nel digitale ma il cervello siamo ancora autorizzati ad usarlo senza procedere per tentativi wink.gif

Ecco Attilio si e' espresso come intendevo io, l'esposizione in spot e' fondamentale, star quoto
bergat@tiscali.it
QUOTE(-syd- @ Jan 15 2012, 04:22 AM) *
vorrei cominciare a capire questo discorso sul s.z.
da cosa mi consigliereste di partire?
libri di riferimento o link utili ?
gentilissimi come sempre.


Ansel Adams Il negativo ed. Zanichelli
hyperjeeg
Dunque, vi illustro il metodo che uso io (e i commenti sono bene accetti).

Metto la macchina in Spot e punto nell'area che secondo me dovr� essere la pi� chiara in assoluto della foto. Prendo nota della coppia diaframma/tempo suggerita dalla macchina. In genere, faccio le misurazioni nel modo A, in modo da avere sempre lo stesso diaframma, disattivo gli ISO automatici e leggo il tempo. La lettura fornita dall'esposimetro sar� tale da rendere l'area che ho puntato in zona V, esattamente il grigio medio.

Medesime condizioni, punto nell'area pi� scura del fotogramma e mi annoto i valori registrati. Calcolo la differenza tra la prima e la seconda misurazione in stop e cerco un valore intermedio per rendere sia alte luci che neri.

Dalla coppia tempo diaframma cos� individuata, compio la mia scelta artistica, privilegiando o le luci o le ombre e, se del caso, bruciando alcuni neri o alcune luci (zone 0 e X).

That's all folks!

Alla prossima!!!
Jeeg

p.s.: commenti e suggerimenti bene accetti!
VinMac
Buongiorno a tutti!
Sono un analogista da oltre 30 anni e mi permetto questa ... piccola incursione in un 3D digitale perch� molto, ma moooolto incuriosito da come la teoria del SZ possa trovare applicazione anche in questo campo.
Innanzitutto una piccola premessa: la "misurazione zonale" (che pu� farsi indubbiamente utilizzando anche l'espposimetro della macchina in lettura spot, puntandolo sulle diverse aree della scena, come giustamente diceva Attilio PB - lo Staff � sempre lo Staff guru.gif - e non solo con un esposimetro esterno) � solo una parte del tutto. Tale misurazione, infatti, � finalizzata ad individuare:
- la parte da riprodurre quale grigio medio al 18%
- lo scarto di luminosit� tra le altre aree della scena,
il tutto secondo la "pre-visualizzazione", sulla base dell'esperienza e del risultato che si intende raggiungere, fatta dal fotografo sul prodotto finale, cio� sulla stampa.
La fasi successive, cio� sviluppo e stampa del negativo, vengono quindi "pilotate" secondo le valutazioni fatte al momento dello scatto.
Ora, il procedimento analogico in B&W � caratterizzato da presupposti totalmente diversi rispetto al digitale, basti solo penasare al concetto di grigio medio al 18% (che non � il 18% di grigio, ma la trasparenza al 18% sul negativo, cio� una densit� di 0,75), che viene di volta in volta "spostato" dal procedimento di sviluppo e stampa proprio sulla base della valutazione fatta in sede di ripresa.
Premesso che gi� in pellicola sorgono enormi difficolt� ad utilizzare il SZ su negativi che non siano in GF, poich� tale sistema offre risultati interessanti solo se ogni negativo viene "lavorato" singolarmente in CO, come possono queste regole essere utilizzate in campo digitale?
Cosa � per il sensore un grigio medio al 18%?
Cosa avviene in fase di conversione in Camera Chiara su questo 18%?
Forse il SZ dei digitalisti � l'HDR?
Vincenzo

P.S.: se ho ecceduto nelle domande bastonatemi pure ... o rispondetemi a dispense tongue.gif
faustoleuci
QUOTE(VinMac @ Jan 15 2012, 11:50 AM) *
Buongiorno a tutti!
Sono un analogista da oltre 30 anni e mi permetto questa ... piccola incursione in un 3D digitale perch� molto, ma moooolto incuriosito da come la teoria del SZ possa trovare applicazione anche in questo campo.
Innanzitutto una piccola premessa: la "misurazione zonale" (che pu� farsi indubbiamente utilizzando anche l'espposimetro della macchina in lettura spot, puntandolo sulle diverse aree della scena, come giustamente diceva Attilio PB - lo Staff � sempre lo Staff guru.gif - e non solo con un esposimetro esterno) � solo una parte del tutto. Tale misurazione, infatti, � finalizzata ad individuare:
- la parte da riprodurre quale grigio medio al 18%
- lo scarto di luminosit� tra le altre aree della scena,
il tutto secondo la "pre-visualizzazione", sulla base dell'esperienza e del risultato che si intende raggiungere, fatta dal fotografo sul prodotto finale, cio� sulla stampa.
La fasi successive, cio� sviluppo e stampa del negativo, vengono quindi "pilotate" secondo le valutazioni fatte al momento dello scatto.
Ora, il procedimento analogico in B&W � caratterizzato da presupposti totalmente diversi rispetto al digitale, basti solo penasare al concetto di grigio medio al 18% (che non � il 18% di grigio, ma la trasparenza al 18% sul negativo, cio� una densit� di 0,75), che viene di volta in volta "spostato" dal procedimento di sviluppo e stampa proprio sulla base della valutazione fatta in sede di ripresa.
Premesso che gi� in pellicola sorgono enormi difficolt� ad utilizzare il SZ su negativi che non siano in GF, poich� tale sistema offre risultati interessanti solo se ogni negativo viene "lavorato" singolarmente in CO, come possono queste regole essere utilizzate in campo digitale?
Cosa � per il sensore un grigio medio al 18%?
Cosa avviene in fase di conversione in Camera Chiara su questo 18%?
Forse il SZ dei digitalisti � l'HDR?
Vincenzo

P.S.: se ho ecceduto nelle domande bastonatemi pure ... o rispondetemi a dispense tongue.gif


Grazie a tutti per le risposte.
Provo a rispondere alla tua prima domanda:
QUOTE
Cosa � per il sensore un grigio medio al 18%?

Per il sensore un grigio medio al 18% dovrebbe corrispondere ad uno o pi� pixel in cui le componenti RGB sono tali che r=g=b=128.
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