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marcofranceschini
Saluti a tutti
durante una cena si parlava di fotografia.

Tra tanti discorsi ne � stato affrontato uno in particolare sul cosiddetto dubbio del fotografo di fronte alle proprie immagini, e dell' incapacit� da parte dell'artista (in generale) di guidicarsi o peggio della predisposizione ad una critica spesso esagerata riguardo alla propria produzione.

...forse perch� di ogni nostra immagine conosciamo ogni dettaglio e tutto il processo (precedente e successivo allo scatto) che ci ha portato ad un certo risultato?

ed � soprattutto per questo che ne ri-conosciamo tutti i limiti ?

L'arte � l'espressione del dubbio......questa affermazione da parte di un amico mi ha colpito in modo particolare...

la lascio a Voi ed a ci� che vorrete aggiungere su questo tema...

Marco
MMFR





Antonio C.
boh!
Antonio C.
Naturalmente scherzavo, Marco... esprimevo il dubbio del fotografo biggrin.gif
cmq, in buona sostanza, condivido il punto di vista.
L'autore dovrebbe limitarsi ad editare il proprio lavoro, una volta prodotto, ma fatto questo non pu� avere il distacco necessario per valutare criticamente il risultato.
A chi spetta a quel punto?
Al pubblico cui il lavoro � destinato, in primis. Ai critici baccalaureati, purtroppo, anche...
Un caso particolare sono i forum di settore (come questo), dove una manica di specialisti o meno si affronta non-dal-punto-di vista-del-pubblico, ma da quello un p� ambiguo di produttori di opera-fruitori delle stesse.
Da cui nasce un p� di casino, secondo me wink.gif
Fedro
L'analisi di un lavoro � da sempre fonte di riflessione e discussione...e credo che lo sar� sempre.

non so se l'arte sia espressione del dubbio....per la verit� non so neppure definire cosa sia arte, per quello parlo di lavoro.

Ragionando ad alta voce del nostro ambito ovviamente, i primi passi derivano da chi produce lo scatto. lo si fa con una motivazione, cercando un risultato quando pensiamo di averlo raggiunto o di essere sulla giusta via per arrivarci veniamo a trovarci di fronte ad un bivio.

Al bivio dobbiamo scegliere se quanto fatto ci gratifica in senso assoluto e quindi abbiamo finito o se (dubbio, sfida, gratificazione esterna) vogliamo confrontarci con visioni differenti dalla nostra.

Spesso la strada principale a quel bivio � quella di proporci/esporci ad altri e quindi al loro giudizio/punto di vista.

Qui nascono i "guai": i nostri lavori ci sono figli, li conosciamo da prima che nascano e su questa base li valutiamo: per gli altri ovviamente non � cos�. valuteranno quanto vedono in base alla loro esperienza ai loro sentimenti, e potremmo cos� scoprire che il nostro messaggio non passa o passa in maniera radicalmente diversa da quanto vorremmo.

il dubbio e la scelta...cercare una lingua universale o una lingua "specialistica" rivolta a qualcuno? a chi proporre il nostro lavoro? come valutare i commenti che riceviamo?

La virt� sta nel riuscire a bilanciare la valenza della strada che abbiamo intrapreso, intuire dai feedback come viene percepita da chi proviene da vie diverse, situazioni di cui dovremo saper tener conto per continuare il nostro viaggio.

sto divagando, tornando alla frase che ci hai proposto "l'arte � l'espressione del dubbio" ... no, non sono d'accordo limitare l'espressione dell'arte al dubbio piuttosto che ad ogni altro concetto � limitativo e a mio parere scorretto ogni nostra espressione � un'espressione del tutto, di tutto quello che siamo e di tutto ci� che ci circonda.

il dubbio che volevi evidenziare � quello che limita la capicit� di un autore di valutare il suo lavoro? mmm non so se parlerei di dubbio ....

nuvolarossa
Il primo dubbio � nel concetto stesso di "Arte"...
L'arte � frutto del lavoro dell' "Artista" o dell' "Artigiano"? L'Artigiano non � forse colui che ci consegna un lavoro fatto "A regola d'Arte"?... E allora l' "Artista" chi �?...

Una volta un fotografo "professionista" mi ha detto: "Ma tu credi davvero di riuscire a fare un'opera d'arte in 1/125� di secondo?"...

Come vedete i dubbi sono tanti... Forse veramente "l'arte � l'espressione del dubbio"...

Quanto poi alla severit� con cui giudichiamo le nostre "opere", quella discende probabilmente dal fatto che ne conosciamo tutta la storia, come dice Marco (fedro) ogni foto � un po' come una figlia... E, si sa, ogni scarrafone � bello a mamma sua!!!!
wal
QUOTE(nuvolarossa @ Jul 25 2006, 10:37 AM)

Una volta un fotografo "professionista" mi ha detto: "Ma tu credi davvero di riuscire a fare un'opera d'arte in 1/125� di secondo?"...

*


almeno su questo non o dubbi
SI!
o visto varie...
Eliantos
Non so se le foto che faccio possano considerarsi Arte...per� so che i dubbi su quello che ho fatto nascono nel momento in cui sottopongo le mie immagini al giudizio degli altri.
Fotografare e tenere le immagini per s� � facile, si evitano le critiche e si � sempre appagati.
Sapere affrontare le critiche-positive e negative-aiuta a crescere; crescono i dubbi ma cresce anche il proprio livello.
maurizioricceri
..." l'arte � l'espressione del dubbio "....ma di quale dubbio si st� parlando ?? del dubbio che la nostra "creatura" sia esteticamente non riuscita ?? o che la stessa non riesca a "parlare"il linguaggio che stimola i sentimenti ?
ho vistp foto, letto libri,visto quadri etc etc che se anche esteticamente non erano opere d'arte,riuscivano a coinvolgere emotivamente l'osservatore.forse � proprio quando si trasgrediscono taluni canoni ben consolidati,che ne esce un impatto fuori dagli stereotipi e l� veniamo assalita dai bubbi...piacer� o non piacer� ??
mirko f.
QUOTE(maurizioricceri @ Jul 25 2006, 10:32 PM)
..." l'arte � l'espressione del dubbio "....ma di quale dubbio si st� parlando ?? del dubbio che la nostra "creatura" sia esteticamente non riuscita ?? o che la stessa non riesca a "parlare"il linguaggio che stimola i sentimenti ?
ho vistp foto, letto libri,visto quadri etc etc che se anche esteticamente non erano opere d'arte,riuscivano a coinvolgere emotivamente l'osservatore.forse � proprio quando si trasgrediscono taluni canoni ben consolidati,che ne esce un impatto fuori dagli stereotipi e l� veniamo assalita dai bubbi...piacer� o non piacer� ??
*



Concordo con Maurizio.
Un opera secondo me � arte quando riesce a trasmettere a una massa un sentimento , e secondo me, il primo critico deve essere l' artista stesso, in quanto sta cercando di trasmettere le emozioni o il messaggio che in quel momento passano attraverso il suo obiettivo, e indipendentemente dal lavoro eseguito per ricercare quello scatto, quello che conta � l' immagine finale
Quindi chi meglio di lui pu� sapere se su l' immagine ci sar� il sentimento che ha provato??

Mirko
maurizioricceri
.....ed aggiungo ....< se volessimo fare una foto che sia riconosciuta ,dalla CRITICA ,universalmente positiva in toto, b�...� come inseguire una utopia.
davide raponi
biggrin.gif Beh, secondo me
L'artista � l'afflitto dal dubbio ......
........ di aver espresso bene le proprie emozioni.

Infatti si � artisti quando si riesce a trasmettere a tutti, e dico tutti, ci� che si vuole esprimere.
Maggiore � il consenso pi� si � bravi artisti. Tranne alcuni casi di pubblico elitario.

Il problema dell'artista � anche la critica che comunque non sar� mai a conoscenza delle "quinte" dierto il teatro di quell'opera, e ci� rende lo stesso pi� refrattario di fronte ai giudizi.

Riguardo ai canoni: se si seguono si faranno cose esteticamente belle perch� "oculisticamente" sono armoniose,
ma � l'estro, la sensibilit� ecc....... che creano poi un' opera d'arte.
E se si � abbastanza capaci nell'espressivit�, la rottura dei canoni tecnici diviene non pi� un errore ma una scelta e una peculiarit� .

Sempre secondo me. biggrin.gif
davidebaroni
QUOTE(mirko1976 @ Jul 25 2006, 11:08 PM)
Concordo con Maurizio.
Un opera secondo me � arte quando riesce a trasmettere a una massa un sentimento , e secondo me, il primo critico deve essere l' artista stesso, in quanto sta cercando di trasmettere le emozioni o il messaggio che in quel momento passano attraverso il suo obiettivo, e indipendentemente dal lavoro eseguito per ricercare quello scatto, quello che conta � l' immagine finale
Quindi chi meglio di lui pu� sapere se su l' immagine ci sar� il sentimento che ha provato??

*



Mirko, sono MOLTO curioso di una cosa...

Lasciami fare una premessa. QUALSIASI opera d'arte "trasmette a una massa un sentimento". Nel senso che almeno UN sentimento, uno qualsiasi, lo trasmette di sicuro, foss'anche l'indifferenza. wink.gif Ma era quello che "l'artista" VOLEVA trasmettere? Qui c'� uno dei problemi, ma ci arriviamo dopo.

Detto ci�, sono curioso di sapere questo. L'artista (chiamiamolo pure cos�), in questo caso il fotografo, era presente al momento dello scatto (di solito, ma non sempre, come i fotonaturalisti insegnano). Ha, spesso, scattato quella foto perch� emozionava LUI/LEI. E magari quello che lo/la emozionava era una piccola cosa, che in quel momento si collegava a una parte della SUA vita, dei SUOI valori, delle SUE idee personali, delle SUE esperienze passate... suscitando cos� l'emozione che ha "immortalato" nella sua foto. Come pu�, in questo caso, essere "il primo critico di se stesso"?
Ogni volta che guarder� quella foto, vedr� di nuovo quella stessa piccola cosa, e ricorder� quel momento cos� come l'ha vissuto, e far� gli stessi collegamenti, perch� sono i SUOI. Lui/lei "SA" cosa c'� dentro quella foto. Conosce tutto il percorso evocativo che gli ha suscitato quella emozione. Ha tutto il bagaglio esperienziale a cui quell'emozione � associata.

Per "essere il primo critico di se stesso" dovrebbe DIMENTICARE tutto ci� per un momento, e osservare la propria opera con occhio distaccato e, in un certo senso, "innocente". Non che non si possa fare, ma � molto difficile, per la stragrande maggioranza di noi. rolleyes.gif

E cos� arriviamo a quell'altro problema, quello a cui accennavo prima...

QUOTE(davide raponi @ Jul 26 2006, 12:06 AM)
... si � artisti quando si riesce a trasmettere a tutti, e dico tutti, ci� che si vuole esprimere.
Maggiore � il consenso pi� si � bravi artisti. Tranne alcuni casi di pubblico elitario.

e ci� rende lo stesso pi� refrattario di fronte ai giudizi.
...
*



Prima di ogni altra cosa, "tutti" � una "killer word". Semplicemente, non � possiblle far arrivare a TUTTI (ma proprio TUTTI) lo stesso messaggio. Utopia, come gi� notato almeno in parte da Maurizio. Ma soprattutto...

...nessun altro al mondo ha lo stesso identico bagaglio di esperienze, valori, idee, convinzioni e associazioni da cui l'artista � partito/a e che hanno suscitato in lui/lei quella specifica emozione o sentimento.

E quindi � semplicemente impossibile trasmetterlo tale e quale, anche a una sola altra persona, figuramoci a TUTTI...

Davide stesso lo sa, a qualche livello, e lo dimostra quando dice che "Il problema dell'artista � anche la critica che comunque non sar� mai a conoscenza delle 'quinte' dierto il teatro di quell'opera". Ma il "problema dell'artista" non � quello. Il vero problema dell'artista � che vuole che tutti leggano la sua opera allo stesso modo, come l'ha pensata lui/lei, e soprattutto che la apprezzino tutti (allo stesso modo, magari). biggrin.gif

E Davide lo dimostra dicendo "Maggiore � il consenso, pi� si � bravi artisti", anche se credo che intendesse "consenso" nell'accezione di "accordo". Come si � detto, utopia. Perch� fosse possibile, dovremmo essere tutti uguali e avere le stesse esperienze e trarne le stesse conseguenze... E' piuttosto vero il contrario. Siamo tutti diversi, e non ci sono due persone al mondo che abbiano avuto esattamente le stesse esperienze allo stesso modo.

E allora lasciamo che chiunque "legga" quello che vuole o che pu� nelle nostre opere, e cerchiamo di imparare "i canoni" al meglio, per poterli poi violare consapevolmente al meglio, allo scopo di produrre intenzionalmente un certo tipo di effetto in chi quell'opera osserva...

Poi mostriamo la nostra opera...

..e vediamo di nascosto l'effetto che fa. rolleyes.gif

Oh, tutte opinioni personali, beninteso!

Davide

PS: date le condizioni pietose dell'autore al momento di scrivere il post (ora antelucana e ancora niente caff�), � possibile che il senso dello stesso risulti incomprensibile o confuso. Non preoccupatevi, � cos� anche per lui! laugh.gif
l.ceva@libero.it
Se l'arte o la fotografia siano o meno espressione del dubbio non lo so sinceramente � una domanda che non mi sono mai posto.

La questione della capacit� di giudicare il proprio lavoro credo invece sia una questione importante, sono convinto che l'autore di una fotografia sicuramente non sia il miglior giudice della stessa ma non perch� credo sia difficile scartare una nostra immagine per questioni affettive o di orgoglio.
Il problema che io riscontro nella scelta dei miei scatti, ad esempio dopo una sessione di ritratti, � che essendo io stato presente agli scatti e avendo conosciuto il soggetto tendo a vedere nelle fotografie cose che non ci sono perch� il mio cervello automaticamente completa la visione con le informazioni acquisite dall'esperienza diretta di conoscenza.
Una certa espressione pu� apparirmi simpatica per il semplice fatto che ho coscienza del motivo che l'ha generata magari per una forma di complicit� con il soggetto ma non � detto che l'osservatore esterno la percepisca allo stesso modo.

Per questo motivo quando realizzo una sessione di ritratti mi avvalgo della collaborazione di una persona che fa questo di mestiere e dopo aver scartato le foto tecnicamente sbagliate le sottopongo tutti gli scatti dai quali lei e solo lei fa appunto la selezione finale. La condizione perch� il suo lavoro sia profiquo � che non abbia partecipato agli scatti. In questo modo il suo giudizio non sar� influenzato dalla conoscenza del soggetto ma sar� unicamente basato sulla qualit� fotografica che � poi quello che aprezzer� l'utente finale.

A volte poi realizzo schemi di luce complessi o di particolare effetto ed in questi casi nel giudicare le foto mi capita di farmi distrarre dalla bellezza della luce con il risultato di non vedere una brutta espressione.


ciao

lorenzo

www.lorenzocevavalla.it
alberto.s
...io credo che la fotografia, la pittura o la musica siano semplicemente espressioni del nostro s� interiore...

il quale ovviamente percepisce la BELLEZZA con la quale si trova in contatto e ne riceve una 'pulsione' che lo spinge, con i pochi e insufficienti mezzi di cui dispone, a rappresentarla al meglio che pu�.

il s� non la rappresenta per gli altri (in quanto in realt� non esistono, e il s� lo sa bene..), ma raggiunge l'estasi nel creare la bellezza... ( noi siamo qu� per questo, alla fine... per riconoscere quello che realmente siamo...)

questo dimostra la differenza tra una foto che appare un opera d'arte e quella, seppur tecnicamente perfetta, che non lo �... il motivo � che non si pu�, consapevolmente e per decisione strumentale, cercare di rappresentare la bellezza a comando.

la pulsione dell'artista (siamo tutti artisti...badate bene) � un meccanismo di sovrapercezione, un p� una sorta di illuminazione temporanea, durante la quale interpretiamo la realt� assoluta con consapevolezza... e dalle nostre mani, con i piccoli strumenti che abbiamo a disposizione (pennelli, macchine fotografiche, strumenti musicali), nasce l'esecuzione di quel concerto di bellezza che circonda noi... cosa che, ovviamente, non pu� avvenire sempre e con costanza.

alla vista della 'bellezza interpretata' coloro che, in quel momento, 'sentono' la vibrazione che ne emerge, trovano un riconoscimento di loro stessi all'interno del disegno, e cos� la chiamano...opera d'arte...

o almeno io ... noi... la sento cos�.. smile.gif

buona luce...

albe
sfinge
QUOTE(Eliantos @ Jul 25 2006, 02:08 PM)
Non so se le foto che faccio possano considerarsi Arte...per� so che i dubbi su quello che ho fatto nascono nel momento in cui sottopongo le mie immagini al giudizio degli altri.
Fotografare e tenere le immagini per s� � facile, si evitano le critiche e si � sempre appagati.
Sapere affrontare le critiche-positive e negative-aiuta a crescere; crescono i dubbi ma cresce anche il proprio livello.
*



... dipende ... da come vivi la fotografia e per cosa personalmente ti serve
... senza confronto non c'� crescita ... ma forse nemmeno questo serve
.... e infine bisogna essere in grado di valutare le critiche per quello che sono e da chi vengono fatte
... a volte tener conto di " punti di vista " � controproducente.

ciao.

Luca
davidebaroni
QUOTE(l.ceva@libero.it @ Jul 26 2006, 08:56 AM)
(omissis)
...sono convinto che l'autore di una fotografia sicuramente non sia il miglior giudice della stessa ma non perch� credo sia difficile scartare una nostra immagine per questioni affettive o di orgoglio.
Il problema che io riscontro nella scelta dei miei scatti, ad esempio dopo una sessione di ritratti, � che essendo io stato presente agli scatti e avendo conosciuto il soggetto tendo a vedere nelle fotografie cose che non ci sono perch� il mio cervello automaticamente completa la visione con le informazioni acquisite dall'esperienza diretta di conoscenza.
Una certa espressione pu� apparirmi simpatica per il semplice fatto che ho coscienza del motivo che l'ha generata magari per una forma di complicit� con il soggetto ma non � detto che l'osservatore esterno la percepisca allo stesso modo.

Per questo motivo quando realizzo una sessione di ritratti mi avvalgo della collaborazione di una persona che fa questo di mestiere e dopo aver scartato le foto tecnicamente sbagliate le sottopongo tutti gli scatti dai quali lei e solo lei fa appunto la selezione finale. La condizione perch� il suo lavoro sia profiquo � che non abbia partecipato agli scatti. In questo modo il suo giudizio non sar� influenzato dalla conoscenza del soggetto ma sar� unicamente basato sulla qualit� fotografica che � poi quello che aprezzer� l'utente finale.

A volte poi realizzo schemi di luce complessi o di particolare effetto ed in questi casi nel giudicare le foto mi capita di farmi distrarre dalla bellezza della luce con il risultato di non vedere una brutta espressione.
ciao

lorenzo
*



Ecco, un modo molto pi� chiaro e lucido di dire quello che avevo cercato di dire io... smile.gif

Condivido questo approccio. In pieno. E mi ha fatto venire in mente un paio di miei amici di molto tempo fa, che facevano fotografia pubblicitaria, soprattutto di ambienti (arredamento). Una volta mi dissero: "non avevamo mai saputo cosa vuol dire davvero essere creativi, fino a che abbiamo cominciato seriamente a lavorare per conto terzi, e spesso su layout".

Sul momento non avevo capito cosa intendessero, e pensai che erano un po' strani... biggrin.gif

Adesso penso che quella frase fosse molto pi� vera e profonda di quello che sembrava.

Davide
davide raponi
Beh, nel dire "tutti" parlavo in modo utopistico.
Per� al di la di bagagli culturali ci sono espressioni universali che se riscoperte(mission impossible) portano ad una accordo comune di tutti.

Riguardo all'interpretazione possono esserci opere indefinite e cangianti per ogni spettatore (alcuni generi di musica), credo inoltre che per l'artista ci sia un altro problema:
al di la dell'incomprensione critica di alcune scelte stilistiche, che l'opera non sia travisata, pi� che incompresa (svalutata).
Al_fa
dubitare sempre del prorio lavoro porter� al miglioramento continuo dell'individuo/artista
esprimere questo dubbio attraverso l'arte � altra roba, l'arte non pu� pertanto essere espressione del dubbio se non nella misura in cui l'artista ritenga il dubbio un concetto importante nelle sue opere o trapeli il dubbio dai suoi scatti indipendentemente dal suo volere
FZFZ
L'arte � l'espressione del dubbio?

Direi che l'arte � l'espressione dell'artista, di s� stesso.

Partendo da ci�....ha senso distaccarsi da ci� che si � creato per un giudizio oggettivo?
Cosa , peraltro, assolutamente irraggiungibile....


L'artista nell'opera d'arte vede se stesso....
Il fruitore dell'opera d'arte vede se stesso (stati d'animo, esperienze, cultura personale, etc, etc) attraverso l'espressione dell'artista....


Allora di quale obiettivit� si pu� parlare?

L'obiettivit� , nell'arte, � morta e sepolta da tempi piuttosto lontani.

Allora quando parliamo di "dubbio" parliamo solo della zona oscura dell'interpretazione personale....in questo senso l'arte � l'espressione del dubbio.
L'espressione di una parte di se stessi che si affaccia alla luce a partire dall'ombra.


Buone foto.

Federico.
nisex
QUOTE(Antonio C. @ Jul 24 2006, 10:50 AM)
....
L'autore dovrebbe limitarsi ad editare il proprio lavoro, una volta prodotto, ma fatto questo non pu� avere il distacco necessario per valutare criticamente il risultato.
A chi spetta a quel punto?
...


Io credo che il punto sia proprio questo: il fotografo diventa fotografo quando � in grado di fare il proprio editing senza dubbi, con certezza!
il fotografo diventa artista quando le sue scelte sono inattaccabili da chiunque: chi le guarda non si chieder� mai il perch� o il percome della scelta.

la fotografia tecnicamente ineccepibile e basta � figlia di un gran conoscitore della tecnica fotografica, dopo subentra la filologia fotografica e l� sono dolori...
nic
mirko f.
[quote=twinsouls,Jul 26 2006, 08:28 AM]
Mirko, sono MOLTO curioso di una cosa...

Lasciami fare una premessa. QUALSIASI opera d'arte "trasmette a una massa un sentimento". Nel senso che almeno UN sentimento, uno qualsiasi, lo trasmette di sicuro, foss'anche l'indifferenza. wink.gif Ma era quello che "l'artista" VOLEVA trasmettere? Qui c'� uno dei problemi, ma ci arriviamo dopo.

Detto ci�, sono curioso di sapere questo. L'artista (chiamiamolo pure cos�), in questo caso il fotografo, era presente al momento dello scatto (di solito, ma non sempre, come i fotonaturalisti insegnano). Ha, spesso, scattato quella foto perch� emozionava LUI/LEI. E magari quello che lo/la emozionava era una piccola cosa, che in quel momento si collegava a una parte della SUA vita, dei SUOI valori, delle SUE idee personali, delle SUE esperienze passate... suscitando cos� l'emozione che ha "immortalato" nella sua foto. Come pu�, in questo caso, essere "il primo critico di se stesso"?
Ogni volta che guarder� quella foto, vedr� di nuovo quella stessa piccola cosa, e ricorder� quel momento cos� come l'ha vissuto, e far� gli stessi collegamenti, perch� sono i SUOI. Lui/lei "SA" cosa c'� dentro quella foto. Conosce tutto il percorso evocativo che gli ha suscitato quella emozione. Ha tutto il bagaglio esperienziale a cui quell'emozione � associata.

Per "essere il primo critico di se stesso" dovrebbe DIMENTICARE tutto ci� per un momento, e osservare la propria opera con occhio distaccato e, in un certo senso, "innocente". Non che non si possa fare, ma � molto difficile, per la stragrande maggioranza di noi. rolleyes.gif

In effetti su questo hai ragione, per� bisogna definire bene il concetto di arte secondo me..
Esiste Valentino Rossi ed esistono gli altri, Maradona Pel� e gli altri.. Ansel Adams e Bresson e gli altri..
Penso che la differenza tra questi nomi e "gli altri" sia nota a tutti, questo � solo un esempio per dire che l' artista, inteso come tale, � colui che riesce a fare la differenza rispetto a gli altri , magari essendo propio il primo critico di se stesso...

[FONT=Arial]P:s non so se sono stato propio propio chiaro blink.gif ..
Stefano Migliorini
Questo f� proprio al caso mio.............................
Due giorni f� chiama un mio amico Pittore, mi dice se voglio partecipare ad un concorso di pittura, io rispondo che al momento non ho quadri che possano ritenersi da concorso..e poi ultimamente mi dedico di pi� alla fotografia.
Lui mi risponde che c'� anche una sezione dedicata alla fotografia!
Benissimo ci penso e decido che mi interessa e credevo di aver trovato anche l'opera da inviare.
MA.......MI E' PRESO UN DUBBIO!!!!
L'opera che avrei scelto sar� interessante???
ECCO IL DUBBIO DELL'ARTISTA
COME FACCIO A TOGLIERMI IL DUBBIO???
Stefano
ConteMaxS
Ci vorrebbe il parere di un artista.
el_faz
vero, eravamo a tavola e dissi la frase "l'arte � l'espressione del dubbio", marco per� ha scordato di raccontarvi che avevamo fatto fuori decine di litri di vino:)

il "dubbio" era inteso come mancanza di appagamento, perenne ricerca e contemporanea paura di trovare, bisogno di reinventarsi e coraggio di mettersi in discussione.. insomma, non � "solo" la foto, le curve e la regola dei terzi, c'� pure qualcosa da voler trasmettere, che sia in senso narrativo o biografico, mandiamo un messaggio attraverso quel riflesso di luce.

quel messaggio � destinato prima di tutto al nostro egocentrismo, perche nonsovvoi ma io godo quando vedo che una foto mi � venuta come la avevo pensata, o alcune volte, ancora meglio (uno dei vantaggi dell'essere dilettante).

il giudizio degli altri � l'altro destinatario, e qui � presente una variabile, la persona: ognuno vede le cose in maniera totalmente personale, sul giudizio del singolo incidono miliardi di fattori, eppure un linguaggio universale esiste.. che la nostra foto possa piacere a tutti, possa mandare il nostro messaggio nella ricerca dell'esperanto visivo... ecco, il dubbio ha fatto il suo lavoro: ci ha resi insicuri, inquieti, ci ha fatto tornare sui nostri passi, trovare strade nuove o migliorare quelle esistenti, generando arte. forse:)


ciao a tutti, ciao marco!
faz
maurizioricceri
Ho letto attentamente le riflessioni di ognuno di cui alcune le condivido alre meno,� vero che l'autore debba trasmettere la SUA emozione di quel momento,ma l'osservatore non � nell'animo dell'artista,secondo me ,il problema va affrontato nella sua ragione di fondo,ovvero quale sentimento voleva esprimere l'artista ?? un sentimento di tristezza ?? ok...ma non la SUA tristezza,ma solo una tristezza che trasmetta tristezza all'osservatore, poi ognuno rispecchia in QUELLA tristezza la propria,Ognuno vive la PROPRIA emozione,ma nella stessa direzione, Se fotografoco un funerale,ognuno pensar� alla PROPRIA persona cara dipartita, non a quella di chi in quel momento segue il feretro. Quindi un sentimento di dolore condiviso, ma se fotografo un funerale e chi guarda la foto si spancia dalle risate,evidentemente non sono riuscito a trasmettere niente,anzi il contrario di quello che ne era l'intento.
mi sono fatto capire ??? hmmm.gif
andreasonia01052009
QUOTE(Antonio C. @ Jul 24 2006, 11:50 AM) *

L'autore dovrebbe limitarsi ad editare il proprio lavoro, una volta prodotto, ma fatto questo non pu� avere il distacco necessario per valutare criticamente il risultato.
A chi spetta a quel punto?
Al pubblico cui il lavoro � destinato, in primis.


concordo in pieno. complimenti per il post.
un autore non pu� assolutamente giudicare neutralmente il prorpio lavoro... solo il pubblico a questo punto pu� decidere...

buoni scatti a tutti...
Tato_p2p
QUOTE(infermiere1983 @ Sep 21 2006, 10:35 PM) *

concordo in pieno. complimenti per il post.
un autore non pu� assolutamente giudicare neutralmente il prorpio lavoro... solo il pubblico a questo punto pu� decidere...

buoni scatti a tutti...


hmmm.gif
Non ne sono completamente sicuro.
Certo, � il pubblico che paga/appaga o meno con il suo consenso/dissenso o con i suoi soldi.
Ma chi � il pubblico? Non � forse gente comune, con le proprie esperienze ed influenzata da queste?
Pensiamo ad un nudo. Quante reazioni diverse puo' suscitare? C'e' chi si scandalizza, chi apprezza, chi rimane indifferente, chi si imbarazza, etc...
Avremmo quindi giudizi diversi perch� il pubblico � diverso.

Non esiste un'universalit�...

Se non per poche cose: Pollice.gif rappresenta una mano chiusa con il pollice alzato. Questo � "universale" (Magari qualcuno ci vede un pollo, ma concedetemi un certo "margine").
Che rappresenti "OK", "Tutto bene", "bravo" e non "Mi dai un passaggio?" o "guarda/vai/sposta in alto", "premi il bottone", "succhiati il dito", "graziato", etc... deriva dalle nostre epserienze e vale solo perch� inserito in un contesto preciso.

Ecco forse da dove nasce il dubbio, anzi i dubbi, uno nella criticit� stessa dell'autore ed uno in quella del pubblico...

blink.gif
Meglio tornare a scattare! tongue.gif Buona luce!
FZFZ
Volevo aggiungere un altro paio di idee.
Il discorso che l'artista non pu� essere il primo critico secondo me � assurdo.
Prima di tutto l'opera stessa, nella stessa mente del creatore, varier� di senso, di significato , nel corso del tempo.

La critica dell'opera ovviamente pu� solo avvenire quando si percepisce l'opera.
Non quando la si crea.
L'artista � artefice di entrambi i processi in due tempi o pi�, vista la mia idea che l'opera stessa varia l'impatto sull'artista stesso in momenti diversi.

Ma anche lo spettatore � artefice della creazione dell'opera d'arte.
Nel momento in cui percepisce il lavoro lo f� suo e di nessun'altro.
Al processo di percezione dell'opera si aggiunge il processo di proiezione dei suoi processi immaginativi (si vedano i test di Rorschach come esempio...dove ognuno vede cose...estremamente diverse da un altro individuo...eppure il processo fisiologico di visione � uguale in tutti gli esseri umani...patologie a parte..)
A questi contribuiscono poi il suo background culturale , antropologico, psicologico...un'infinit� di fattori in un intreccio incredibile..
Tutto insieme contribuir� alla creazione di un costrutto unitario: l'opera d'arte e ci� che ci viene ispirato da essa...
Vedendo il quadro nel suo complesso � chiaro come la differenza tra l'artista ed il fruitore attento, sensibile e consapevole dell'opera d'arte si assottiglia...fin quasi a sparire...
Ovviamente il processo di creazione (nel senso fisico del termine) � esclusivo dell'artista..ma il processo di percezione � davvero molto molto simile...entrambi sono fortemente influenzati da se stessi nell'analisi dell'opera.

Naturalmente � necessaria una cultura adeguata per poter comprendere una determinata forma d'arte...ma � una necessit� di praticamente ogni forma di lavoro intellettuale...
Come � necessario sapere l'alfabeto per poter parlare e scrivere, � necessario avere determinati presupposti culturali per poter capire una determinata e specifica arte.


Allora il dubbio pu� stare nell'interpretazione...ma secondo me � un dubbio con poco senso per quello che ho detto prima...cio� che qualunque fruitore dell'arte, osservando in una determinata maniera un'opera, la crea e la ricrea attraverso i popri processi...cio� attraverso se stesso.


gigiodvd
dubbi? si, sempre. Ma forse dettati dall'insicurezza o semplicemente perch� sar� sempre il prossimo scatto quello che meglio rifletter� ci� che � posto nella sede delle nostre funzioni cerebrali?

gigiodvd
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