Un mulo cadde con il ventre all'aria. A una bambina, all�improvviso, la piccola mascella si arross� di sangue. La polvere si levava a spruzzi come se il vento avesse preso a danzare. C'era gente che cadeva, in silenzio, e non si alzava pi�. Altri scappavano urlando, come impazziti. E scappavano, in preda al terrore, i cavalli, travolgendo uomini, donne, bambini. Poi si ud� qualcosa che fischiava contro i massi. Qualcosa che strideva e fischiava. E ancora quel rumore di mortaretti. Un bambino cadde colpito alla spalla. Una donna, con il petto squarciato, era finita esanime sulla carcassa della sua cavalla sventrata. Il corpo di un uomo, dalla testa maciullata cadde al suolo con il rumore di un sacco pieno di stracci. E poi quell'odore di polvere da sparo.
La carneficina dur� in tutto un paio di minuti. Alla fine la mitragliatrice tacque e un silenzio carico di paura piomb� sulla piccola vallata. In lontananza il fiume Jato riprese a far udire il suo suono liquido e leggero.
E le due alture gialle di ginestre, la Pizzuta e la Cumeta, apparvero tra la polvere come angeli custodi silenti e smarriti.
Era il l� maggio 1947 e a Portella della Ginestra si era appena compiuta la prima strage dell'Italia repubblicana 11 morti, due bambini e nove adulti. 27 i feriti. Tutti poveri contadini siciliani. Che a sparare dalle alture, sulla folla radunata a celebrare la festa del lavoro, erano stati gli uomini del bandito Salvatore Giuliano, gli italiani lo scopriranno solo quattro mesi dopo, nell�autunno del 1947. Ma mai riusciranno a sapere chi arm� la mano di quei briganti, comodi residui della storia, incarnazione di un fenomeno del passato, che ancora sopravviveva nella Sicilia dei compromessi e degli intrighi.
Questo monumento fu eretto a memoria di quel giorno, sono presenti 11 pietre a rappresentare quei poveri innocenti morti senza colpa alcuna ....
Daniele ....#
