Un mese fa ha fatto la sua comparsa sul mercato la nuova D70 che ha subito suscitato l’interesse dei novizi delle reflex digitali, ma non solo.
Appena apparsa ha ampliato le possibilità di scelta di chi si accingeva all’acquisto di una Dslr, creando a volte confusione in quanto sono sottili le differenze tra la nuova arrivata e la sorella maggiore D100.
Ho avuto la possibilità di verificare quindi le caratteristiche della nuova nata e comparare le sue doti con quelle della ormai blasonata D100, in particolar modo nell’ambito della fotografia naturalistica (mio naturale campo di applicazione).
Ecco qui le sensazioni e i riscontri avuti sul campo dopo due settimane di scatti effettuati tra boschi, stagni, e altri ambienti naturali.
Il nuovo corpo macchina si presenta più compatto e leggero rispetto quello della D100, ma l’impugnatura risulta comunque efficiente e sicura anche per chi, come me, ha mani grosse, in effetti in mano si avverte, comunque mai come in certe concorrenti di pari fascia, il maggiore uso di plastica nella costruzione del corpo, ma questo non ne ha per nulla pregiudicato la robustezza effettiva (certo visto il relativamente breve periodo di prova difficilmente si sarebbero potute verificare possibili rotture).
Dal punto di vista dell’accessibilità ai comandi e all’uso dei menù (ora in italiano) si nota un passo in avanti sulla interattività dei pulsanti con le ghiere, che permettono una più veloce impostazione di alcuni settagli (sensibilità ISO, qualità scatto, impostazione metodo aree AF), anche se l’accesso al AF modalità singola o continua è stato penalizzato fortemente: infatti è impostabile esclusivamente accedendo al menù interno della macchina. E’ stata però introdotta, finalmente, nella modalità di AF su soggetto più vicino, l’indicazione della zona individuata e utilizzata per la messa a fuoco: finalmente si sa cosa stiamo effettivamente mettendo a fuoco.
Essendo la D70 un corpo creato per chi si avvicina con poca esperienza al mondo delle digitali reflex ha mantenuto sulla ghiera della selezione modi la presenza di situazioni di scatto preimpostate che possono risultare, ai più avvezzi, poco professionali, ma che in realtà possono far risparmiare tempo impostando, con un semplice movimento, tutto quello che avremmo, comunque, impostato noi perdendo molto più tempo, sarebbe stata una piacevole scoperta aver potuto avere una di queste modalità libera di essere impostata a nostro piacimento, ma i costi ovviamente dovevano essere contenuti.
Passando alle sensazioni e riscontri di utilizzo sul campo, si nota subito una maggiore leggerezza che però non penalizza, rispetto la D100, il bilanciamento del complesso corpo macchina-obiettivo anche con ottiche abbastanza impegnative come il 300 f/4 AFS.
La messa a fuoco sfrutta lo stesso modulo della D100 (multicam900) e da essa deriva velocità e precisione.
Migliorato sensibilmente il bilanciamento del bianco in automatico, difficilmente adesso occorre fare correzioni sul file RAW tramite NikonCapture. Per le situazioni più difficili basterà impostare prima dello scatto il WB in base alla situazione presente se scattiamo in JPG, o successivamente su NikonCapture se scattiamo in NEF (leggi RAW). Grazie quindi all’introduzione del sistema esposimetrico già presente sulla F5, ora adattato alle digitali reflex, non solo si è migliorato il WB ma si è potuto gestire meglio il controllo del flash introducendo l’ I-TTL.
La sensazione sullo scatto si differenzia dalla D100 per un rumore più secco e brusco, che da una sensazione di un meccanismo meno ammortizzato e curato.
La velocità di scatto a raffica è sostanzialmente invariata, anche se la percezione e che la risposta sul secondo scatto sia aumentata, è stata accresciuta invece la quantità di scatti memorizzabili in un'unica raffica, passa da 6 a 9 per il formato JPG, mentre rimane invariato 4 per il formato RAW.
Occorre però far notare che con la D70 il formato RAW non compresso è stato abbandonato a tutto vantaggio di un nuovo formato compresso creato, pare, da un nuovo algoritmo molto più veloce di quello della D100. Questo si nota perché i tempi di salvataggio e apertura dei files sono diminuiti sia sul corpo macchina che sui files aperti da un PC.
Devo dire, in tutta onestà, che pur essendo stato introdotto un nuovo filtro anti aliasing di fronte al sensore CCD che restituisce così immagini, già in partenza, più nitide della D100 (grosso vantaggio in fotografia naturalistica dove la ricerca di dettaglio e colore è la cosa più importante), non ho notato fenomeni di moiré, anche se difficilmente in questo ambito si andranno a fotografare finestre con dietro veneziane semichiuse o ampie porzioni di tegole ben predisposte in regolari file.
Mancano invece due cose che potrebbero tornare utili nella fotografia naturalistica, la possibilità di utilizzare un economico scatto remoto meccanico (manca infatti il foro con filettatura sul pulsante di scatto) e la possibilità di ribaltamento preventivo dello specchietto che, su focali molo lunghe, può creare fenomeni di micromosso (ovviabili per altro con un sacchettino di sabbia o granaglie posto sul pentamirror, come si fa ancora oggi in quelle situazioni dove il ribaltamento preventivo dello specchietto non è possibile).
Aggiungo inoltre che pur essendo utilizzato un sistema a specchi (cosiddetto pentamirror), notoriamente meno luminoso del pentaprisma, per portare l’immagine all’oculare, la luminosità dell’immagine visualizzata non è stata penalizzata, in quanto si è utilizzato un vetrino dello schema di messa a fuoco più luminoso. Questo particolare ha reso però la circuiteria che attraversa questo vetrino più visibile e alcune persone hanno manifestato preoccupazioni scambiando i sottili fili di collegamento, più visibili in certe situazioni di luce, con possibili rotture dello stesso vetrino; a queste persone indirizzo due parole per sollevarle dai loro dubbi: non preoccupatevi il fenomeno è dovuto alla caratteristica su descritta.
Concludo questa personale review dicendo che due anni di ricerca si notano e sono stati ben applicati sulla D70 la quale fornisce risultati che non fanno per nulla rimpiangere la D100, che si differenzia dalla prima per la sola parte meccanica (sensazione di robustezza, mancanza di alcuni congegni meccanici, ecc) denudata di alcune caratteristiche per permettere di abbatterne i costi.
Blanco Fabio