Io proseguo�
Parto dal mio presupposto che il ritratto, come io lo intendo, ha sempre due soggetti, uno dei quali non visibile, che � il fotografo. Si dovrebbe creare un�intesa di creativit� che si scambia tra fotografo e modello/a. E questo lo ottieni solo con la conoscenza della persona o con il dialogo calmo, tranquillo e sereno. E�indispensabile creare un feeling. Se non ci riesci, le foto, per quanto tecnicamente perfette ne risentiranno. Saranno �senz�anima�. Ma questo lo pu� percepire realmente solo il fotografo.
QUOTE(_Annalisa_ @ May 30 2006, 07:12 PM)
Nel ritratto di studio ( o ritratto consenziente e cosciente ) se un soggetto mi esprime la volonta' di non essere ritratto, io non riesco a ritrarlo, neanche cercando di metterlo a suo agio..
Qui, secondo me, e mi scuserai, ma c�� una incongruenza di fondo. Delle due l�una: o hai un modello/a professionista e allora � consenziente per forza (� il suo lavoro

) oppure il soggetto non viene neanche in studio o non si fa proprio ritrarre. Punto.
A questo punto entra in gioco quello che tu chiami convincimento. E� chiaro che se un soggetto mi interessa faccio di tutto per riuscire a ritrarlo. A volte ci vuole moltissimo tempo e spesso non riesco, proprio per non andare contro la volont�. Ho alcuni casi senza speranza che mi sto lavorando da anni senza successo. Paradossalmente, per�, ci pu� anche essere il caso inverso. Per esempio, conosco alcune persone che mi hanno chiesto di essere ritratte. Sto tergiversando per prendere tempo. Perch�? Per osservarle e cercare di conoscerle meglio. Le frequento abbastanza, ma sono io che devo essere pronto, se voglio tentare di fare una cosa che soddisfi entrambi.
La �street�.
Mi ripeto, lo so, ma, secondo me con la street, non si fanno ritratti. Si possono fare splendide, eccellenti e significative immagini. Che per� non sono ritratti come io li intendo. Qui abbiamo degli esempi eccellenti. Tanto per dirne una, le inarrivabili immagini di Carlo Macinai, con il quale ho avuto anche occasione di affrontare l� argomento di persona.
Tanto per mettermi in gioco direttamente,
queste foto mi hanno soddisfatto molto, mi sono divertito a farle. E mi sono messo alla prova in un genere che non � il mio. Ma continuo a sostenere, convintamente, che non sono ritratti. Sono certo immagini spontanee, ma nulla mi dicono della persona ripresa, se non, in questo caso, l�avere immortalato un attimo di spensieratezza. Ma non in tutte, tra l�altro.
Immagini spontanee, certo. Ritratti rubati come li chiami tu. Ma questi ritratti riflettono veramente la personalit� del soggetto? Forse talvolta s�, ma il punto � che non lo puoi sapere, se non lo conosci.
Forse ci potrebbe essere una via di mezzo. L�immagine rubata di una persona che conosci, laddove riesci a cogliere in modo furtivo un�espressione che tu sai significativa del soggetto. Ecco, s�, forse questa potrebbe essere un modo corretto per definire ritratto anche un�istantanea. Ma siamo sempre al punto di partenza. Devi conoscere la persona. Diversamente � solo il caso. Che per� molte volte, non sapendo delle nostre elucubrazioni, ci consente fare cose egregie a nostra insaputa.
QUOTE(LucaLoro @ May 30 2006, 07:31 PM)
catturare momenti di vita quotidiana non sar� mai come simularli...
Infatti, Luca. Il ritratto non deve simulare un momento di vita. Dovrebbe o vorrebbe, far capire una parte dell�animo del soggetto.
QUOTE(gciavarella @ May 30 2006, 07:34 PM)
...quando sono nei meeting so che � uno scotto e l'accetto ma � un assodato degli incontri fotografici ...
Se dovessimo incontrarci a Venafro, cercher� di ricordarmene

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Alla prossima puntata e un caro saluto.
Guido