pesco
Nov 24 2006, 04:43 PM
E' questo il titolo di un articolo apparso oggi sull'inserto Modi e Mode del Corriere della Sera (24/11/2006) scritto da Ferdinando Scianna.
Per chi lo avesse perso riassumo i tratti salienti che mi hanno colpito maggiormente:
[...] La luce e il tempo sono propriamente le due materie prime di cui è fatta ogni fotografia.
[...]
La fotografia ci ha fornito l'illusione di credere che fermare il tempo era diventato possibile. Illusione, luogo comune, una fotografia non ci mostra affatto il mondo così com'è ma, al massimo, come quel frammento di mondo appariva a chi in quell'istante ha schiacciato il pulsante dell'otturatore di una macchina fotografica. Ciò che la rende intrinsecamente diversa da ogni altra immagine è che la fotografia è carica di tempo.
[...]
[La fotografia] Ci fornisce la "prova" della nostra esistenza nella continuità del tempo. [...]Forse è proprio da questo che è nata la gigantesca nevrosi di "immortalare" fotograficamente i momenti della vita che consideriamo più importanti. [...]Come se a vivere qualcosa senza fotografarlo potessimo domani dubitare che sia accaduto veramente.
[...]
E' probabile che questa enorme massa di immagini abbia finito col costruire un muro insormontabile piuttosto che un ponte, tra noi e il reale.
E' possibile anche che la fine imminente della fotografia analogica a favore delle immagini digitali, che inevitabilmente fanno perdere alla fotografia il suo prestigio di documento, di traccia del reale , finiranno col cambiare la ragione e il senso stesso del fotografare.
Già l'enorme diffusione dei telefonini che fanno foto ha trasformato il fotografare da consapevole scelta di istanti significativi da ricordare in gesto compulsivo di effimero appunto della quotidianità, da cancellare subito dopo. Immagini usa e getta, tempo usa e getta, come tutto il resto.
Forse non ci interessa più la fotografia come sfida al tempo ed esercizio di memoria. Forse quello che sempre di più chiederemo alla fotografia digitale e ai computer saranno immagini finzione di vite che non abbiamo vissuto e fingeremo di aver vissuto.
In definitiva, anche la chirurgia plastica, figlia del ritocco fotografico, è un tentativo di fermare il tempo.
enrico
Nov 26 2006, 11:14 AM
Ciao,
grazie per averci postato parte dell'articolo.
Veramente, questi concetti non mi sono affatto nuovi: li ho letti sul libro (ottimo) di Susan Sontag: "Sulla Fotografia".
Discutere se ne potrebbe eccome, ma i temi toccati sono tanti.
Enrico
maurizioricceri
Nov 26 2006, 03:58 PM
....potremo mai fermare il tempo ?? è cosa giusta ???
Bella domanda..vero ?? vale 10000000000000000000000 di euro !!!
enrico
Nov 26 2006, 04:30 PM
Ciao Maurizio,
credo proprio che la fotografia lo fermi il tempo. Ho sfogliato giorni fa una mia vecchia monografia su Nadar, causa una relazione che sto portando avanti sul collodio umido, e vi ho rivisto foto di personaggi famosi, come Verdi, Dumas, Manet, Doré e molti altri e mi è venuto da riflettere proprio su questo. Loro non ci sono più da tempo, ma attraverso quelle immagini ho potuto riscoprirne i lineamenti, gli atteggiamenti, gli sguardi (che sono i moti dell'anima), oltre all'abbigliamento dell'epoca, e mi sono sentito un po' trasportato a quei tempi, sentendone la nostalgia. Strano di come si possa sentire la nostalgia di tempi che in fondo non ci appartengono, essendo noi nati molti decenni dopo. Ma non ci appartengono? Credo che invece ci appartengano anch'essi perché fanno parte della nostra cultura e perchè il presente è costruito sul passato ed anche noi siamo figli di tutto ciò che è stato.
Enrico
e ancora.
Ma sono interessanti anche, se non di più, le immagini della povera gente, di coloro di cui la storia non si occupa, ma che la storia hanno contribuito, in silenzio e con la sofferenza a volte, a farla. Allora la fotografia diventa una forma di giustizia, a ricordare che ci sono stati anch'essi.
maurizioricceri
Nov 26 2006, 05:04 PM
Ciao Enrico
una riflessione filosofica molto profonda ed intrigante,la nostra storia è costruita sulla epopea di uomini ,più o meno noti,che hanno contribuito alla costruzione di questo mondo.Una storia fatta di sacrifici,di scoperte,di sangue versato che, più che la nostalgia,stimola la nostra curiosità verso epoche a noi sconosciute,se non nella lettura dei testi,ma privandoci di tutte quelle emozioni che solo il momento può darci.La curiositò verso ciò che non conosciamo,l'ignoto ,il " nuovo,il diverso " ..anche se vecchio di mille o più anni.
La fotografia in tutte le sue espressioni,è un mezzo per fermare il tempo, rendendoci osservatori di un determinato momento storico ma ..ci appartiene veramente ??Forse solo culturalmente.Riusciremmo mai a provare l'emozione della creatività di una melodiosa sinfonia su una tastiera ??
Chissà se il genio di Dumas,Verdi Manet ed altri li abbia resi consapevoli di essere "Verdi,Manet,Dumas.... " ?
Forse il male peggiore della scuola attuale è proprio quella di aver, troppo spesso , perso la memoria storica degli eventi.
Ciao e buona serata...Maurizio
davide raponi
Dec 9 2006, 06:19 PM
Beh, sicuramente la foto ritrae l'attimo in cui è stata scattata.
Ma vanno fatte delle differenze:
- La foto(grafia) riesce a fermare solo l'istante
- La Fotografia invece il momento , ovvero la scena (forme) e la situazione, cioè il contesto "sentimentale" ed il messaggio dell'autore...
Secondo me, ciò di cui ha paura l'autore dell'articolo è che, con il digitale e la volgarizzazione dei mezzi, tutto cada nella foto(grafia).
enrico
Dec 9 2006, 06:54 PM
QUOTE(davide raponi @ Dec 9 2006, 06:19 PM)

Beh, sicuramente la foto ritrae l'attimo in cui è stata scattata.
Secondo me, ciò di cui ha paura l'autore dell'articolo è che, con il digitale e la volgarizzazione dei mezzi, tutto cada nella foto(grafia).
Ma questo non è solo dell'oggi e del digitale. Da ragazzo leggevo una rivista di fotografia dove si parlava di immagini. Dopo qualche anno, le pagine vennero occupate da macchine, obiettivi, prove. Una trentina d'anni fa, a casa di un comune amico capitò un signore facoltoso anch'egli dedito alla fotografia. Saputo che ero un appassionato si mise a fare un soliloquio, vantando le sue Hasselblad e tutta l'altra sua attrezzatura. Giorni dopo l'amico mi fece vedere delle foto che questi aveva fatto ai figli: pessime, piatte e con una pesante dominante cromatica, visto che le aveva fatte col flash sparato sulle pareti che erano di colore giallo. Gli mostrò allora un paio di ritratti che avevo fatti io, a luce ambiente e con la mia modesta attrezzatura e che l'amico aveva incorniciato. L'amico facoltoso smise di parlare di fotografia.
Ed il digitale era ancora lungi dall'arrivare. Probabilmente la maggiore praticità del digitale farà sfornare un numero molto più elevato di foto mediocri ma, per l'appassionato, costituirà una palestra dove esercitarsi e dove il costo degli scatti non farà da freno alla sperimentazione.
Io credo che il vero problema non sia mai nel mezzo, ma nella passione, nel gusto e nelle idee.
Ciao e grazie per aver ulteriormente alimentato questa discussione che meriterebbe ancora altri approfondimenti.
Ciao
Enrico
MSVphoto
Dec 9 2006, 11:04 PM
Interessante articolo... l'avevo perso.
In fatto che un fotografo come Scianna, a mio parere uno dei più grandi in Italia, faccia questa riflessione dal tono quanto meno preoccupato, mi dispiace assai.
Il "bombardamento" d'immagini al quale siamo sottoposti, sta facendo un vero disastro...
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