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Pagine: 1, 2
Al_fa
Si vede innazitutto da lontano.
Poi a media distanza.
E finalmente da vicino.


Questo dipende da come sono distribuiti gli elementi visivi al suo interno.

Quando c'� equilibrio tra le parti non serve l'ingrandimento e neanche i dettagli.


Provate per esercizio a prendere una foto particolarmente brutta ed a socchiudere gli occhi fino a sfuocarla. E' interessante? O non � altro che un ammasso di grigiume senza logica?

Riprovate a farlo con una foto particolarmente bella, una di uno dei grani maestri. E ora? wink.gif
maurizioricceri
Il bello o il brutto,credo sia molto soggettivo, dipende dallo stato psicologico del momento in cui osservi la foto,da ci� che riesce a trasmetterti e soprattutto da quegli elementi che risvegliano in noi legami con vecchie emozioni stipate nei nostri sensori emotivi.
decarolisalfredo
Hai ragione. Pollice.gif

Su questo Forum trovo spesso persone che mi sorprendono,favorevolmente.

Alfredo

Al_fa
QUOTE(maurizioricceri @ Jan 9 2007, 05:23 PM) *

Il bello o il brutto,credo sia molto soggettivo, dipende dallo stato psicologico del momento in cui osservi la foto,da ci� che riesce a trasmetterti e soprattutto da quegli elementi che risvegliano in noi legami con vecchie emozioni stipate nei nostri sensori emotivi.



maurizio, umori a parte credo ci siano opere che difficilmente vengono riconosciute come opere minori, semplicemente per l'impatto visivo che suscitano nel "lettore" (ovvero chiunque le osservi)

poi magari suscitano vomito

ma il punto � che suscitano

ho detto "una bella" o "una brutta" foto
consideralo "un lavoro fotografico importante" o un "lavoro fotografico minore"
o ancora un "capolavoro dell'arte visiva" o "un semplice studio, senza ambizioni"

fai un p� tu

mi sento abbastanza convinto che si possa distinguere tra un'opera di un certo peso/rilievo da una poco importante, indipendentemente dall'umore o dallo stato del momento
davidegraphicart
Aggiungerei anche...dipende da chi l'ha scattata... wink.gif
Ciao, Davide.
Al_fa
QUOTE(davidegraphicart @ Jan 9 2007, 06:13 PM) *

Aggiungerei anche...dipende da chi l'ha scattata... wink.gif
Ciao, Davide.



E perch� mai?
maurizioricceri
QUOTE(davidegraphicart @ Jan 9 2007, 06:13 PM) *

Aggiungerei anche...dipende da chi l'ha scattata... wink.gif
Ciao, Davide.


questo � uno dei motivi,per cui credo ,sia pi� importante valutare un'opera con l'istinto che ci viene dettato dal nostro "io" e non condizionati da una pubblicit� mediatica che troppo spesso ci vorrebbe far vedere il "bello" dove il bello non c'�,almeno non un bello misurato secondo i nostri canoni di valutazione.Quello che � l'impatto visivo,dovrebbe essere emotivamente libero da condizionamenti prescindendo dal nome o dall'immagine ritratta.Certamente esistono opere d'arte universalmente riconosciute ma non credo che le stesse suscitano inequivocabilmente le stesse emozioni in ogni osservatore.Da qui l'opportunit� di mettere un titolo o firma dell'autore di cui � gi� stata oggetto di pensieri diversi anche qui nel forum.
davidebaroni
Credo che qui si riproponga un equivoco che fin troppo spesso anima discussioni anche accese, sia su questo forum che altrove. smile.gif

Credo, e Al_Fa mi smentir� se sbaglio, che lui volesse parlare di una buona foto... che NON E' necessariamente una bella foto. "Bello" riguarda l'estetica, "buono" (in questo caso) riguarda l'efficacia.

Ora, per me � evidente che per Al_Fa una buona foto � anche bella, indipendentemente dai contenuti estetici... anzi, del tutto indipendentemente dai contenuti.
E su questo sono, personalmente, d'accordo al 12.738 %. smile.gif

E poi arriva il mio omonimo, Davidegraphicart, a dire:
QUOTE
Aggiungerei anche...dipende da chi l'ha scattata...

A cui rispondo che, in un certo senso, � vero. Se so che chi ha scattato la foto � uno che non fa le cose a caso, mi viene da chiedermi "Cosa voleva esprimere/trasmettere/suscitare, con questo scatto?"... LUI, non "che foto mi sarebbe piaciuto vedere?". E questo, per inciso, � probabilmente il motivo per cui si esprimono "certe" critiche e commenti ad alcune foto... Non ci chiediamo cosa voleva dire l'autore, ma cosa avremmo voluto vederci noi. smile.gif

Per me, la buona foto � quella che riesce a trasmettermi un messaggio il pi� possibile simile a quello che il fotografo aveva in mente quando l'ha scattata. Anche quella che semplicemente "mi trasmette" la considero buona, ma in qualche modo meno... almeno dal punto di vista di uno che le foto le fa anche. Come semplice spettatore forse non c'� tutta questa differenza... Non subito, almeno.

E poich� questo "trasmettere", o come dice Al_Fa "suscitare", dipende da tutta una serie di fattori strutturali dell'immagine, ecco che la sua distinzione e spiegazione del primo post ha per me un sacco di senso.

Grazie Al_Fa per aver sollevato la questione... smile.gif

Davide
nisant
QUOTE(twinsouls @ Jan 9 2007, 09:35 PM) *

...
Per me, la buona foto � quella che riesce a trasmettermi un messaggio il pi� possibile simile a quello che il fotografo aveva in mente quando l'ha scattata. Anche quella che semplicemente "mi trasmette" la considero buona, ma in qualche modo meno...


Mah ... hmmm.gif ... da un certo punto di vista � vero, chi � riuscito a tradurre i propri sentimenti e la propria ragione in materia che viene colta e correttamente interpretata dagli osservatori ha fatto un ottimo lavoro di costruzione e va lodato per questo.

Ma i grandi capolavori dell'arte, hanno tutti questa caratteristica?

Non lo so, se penso a cose che smuovono fin nelle viscere l'osservatore (me e chiss� se anche altri) mi trovo davanti ad opere in cui non � presente necessariamente un "messaggio" esplicito.

Anzi, quelle pi� coinvolgenti, trovo che suscitino spesso emozioni contrastanti negli osservatori, ma li scuotono fin dalle fondamenta dell'animo.

Ciao.
Antonio
davidebaroni
QUOTE
Non lo so, se penso a cose che smuovono fin nelle viscere l'osservatore (me e chiss� se anche altri) mi trovo davanti ad opere in cui non � presente necessariamente un "messaggio" esplicito.

Anzi, quelle pi� coinvolgenti, trovo che suscitino spesso emozioni contrastanti negli osservatori, ma li scuotono fin dalle fondamenta dell'animo.


E quello che "smuove fin nelle viscere" te e forse altri, quello che coinvolge, non � forse un messaggio esplicito? biggrin.gif
La risposta emotiva, che pu� benissimo essere contrastante, dipende essenzialmente dal rapporto che ognuno di noi ha con quel messaggio... e ci dice semplicemente che "il messaggio � arrivato". smile.gif

Parere del tutto personale, come sempre. smile.gif
nisant
QUOTE(twinsouls @ Jan 10 2007, 12:29 AM) *

E quello che "smuove fin nelle viscere" te e forse altri, quello che coinvolge, non � forse un messaggio esplicito? biggrin.gif
La risposta emotiva, che pu� benissimo essere contrastante, dipende essenzialmente dal rapporto che ognuno di noi ha con quel messaggio... e ci dice semplicemente che "il messaggio � arrivato". smile.gif

Parere del tutto personale, come sempre. smile.gif


Capisco cosa vuoi dire e condivido, un messaggio riconoscibile pu� senz'altro generare reazioni molto differenti, chess�, per fare un esempio estremo, una svastica pu� suscitare nostalgia o orrore.

Io volevo invece sottolineare l'opera che non puoi incasellare in vissuti comuni concreti e direttamente riconoscibili, seppur interpretati in maniera opposta.
Parlavo di immagini che pur non avendo direttamente a che fare con le sensazioni che evocano, comunque sono in grado di suscitarne e di suscitarne di opposte. Opere che fanno pensare me alla morte e te alla nascita, senza mostrare n� cadaveri n� neonati.

Ciao.
Antonio
davidebaroni
QUOTE
Capisco cosa vuoi dire e condivido, un messaggio riconoscibile pu� senz'altro generare reazioni molto differenti, chess�, per fare un esempio estremo, una svastica pu� suscitare nostalgia o orrore.

Ecco, per esempio, la svastica � un contenuto. Il significato che ha cambia a seconda del contesto in cui la si colloca, e al modo in cui la si rappresenta. Credo che non avrai difficolt� ad immaginare una foto che "rappresenti" la nostalgia per qualcosa simboleggiato dalla svastica, e l'altra foto che "rappresenti" l'orrore per la stessa cosa, simboleggiata di nuovo dalla svastica. smile.gif
Ora fai un passo indietro, e guarda quelle due immagini affiancate...
In cosa sono strutturalmente diverse, e in cosa invece simili? Sono ENTRAMBE "buone foto"? O c'� qualcosa che non "ti finisce"? Ha a che fare con i tuoi personali sentimenti al riguardo? wink.gif
Spero di essermi spiegato meglio ora. Se lascio fuori i miei sentimenti, le mie personali "preferenze" a livello di contenuto, posso percepire la forza, la "bont�", della foto... indipendentemente dal fatto che a me piaccia o no.
QUOTE
Parlavo di immagini che pur non avendo direttamente a che fare con le sensazioni che evocano, comunque sono in grado di suscitarne e di suscitarne di opposte. Opere che fanno pensare me alla morte e te alla nascita, senza mostrare n� cadaveri n� neonati.

Anche io, come vedi... biggrin.gif
...e comunque vorrei che mi spiegassi una cosa... Se le sensazioni sono evocate dalle immagini, come fanno le immagini stesse a non avere niente a che fare con quelle sensazioni?
Se mi dici che il loro contenuto non ha apparentemente niente a che fare, ok... ma la loro struttura ci ha a che fare eccome! wink.gif
Capisco che fare questa distinzione fra contenuto e struttura non � semplice. Mi ci sono voluti mesi di training continuo per riuscirci, ma forse ero di coccio io... Per� ora non tornerei indietro nemmeno se mi pagassero per farlo. E' come parlare di vocabolario e di sintassi...
enrico
QUOTE(twinsouls @ Jan 9 2007, 09:35 PM) *


Per me, la buona foto � quella che riesce a trasmettermi un messaggio il pi� possibile simile a quello che il fotografo aveva in mente quando l'ha scattata.


Condivido in pieno. Se consideriamo la fotografia un linguaggio, non pu� essere che cos�. La foto diventa una "scrittura" attraverso la quale comunicare qualcosa. Diviene quindi importante non solo il contenuto, l'idea, ma anche il come. Nel campo della scrittura, due persone diverse possono avere entrambe sentimenti profondi, ma l'una riesce ad esprimerli con efficacia e crea un'opera d'arte, una poesia; l'altro si esprime invece in maniera confusa e sgrammaticata.
Se invece vediamo una foto cercando quali sensazioni suscita in noi, il discorso cambia. Ma si perde il senso della foto come comunicazione. Non si "legge" il messaggio dell'autore, ma si "legge" il proprio io.
Saluti
Enrico
FabioC.
Ottimo spunto di discussione per "Photo Culture - Temi"

..si continua da quella parte wink.gif

ciao

Fabio
enrico
QUOTE(maurizioricceri @ Jan 9 2007, 06:32 PM) *

questo � uno dei motivi,per cui credo ,sia pi� importante valutare un'opera con l'istinto che ci viene dettato dal nostro "io" e non condizionati da una pubblicit� mediatica che troppo spesso ci vorrebbe far vedere il "bello" dove il bello non c'�,almeno non un bello misurato secondo i nostri canoni di valutazione.Quello che � l'impatto visivo,dovrebbe essere emotivamente libero da condizionamenti prescindendo dal nome o dall'immagine ritratta.


Ciao Maurizio,
non condivido il "dover giudicare con l'istinto", ma condivido il resto del tuo pensiero: molte immagini d'autore vengono spesso giudicate d'alto livello, per il solo fatto di conoscerne la firma. E' indubbiamente vero che un autore importante sa usare bene il mezzo fotografico per esperienza e per capacit�, ma le sue fotografie non avranno tutte uno stesso altissimo livello qualitativo; ce ne possono essere anche di mediocri. Sull'altra faccia della medaglia, non � detto che un semplice e sconosciuto fotoamatore non possa fare foto di grande spessore: io ne ho viste su questo forum.
Enrico
nisant
QUOTE(twinsouls @ Jan 10 2007, 02:52 AM) *

...
Se le sensazioni sono evocate dalle immagini, come fanno le immagini stesse a non avere niente a che fare con quelle sensazioni?
Se mi dici che il loro contenuto non ha apparentemente niente a che fare, ok... ma la loro struttura ci ha a che fare eccome! wink.gif
...

Mi rallegro per te perch� ti sei incamminato con soddisfazione nell'opera di discernimento tra contenuto e struttura. Io non sono certo di farlo, almeno non in modo cosciente, e non so se lo faccio incosapevolmente.
Parlando di svastiche, prendine una su un muro, lisco, senza altri particolari segni, forografala. Poi falla vedere ad un nazi o a un ebreo.
Adesso rifotografala quando la strada � affollata e rifa' l'esperimento.
Poi rifotografala con uno skinhead tutto borchiato e poi con un bambino incappottato, magari con un baschetto e le mani in testa (in B/N) e di nuovo verifica le reazioni.
Ci sono stati cambi di contenuto (forse modesti), di struttura (forse grandi), ma non mi meraviglierei che le reazioni dell'osservatore restassero uguali nel segno e, semmai, variabili solo nell'intensit�.

Un esempio concreto, che non ha niente a che fare con le opere d'arte a cui mi riferivo inizialmente, ma molto pi� miseramente ha come oggetto due foto scattate da me, presentate in questo 3D (che, tra l'altro, ho avuto il piacere di veder commentato per primo proprio da te smile.gif ) pu� illustrare il mio pensiero.

Prendi la seconda foto, che io avrei intitolato "nascita" o "3, 2, 1, takeoff", come a simboleggiare la partenza, l'inizio. Da un altro gentilissimo commentatore � stata associata all'idea di rottamazione, eliminazione dell'obsoleto, un forno crematorio (tanto per restare in argomento svastiche).

Ora, io non riesco a trovare una discriminante di contenuto e/o struttura che mi giustifichi necessariamnete la sensazione di inizio o al contrario quella di fine, che trovo comunque plausibili entrambe.
Trovo l'immagine non esplicita e, nel mio piccolo, mi ha fatto piacere che abbia suscitato emozioni differenti, perch� le trovo comunque interpretazioni sensate dell'immagine, seppur non tutte coincidenti con la mia.

Questo, probabilmente, nell'opera di uno qualsiasi, come nella fattispecie, puoi considerarlo un limite, ma penso che nel caso di un grande artista si possa considerare un pregio.

Ciao.
Antonio
MSVphoto
Caspita questo � un "tema" veramente difficile!
Credo che sia difficile e anche molto, dare una definizione di cosa � una "buona fotografia", chi mi ha preceduto ha gi� segnalato alcuni aspetti, credo validi, da tener presente.
Prendo coraggio e provo ad aggiungere qualche mia considerazione, qualche "spunto", ne scrivo come se fossero mie riflessioni, diciamo, intime... ma con la speranza di poter suscitare qualche reazione...
Anticipo che gli "spunti" successivi non sono inseriti in ordine d'importanza ma un p� come sono... venuti!
Spunto A: Quanto � importante la nostra "Cultura"? ... si anche quella generale, ma sopratutto la nostra personale "formazione" all'immagine. Personalmente credo di essere diverso oggi da quello che ero 20 anni fa, oggi il mio patrimonio "visivo", quello che ho cercato di "imparare" dalle immagini viste mi "forza" a dare dei giudizi che sono, magari inconsciamente, comparativi, quello che vedo oggi deve fare i "conti" con quello che ho gi� visto...
Spunto B: Tra i fattori che vorrei includere � quello che riguarda la foto come "Documento". Nel mio piccolo, ho avuto modo di rifletterci molto negli ultimi mesi, durante l'opera di digitalizzazione del mio archivio e per un piccolo progetto su Milano a cui ho partecipato. Spesso ci dimentichiamo di questa cosa, il valore documentale di una fotografia cambia nel tempo, quella che oggi � un'immagine (e magari neppure...) solo "tecnicamente buona" un giorno, con molta probabilit�, diventer� una foto molto pi� interessante, pi� importante, pi� "buona" perch� ci mostrer� "come eravamo"! (Milano in 15 anni � cambiata moltissimo!)
Spunto C: "Arte/ricerca" questo � un argomento complesso... e qui non so come dirlo per�, io credo che "l'artista" esiste, � quella persona con una sensibilit� mostruosa, � "illuminato", e potrebbe essere talmente illuminato da accecare gli altri... che probabilmente non lo vedrebbero!
Qui per� mi fermo, non sono all'altezza!
Spunto D: Si � gi� parlato dell'influenza della "firma", un p� ci credo anch'io, � un classico, per� dovrebbe "funzionare" se non teniamo in considerazione gli altri "spunti"! wink.gif
Spunto E: "Canoni estetici", insomma le varie regolette, "dei terzi" dei "sesti" "l'equilibrio"... si sempre valide ma... "bisogna" rompere le regole ogni tanto, e quindi nel valutare una foto questo avr� un certo peso, quanto siamo "propensi" ad uscire da questi canoni?
Spunto F: La foto che "urta", lo "scoop" (si fa per dire...), "messaggio". Su questo sono molto convinto, le foto che hanno contenuti, diciamo cos� "pesanti" le ritengo le foto pi� facili, saranno anche buone ma... non per me.
Su questo aspetto "cerco" di essere incorruttibile! Per approfondimenti vi rimando qui, a mio parere una lettura fondamentale.
Spunto G: ne avete gi� parlato... "stato d'animo", il nostro, penso proprio che pesi molto, � il "traduttore", il "convertitore" attraverso il quale noi leggiamo il "messaggio" contenuto nell'immagine. Non � una cosa negativa in assoluto, anzi, potrebbe portarci, casualmente..., pi� "vicino" all'autore!
Caspita... ho paura di aver scritto un "filino" troppo!
Perdonatemi � la passione! rolleyes.gif
A voi!

Max


davidebaroni
QUOTE
Ora, io non riesco a trovare una discriminante di contenuto e/o struttura che mi giustifichi necessariamnete la sensazione di inizio o al contrario quella di fine, che trovo comunque plausibili entrambe.

Allora, differenze strutturali... smile.gif
Nella prima immagine, il soggetto � decentrato verso destra (neurologicamente, verso il futuro, a meno che tu non sia mancino o giapponese), nella seconda � perfettamente centrale. Nella prima � "mosso" (dinamico), nella seconda no, o molto meno. La prima � pi� "scura" e usa una tonalit� di colore verde e "fredda", la seconda � parecchio pi� lumionosa e usa una tonalit� gialla e "calda". La prima � meno contrastata della seconda. Le proporzioni sono diverse: il soggetto della prima foto � molto pi� grande relativamente alla superficie totale dell'immagine, ed � meno distante. Sospetto che anche lunghezza focale e quindi prospettiva siano diverse. Mi fermo qui, ma se guardiamo i dettagli credo che potremmo andare avanti ancora un po'... smile.gif
Contenuti: una persona di spalle, con in mano qualcosa, che si allontana su un tapis roulant, visto di spalle (uguale per entrambe). Nella prima foto, non si sa dove vada; nella seconda d� nettamente l'impressione di andare verso una luce (che nella nostra cultura, ma non solo, simboleggia sia la nascita che la morte... wink.gif ).
La persona della prima foto, a causa del mosso reso ancora pi� evidente dalla maggiore vicinanza, d� molto di pi� l'impressione di stare attivamente camminando, andando verso qualcosa, di essere pi� veloce... e qui ci sono sia struttura (distanza, movimento) che contenuto (il piede alzato nel passo � pi� evidente, grazie anche alla struttura).
Andiamo avanti o basta cos�? smile.gif
I contenuti sono le parole, la struttura � la sintassi. TUTTI le usiamo entrambe... pi� o meno consapevolmente, pi� o meno bene. Meglio li usiamo (che non vuol necessariamente dire "pi� consapevolmente", anche se secondo me aiuta) pi� siamo efficaci (quindi io cosa c'entro con tutto questo discorso? Mah...).

Fammi proporre un'altra variante della definizione di "buona foto" che ho dato prima...

Una buona foto � quella che soddisfa lo scopo per cui � stata scattata (Il che implica che il fotografo avesse uno scopo nello scattarla, ma tant'�... rolleyes.gif )
In questo modo, dovremmo includere in modo soddisfacente anche le giuste osservazioni di Volo... e le tue osservazioni sui "capolavori dell'Arte".

Mi piace questa discussione. Food for thoughts, come dicono qui!

Davide

PS: Certamente la cultura e le esperienze personali contribuiscono a creare il "significato" di un'immagine, e di conseguenza le reazioni emotive. Ma continuiamo ad essere nel campo in cui "leggiamo il nostro io", e non "leggiamo il messaggio dell'autore", per dirla con Enrico.
MSVphoto
QUOTE(twinsouls @ Jan 10 2007, 09:41 PM) *

...
PS: Certamente la cultura e le esperienze personali contribuiscono a creare il "significato" di un'immagine, e di conseguenza le reazioni emotive. Ma continuiamo ad essere nel campo in cui "leggiamo il nostro io", e non "leggiamo il messaggio dell'autore", per dirla con Enrico.


Prendo "spunto" dal PS di Davide per un'altra riflessione...
Personalmente ho molti dubbi sulla "lettura del messaggio dell'autore" in maniera univoca.
Se l'autore "mette" il titolo alla sua opera (o la "racconta"), bene, il "rebus" sembra risolto (ma dobbiamo credergli per�...) altrimenti, anche conoscendo la "storia" di questo autore, "io" non avr� mai la certezza di aver "letto" proprio il "suo" vero messaggio hmmm.gif probabilmente l'avr� interpretato (tradotto, ecc) pi� o meno fedelmente.
Potrebbe esserci un messaggio esplicito che, magari, "copre" quello che veramente "lui" voleva dirci... ph34r.gif
Difficile, molto diffile... (almeno per me lo �...)
Un saluto gente.

Max
enrico
QUOTE(volo63 @ Jan 10 2007, 10:28 PM) *

Prendo "spunto" dal PS di Davide per un'altra riflessione...
Personalmente ho molti dubbi sulla "lettura del messaggio dell'autore" in maniera univoca.
Se l'autore "mette" il titolo alla sua opera (o la "racconta"), bene, il "rebus" sembra risolto (ma dobbiamo credergli per�...) altrimenti, anche conoscendo la "storia" di questo autore, "io" non avr� mai la certezza di aver "letto" proprio il "suo" vero messaggio hmmm.gif probabilmente l'avr� interpretato (tradotto, ecc) pi� o meno fedelmente.
Potrebbe esserci un messaggio esplicito che, magari, "copre" quello che veramente "lui" voleva dirci... ph34r.gif
Difficile, molto diffile... (almeno per me lo �...)
Un saluto gente.

Max


Ciao,
il tema della lettura dell'immagine fotografica � affrontato in maniera mirabile nel libro "La lettura strutturale della fotografia" di Nazzareno Taddei, grande personaggio purtroppo recentemente scomparso (fra le tante cose, docente di teoria della comunicazione all'universit� di Cagliari).
La metodologia della lettura, detto in breve, si basa sull'analisi del cosa e del come, cio� di ci� che � rappresentato nella foto (il cosa) e nelle scelte espressive del fotografo mediante le quali ci presenta quel cosa (angolazione, profondit� di campo, inquadratura ecc. ecc), cio� il "come". E' proprio integrando il cosa e il come che si pu� risalire all'idea dell'autore (il messaggio). E' una cosa facile? Certo che no. E' una cosa impossibile? Di nuovo certo che no. La riuscita della lettura � tanto pi� facile quanto pi� l'autore � bravo a "scrivere" e quanto pi� il lettore � esperto nella lettura (conoscenza del linguaggio fotografico).
D'altra parte, siamo sicuri, quando leggiamo un brano della Divina Commedia di risalire con pienezza all'idea del suo autore? Molte poesie ad esempio si possono comprendere appieno solo se se ne conoscono le tecniche e le tematiche. Se prendiamo la poesia "Il lampo" del Pascoli, per capirla appieno dobbiamo analizzarne il simbolismo che si cela dietro le stupende immagini linguistiche. E stiamo parlando della comunicazione per mezzo del linguaggio scritto per il quale siamo stati educati fin dalla prima elementare. Per il linguaggio fotografico la scuola purtroppo non fa nulla e cos� la conoscenza di questo importante mezzo di espressione cos� enormemente diffuso oggigiorno, � estremamente scarsa.
Una discussione su questi punti � in "L'immagine e il titolo" in questa stessa sezione "Temi".

Saluti
Enrico
davidebaroni
QUOTE
La metodologia della lettura, detto in breve, si basa sull'analisi del cosa e del come, cio� di ci� che � rappresentato nella foto (il cosa) e nelle scelte espressive del fotografo mediante le quali ci presenta quel cosa (angolazione, profondit� di campo, inquadratura ecc. ecc), cio� il "come". E' proprio integrando il cosa e il come che si pu� risalire all'idea dell'autore (il messaggio).

Fammi capire: il "cosa" sembra essere quello che io chiamo i "contenuti", e il "come" quello che io chiamo la "struttura". E' cos�? hmmm.gif
Se cos� fosse, ci troveremmo di fronte all'ennesimo caso in cui un "processo", cio� una struttura, pu� venire applicata a un numero n di contenuti... Infatti con questo tipo di processo si possono analizzare ("leggere") tutti i tipi di comunicazione e/o di linguaggio: c'� SEMPRE un "cosa" e un "come". smile.gif
Si tratta soltanto di diversi linguaggi e di diversi livelli di complessit�.
enrico
QUOTE(twinsouls @ Jan 10 2007, 11:36 PM) *

Fammi capire: il "cosa" sembra essere quello che io chiamo i "contenuti", e il "come" quello che io chiamo la "struttura". E' cos�? hmmm.gif
Se cos� fosse, ci troveremmo di fronte all'ennesimo caso in cui un "processo", cio� una struttura, pu� venire applicata a un numero n di contenuti... Infatti con questo tipo di processo si possono analizzare ("leggere") tutti i tipi di comunicazione e/o di linguaggio: c'� SEMPRE un "cosa" e un "come". smile.gif
Si tratta soltanto di diversi linguaggi e di diversi livelli di complessit�.


Praticamente s�. In ogni caso, una stessa struttura applicata ad un diverso contenuto, porta a significati diversi. Il perch� � il risultato dell'interazione di questi due parametri. Se io ritraggo un mendicante dall'alto, schiacciandolo sullo sfondo del marciapiede, lo sovrasto e ne sottolineo la fragilit�, la condizione di povert� e di dipendenza. Se invece lo stesso mendicante lo ritraggo dal basso in maniera che sia lui a sovrastarmi, ne sottolineo la dignit�. Mi viene alla mente una famosa foto di Werner Bischof che dovrei avere a portata di mano.
Eccola, l'ho trovata.
Buona notte
Enrico
MSVphoto
QUOTE(enrico @ Jan 10 2007, 11:27 PM) *

...Di nuovo certo che no. La riuscita della lettura � tanto pi� facile quanto pi� l'autore � bravo a "scrivere" e quanto pi� il lettore � esperto nella lettura (conoscenza del linguaggio fotografico).
D'altra parte, siamo sicuri, quando leggiamo un brano della Divina Commedia di risalire con pienezza all'idea del suo autore? Molte poesie ad esempio si possono comprendere appieno solo se se ne conoscono le tecniche e le tematiche...
Saluti
Enrico


Ciao Enrico, grazie anche a te aggiungiamo altre cose...
Come ho gi� anticipato, personalmente trovo difficile guardare anzi, analizzare una foto, certo tutti noi lo facciamo, in maniera pi� o meno "consapevole" e pi� o meno "esperta", il problema � quanto tutti, per interderci, gli "spunti" di cui sopra, influenzino questa "analisi".
Tutto molto affascinante, oltre che tremendamente complesso!
Prover� a dormirci su.
Buona notte e... a presto!

Max

PS: @Davide, per oggi ho fatto una scorpacciata! wink.gif
PS2: adesso leggo anche l'intervento, ultimo di Enrico... sono lento!
davidebaroni
QUOTE(enrico @ Jan 10 2007, 11:45 PM) *

Praticamente s�. In ogni caso, una stessa struttura applicata ad un diverso contenuto, porta a significati diversi. Il perch� � il risultato dell'interazione di questi due parametri. Se io ritraggo un mendicante dall'alto, schiacciandolo sullo sfondo del marciapiede, lo sovrasto e ne sottolineo la fragilit�, la condizione di povert� e di dipendenza. Se invece lo stesso mendicante lo ritraggo dal basso in maniera che sia lui a sovrastarmi, ne sottolineo la dignit�. Mi viene alla mente una famosa foto di Werner Bischof che dovrei avere a portata di mano.
Eccola, l'ho trovata.
Buona notte
Enrico

Beh, dal mio punto di vista questo � un caso di "strutture diverse applicate ad uno stesso contenuto"... smile.gif
Ma sono perfettamente d'accordo che � l'interazione dei due prametri, e probabilmente anche di altri quali la conoscenza delle tematiche dell'autore ecc., che ci d� un'idea di cosa l'autore volesse rappresentare... e sono anche d'accordo con Volo che, comunque, ognuno ci mette del suo. biggrin.gif
Mi viene in mente, per analogia, un esercizio che facevo spesso fare quando tenevo corsi sulla comunicazione. In questo esercizio, a una persona era richiesto di stare per un minuto di fronte al resto dei partecipanti e "non comunicare" (compito impossibile, ovviamente), mentre agli altri era richiesto di osservarlo. Alla fine del minuto, cominciavo a chiedere agli "osservatori" cosa avessero oservato, e dopo aver diviso in due la lavgna a fogli mobili trascrivevo le risposte. Di solito, all'inizio avevo risposte tipo "era imbarazzato", oppure "si choedeva come fare", o ancora "Non sapeva cosa inventarsi". E tutte queste le scrivevo su un lato del foglio... Dopo un po' qualcuno cominciava a dire cose come "guardava sempre in alto", oppure "teneva le dita delle mani intrecciate", o "oscillava leggermente avanti e indietro"... e queste andavano sull'ALTRO lato del foglio.
Perch�?
Perch� queste ultime erano "ci� che c'era", il "cosa"; le altre, le prime, erano le interpretazioni che venivano date, i significati che ognuno attribuiva ai "dati" a disposizione. smile.gif
Questa distinzione � stata per me il primo passo per arrivare a capire che "ci� che c'�" � l�, � quanto di pi� vicino all'oggettivit� possiamo avere, mentre l'interpretazione, il significato, sono soggettivi e rispondono a nostre proiezioni pi� che all'intento del comunicatore... da cui i "test proiettivi" in psicologia. smile.gif

Non so perch�, ma mi sembrava pertinente... hmmm.gif
enrico
QUOTE(twinsouls @ Jan 11 2007, 01:00 AM) *

Non so perch�, ma mi sembrava pertinente... hmmm.gif


Io credo che sia pienamente pertinente. Mi hai fatto venire in mente queste considerazioni:

a - un principiante che scatta una foto senza conoscere nulla del linguaggio fotografico, che riesce ad ottenere foto leggibili solo grazie agli automatismi della macchina, riesce a comunicare?

b - Un fotografo esperto che fa una foto documentaria nella quale cerca di rappresentare il pi� oggettivamente possibile una certa realt�, che utilizza la macchina come puro strumento di "riproduzione del reale", comunica qualcosa di s�?

Io credo proprio di si. In ogni caso ciascuno ha fatto delle scelte. Gi� con l'inquadratura ha ritagliato un "suo" pezzetto di spazio da una realt� che gli si svolge intorno a 360�. Ma, scegliendo il momento dello scatto, ha ritagliato anche un preciso istante di tempo da un continuum temporale.
Ma, anche se inconsapevolmente, ha scelto un determinato punto di vista da una infinit� di altri punti di vista possibili. Io credo che, anche se inconsapevolmente, chiunque fotografi, tradisca necessariamente, attraverso le sue scelte (di cui magari nemmeno si rende conto), il suo modo di essere e di pensare.
Enrico
davidebaroni
QUOTE
a - un principiante che scatta una foto senza conoscere nulla del linguaggio fotografico, che riesce ad ottenere foto leggibili solo grazie agli automatismi della macchina, riesce a comunicare?

Naturalmente s�, poich� il primo assioma della comunicazione � "Non si pu� non comunicare"... biggrin.gif Il fatto � che chi guarder� quella foto ci vedr� dentro qualcosa... vedi il discorso sui test proiettivi. Ma allora mi chiedo: � "comunicare", quando non c'� un intento comunicativo? Ovvero, certamente comunico qualcosa, non posso farne a meno... ma � quello che volevo comunicare, o qualcosa di "casuale" e non direzionato, tipo parlare a caso e sperare di essere capiti? smile.gif
QUOTE
b - Un fotografo esperto che fa una foto documentaria nella quale cerca di rappresentare il pi� oggettivamente possibile una certa realt�, che utilizza la macchina come puro strumento di "riproduzione del reale", comunica qualcosa di s�?

Concordo, assolutamente s�, come lo comunica comunque anche il "principiante" di cui sopra... e certamente proprio per le considerazioni da te fatte.
Ma a questo punto mi chiedo... Cos� come la differenza fra i due si pu� dire che sia che il principiante comunica "inconsapevolmente" e l'esperto invece "consapevolmente e con uno scopo", non sar� che si pu� trovare la stessa differenza fra un osservatore "principiante", istintivo e ingenuo, e uno "esperto", smaliziato e consapevole? smile.gif
E comunque sono cose che si imparano...
Davide
reefaddict
Che bel thread � questo! Ho cercato di leggervi per bene e non posso fare a meno di evidenziare alcuni punti:

"Per me, la buona foto � quella che riesce a trasmettermi un messaggio il pi� possibile simile a quello che il fotografo aveva in mente quando l'ha scattata"
Non sono completamente d'accordo. Questa affermazione negherebbe infatti il concetto stesso di arte. Sarebbe perfettamente calzante per la foto pubblicitaria, ad esempio, dove la "buona foto" � quella che trasmette all'osservatore (target) un messaggio quanto pi� possibile vicino a quanto desiderato dal committente. Ma nell'arte figurativa tutto il meglio che � stato creato � nato senza alcuno "scopo" (altra parola da cancellare) e senza volont�, almeno a livello conscio, di comunicare alcunch�.
Quindi, in sintesi, la "volont� di comunicare un messaggio" non � incompatibile con la buona foto, ma � sicuramente incompatibile con l'arte nella sua accezione pi� stretta.
Penso che nisant sia d'accordo con me quando scrive: "Ma i grandi capolavori dell'arte, hanno tutti questa caratteristica? Non lo so, se penso a cose che smuovono fin nelle viscere l'osservatore (me e chiss� se anche altri) mi trovo davanti ad opere in cui non � presente necessariamente un "messaggio" esplicito. Anzi, quelle pi� coinvolgenti, trovo che suscitino spesso emozioni contrastanti negli osservatori, ma li scuotono fin dalle fondamenta dell'animo."

Altra cosa: la svastica. E' curioso come i simboli siano tanto potenti da scatenare immediatamente nell'osservatore reazioni differenti a seconda di cosa sia associato nel nostro subconscio al simbolo. Per me la svastica richiama immediatamente l'immagine della volta celeste in rotazione (ed � questa l'effettiva origine del simbolo, legata al buddismo tibetano, dove ricorre frequentemente anche sulle rappresentazioni del buddha nei tanka o nelle statue). Sar� che ho approfondito di pi� le culture orientali che non la storia del novecento e che, per mia fortuna, non ho vissuto il tempo del nazismo.
Questo per� � un ottimo spunto per dimostrare come ad una stessa immagine, pure semplificata dall'uso di un simbolo, corrispondano infinite reazioni nell'osservatore a seconda di quanto presente nel suo vissuto.

Altro punto: conta chi � l'autore? Deve contare! E' un bene! Non si pu� prescindere nell'analisi di un'immagine dalla contestualizzazione, dalla conoscenza della poetica dell'artista, del suo tempo, dellla societ� in cui vive, del mondo artistico in cui nasce, della sua storia personale, del suo percorso artistico, ecc. Questo spiega anche perch� se io faccio uno strappo su una tela questo � solo uno strappo mentre se lo fa Fontana � un'opera che vale milioni. A chi � digiuno di arte questo fa storcere il naso, ma in realt� la singola opera � il termine di un processo complesso, non posso valutare l'atto finale senza considerare l'intero processo che ha portato ad esso.

A Maurizio Ricceri: il bello e il brutto non sono soggettivi, sembra che sia cos� perch� gli osservatori hanno diversa cultura, diversa conoscenza di arte, fotografia, storia, hanno insomma una diversa "cultura dell'immagine". Succede come per il vino: se non affini la conoscenza distingui appena il bianco dal rosso, se completi un (lungo) percorso arrivi a distinguere le note di cioccolata e di mora selvatica di un buon brunello. Dopodich� non dirai mai pi� "buono" a un vino nel tetrapak e non per snobismo, ma per la ribellione delle tue papille gustative. Parallelamente se uno affinasse la propria cultura dell'immagine fotografica non direbbe pi� "bella, bravo" a centinaia di foto.

Per rispondere al mio omonimo Al_Fa: s�, la buona foto ha potenza compositiva dovuta alla forza e all'equilibrio degli elementi visivi, scatenza reazioni differenti in ognuno, ma non lascia indifferenti, pu� persino avere grandi pecche tecniche ed essere ugualmente potente.

enrico
QUOTE(twinsouls @ Jan 11 2007, 08:53 AM) *

Ma a questo punto mi chiedo... Cos� come la differenza fra i due si pu� dire che sia che il principiante comunica "inconsapevolmente" e l'esperto invece "consapevolmente e con uno scopo", non sar� che si pu� trovare la stessa differenza fra un osservatore "principiante", istintivo e ingenuo, e uno "esperto", smaliziato e consapevole? smile.gif
E comunque sono cose che si imparano...
Davide


Credo di si. Un lettore principiante pu� leggere "istintivamente" il messaggio dell'autore, specialmente se l'autore della foto � uno che sa scrivere (sa farsi capire), considerato che il linguaggio fotografico ha alcuni elementi, relativi alla percezione, che sono universali. Solo che il principiante rischia moltissimo di "prendere lucciole per lanterne" e di fare delle "integrazioni culturali", vale a dire di leggere nella foto delle cose che non sono dell'autore della foto, ma che sono nel suo animo e che la foto stimola (ma come semplice stimolo) a venir fuori.

Mi piace molto la definizione che si � data all'inizio della discussione su cosa � una bella foto: una buona foto, cio� una foto che riesce ad esprimere l'idea del suo autore. E qui mi vengono delle riflessioni:

si � parlato di struttura e contenuto, del cosa e del come. Mi viene un parallelo fra i concetti di "struttura" e "funzione":

a - Un biologo studia una certa struttura biologica, la indaga da un punto di vista dell'anatomia e della morfologia (la struttura) e si rende conto che la funzione di quella struttura dipende fortemente dalla struttura stessa. Se la struttura dovesse alterarsi, verrebbe meno la funzione, si avrebbe una patologia. Dunque, il biologo esamina una struttura e risale alla funzione.

b - Un architetto ha ricevuto una committenza da un cliente. Questi gli ha spiegato che ha bisogno di una villa, gli ha detto di quante persone si compone la sua famiglia, che svolge una libera professione ecc. L'architetto ha ben in mente le "funzioni" cui deve assolvere la villa commissionatagli e, di conseguenza, cerca di progettare la "struttura" villa affich� consenta al meglio lo svolgersi di quelle funzioni.

c - In ambito fotografico, la struttura � il cosa ed il come della fotografia, mentre la funzione � il messaggio.
Il "biologo" � il "lettore" dell'immagine fotografica, ne osserva la struttura e cerca di risalire all'idea.
L' "architetto" � l'autore dell'immagine: ha in mente ci� che vuol dire e cerca i "Modi" per dirlo efficacemente.

Per tornare al discorso sull'interazione fra la struttura ed il contenuto (il cosa, come e perch� del Taddei), posto due immagini di Robert Doisneau che mi sembrano esemplificative:

- nella prima, che si intitola "malizia", il cosa sono delle statue messe in un giardino pubblico di cui Doisneau ne inquadra solo due. Ma il fotografo, le mette in relazione fra loro nell'immagine, mediante un opportuno punto di vista (il come), per cui le statue nella foto vengono ad assumere un significato che nella realt� non avevano. Questo significato � l'idea dell'autore che nasce dalla struttura della foto, cio� da come Doisneau ha messo nell'immagine il cosa.

- nella seconda, sempre la scelta di un particolare punto di vista mette in relazione il ceppo con il palazzo che diventa una specie di strano innesto. Nella realt� il contenuto della foto, cio� il cosa, il ceppo ed il palazzo, sono solo due oggetti distinti posti in due punti diversi dello spazio. Ma nella foto assumono un significato ben preciso. Il significato della foto non � quindi il significato che quelle cose hanno comunque in s�, � un diverso significato che coincide con l'idea dell'autore.

Mi pare di aver scritto troppo. Chiedo scusa.
ENrico


davidebaroni
QUOTE
Non sono completamente d'accordo. Questa affermazione negherebbe infatti il concetto stesso di arte. Sarebbe perfettamente calzante per la foto pubblicitaria, ad esempio, dove la "buona foto" � quella che trasmette all'osservatore (target) un messaggio quanto pi� possibile vicino a quanto desiderato dal committente. Ma nell'arte figurativa tutto il meglio che � stato creato � nato senza alcuno "scopo" (altra parola da cancellare) e senza volont�, almeno a livello conscio, di comunicare alcunch�.

Scusa, ma qui non sono d'accordo io. smile.gif
Il concetto stesso di arte secondo chi? Perch� secondo me, ad esempio, sarebbe proprio il fatto di essere "nata senza alcuno scopo" (ammesso che ci� sia possibile, e onestamente fatico a crederlo) a "negare il concetto stesso di arte". smile.gif
E altrettanto onestamente non credo proprio che Kandinskij, o Mir�, o persino Picasso (che a me peraltro NON piace affatto) "creassero" la loro "arte" con "nessuno scopo in mente"... Certamente non lo faceva Dal�, o Michelangelo, o Leonardo, o Giotto, o Tiziano, o Botticelli, n�, ripeto, credo lo faccia alcun altro artista. Ma forse dovremmo metterci d'accordo su cosa intendiamo con la parola "scopo", o "obiettivo", o "intenzione comunicativa". E forse anche su cosa intendiamo per "messaggio"! biggrin.gif

Il fotografo esperto che fa una foto documentale a cui alludeva Enrico prima ha certamente un'intenzione, uno scopo: quello di documentare ci� che ritrae. Idem lo stesso fotografo impegnato in una ripresa del tutto diversa, "estetica", artistica, o quello che vuoi. E nel fare questo, come di nuovo dice giustamente Enrico, esprime e comunica qualcosa di s�... almeno a chi lo vuol vedere. Dal mio punto di vista, se lo fa consapevolmente, tanto meglio... ma lo fa sempre. E non vedo alcuna differenza fra una foto documentale, una pubblicitaria e una artistica... non strutturalmente. Semplicemente, l'artista � il committente di se stesso, e a volte mi chiedo se non sia un modo pi� "facile" di fotografare... Come dicono due miei amici fotografi pubblicitari professionisti, "Non avevamo mai saputo cosa significasse essere creativi, fino a che abbiamo cominciato a lavorare per conto terzi su layout!"...

Per me, e qui cito un altro assioma della comunicazione, il significato di una comunicazione � l'effetto che ottiene. Quindi, poich� un effetto lo si ottiene sempre, si comunica sempre qualcosa. Ma ha davvero senso comunicare "qualcosa" cos�, a casaccio? E' "arte"? Per me no, parere personale e soggettivo, che peraltro condivido! biggrin.gif

Come diceva Enrico, i simboli sono una parte del contenuto e come tali contribuiscono a definire la comunicazione, o almeno l'intenzione, dell'artista. Anche a me la svastica richiama prima di tutto un simbolo solare (peraltro molto pi� antico del Buddhismo), ma una svastica sarebbe comunque solo UN elemento del contenuto dell'immagine... e il suo significato sarebbe determinato dal contesto in cui verrebbe rappresentata, e dal come. Che emozione susciti poi nell'osservatore quel significato, beh, questo � individuale e rientra nel "leggere il proprio io".

Leggo ora l'ulteriore intervento di Enrico, che condivido al 10.000 per cento. E condivido anche gli esempi... Credo che chiariscano pi� di tante parole.

Detto tutto ci�, credo che lascer� la parola a qualcun altro per un po'. Mi � venuta la gola secca, a forza di parlare, e stiamo per sconfinare in un campo (la filosofia dell'arte) nel quale non ho alcuna intenzione di addentrarmi. biggrin.gif

Davide
enrico
QUOTE(reefaddict @ Jan 11 2007, 11:07 AM) *

"Per me, la buona foto � quella che riesce a trasmettermi un messaggio il pi� possibile simile a quello che il fotografo aveva in mente quando l'ha scattata"
Non sono completamente d'accordo. Questa affermazione negherebbe infatti il concetto stesso di arte. Sarebbe perfettamente calzante per la foto pubblicitaria, ad esempio, dove la "buona foto" � quella che trasmette all'osservatore (target) un messaggio quanto pi� possibile vicino a quanto desiderato dal committente. Ma nell'arte figurativa tutto il meglio che � stato creato � nato senza alcuno "scopo" (altra parola da cancellare) e senza volont�, almeno a livello conscio, di comunicare alcunch�.
Quindi, in sintesi, la "volont� di comunicare un messaggio" non � incompatibile con la buona foto, ma � sicuramente incompatibile con l'arte nella sua accezione pi� stretta.


Ciao e benvenuto nella discussione. Il fotografo pubblicitario o comunque quello che lavora su commissione, non � libero e deve lavorare ad un messaggio che non � il suo, ad una idea che � di altri. E' limitato, ma ha comunque un certo campo d'azione ed in quest'ambito pu� manifestare la propria creativit�. Pu� far propria l'esigenza del committente, arricchirla del proprio sentire e del proprio estro e creare un'opera mirabile. Il fatto � che per arte intendiamo un qualcosa completamente slegato da un fine materiale. Ma deve essere per forza cos�? Anche un architetto lavora per una committenza, ha dei limiti che gli vengono imposti, ma non per questo tante chiese e tanti edifici non possono essere considerati opere d'arte.
In ogni caso, quando si parla di "arte", si entra in un campo minato e molto vago, difficilmente definibile o definibile in mille maniere diverse. Molti fotografi non vogliono sentir parlare di arte a proposito delle loro opere.
Intesa come espressione estremamente soggettiva e soggetta ad interpretazioni altrettanto soggettive, si pu� dire di una fotografia o di qualsiasi altra opera, tutto ed il contrario di tutto. Una foto pu� entusiasmare me e lasciare indifferente un altro.
Altra cosa � se guardiamo alla foto come ad un segno che porta in s� un significato, alla foto cio� come comunicazione. L'approccio diventa pi� oggettivo e pu� essere oggetto di studio.
Poi ciascuno � libero di sentire e di intendere la fotografia come meglio crede. Perch� la Fotografia � tante cose.
Enrico
.oesse.
proprio in questi giorni pensavo a questa splendida discussione e mi e' venuto in mente una analogia con l'insiemistica.
L'insiemistica insegna a dividere, inglobare o escludere elementi che hanno caratteristiche comuni (totalmente o parzialmente o addirittura non ne hanno) a seconda di paramteri che devono essere definiti per costruire gli insiemi,
Alla base di tutto c'e' una definizione di criteri di insieme (l'insieme dei numeri pari, per esempio o l'insieme di oggetti che sono di un determinato colore) che regolano ogni tipo di insieme, escludendo o comprendendo gli elementi che ne fanno parte.
Uno degli insiemi e' sicuramente l'arte che comprende diverse opere ma ne esclude anche molte altre.
Continuero' la mia elucubrazione ripromettendo di ritornare su questo argomento non appena mi saro' chiarito alcuni concetti.
Molto interessante, comunque, leggere i diversi punti di vista... e, per una volta, non leggere gli exif che, con l'arte, hanno poco a che spartire.

.oesse.
nisant
QUOTE(enrico @ Jan 11 2007, 11:28 AM) *

...
- nella seconda, (questa) sempre la scelta di un particolare punto di vista mette in relazione il ceppo con il palazzo che diventa una specie di strano innesto. Nella realt� il contenuto della foto, cio� il cosa, il ceppo ed il palazzo, sono solo due oggetti distinti posti in due punti diversi dello spazio. Ma nella foto assumono un significato ben preciso. Il significato della foto non � quindi il significato che quelle cose hanno comunque in s�, � un diverso significato che coincide con l'idea dell'autore.

...


Eh, anche questa foto pu� essere l'esempio di come un'opera, da sola, senza la conoscenza del contesto, senza la conoscenza dell'autore, delle sue tematiche e del suo stile, possa suscitare emozioni contrastanti e coinvolgere "attivamente" una platea pi� ampia.

Penso ai due ragazzini della Via Gluck di Celentano.
In un momento storico in cui da entrambe le porte si potevano intuire futuri "positivi" o "negativi" (progresso e tradizione) uno ci avrebbe visto l'emendarsi dalla poverta e dalla durezza del lavoro dei campi, l'altro il triste presagio di un mondo devastato dal cemento.

E' in questo equilibrio, in questa apparente equidistanza dai sentimenti che, contrastanti, vengono suscitati negli spettatori, che un'immagine, in se stessa, ha la sua grandezza.

Poi possiamo analizzarla nel contesto dell'autore e schierarla da una parte o dall'altra, ma la limitiamo.
L'autore potr� anche inc....rsi che qualcuno possa averla letta al contrario, ma se arte � creare, il creatore per antonomasia lo si distingue dal fatto che le sue opere sono dotate di libero arbitrio, vivono di vita propria e possono decidere nel bene e nel male.

Un'opera che vive di vita propria � un gradino pi� su (secondo il mio modo di sentire, ovviamente) e il suo creatore, forse, non � un artista ma un oracolo.

Ciao.
Antonio
reefaddict
QUOTE(twinsouls @ Jan 11 2007, 11:42 AM) *

Scusa, ma qui non sono d'accordo io. smile.gif


Ovviamente qui nessuno si deve scusare smile.gif

Sgombriamo il campo: l'arte � una cosa la fotografia un'altra; talvolta, raramente, ci sono sovrapposizioni, cio� foto che sono opere d'arte. Quando dico questo sono consapevole che tanti, ma non tutti, condividono l'esistenza della possibilit� che una fotografia diventi opera d'arte.
L'arte e la creativit� sono cose diverse, molti sono creativi, anche nel fare un lavoro lontano dal mondo dell'arte; non per questo sono artisti.
Il fotografo pubblicitario fa buone foto, � esperto, professionale, razionale, sicuramente anche creativo. Non � un artista, se lo �, lo fa per hobby o perch� incidentalmente vende "arte" al posto di un "lavoro".
L'arte � un processo basato sull'intuizione e su un emisfero del cervello; avere scopi, obiettivi e progetti fa parte della razionalit� dell'altro emisfero. L'artista riesce a creare quando mette a tacere la parte razionale che si pone obiettivi, vuole ottenere scopi, si prefigge risultati. L'artista crea cose che non sapeva, non voleva, non credeva di creare. A volte questo arriva a essere uno shock e l'artista distrugge o rinnega l'opera. Il fotografo documentale non � un artista. Ansel Adams non � un artista (oddio cosa ho detto) perch� ancora legato al pittorialismo come tutto il gruppo f64 dei suoi tempi. Era un eccellente e rispettoso ritrattista della natura. Non aveva ancora intuito dove ci si poteva spingere. Per cercare un artista dietro una macchina fotografica dovremo arrivare a Man Ray...

Ovviamente, secondo me smile.gif

reefaddict
QUOTE(enrico @ Jan 11 2007, 11:57 AM) *

Ciao e benvenuto nella discussione. Il fotografo pubblicitario o comunque quello che lavora su commissione, non � libero e deve lavorare ad un messaggio che non � il suo, ad una idea che � di altri. E' limitato, ma ha comunque un certo campo d'azione ed in quest'ambito pu� manifestare la propria creativit�.


Sono d'accordo, non sminuisco l'opera di un professionista, ma lo escludo dalla definizione di artista.
Marted� parlavo con un fotografo professionista di moda e glamour, mi faceva vedere delle foto. Ogni tanto sottolineava "questa l'ho fatta per me, non per lavoro", come a dire che ogni tanto, libero da scopi, obiettivi, "suggerimenti per gli acquisti", poteva lasciarsi andare alla parte intuitiva (diciamo... artistica)

QUOTE(enrico @ Jan 11 2007, 11:57 AM) *

In ogni caso, quando si parla di "arte", si entra in un campo minato e molto vago...
...Poi ciascuno � libero di sentire e di intendere la fotografia come meglio crede. Perch� la Fotografia � tante cose.


E qui sottoscrivo in pieno, la dialettica accesa che si genera nasce proprio dal fatto che il termine "fotografia" � lo stesso per le lastre della mia povera spina dorsale come per una stampa vintage di HCB.
enrico
QUOTE(reefaddict @ Jan 11 2007, 01:09 PM) *

Ovviamente qui nessuno si deve scusare smile.gif

Sgombriamo il campo: l'arte � una cosa la fotografia un'altra.


Mi sembra di risentire l'invettiva di Baudelaire:
"� Se si permette alla fotografia di sostituire l�arte in qualcuna delle sue funzioni, essa l�avr� ben presto soppiantata o corrotta completamente, grazie alla naturale alleanza che trover� nella scempiaggine della moltitudine. Bisogna dunque che essa ritorni al suo vero compito, che � d�esser la serva delle scienze e delle arti, ma la pi� umile serva, come la stampa e la stenografia, che non hanno n� creato n� sostituito la letteratura.�
Rispetto le tue opinioni circa la fotografia ma non le condivido. Oggi le foto sono esposte nelle gallerie e sono quotate in borsa alla pari dei dipinti.
Enrico


reefaddict
QUOTE(enrico @ Jan 11 2007, 02:02 PM) *

Mi sembra di risentire l'invettiva di Baudelaire


Va bene Enrico, ma perch� non quotare tutto anzich� solo un pezzetto di frase, altrimenti non mi fai un gran servizio e soprattutto stravolgi il mio pensiero biggrin.gif

"Sgombriamo il campo: l'arte � una cosa la fotografia un'altra; talvolta, raramente, ci sono sovrapposizioni, cio� foto che sono opere d'arte."

Sono pi� che convinto che si possa fare arte usando strumenti e metodi della fotografia e ho anche indicato Man Ray cos� come potrei citarne altri. Sono una piccola nicchia nel vasto mondo degli utenti di attrezzi fotografici.
_Nico_
QUOTE(reefaddict @ Jan 11 2007, 11:07 AM) *
Ma nell'arte figurativa tutto il meglio che � stato creato � nato senza alcuno "scopo" (altra parola da cancellare) e senza volont�, almeno a livello conscio, di comunicare alcunch�.

Ma ne sei cos� sicuro?


QUOTE(twinsouls @ Jan 11 2007, 11:42 AM) *
... secondo me[/i], ad esempio, sarebbe proprio il fatto di essere "nata senza alcuno scopo" (ammesso che ci� sia possibile, e onestamente fatico a crederlo) a "negare il concetto stesso di arte". smile.gif
E altrettanto onestamente non credo proprio che Kandinskij, o Mir�, o persino Picasso (che a me peraltro NON piace affatto) "creassero" la loro "arte" con "nessuno scopo in mente"... Certamente non lo faceva Dal�, o Michelangelo, o Leonardo, o Giotto, o Tiziano, o Botticelli, n�, ripeto, credo lo faccia alcun altro artista.

Davide m'ha preceduto e d'altronde ha argomentato come io non faccio pi�. Nemmeno per lavoro, forse. Comunque l'idea che l'arte nasca senza scopo e senza significato � idea parecchio tardiva, di centovent'anni fa, che ha contribuito significativamente alla marginalizzazione delle arti e alla desertificazione del loro mondo...
reefaddict
QUOTE(_Nico_ @ Jan 11 2007, 03:21 PM) *

Ma ne sei cos� sicuro?


Ciao Maurizio, di fronte a te mi siedo e ascolto guru.gif quindi spero che tu rimanga nel thread cos� imparo qualcosa.

Le mie letture devono essere fuorvianti se portano a considerazioni vecchie di 120 anni (io giuro ne ho di meno).
Io non riesco a conciliare un processo freddo e razionale, premeditato e professionale come quello di un fotografo di still-life con un flusso inconscio e incontrollato di creativit�, senza schemi, proprio di un artista.

Mi dici, se capisco bene, che l'artista pu�/deve darsi scopi, obiettivi nel processo creativo. Come faccio a conciliare questo con concetti come l'ispirazione? L'ispirazione viene dalle 9 all 12, poi c'� pausa pranzo, poi ritorna alle 14? Abbandono il clich� dell'artista che fuma e beve per adottare lo schema dell'artista manager che si promuove nei salotti tv? Sono un po' disorientato dalle tue affermazioni.

davidebaroni
QUOTE
Io non riesco a conciliare un processo freddo e razionale, premeditato e professionale come quello di un fotografo di still-life con un flusso inconscio e incontrollato di creativit�, senza schemi, proprio di un artista.

Aspettando Maurizio, rompo il voto del silenzio... biggrin.gif
Ho come la sensazione che tu "incaselli" questi processi un po' per "estremi", e forse (non oso dire "probabilmente") per stereotipi o almeno per idee preconcette (tu stesso parli di clich�...). smile.gif
Per quello che mi risulta, in questo come in altri (tutti gli altri?) campi, siamo in realt� di fronte all'interazione tra (e all'integrazione de...) i due aspetti... Ossia, per dirla in altro modo, da qualche parte nel mezzo fra quegli estremi. C'� chi usa i propri emisferi cerebrali, per usare i tuoi stessi termini, in modo sequenziale, cio� prima l'umo e poi l'altro, e chi in parallelo, con entrambi gli emisferi al lavoro contemporaneamente e in sinergia. Ma anche sull'effettiva attivit� e competenza degli emisferi cerebrali ci sarebbe da discutere... Ci sono fior di ricerche che dimostrano come, nell'uso di OGNI linguaggio, anche quello simbolico, visivo, non verbale, insomma in ogni forma di rappresentazione, ogni emisfero abbia le sue funzioni e debbano lavorare insieme, entrambi per poter avere un risultato efficace. smile.gif

Ritorno nel mio silenzio e aspetto Nico... biggrin.gif

Ciao,
Davide
margior
QUOTE(reefaddict @ Jan 11 2007, 04:08 PM) *

...un flusso inconscio e incontrollato di creativit�, senza schemi, proprio di un artista...


Sei sicuro anche di questo?

QUOTE(twinsouls @ Jan 11 2007, 09:15 PM) *

Aspettando Maurizio, rompo il voto del silenzio... biggrin.gif


biggrin.gif Attenzione, che se rompi il voto del silenzio mi metto a parlare di filosofia dell'arte...
reefaddict
QUOTE(twinsouls @ Jan 11 2007, 09:15 PM) *

Aspettando Maurizio, rompo il voto del silenzio... biggrin.gif
Ho come la sensazione che tu "incaselli" questi processi un po' per "estremi", e forse (non oso dire "probabilmente") per stereotipi o almeno per idee preconcette (tu stesso parli di clich�...). :)Davide


Oddio, spero di non avere idee preconcette, piuttosto ho molte lacune e nel vuoto siderale dovrebbero mancare per fortuna anche gli stereotipi... smile.gif Riconosco sicuramente il mio uso eccessivo dell'iperbole nell'argomentare biggrin.gif

Ho trovato chi si esprime meglio di me e mi ha fatto capire che ho usato male la parola "scopo" che sarebbe pi� opportuno sostituire con "utilit�".

Ecco cosa scrive Claudio Marra ne "Le idee della fotografia. La riflessione teorica dagli anni 60 ad oggi.", Bruno Mondadori, 2001: "In tutto ci� che chiamiamo pratica sociale della fotografia (foto di famiglia, fotografia pubblicitaria, fotografia giornalistica, ecc.), prevale comunque sempre un obiettivo di ordine pratico-utilitaristico e l'attivit� risulta in ogni caso finalizzata al raggiungimento di una determinata meta. Il denominatore comune di pratiche tanto diverse � insomma rappresentato da ci� che potremmo chiamare "principio di utilit�" il quale, diversamente, non pu� certo dirsi l'elemento caratterizzante la pratica artistica."

Per cui riformulo: il padre che fa la foto al figlio appena nato ha una finalit� documentaristica (per s�), il fotoreporter anche (per gli altri), il fotografo pubblicitario fa una foto funzionale a far risaltare e desiderare un prodotto; la loro tensione verso "l'utilit�" della foto li rende distanti dalla pratica artistica. L'artista non ha un fine pratico-utilitaristico (che io ho erroneamente chiamato "scopo"), semmai usa un linguaggio per esprimersi, se ha una finalit� questa � una finalit� espressiva, non pratica. E' condivisibile questa analisi?

margior
QUOTE(reefaddict @ Jan 12 2007, 09:27 AM) *

E' condivisibile questa analisi?

Un padre che fotografa un figlio non "esprime"? Anche se Marra � pi� cauto di te, e la citazione � assai breve e "in negativo", sembrerebbe un ben fragile sentiero.
davidebaroni
QUOTE
L'artista non ha un fine pratico-utilitaristico

...Questa francamente mi sembra un po' grossa... biggrin.gif
Continuo ad avere la sensazione di una visione "romantica" dell'Artista e dell'Arte. Io ne ho una visione pi� pratica e pragmatica.
E non dimentichiamo che la definizione di "artigiano" � "colui che svolge la propria attivit� a regola d'arte"... wink.gif

QUOTE
E' condivisibile questa analisi?

Non da me... ma aspetto Nico, Enrico e gli altri. Sono curioso di sentire anche il loro punto di vista. smile.gif
reefaddict
QUOTE(twinsouls @ Jan 12 2007, 10:17 AM) *

...Questa francamente mi sembra un po' grossa... biggrin.gif
Continuo ad avere la sensazione di una visione "romantica" dell'Artista e dell'Arte. Io ne ho una visione pi� pratica e pragmatica.
E non dimentichiamo che la definizione di "artigiano" � "colui che svolge la propria attivit� a regola d'arte"... wink.gif


Il fine pratico ovviamente � riferito al manufatto e non all'artista, giusto per chiarezza. Mi sembra strano non accettare la "non utilit� pratica" del manufatto artistico. Un quadro o una statua hanno un fine pratico, sono utili? Un splendida stampa originale di Cartier-Bresson (giusto perch� le ho viste una settimana fa) � utile? Ha una finalit� pratica? (non dite che deve coprire una macchia sul muro smile.gif )

Vogliamo passare ad un campo pi� ambiguo (cos� mi frego da solo)? La lampada di design che ho sulla scrivania si chiama "tizio", � pure esposta al MOMA, ma fa anche luce sul tavolo! Accetto il fatto che da tempo, credo pi� o meno dalle avanguardie storiche, correggetemi se sbaglio, si sia abbandonata la concezione di arte come qualcosa di alto e prezioso per "flirtare" con l'industria (quella che temeva Baudelaire), la produzione in serie di massa, ecc. Ma io faccio molta fatica ad accettare che questa lampada da tavolo sia un manufatto artistico. In questo credo di avere un limite.

Fai riferimento all'etimo di arte, ma ars, cos� come il greco techne, fanno riferimento all'esercizio di un lavoro con abilit� e professionalit�. Mi sembra che noi oggi usiamo arte con un'accezione diversa, un'accezione che si � evoluta nel tempo e che si � addirittura svincolata da qualsiasi capacit�/abilit� manuale dell'artista.

MSVphoto
Come era prevedibile, il "post" si sa "complicando"...
Tra le tante, la "cosa" che forse mi sta facendo pi� pensare � il tema/questione del "se" l'artista abbia o meno un fine "pratico-utilitaristico" (Poi dipende da che "lettura" diamo alla definizione "pratico-utilitaristico", a me da l'idea di avere un "fine mercantile")...
Personalmente credo di avere una domanda, ovvero, siamo sicuri che tutti gli artisti (famosi o no) abbiamo, o abbiano avuto (molti non ci sono pi�...) un fine "pratico-utilitaristico" nella loro attivit�?
Personalmente penso di no, provo a spiegarmi, io ne sono convinto almeno considerando una certa condizione "umana" un determinato "momento", io credo che chiunque abbia uno "scopo" (posso usarla questa parola? biggrin.gif ) nel produrre un messaggio, questo si. Ma questo "scopo" pu�, dico pu�, non aver altro "fine" che quello di dare sfogo, di liberare, attraverso l'utilizzo dello "strumento" (o forse � meglio dire "media"...) pi� personale una "intima ispirazione" dovuta a chi s� quale, emisfero dx o sx del cervello..., o meglio da qualche "stato" dell'animo umano... e questo senza pensare alla successiva "esistenza" della propria opera!
Una visione "romantica"? Forse...

Max
margior
QUOTE(reefaddict @ Jan 12 2007, 11:01 AM) *

Accetto il fatto che da tempo, credo pi� o meno dalle avanguardie storiche, correggetemi se sbaglio, si sia abbandonata la concezione di arte come qualcosa di alto e prezioso...

Ci sono stati...ben prima delle avanguardie storiche...tre grandi "maestri del sospetto" Nietzsche, Marx, Freud...

Dopo di loro il Novecento ha decostruito, decostruito, decostruito...ma rimane comunque l'interrogativo scettico e critico: che cosa � arte?
enrico
Ecco perch� io penso alla fotografia come comunicazione. Se entriamo nel discorso dell'arte, entriamo nelle sabbie mobili. Il concetto di"arte" � un concetto per molti versi vago e che ha molte diverse accezioni. Il concetto di comunicazione � invece molto meglio definibile.
Come han detto molti di coloro che mi hanno preceduto, chiunque crea qualcosa lo fa per uno scopo che pu� essere quello di trarne un guadagno o una soddisfazione estetica e basta. Ma non credo che colui che faccia una foto per "guadagnarsi la pagnotta", non possa creare un capolavoro.
Se io faccio la foto a mio figlio per metterla nell'album di famiglia, posso avere un intento documentario e non estetico. Ma se ho una certa mentalit�, cercher� di riprenderlo in un certo modo e, se sono bravo, creer� una bella foto. Io penso che la macchina fotografica sia un mezzo come lo � un pennello, una matita o una macchina da scrivere. Con una macchina da scrivere posso creare una poesia o semplicemente una lista per la spesa. Con una matita posso creare uno splendido paesaggio o la piantina quotata del mio studio da portarmi al negozio di mobili, per scegliere gli arredi giusti.
Con la fotocamera posso fare una foto documentaria, una foto narrativa o una foto tematica.
Ogni fotografia � il prodotto di due componenti: la cosa fotografata e l'autore.



- In una foto documentaria, prevale la componente "cosa fotografata", ma la componente "autore" c'� comunque sempre perch� in ogni caso, pur se cerco di essere obiettivo, sono costretto a fare delle scelte (punto di vista, diaframma, bianco-nero o colore ecc) che comunicano la mia personalit�. Il fatto stesso di aver scelto un certo soggetto anzich� un altro, rivelano qualcosa di me.
Accludo una foto fatta tanti anni fa a mio figlio che, non avendo ancora imparato ad allacciarsi le scarpe, aveva comunque risolto a modo suo il problema. E' un'opera d'arte? Assolutamente no. E' una foto nella quale mi ero prefisso lo scopo di ricordarmi nel tempo questa (per me) simpatica cosa. Questa foto ha, ma solo per me, un grande valore affettivo.

- In una foto narrativa, la componente "cosa" o "evento" assume maggiore importanza. Ma anche la componente autore continua ad aver peso: io racconto un fatto in un certo modo, come lo vedo io.
Anche qui allego una foto (l'autore � Veder) che ritrae il ritorno di un reduce dal Vietnam. L'incontro con i familiari viene "raccontato" dal fotografo in un certo modo. Riprende il militare di spalle e nemmeno completamente, tagliandolo in parte con l'inquadratura. Riprende invece la gioia dei familiari che possono riabbracciare il loro caro. Un altro fotografo l� presente, avrebbe raccontato questo episodio in maniera diversa.


- In una foto tematica, la cosa fotografata � solo la materia grezza di cui si serve l'autore per esprimere (comunicare) un suo pensiero che pu� anche non aver nulla a che fare con la realt� che era davanti all'obiettivo (la componente "autore" � predominante rispetto alla componente "cosa fotografata").

Quando si ha una buona foto? Secondo la mia opinione (che ho visto non essere solo mia), � quella che esprime bene, efficacemente (a volte in maniera mirabile) una idea valida.

Per la foto tematica anche qui posto una fotografia (di Leonard Free) con un esempio di lettura secondo la metodologia del Taddei. La disposizione degli elementi della foto crea un significato che probabilmente non esisteva nella realt�.

Saluti
Enrico

IL COSA:
Identificazione concettuale di ci� che � rappresentato:

Due persone anziane, con cappotto e copricapo scuri, che camminano insieme. L'uomo appare curvo e la donna porta dei fiori. Una lapide con la foto di un giovane in divisa, un muretto di recinzione, un'auto parcheggiata, un alberello con poche foglie, a ridosso del muro.

IL COME:
Fattori tecnici:

Obiettivo normale. Nessuna elaborazione. Campo medio. Angolazione dall'alto e da sinistra rispetto alla linea d'azione relativa alle due persone. Inclinazione normale. Profondit� di campo ampia (il leggero fuori fuoco del primo piano, pu� considerarsi un'imperfezione tecnica, dovuta alla forzata ricerca di un compromesso fra una messa a fuoco ampia, quindi a diaframma chiuso, e posa breve per bloccare il movimento delle due figure. Tuttavia ci� non ne compromette la lettura e dona profondit� all'immagine). Illuminazione naturale, luce diffusa, B/N.

Criterio usato per la composizione:

Le due figure, la cui sagoma nera si staglia nettamente sul grigio chiaro della strada, sono poste nell'angolo superiore sinistro e la lettura inizia da loro. Tale posizione nel quadro, assieme alla direzione dello sguardo del vecchio ed all'atteggiamento, suggerisce un movimento diagonale verso l'angolo opposto. In primo piano, ha forte peso strutturale la lapide con la foto che spicca, invece, chiara su fondo scuro.
Il muretto di recinzione separa i due elementi fondamentali dell'immagine, pur senza dividerli poich� la sua tonalit� di grigio non � dissimile da quella dell'esterno che gli fa da sfondo. L'auto nell'angolo a destra e l'alberello sullo stesso lato, danno equilibrio alla composizione che altrimenti risulterebbe sbilanciata e completano, sia pur marginalmente, il racconto.

Modi narrativi:

Le due figure procedono insieme sottobraccio. Sono persone avanti negli anni, che appaiono chiaramente dirigersi verso l'ingresso del cimitero, ingresso che � fuori campo, ma che si intuisce, dal bordo della stradina, essere subito a destra dell'immagine.

Modi semiologici:

La foto del giovane in divisa, � posta in primo piano e sul bordo inferiore dell'immagine, s� da raggiungere un peso strutturale pari a quello delle due figure e da apparire quale meta di queste.

Definizione del significato della cosa in s�:

Due persone anziane che si dirigono verso un cimitero, per una visita ad un defunto (potrebbe non essere quello effigiato sulla lapide in primo piano).

Definizione del significato della cosa rappresentata:

Mediante il taglio e la composizione dell'immagine, l'autore ha messo in chiaro rapporto i due anziani con il giovane in divisa. Pur se la realt� probabilmente � diversa, l'intenzione del fotografo � stata quella di rappresentare �due genitori anziani, in visita alla tomba del figlio morto in guerra�.

Lettura dell'informazione materiale:

Una coppia di anziani, che si reca al cimitero, rappresentato attraverso la lapide ed i fiori (se mancassero questi due elementi, potrebbe essere la foto di due persone che rientrano a casa).


IL PERCHE':
Lettura dell'idea:

Significazione immediata: �Una coppia di anziani genitori, si reca a far visita alla tomba del figlio morto in guerra�
Significazione mediata: � La guerra stravolge l'ordine naturale delle cose, lasciando a lungo la sua dolorosa traccia�.

nisant
QUOTE(margior @ Jan 12 2007, 11:24 AM) *

...
Dopo di loro il Novecento ha decostruito, decostruito, decostruito...ma rimane comunque l'interrogativo scettico e critico: che cosa � arte?
...


Ah, ah ... bene, siamo arrivati al Maurizio Costanzo Show ... laugh.gif

Perdonatemi, � una battutaccia, ma siamo al punto in cui, a voler guardare freddamente la diatriba, ci troviamo sul cornicione dal quale si cade nelle discussioni a vuoto dei talk show.

Intendiamoci, questa � tutt'altro che una discussione vacua, ma come sottolineato da margior, necessit� di fissare qualche punto di riferimento.

Chiarisco. per tornare ai talk show, questi ci rubano tempo e sonno in discussioni idiote del tipo:
Secondo voi che cos'� XXX?
Dove XXX sta, di volta in volta, per AMORE, PACE, ARTE, CRUDELTA', FOLLIA, etc. etc.

Bella cretinata? Come se ci fosse un detentore del significato delle parole.
Mi piacerebbe che il programma ponesse la questione cos�:
Dato per ARTE quello che viene descritto nello Zingarelli al punto 3 (che pu� essere tutt'altro rispetto a quanto descritto al punto 2), voi cosa ne pensate?

Credo che tanti emeriti "ma�tre a penser" rimarrebbero privi di argomenti. laugh.gif

Chiusa la digressione, credo che sia utile seguire l'implicita esortazione di margior a chiarire di quale dei punti dello Zingarelli vogliamo discutere, parlando di ARTE.

Ciao.
Antonio


PS
Chiedo scusa ad Enrico, ma il io past � partito senza aver avuto modo di leggere il suo e di vederne le argomentazioni.
enrico
Scusate, ma avevo dimenticato di inserire le foto. L'et�... smile.gif
reefaddict
Enrico, grazie per l'invito a non addentrarci nelle sabbie mobili e restare in tema. Raccolgo subito.
Ottime esemplificazioni, era un pezzo che non leggevo una lettura dell'immagine secondo il metodo del Taddei, almeno sul forum. Nei tre esempi hai dato bene l'idea di un continuum tra il massimo peso alla cosa fotografata e, invece, il massimo peso all'autore.
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