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MatteoGirola
Ehm...ciao ragazzi,
scusate l'ignoranza... tongue.gif per cosa sta letteralmente la sigla "EV" degli stop?
E' un termine inglese?

Met
Federix
Te la faccio semplice semplice

http://it.wikipedia.org/wiki/Valore_di_esposizione

biggrin.gif
matteoganora
QUOTE(MatteoGirola @ Sep 27 2006, 03:59 PM) *

Ehm...ciao ragazzi,
scusate l'ignoranza... tongue.gif per cosa sta letteralmente la sigla "EV" degli stop?
E' un termine inglese?

Met


Significa Exposure Value

Copio e incollo dal glossario di Nadir:
http://www.nadir.it/quest-faq/faq_miscel.htm

"EV sta per Exposure Value, Valore di Esposizione, tradotto però molto più propriamente con Valore Luce, perché è un indicatore della luce riflessa dal soggetto, anche se ovviamente collegato all'esposizione. L'esposizione da dare ad una pellicola viene decisa in base alla luminanza del soggetto (possiamo chiamarla intensità luminosa, se ci rende la comprensione più facile) ed alla quantità di luce che la pellicola richiede. In pratica la scala degli EV è stata introdotta al fine di poter rappresentare i variabilissimi valori delle luminanze del mondo reale in una scala aritmetica di facile uso. La luminanza, in poche parole, si può definire come una grandezza che indica quanta luce colpisce (o è riflessa da) un determinato oggetto, e si misura in candele per metro quadro. Per convenzione, 1 EV = 2 candele per metro quadro. Ritornando al nostro problema di esposizione, la luminanza può essere equiparata alla pressione che esiste in una tubazione dell'acqua, la quantità di luce richiesta dalla pellicola è invece il volume del recipiente che vogliamo riempire. Ciò che vogliamo sapere è di quanto bisogna aprire il rubinetto (diaframma) e per quanto tempo (tempo di otturazione) per ottenere il volume richiesto (quantità di luce) con quella data pressione (intensità luminosa). Ora, l'esposimetro non misura quantità di luce, ma solo intensità. Bisogna quindi tradurre la misura di intensità in un dato di esposizione, ed i fabbricanti di esposimetri ce lo rendono possibile stabilendo per mezzo di esperimenti la correlazione tra l'intensità indicata dallo strumento ed il giusto annerimento della pellicola. Troveranno così che, per una pellicola da 100 ISO, il giusto annerimento per una data intensità luminosa del soggetto si ottiene ad F/5,6 ed 1/60. La stessa quantità di luce può essere convogliata sulla pellicola chiudendo il diaframma ad F/8 ad allungando il tempo ad 1/30, e così via per tutte le altre coppie equivalenti.
In termini fotografici, dunque, i valori EV devono venire tradotti in coppie tempo/diaframma, perché è così che funzionano le macchine fotografiche. Per esempio, EV=10 equivale a f/5.6 e 1/30, e da questo valore si ricavano tutte le coppie equivalenti: f/4 e 1/60, f/2.8 e 1/125, ecc. Allo stesso modo, EV=11 equivale ad f/5.6 e 1/60 (ovvero uno stop in meno di esposizione rispetto a EV=10); qui le coppie equivalenti sono f/4 e 1/125, f/2.8 e 1/250, ecc. Ovviamente tutta questa scala ha un perno su cui basarsi. Questo perno è EV=0, ed equivale ad un secondo ad f/1 (il tutto sempre in riferimento ad una 100 ISO). Naturalmente questo non vuol dire che al di sotto di EV = 0 non c'è luce. Questa scelta dello zero della scala è totalmente arbitraria, e la scala può essere estesa verso valori negativi degli EV, con il significato che ad EV = -1 c'è metà luce che ad EV = 0, e ad EV = -2 ce n'è metà che ad EV = -1. Se la sensibilità della pellicola è diversa da 100 ISO le coppie diaframma-tempo si spostano verso sinistra (sensibilità più alta) o verso destra (sensibilità più bassa). Un metodo più rapido è quello di calcolare sempre tutto sulla scala per i 100 ISO, e poi una volta trovato il valore che ci interessa ridimensionarlo (cioè aumentarlo o diminuirlo) di uno, due o più stop a seconda della sensibilità della pellicola. Ci si può porre la domanda se quanto detto vale per tutti gli esposimetri, cioè, per esempio, se ogni esposimetro a -1EV, F/1.4 e 100 ISO indicherebbe 4sec di esposizione. In principio si, la relazione EV/sensibilità/diaframma/tempo è la stessa, almeno finché i diversi esposimetri leggono l'intensità luminosa con la stessa precisione. Ogni strumento ha però i suoi limiti di affidabilità, per cui è possibile che un particolare esposimetro non sia abbastanza preciso al di sotto o al di sopra di certi valori EV. Nel libretto d'istruzioni dell'esposimetro o del corpo macchina in cui esso è incorporato dovrebbero essere riportati i limiti entro i quali il comportamento è affidabile. Se il limite minimo è EV = -1 i 4sec indicati sono una indicazione valida, al di sotto di EV = -1 non lo sarebbero più. Lo stesso vale per il limite superiore."


enrico
Ciao,
se poi lo vuoi sapere in maniera complicata, la formula è la seguente:

EV = log (2) ( 1/f2 x t)

poichè non riesco in questa finestra a digitare i pedici e gli apici, ti descrivo la formula a parole:

L' EV è uguale al logaritmo in base due del prodotto dell'inverso del quadrato dell'apertura per il tempo.

Ciao
Enrico
MatteoGirola
Quando si ha bisogno di risposte al volo, precise ed esaurienti siete sempre i migliori.

Grazie a tutti!

Met
salvomic
QUOTE(enrico @ Sep 27 2006, 04:13 PM) *
Ciao,
se poi lo vuoi sapere in maniera complicata, la formula è la seguente:
EV = log (2) ( 1/f2 x t)
poichè non riesco in questa finestra a digitare i pedici e gli apici, ti descrivo la formula a parole:
L' EV è uguale al logaritmo in base due del prodotto dell'inverso del quadrato dell'apertura per il tempo.

seguendo le convenzioni dei newsgroup di matematica (di derivazione LaTeX) si potrebbe scrivere:
EV = log_2((1/f^2)*t)
ove gli underscore _ stanno per pedice e i caret ^ per apice.
Ma il discorso non cambia smile.gif

ciao
filippogalluzzi
.... sposto in TF non ritenendo la domanda rigurdante le dsrl nello specifico!

UN salutone!
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