� stato osservato che mentre la critica cinematografica internazionale ha giudicato in genere positivamente il film di Sorrentino, quella italiana si � divisa in giudizi severi:
� Magari La Grande Bellezza si accontentasse di essere
un brutto film. � piuttosto "
un'esperienza emotiva inedita", come ha scritto Walter Veltroni sul Messaggero di ieri.[5] �
(Nanni Delbecchi, recensione su Il Fatto Quotidiano, 17 gennaio 2014)
o di grande apprezzamento:
� � un film disorganico, opulento, frammentario e sfacciato, ma anche bello da ridurti in lacrime, questo omaggio alla Capitale firmato da Paolo Sorrentino...
un film magnifico.[6] �(Alessia Starace, recensione su Movieplayer.it, 21 maggio 2013)
Contrasto di giudizi che � stato variamente interpretato[7] ma che nelle valutazioni negative sembra ricollegarsi al motivo ricorrente della supposta presunzione ed ambizione del regista di proporre una sua visione, quasi un seguito, de La dolce vita di Federico Fellini[8] che trova invece accoglienza nell'immaginario degli spettatori stranieri che apprezzano questa riproposizione. Viene per� notato che in realt�:
� La grande bellezza sta a La dolce Vita come la Via Veneto di oggi sta alla Via Veneto del 1959. Adesso � solo una strada di hotel di lusso dove � vano ricercare il clima notturno di un tempo: i caff� affollati di artisti e intellettuali, le scorribande di divi e fotografi, i night-club frequentati da una variegata fauna di nobili, perdigiorno e letterati.[9] �(Alessandra Levantesi, recensione su La Stampa, 21 maggio 2013)
� La Dolce Vita � entrato nella storia perch� fu un corto circuito tra l'immaginazione di Fellini e una Roma vera, viva, esagerata, in un certo senso gi� felliniana di suo. I paparazzi e i divi c'erano davvero, gli scrittori di talento che si dissipavano e lavoravano per il cinema pure...[10] �
(Dario Zonta, recensione su Movieplayer.it, maggio 2013)
Si rimprovera inoltre al regista una compassata freddezza e distanza dai personaggi della sua storia e dalla bellezza di Roma che � la grande protagonista incombente in tutto il film:
� Il Fellini della Dolce vita, cui si pensa immancabilmente, aveva una pietas profonda verso i suoi personaggi, e quella compassione permetteva allo spettatore di allora come di adesso, di agire una qualche proiezione emotiva. La grande bellezza di Sorrentino � invece abissale, freddissima, distanziata, un ologramma sullo sfondo.[11] �
(Dario Zonta, recensione su Movieplayer.it, maggio 2013)
Per altri invece proprio la rivisitazione dei temi felliniani nella visione di Sorrentino costituisce il maggior titolo di merito del film:
� Con tutte le rughe, gli eccessi, la sovrabbondanza di scene e "finali", il difficile paragone con Fellini e quant'altro gli si voglia attribuire come difetto io da semplice appassionato spettatore dico
Capolavoro Indimenticabile!! Perch� davvero emozionante e sincero.[12] �
(Luciano Stella, recensione su Huffington Post, 17 gennaio 2014)
Da Wikipedia stamattina. Altri giudizi ora si sprecano (vedi Google).
QUOTE(Calamastruno @ Mar 3 2014, 10:15 AM)

Ogni tanto ci facciamo riconoscere per qualcosa di positivo. Io ho visto il film...ma onestamente, come La dolce vita, non l'ho proprio capito! Prossimamente cercher� di guardarlo con pi� attenzione!
Va guardato lasciando fluire le sensazioni, attenti ai passaggi ed a certe frasi lapidarie, ma non in modo "analitico"