Aiuto - Cerca - Utenti - Calendario - Salta a fondo pagina - Versione completa  
NikonClub.it Community > PRODOTTI NIKON > NIKON DIGITAL REFLEX
F.Giuffra
Un mio caro amico non crede che la profondità di campo nelle compatte sia superiore che nelle reflex, e in quelle digitali superiore a quelle con la pellicola 36x24, perché il sensore più piccolo è più vicino al punto focale…

Con la funzione "cerca" non sono riuscito a trovare dove se ne parlava, qualcuno mi sa aiutare?

Grazie.
-missing
E tu digli che il CoC (circolo di confusione) è di grandezza proporzionale alle dimensioni del supporto sensibile (pellicola o sensore che sia). Tralasciando grande e medio formato, i CoC che ci interessano sono all'incirca i seguenti:

35mm = 0.030 mm
D100 = 0.020 mm
Coolpix 5600 = 0.005 mm

Ecco perché - con le compattine - non c'è verso di sfocare decentemente lo sfondo.
enrico
Glielo puoi spiegare anche in un altro modo: se le distanze dalla fotocamera, anziché in metri vengono misurate in distanze focali, le tabelle delle profondità di campo dei diversi obiettivi si equivalgono. Per cui, a parità di distanza metrica di un soggetto da una 24 x 36 e da una compatta, nella seconda intercorrono più distanze focali. E' come se il soggetto si trovasse più lontano dall'obiettivo per la compatta e, come si sa, aumentando la distanza, aumenta la profondità di campo. E' un altro modo per spiegare il fenomeno. Comunque allego un articolo che ho pubblicato su Tutti Fotografi molti anni fa.
Buone foto
Enrico
aphgca
QUOTE(paolodes @ Jan 15 2006, 08:01 PM)
E tu digli che il CoC (circolo di confusione) è di grandezza proporzionale alle dimensioni del supporto sensibile (pellicola o sensore che sia). Tralasciando grande e medio formato, i CoC che ci interessano sono all'incirca i seguenti:

35mm  =  0.030 mm
D100  =  0.020 mm
Coolpix 5600 = 0.005 mm

Ecco perché - con le compattine - non c'è verso di sfocare decentemente lo sfondo.
*



Se tu mi dicessi questo, io ti risponderei che il "Circolo di Confusione" va valutato in stampa e non sul supporto.

Questo discorso sarebbe valido se facessimo tutte "stampe a contatto".

E' chiaro però che stampando un 20x30 da una coolpix rispetto che da una D1, il numero di ingrandimenti sarebbe maggiore (nella coolpix) rendendo maggiore anche il "CoC" riducendo di conseguenza la Profondità di campo.

Tanto per chirire non ho conoscenze tecniche approfondite in merito, questo è solo un semplice ragionamento speculativo.
aphgca
QUOTE(enrico @ Jan 15 2006, 08:50 PM)
[...]: se le distanze dalla fotocamera, anziché in metri vengono misurate in distanze focali, le tabelle delle profondità di campo dei diversi obiettivi si equivalgono. [...]
*



Non ho capito questo passaggio.
Ciao Angelo
fdonato
QUOTE(aphgca @ Jan 17 2006, 11:31 AM)
Se tu mi dicessi questo, io ti risponderei che il "Circolo di Confusione" va valutato in stampa e non sul supporto.

Questo discorso sarebbe valido se facessimo tutte "stampe a contatto".

E' chiaro però che stampando un 20x30 da una coolpix rispetto che da una D1, il numero di ingrandimenti sarebbe maggiore (nella coolpix) rendendo maggiore anche il "CoC" riducendo di conseguenza la Profondità di campo.

Tanto per chirire non ho conoscenze tecniche approfondite in merito, questo è solo un semplice ragionamento speculativo.
*



"A naso" direi che questo ragionamento è corretto.
Ho sempre saputo che la PDC dipende da apertura diaframma e focale ma se qualcuno mi chiarisse meglio ...
Franco_
QUOTE(fdonato @ Jan 17 2006, 11:01 AM)
...ma se qualcuno mi chiarisse meglio ...
*



Se ti leggi l'articolo indicato da Enrico troverai i chiarimenti che cerchi wink.gif
spicchi
QUOTE(fdonato @ Jan 17 2006, 11:01 AM)
"A naso" direi che questo ragionamento è corretto.
Ho sempre saputo che la PDC dipende da apertura diaframma e focale ma se qualcuno mi chiarisse meglio ...
*



Mi aggrego...

Io l'articolo l'ho letto, ma è proprio quello che mi ha fatto venire il dubbio.
Parla delle dimensioni del CoC in relazione alla dimensione di stampa. Questo potrebbe essere il motivo per cui nel mirino lo sfondo appare meno sfuocato di quanto poi non sia in stampa....
Ma c'è qualcosa che mi sfugge.

AIUTOOOOOO!!!!!!
ea00220
Forse la discussione era questa ?

Saluti

Pietro
Claudio Pia
QUOTE(ea00220 @ Jan 17 2006, 11:56 AM)
Forse la discussione era questa ?

Saluti

Pietro
*




Scusate, leggendo la discussione del link, moolto interessante mi è sorta una domanda...vale anche x gli obiettivi macro che mettono a fuoco da 25 a 45 cm di distanza....

Come sarebbe applicabile con distanze ed ingrandimenti così piccole/elevati??

Cloude

PS. nella macro la parte "nitida a fuoco" del soggetto è sempre minima, quindi si cerca di sfruttarla al max!!!
spicchi
Mi son letto anche tutta la discussione segnalata da Pietro, ma continua a rimanermi un dubbio.

A un c'erto punto della discussione Giannizadra dice:

[quote=giannizadra,Jan 27 2005, 10:15 AM]
Perchè dovrebbe variare il circolo di confusione con un sensore più piccolo se utilizzo la stessa ottica?

Tanto per esemplificare, se nella mia analogica maschero con del nastro nero la finestra del piano pellicola, perchè mi deve variare il circolo di confusione?

Il fotogramma è lo stesso, è solo una porzione minore di esso. [/quote]
Alle perfette spiegazioni di EmilLask, e al link postatoti da Gemisto, aggiungo una breve risposta a questa tua ultima domanda:
col sensore più piccolo deve variare il circolo di confusione perché il fotogramma prodotto dal sensore più piccolo, per poter essere visto a schermo o a stampa alle stesse dimensini, deve essere ingrandito 1,5 volte di più.
Tornando al tuo esempio, se con la tua reflex a pellicola mascheri una parte del fotogramma e ingrandisci ciò che resta, per fare una stampa 20x30 cm dovrai ingrandire di più che se tu stampassi allo stesso formato l'intero fotogramma. Più ingrandisci e più diminuisce la profondità di campo.
Per calcolarla sul Dx, il sistema più semplice è quello di applicare la formula di EmilLask aumentando la lunghezza focale di 1,5x. (es. l'iperfocale di un 28mm sul Dx , a parità di diaframma, sarà la stessa di quella di un 42mm sul 24x36 , e id. per la profondità di campo.
*

[/quote]

Ora mi viene una domanda: ma se le dimensioni di un pixel del sensore sono di 6 micron, non dovrebbe proprio essere questo il valore massimo del circolo di confusione per avere la nitidezza ottica?

E perché invece si considera 20 micron?

E' questo anche il motivo per cui valutando la profondità di campo dal mirino della reflex (ovviamente premendo l'apposito tastino che diaframma l'obiettivo al valore impostato) lo sfuocato appare meno sfuocato di quanto poi non lo si veda nel display? Ma allora dovrebbero entrarci anche le dimensioni del display....

AIUTOOOOO..... Mi sto perdendo!!!
F.Giuffra
Se io faccio la stessa foto con 2 macchine con la stessa risoluzione ma una con un sensore grande una con uno piccolo e poi le stampo nello stesso formato, su un foglio di carta delle stesse dimensioni, la profondità è la stessa o no? Perchè?

Ancora grazie.
spicchi
QUOTE(F.Giuffra @ Jan 17 2006, 01:37 PM)
Se io faccio la stessa foto con 2 macchine con la stessa risoluzione ma  una con un sensore grande una con uno piccolo e poi le stampo nello stesso formato, su un foglio di carta delle stesse dimensioni, la profondità è la stessa o no? Perchè?

Ancora grazie.
*



Cosa intendi per stessa foto? Perché per fare la stessa foto con due dimensioni di sensore diverse, servono due focali diverse. E questo è il motivo per cui nelle comapatte c'è più profondità di campo: essendo il sensore molto piccolo, le ottiche hanno focali corte (ad esempio zoom 8mm-24mm che poi si dice aquivalente al 38-115, ma in realtà 8-24), per cui più roba a fuoco.

Rimane però il dubbio della mia domanda precedente.....

Chi sa dare una spiegazione tecnico-scientifica parli!!!!!!
ea00220
Qui c'è qualcosa... e poi usando la funzione ricerca usando come parole chiave "circolo di confusione" esteso a tutti i forum vengono fuori un bel numero di discussioni interessanti. (In buona parte iniziate da F.Giuffra smile.gif )

Saluti

Pietro
F.Giuffra
Perchè i circoletti di confusione variano con la focale e non con l'angolo di campo equivalente?
ea00220
No, Franco, il diametro del circolo di confusione non varia, né con l'angolo di campo, né con la focale. Quella che varia è la distanza iperfocale.

Saluti

Pietro
-missing
Dell'argomento si trattò ad abundantiam in una discussione di fine estate scorsa che dovrebbe essere intitolata:

Af 180 2.8, Va Bene Per I Ritratti?

Se interessati, provate a darci un'occhiata.
aphgca
Secondo me si stà facendo "confusione" sul concetto di CIRCOLO DI CONFUSIONE(CdC)

Il circolo di confusione (CdC) è equivale alla risoluzione massima che l'occhio umano ha in visione. In pratica, cerchietti di diametro inferiore alla misura del CdC l'occhio umano non li percepisce più come cerchietti ma come Punti

La profondità di Campo è un illusione ottica dovuta a questa "deficienza risolutiva".

Tutti i gruppi ottici hanno una distanza di messa a fuoco ben precisa. I singoli punti delle zone inquadrate che si trovano a quella distanza vengono riportati sul piano pellicola come punti, i punti delle zone che invece si allontanano (per eccesso o per difetto) dalla distanza di messa a fuoco vengono riportati come cerchi. Maggiore è la distanza dalla linea di messa a fuoco, più grande sarà il diametro del cerchietto corrispondente a quel dato punto. Come ho già detto, cerchi con diemetro minore al velore CdC, vengono scambiati dall’occhio umano come punti, pur non essendolo realmente. Per questo motivo anche le zone relativamente vicine alla distanza di messa a fuoco vengono percepite nitide creando una "presunta" profondità di campo.

Aprendo il diaframma aumenta il diametro dei cerchi corrispondenti ai punti che non si trovano alla distanza di messa a fuoco. Aumentando la focale o Ingrandendo l’immagine si ingrandiscono allo stesso modo tutti i punti dell’immagine permettendo di distinguere come cerchi zone che prima l’occhio avrebbe considerato punti. In tutti e tre i casi diminuisce la profondità di campo.

Credo quindi si possa dire che: Confrontando due foto identiche (ossia contenenti la stessa porzione inquadrata, dallo stesso punto di ripresa, stampate alla stessa grandezza) prodotte da due fotocamere con sensore di diversa dimensione, la Pdc non cambia. Il diverso ingrandimento per avere la stessa dimensione di stampa, viene annullato da una diversa focale per avere la stessa area inquadrata.

Ciao Angelo
enrico
Mi scuso per non essere più intervenuto dopo la mia prima risposta, ma ho avuto parecchio da fare e ho trascurato il computer. Se mi date tempo, provo a descrivere il problema mediante disegni e qualche calcolo. La profondità di campo varia al variare della dimensione del sensore, tenendo fissi gli altri parametri (distanza di messa a fuoco, diaframma e lunghezza focale equivalente) anche tenendo conto ovviamente del diverso ingrandimento in fase di stampa delle immagini dei sensori di diverse dimensioni per produrre due stampe uguali. D'altra parte fa parte della esperienza di noi tutti. Per il digitale ho una colpix 5400 ed uno dei motivi (non certo il più importante, solo uno dei motivi) per cui ho ordinato la D200 è quello della eccessiva profondità di campo della compatta che mi dà fastidio sopratturro nei ritratti.
Ho provato ad allegare il capitolo sul "diaframma" di un CD che è alla Zanichelli in attesa di pubblicazione dove è trattata anche la profondità di campo con delle animazioni e dei fogli di calcolo, ma poiché pesa, zippato, 1,99 MB, il server non me lo ha accettato. A chi dovesse interessare, posso inviarglielo direttamente.
Buone foto
Enrico
aphgca
QUOTE(enrico @ Jan 18 2006, 06:09 AM)
La profondità di campo varia al variare della dimensione del sensore, tenendo fissi gli altri parametri (distanza di messa a fuoco, diaframma e lunghezza focale equivalente) anche tenendo conto ovviamente del diverso ingrandimento in fase di stampa delle immagini dei sensori di diverse dimensioni per produrre due stampe uguali.
*



Secondo me non varia.

QUOTE(enrico @ Jan 18 2006, 06:09 AM)
D'altra parte fa parte della esperienza di noi tutti. Per il digitale ho una colpix 5400 ed uno dei motivi (non certo il più importante, solo uno dei motivi) per cui ho ordinato la D200 è quello della eccessiva profondità di campo della compatta che mi dà fastidio sopratturro nei ritratti.
*



Secondo me la troppa Pdc è da imputare all'ottica. Dalle caratteristiche tecniche leggo che è un 5,8-24mm (equivalenza “24x36”: 28-116mm) f/2,8-4,6.
ea00220
Ricominciamo tutto da capo e mettiamo un po' di ordine.

Un ottica (perfetta, quindi virtuale) mette a fuoco su un piano e su uno solo, quindi i punti che stanno su questo piano vengono riprodotti come punti sul piano della pellicola (sensore). Tutti gli altri punti, appartenenti a piani anteriori o posteriori al piano focale, vengono riprodotti come cerchietti. Fin tanto che i cerchietti sono di diametro inferiore al diametro del "cerchio di confusione" vengono percepiti dall'occhio umano come punti; oltre questo valore vengono percepiti come cerchi (o pallette) e provocano la sensazione di sfocatura.
La profondità di campo, quindi, rappresenta la distanza lineare tra i piani anteriori e posteriori per i quali i punti vengono rappresentati con cerchietti aventi un diametro inferiore o uguale al diametro del cerchio di confusione.
Quindi il perno di tutto è questo benedetto cerchio di confusione.
Il cerchio di confusione (c) viene determinato su base psicofisica percettiva ed è fissato per ciascuna dimensione di pellicola e/o sensore. Nel suo calcolo si tiene conto degli ingrandimenti, della visione normale media con acutezza visuale di 10/10, ma non sto qui a riportare il calcolo. E' vero che viene valutata su una stampa, ma con processo a ritroso viene determinata per ciascuna dimensione di pellicola/sensore.
Quindi per tutto il resto delle considerazioni occorre accettare il fatto che il cerchio di confusione è un valore determinato dalle dimensioni del sensore (in fotografia digitale) o della pellicola e varia in modo lineare, cioè direttamente proporzionale alle dimensioni del sensore/pellicola.

A questo punto entra in scena la distanza iperfocale (H).
La distanza iperfocale è quella distanza del piano focale per la quale tutti i punti retrostanti il piano focale e quelli antistanti fino alla metà della distanza stessa di iperfocale vengono percepiti come a fuoco.
Ebbene, la distanza iperfocale si calcola così:

H = F*F/(f*c)

Dove F= lunghezza focale dell'obiettivo, f= apertura relativa (diaframma), c= diametro del circolo di confusione.

La conoscenza dell'iperfocale (H) ci consente di calcolare la profondità di campo anteriore (PA) e posteriore (PP) per una determinata distanza (u) di piano focale, con le seguenti formule:

PA = (H*u)/(H+u)
PP = (H*u)/(H-u)


Tutto questo per arrivare a dimostrare che in effetti la profondità di campo dipende da:

1) Lunghezza focale (F)
2) Apertura relativa (diaframma - f )
3) Diametro del cerchio di confusione (c)
4) Distanza del piano focale (distanza di messa a fuoco - u)

A questo punto si può finalmente rispondere al quesito di Fabrizio, cioè è vero o non è vero che, a parità di focale equivalente, la profondità di campo di una compatta è maggiore di una reflex con sensore più grande ?

Voi che ne dite ? E' vero o no ? hmmm.gif

E' assolutamente vero ! blink.gif

Se osservate con attenzione le formule, vi accorgerete che H è proporzionale al quadrato della lunghezza focale diviso per il prodotto dell'apertura relativa e del diametro del circolo di confusione.

Se volete togliervi lo sfizio, continuando la trattazione analitica con pochi passaggi potrete verificare che la profondità di campo varia in proporzione inversa al quadrato della lunghezza focale. Ovvero se si dimezza F la PdF aumenta di 4 volte.
Viceversa il diametro del cerchio di confusione è, almeno in prima approssimazione, funzione lineare delle dimensioni quindi con le compatte digitali aventi sensori piccolini la PdF aumenta e di molto, anche a parità di focale equivalente con le sorelle aventi sensori più grandi.

I volenterosi hanno di che fare i calcoli wink.gif

Saluti

Pietro
enrico
Salve a tutti,
ho messo da parte i compiti in classe da correggere (i miei ragazzi potranno aspettare un giorno!) ed ho lavorato tutto il pomeriggio al problema. Accludo il pdf del lavoro.
Sperando di aver fatto cosa utile e gradita.
Enrico
-missing
Avete cercato guai? E adesso studiate! biggrin.gif biggrin.gif
grazie.gif Enrico.
ea00220
QUOTE(enrico @ Jan 18 2006, 06:48 PM)
Salve a tutti,
ho messo da parte i compiti in classe da correggere (i miei ragazzi potranno aspettare un giorno!) ed ho lavorato tutto il pomeriggio al problema. Accludo il pdf del lavoro.
Sperando di aver fatto cosa utile e gradita.
Enrico
*




Mi farebbe piacere vedere il lavoro che hai fatto, ma non riesco a scaricare il file.
Viene riconosciuto come .pdf, ma poi si apre una finestra e mi dice che il file è danneggiato. E così rimane.

Saluti

Pietro
enrico
provo a rinviarlo, anche perché nel frattempo vi ho aggiunto qualcosa.
Se non riesci ancora a scaricarlo, contattami e te lo invio privatamente.
Enrico
F.Giuffra
QUOTE(aphgca @ Jan 17 2006, 08:00 PM)
Confrontando due foto identiche (ossia contenenti la stessa porzione inquadrata, dallo stesso punto di ripresa, stampate alla stessa grandezza) prodotte da due fotocamere con sensore di diversa dimensione, la Pdc non cambia.  Il diverso ingrandimento per avere la stessa dimensione di stampa, viene annullato da una diversa focale per avere la stessa area inquadrata.
*


biggrin.gif
Allora è qui l'errore, l'aumento della pdc (profondità di campo) varia al quadrato, l'ingrandimento aumenta in modo lineare, e quindi non riesce a compensare abbastanza. Questo spiega perchè le compatte hanno una pdc maggiore delle Dx, che la hanno maggiore delle 35mm... che suppongo ne abbiano di più delle medio e grande formato. E mi pare di capire che questo spieghi perchè una immagine fatta col grandangolo, tagliata e ingrandita, abbia più pdc della stessa immagine ottenuta con un tele.
smilinodigitale.gif
Devo dire che questo grande forum è popolato da gente che non solo è preparatissima, ma se pure spiegare benissimo.
guru.gif
Grazie a tutti, Nital compresa!

spicchi
QUOTE(ea00220 @ Jan 18 2006, 06:00 PM)
...
Quindi il perno di tutto è questo benedetto cerchio di confusione.
Il cerchio di confusione (c) viene determinato su base psicofisica percettiva ed è fissato per ciascuna dimensione di pellicola e/o sensore. Nel suo calcolo si tiene conto degli ingrandimenti, della visione normale media con acutezza visuale di 10/10, ma non sto qui a riportare il calcolo. E' vero che viene valutata su una stampa, ma con processo a ritroso viene determinata per ciascuna dimensione di pellicola/sensore.
....
Saluti

Pietro
*



E' proprio questo che mi piacerebbe approfondire meglio!

Il calcolo del diametro del CoC dici che tiene conto delle dimensioni del sensore. Però a logica dovrebbe tener conto delle dimensioni del singolo pixel.... O no?
E perché lo sfuocato percepito dal mirino della reflex è "minore" di quello che si vede sul display LCD? E perché lo sfuocato che si percepisce dal display LCD è praticamente identico a quello che si vede in una stampa 20x30?

Lo so che sono insistente.... Ma non mi torna la spiegazione del concetto "diametro del CoC"....
ea00220
Il diametro del cerchio di confusione è una grandezza che dipende da alcuni fattori psicofisici, come l'acutezza visiva e la distanza di osservazione della stampa. Convenzionalmente si calcola su una stampa di formato medio (20x30 cm) ossservata ad una distanza tale da consentire la visione ottimale ad un normovedente. In questo modo si è riscontrato che tutti i cerchi di diametro uguale o inferiore a 0,25 mm vengono percepiti come punti. Cioè l'occhio umano non riesce più a distinguere tra un punto ed un cerchio.
Per arrivare ad una stampa di tali dimensioni occorre applicare un certo numero di ingrandimenti che dipendono dal formato della pellicola (o sensore).
Ad esempio per ottenere una stampa di 20X30 cm. da una pellicola di formato 6X7 cm. servono circa 3,5 ingrandimenti, mentre per una pellicola 24X36mm gli ingrandimenti diventano 8,3, per un sensore APS servono 12,5 ingrandimenti ed infine per una compatta come la CP 5400 servono 40 ingrandimenti lineari.
Procedendo a ritroso si verifica che il cerchio di confusione per la pellicola 6X7 vale: 0,25/3,5 = 0,0714 mm, che viene approssimato a 0,07mm.
Per la pellicola 24x36, invece, vale 0,25/8,3 = 0,0301mm, approssimato a 0,03.
Per un formato APS, che necessita di una correzione pari a 1,5 rispetto al 24X36, il circolo di confusione vale 0,25/12,5 = 0,02mm. Per una compatta che necessita di una correzione pari a 4,83 rispetto al fomato standard 24X36, il cerchio di confusione ha un diametro di appena 0,25/40 = 0,00625, approssimabile a 0,006 mm..

In tutto questo non si è mai parlato di pixel, perchè le dimensioni dei pixel sono ancora molto minori del diametro del circolo di confusione. In ogni caso tutto parte dall'osservazione di una stampa 20X30 cm. Che, tra l'altro, deve essere di qualità elevata, atrimenti tutto il discorso decade. E' chiaro che l'osservazione di una stampa 20x30cm realizzata con una fotocamera dotata di un sensore piccolo e con meno 1 megapixel non permetterebbe di valutare particolari delle dimensioni di 0.25 mm....

La visione tramite mirino reflex è una visione TTL effettuata direttamente dall'occhio umano ed elaborata dal cervello che tende a compensare le deficienze visive, quindi ad annullare gli effetti della sfocatura. (Non entro nello specifico della proiezione su vetrino o lente di Fresnel perchè la spiegazione si complicherebbe un po', ma i risultati no....)
Ovviamente ciò non accade sull'immagine riprodotta sul display, in quanto non è una immagine diretta, ma elaborata de circuiti elettronici.
Inoltre c'è da condiderare che sul display l'immagine viene fortemente ridimensionata, dato che il display ha circa 150.000 pixel, cioè una piccola percentuale dell'immagine totale esagerando, così l'effetto di sfocatura che non è solo sfocatura, ma anche perdita di definizione. L'effetto può sembrare simile a quello visibile in stampa perchè le dimensioni sono estremamente ridotte, ma proporzionate alla distanza di visione che, ovviamente, non può essere la stessa di una stampa 20X30cm.

Una spiegazione del cerchio (o circolo) di confusione la puoi trovare qui, oppure puoi fare una ricerca con motore di ricerca indicando "cerchio di confusione" e troverai spiegazioni senz'altro più dettagliate ed esplicative di quelle che ho tentato dare io.

Saluti

Pietro
ea00220
QUOTE(enrico @ Jan 18 2006, 08:42 PM)
provo a rinviarlo, anche perché nel frattempo vi ho aggiunto qualcosa.
Se non riesci ancora a scaricarlo, contattami e te lo invio privatamente.
Enrico
*




Niente da fare... si apre Acrobat 6, ma poi il foglio rimane bianco...

Saluti

Pietro
lucaoms
QUOTE(ea00220 @ Jan 19 2006, 12:28 PM)
Niente da fare... si apre Acrobat 6, ma poi il foglio rimane bianco...
Saluti

Pietro
*


anche a me....
davvero una bella discussione molto ben approfondita.....
complimenti!!
Ps qualche obbiezzione sul calcolo del CdC c'e l'avrei ma per ora mi studio bene le spiegazioni di Enrico e pietro e poi traggo le mie conclusioni
Ciao
spicchi
Grazie Pietro, per la dettagliata e precisa spiegazione.

Mi resta solo un dubbio: dici che le dimensioni del pixel (6 millesimi di millimetro su una D200) sono molto più piccole del diametro del cerchio di confusione, considerato 2 centesimi di millimetro sul formato APS.
Quindi, il potere risolvente del sensore è in grado di catturare il circolo di confusione come tale (e non confonderlo con un punto). Osservando quindi l'immagine a pixel reali sullo schermo, la profondità di campo DEVE essere ridottissima, giusto???

Deve essere, se il ragionamento è corretto, quella che si ha mettendo nella formula 6 micron come dimensione del cerchio di confusione.

Giusto o dico cavcolate?
ea00220
Scusa Stefano, ma non capisco....

Abbiamo detto che il cdc è 0,25 mm su una stampa da 20X30 osservata da un normovedente a distanza ottimale... Con tale presupposto il cdc della D200 vale 2 centesimi di millimetro. Se stampi un manifesto 100X150cm. e lo osservi dalla stessa distanza del 20X30 il discorso non vale più. Così come non vale se osservi la stampa da 20X30 con un lentino (ah ! bei tempi...). E lo stesso accade con il monitor se ingrandisci l'immagine fino ad individuarne i singoli pixel.

E' già stato detto che la profondità di campo non è un fenomeno fisico, ma psicofisico dovuto, se vogliamo, al potere risolvente dell'occhio umano.
La stessa stampa può fornire una diversa percezione di sfocatura, entro certi limiti, a seconda della capacità visiva di chi la osserva.

D'altra parte ingrandendo a dismisura una immagine digitale vedrai i singoli pixel, ma non avrai la sensazione di osservare una immagine compiuta.....
Non capisco come poter associare la profondità di campo alla visione di singoli pixel.... E' come guardare le singole tessere di un mosaico e domandarsi se l'immagine risultante dalla composizione di dieci milioni di tessere sarà o no a fuoco.... Il singolo pixel, o la tessera del mosaico non posono essere sfocati ! (a meno di non avere un monitor difettoso).

Non so se ho risposto...

Saluti

Pietro
spicchi
Pietro,

in parte hai risposto ed in parte no. Ovvero: concordo sul fatto che non ha senso parlare di cose al limite, il mio voleva solo essere un discorso per "digerire" la teoria - non banalissima - dietro a tale argomento.
E' vero solo in parte il fatto che osservando un'immagine a pixel reali non si ha la percezione di un'immagine compiuta: su uno schermo 1280 x 960, a pixel reali, un bel pezzetto della foto ci sta.

La mia domanda era: ma se le dimensioni del pixel del sensore sono 6 micron, è giusto pensare che si debba scendere sotto tale valore di diametro del CoC, per avere la percezione della nitidezza a pixel reali a video?

Grazie ancora.
ea00220
E no, così non vale !
Fin ora abbiamo parlato di cerchio di confusione, di profondità di campo, di focali, iperfocali e diaframmi, ma mai di nitidezza....
Sulla nitidezza c'è una bella spiegazione proprio qui. smile.gif

Comunque no, non avrebbe alcun senso scendere sotto i 6 micron con il cdc.

Saluti

Pietro
spicchi
QUOTE(ea00220 @ Jan 19 2006, 04:58 PM)
E no, così non vale !
Fin ora abbiamo parlato di cerchio di confusione, di profondità di campo, di focali, iperfocali e diaframmi, ma mai di nitidezza....
Sulla nitidezza c'è una bella spiegazione proprio quismile.gif

Comunque no,  non avrebbe alcun senso scendere sotto i 6 micron con il cdc.

Saluti

Pietro
*


Scusa scusa scusa.... Volevo dire ".... per avere la percezione della messa a fuoco a pixel reali ....". Mi sono fatto fregare dalla parola!!!

Quello che ora vorrei fare è vedere quanto variano i "valori" della pdc, a parità di focale e distanza del soggetto, usando diametri del cerchio di confusione di:

- 0,03
- 0,02
- 0,006

biggrin.gif
ea00220
QUOTE(spicchi @ Jan 19 2006, 05:32 PM)
Scusa scusa scusa.... Volevo dire ".... per avere la percezione della messa a fuoco a pixel reali ....". Mi sono fatto fregare dalla parola!!!

Quello che ora vorrei fare è vedere quanto variano i "valori" della pdc, a parità di focale e distanza del soggetto, usando diametri del cerchio di confusione di:

- 0,03
- 0,02
- 0,006

biggrin.gif
*



In realtà la pdc è in funzione della distanza del soggetto dal piano nodale, della lunghezza focale e del diaframma, quindi, fissando una lunghezza focale ed un diaframma, l'unica grandezza calcolabile è l'iperfocale.

La formula è H = F*F/(f*c)
Dove F= lunghezza focale dell'obiettivo, f= apertura relativa (diaframma), c= diametro del circolo di confusione.

Prendiamo ad esempio un 35mm diaframmato a 5,6:

con cdc 0,30 >>> H= 35*35/5,6*0,30 = 729,16 mm
con cdc 0,20 >>> H= 35*35/5,6*0,20 = 1.093,75 mm
con cdc 0,006 >> H= 35*35/5,6*0.006 = 36.458,33 mm

Quindi passa da 0,73 mt. a oltre 36 mt...

Ma tutto questo a che serve ?
Scusami ma ancora non capisco, o, probabilmente sono io che non sono stato capace di spiegarmi...
I cdc indicati valgono per sensori di dimensioni diverse per le quali sarebbe più corretto usare lunghezze focali aventi medesimo angolo di campo, altrimenti come fai a paragonare un 35mm che è grandangolo sul formato 24X36, normale su formato DX e tele su un un sensore da 1/2" ?

Se invece ti riferisci ad ingrandimenti parziali crescenti e visionati sempre alla stessa distanza, allora tutti i discorsi fatti fin qui sono privi di senso...
Anche le tacche che si trovano (o si trovavano) sugli obiettivi e che rappresentano la pdc ai diversi diaframmi, fanno riferimento ad una metodologia standard, altrimenti perdono di significato.
Se, ad esempio, prendi una reflex 24x36, con ottica 35mm e diaframma 5,6 e scatti un bel prato fiorito ponendo il fuoco esattamente al valore H, cioè 0,73 mt..
Sviluppi e stampi un 20X30 a pieno formato e ti godi il panorama con tutti i fiori apparentemente a fuoco da poche decine di centimetri all'infinito, proprio come indicato dalle tacche sull'obiettivo.
Ma se ingrandisci e stampi un manifesto di 2X3 metri, ed esamini attentamente il risultato (dalla stessa distanza dalla quale osservavi il 20X30cm), vedrai che i fiori che si trovano intorno ai 70 cm dall'obiettivo sono a fuoco, ma quelli avanti e dietro sono sfocati.... Allora che fai, rimandi l'obiettivo in fabbrica dicendo che hanno sbagliato a mettere le tacche ? biggrin.gif

Ma anche questo è un discorso tutto teorico, perchè ingrandendo così tanto, ed osservando da vicino, la nitidezza viene messa in crisi e diviene difficile valutare la messa a fuoco. Però questa è un'altra storia...

Spero di essere riuscito a spiegarmi....

Saluti

Pietro
F.Giuffra
Questa discussione è veramente interessante, ma più aspetti si comprendono e più domande si pongono.

Abbiamo capito che la compatte hanno un eccesso di profondità di campo, che poi è utile per i principianti che riescono più facilmente a portare a casa una foto a fuoco anche senza un mirino reflex. Chi ha una reflex però, quando necessita, può chiudere il diaframma che arriva a valori molto maggiori di chiusura. Suppongo che le medio e grande formato, che non conosco, abbiano la possibilità di chiudere ancora di più, forse per il maggior diametro delle lenti. Certo che, temo, raggiungono profondità di campo magari superiori, ma con tempi più lunghi…
… o sbaglio qualcosa?
spicchi
QUOTE(ea00220 @ Jan 19 2006, 08:15 PM)
....
Ma se ingrandisci e stampi un manifesto di 2X3 metri, ed esamini attentamente il risultato (dalla stessa distanza dalla quale osservavi il 20X30cm), vedrai che i fiori che si trovano intorno ai 70 cm dall'obiettivo sono a fuoco, ma quelli avanti e dietro sono sfocati.... Allora che fai, rimandi l'obiettivo in fabbrica dicendo che hanno sbagliato a mettere le tacche ?  biggrin.gif

Ma anche questo è un discorso tutto teorico, perchè ingrandendo così tanto, ed osservando da vicino, la nitidezza viene messa in crisi e diviene difficile valutare la messa a fuoco. Però questa è un'altra storia...

Spero di essere riuscito a spiegarmi....

Saluti

Pietro
*



Si! Ora ci siamo.

Che il discorso sia assolutamente teorico non ci sono dubbi. Ma era un dubbio che mi volevo togliere e ti ringrazio infinitamente.
Mi sono fatto un foglio di Excel che applica la formula del calcolo della distanza iperfocale, e della profondità anteriore e quella posteriore, e della somma di quest'ultime (ovviamente in tal caso si deve anche fornire la distanza del soggetto).

E come si evince dai numeri che hai scritto te (anche se credo ci sia l'errore di uno zero) si passa da 7 metri di distanza iperfocale a ben 36 metri.
I fiori a 3,5 metri di distanza fino all'infinito saranno a fuoco sulla stampa 20x30. Osservando l'immagine a pixel reali a schermo, zona percepita come a fuoco diminuirà drasticamente, ma al di sotto di un certo valore non POTRA' scendere. E questo valore dipende dalla dimensione dei pixel del sensore.

Un saluto.
ea00220
QUOTE(F.Giuffra @ Jan 19 2006, 09:08 PM)
Questa discussione è veramente interessante, ma più aspetti si comprendono e più domande si pongono.

Abbiamo capito che la compatte hanno un eccesso di profondità di campo, che poi  è utile per i principianti che riescono più facilmente a portare a casa una foto a fuoco anche senza un mirino reflex. Chi ha una reflex però, quando necessita, può chiudere il diaframma che arriva a valori molto maggiori di chiusura. Suppongo che le medio e grande formato, che non conosco, abbiano la possibilità di chiudere ancora di più, forse per il maggior diametro delle lenti. Certo che, temo, raggiungono profondità di campo magari superiori, ma con tempi più lunghi…
… o sbaglio qualcosa?
*



E' prorpio così. Obbiettivi per grande formato hanno anche 64 e qualche volta 128 di diaframma. Proprio per recuperare la pdc... Ovviamente i tempi si allungano, ma usando un banco ottico non è molto importante.

Saluti

Pietro
ea00220
QUOTE(spicchi @ Jan 19 2006, 09:29 PM)
Si! Ora ci siamo.
..................................
E come si evince dai numeri che hai scritto te (anche se credo ci sia l'errore di uno zero) si passa da 7 metri di distanza iperfocale a ben 36 metri.


Pollice.gif Si è vero, ho usato le cdc da 0,20 e 0,30 anzichè 0,020 e 0,030.... Sorry.

Saluti

Pietro
Salta a inizio pagina | Per vedere la versione completa del forum Clicca qui.