Caro Vittorio, il sensore CCD (CCD = Charged Coupled Device, dispositivo ad accoppiamento di carica) � un elemento caratterizzante della fotocamera digitale nel senso che non ha analogo nella fotocamera tradizionale, o meglio, corrisponde, in un certo senso, alla pellicola fotografica. Su di esso, infatti, va ad incidere la luce che filtra attraverso l'obiettivo, luce che, nelle fotocamere tradizionali va, invece, ad "impressionare", appunto, la pellicola.
Di forma rettangolare, e di dimensioni di solito inferiori ai classici 24 x 36 mm delle pellicole tradizionali, ma variabili da macchina a macchina, il sensore � formato da un numero di elementi sensibili alla luce, detti "elementi CCD" o "fotodiodi", che convertono gli impulsi luminosi che li colpiscono (in pratica, la luce), in impulsi elettrici, che, a loro volta, saranno poi convertiti in dati digitali. Avvicinandoci parecchio alla realt� delle cose, possiamo dire che ad ogni singolo fotodiodo corrisponde un singolo punto luminoso, detto "Pixel", della immagine, tanto che, per comodit�, sono detti pixel anche i fotodiodi del sensore (si parla, infatti, di sensori da 1,2,3 Megapixel o milioni di pixel, etc). In realt�, il numero dei fotodiodi � di poco superiore a quello dei pixel che si possono visualizzare nella immagine, in quanto alcuni di questi elementi esplicano altre funzioni, ma, in linea di massima, l'equazione: tanti fotodiodi, uguale tanti pixel, � sufficientemente corretta, per cui non sbagliamo se diciamo che, pi� elevato � il numero di fotodiodi del sensore, e maggiore sar� la risoluzione ottica della immagine. Quindi: pi� grande � il sensore, pi� fotodiodi vi sono contenuti, pi� elevata � la risoluzione ottica della immagine, ma, ahinoi, pi� costosa � la macchina.

Morgan
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