QUOTE(nikosimone @ Jun 12 2015, 12:34 PM)

Potresti prenderlo come un punto sul quale lavorare.
Spesso la disabilit� � pi� negli occhi di chi guarda che in chi la vive.
Questo � un estratto di un documento vecchio di una dozzina d'anni
Il diritto alla felicit� delle persone disabili delle loro famiglie o di chi sta con loro
Maria Concetta Leone - associazione La Spiga
Quando ho letto la proposta di Nunzia per la relazione del convegno "Chiamami per nome" mi � sembrato opportuno e bello parlare di diritto alla felicit� della persona disabile, della famiglia o� Spesso infatti l�idea di queste realt� "diverse", come si ama definire la famiglia con persona disabile e il disabile stesso, � accompagnata da molti aggettivi: persona speciale, eccezionale, forte, coraggiose� ma mai persone felici!
Inoltre � stata subito chiara la provocazione della riflessione: � diritto qualcosa che viene sancito da una legge, ma non � cos� per la felicit� n� per altri valori seppur essenziali e vitali.
Possiamo affermare che esiste una tensione, una ricerca presente nella natura stessa dell�uomo, nella sua essenza, ma impossibile da sancire o legiferare� � cos� per la felicit� di tutti gli uomini disabili o no.
Iniziando la riflessione per�, l�entusiasmo si � rapidamente mitigato perch� non � facile centrare il nodo della questione: � opportuno cogliere non solo l�aspetto puramente materiale per cui il diritto alla felicit� si concretizza solo in virt� di quello che abbiamo o che possiamo ottenere; questo aspetto concreto dei servizi, delle cose, dei mezzi deve per� essere sottolineato quale componente significativa nel riconoscimento e affermazione di questo diritto.
Esistono altri ambiti nei quali matura il diritto alla felicit�: quello del pensiero educativo delle relazioni e della interiorit� personale.
L�altro nodo dell�argomento su cui focalizzare l�attenzione mi sembra il seguente: cosa e chi � in grado di affermare, costruire o garantire il "diritto" alla felicit� delle persone? Ed ancora quale � la responsabilit� sociale nel perseguimento della felicit� di una persona disabile, delle sua famiglia o di chi vive con loro?
La relazione di stasera tenter� questo duplice percorso individuando interlocutori e garanti pubblici (istituzioni assessorati servizi sociali) ma anche privati (la famiglia, la persona).
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� Quando ad affermare e garantire il diritto alla felicit� � il pensiero, l�educazione la cultura dell�uomo, gli interlocutori e i garanti siamo tutti noi a prescindere dalla nostra posizione sociale, dal lavoro o altro; giovani o meno giovani tutti siamo chiamati a questa responsabilit� che potrebbe essere sintetizzata come segue:
- Combattere i propri ed altrui pregiudizi.
- Educare a guardare gli altri, ad accorgersi di un mondo che esiste oltre il mio.
- Educare e promuovere sentimenti di solidariet�, interesse verso chi � "diverso" da me.
- Educare a guardare oltre la disabilit� imparando a riconoscere la persona, la quale � una persona che pensa, che vuole, aspira, desidera�
- Educare a pensare che vivere la felicit� non � poter fare, ma spesso � dare: spesso non si capisce come una madre pu� essere felice di avere un figlio che non pu� fare o essere o "diventare". Questo pensiero ne blocca un altro e nasconde una evidenza, ovvero che la persona disabile pu� dare a suo modo e con le sue caratteristiche. Dare relazioni, sentimenti ed emozioni.
- Educare ad essere felici insieme. Da soli c�� poco da stare allegri! Creiamo un pensiero di condivisione del diritto alla felicit�.
� Infine facciamo il punto su come il diritto alla felicit� venga costruito e affermato dalla e nella famiglia. I genitori devono fare per primi i percorsi di integrazione che chiedono agli altri.
Accettare la disabilit� dei loro figli: questa relazione particolare che fa sperimentare limiti e impotenza � certo il primo passo. Lentamente si impara a non avere paura della loro diversit�, ad avvicinarsi a loro per conoscere il loro mondo e penetrare lo spazio interiore dei sentimenti e dei pensieri. In silenzio e imparando ad ascoltare il loro silenzio ci si immerge nella vita e nell�energia che � nei nostri figli facendo esperienza di linguaggi straordinari.
Crescerli nella fiducia e stima di s�, senza ignorare i loro limiti e negare le loro difficolt�, sorreggere ed aiutare ma senza iperproteggere, educare al rispetto e sottrarsi ai ricatti, giocare e vivere nella pace senza ostinarsi a "salvarli" dalla loro diversit�, scoprire nella diversit� la loro caratteristica e unicit�: questa � la sfida quotidiana della famiglia che crea il diritto alla felicit�.
E c��, finalmente anche il contributo della persona disabile a costruire il diritto alla sua felicit�: nasce nella consapevolezza e amore di s� e per s� come individuo protagonista della propria vita e prosegue in svariati percorsi a volte di autonomia a volte di dipendenza, tra l�accogliere l�altro e l�essere accolto. Per alcune persone disabili sono percorsi di impegno sociale, per altri di ricerche affettive, di affermazione dei diritti per s� e per tutti. Ma io credo ci sia di pi�. C�� quella felicit� che matura dentro noi come "la gioia di stare al mondo" gioia di vivere una storia che � proprio la "mia" storia unica irripetibile e diversa. La felicit� di esistere con la certezza di appartenere ad una storia pi� grande comprensiva di ogni unicit�; felicit� di amare e amarsi occupando uno spazio vitale qualunque esso sia, anche quello di una carrozzina.
Questo invece quello che scrive la Comunit� Sant'Egidio a proposito di una disabilit� ancora pi� grave:
Le persone con handicap mentale possono essere felici e dare felicit� agli altri.
I disabili mentali sono felici quando sono circondati dall�amicizia, dalla stima, dalla solidariet�. La disabilit� pu� non essere un ostacolo, anzi pu� diventare un modo diverso, pi� sensibile e profondo di vedere il mondo.
L�handicap non � una condanna, n� una condizione di per s� triste ed infelice. L�infelicit� dei disabili dipende spesso dall�essere esclusi ed isolati, dall�essere rifiutati dalla societ�.
Vivere accanto ai disabili mentali � un arricchimento in umanit� e pu� far maturare una comprensione della vita pi� larga e profonda.
I disabili mentali, infatti, possiedono una comprensione di quello che nella vita � essenziale. Questa �sapienza� non ha sempre modi diretti per esprimersi, ma pu� trovare nel rapporto con gli altri la maniera di manifestarsi.
I disabili mentali possono dare un contributo prezioso alla nostra societ� ed essere artefici di un cambiamento di mentalit� e di cultura assai importante.
Mostrano che si pu� essere felici in ogni condizione della vita se si � circondati dall�amicizia, in un atteggiamento fiducioso ed aperto agli altri. Sono un richiamo ai valori della gratuit� e della solidariet�, dell�amicizia e dell�accoglienza senza i quali � impossibile vivere pienamente.
Ciao Simone,
ancora prima di leggere ti faccio innanzitutto due domande: se tu potessi scegliere se essere felice su una sedia a rotelle o essere triste perch� hai perso la Stramilano cosa sceglieresti? Ti � mai successo che qualcuno dei tuoi cari finisse per sempre su una sedia di quelle?
Ecco.
Poi leggiamo tutti questi bellissimi discorsi.