Ieri, domenica 18 febbraio, secondo le previsioni meteorologiche sembrava non dovesse fare altro che piovere a catinelle... purtroppo � stato proprio cos�. Ma questo non ha impedito a un piccolo gruppo di nikonisti di ritrovarsi a Santulussurgiu, piccolo centro del Montiferru in provincia di Oristano. L'occasione era quella di immortalare le rocambolesche discese dei cavalieri mascherati della "Carrela 'e Nanti", incontro che avevo anticipato in un mio messaggio di qualche giorno prima.
Sotto un cielo gonfio di pioggia da far paura, ci siamo incontrati io, che con mia moglie e mia figlia e la preziosa ospitalit� dei miei suoceri facevamo gli onori di casa, Giampaolo, Cristiana, Paolo e il nostro nuovo "acquisto" Antonio, che provenendo da Calasetta (oltre 2 ore di automobile) ha dimostrato un'ammirevole spirito di abnegazione, tanto pi� che buona parte della strada � stata percorsa solitariamente e sotto la pioggia.
Dunque, l'occasione � la tradizionale corsa dei cavalli, e cominciamo dunque con la locandina:

Qualche parola sul pranzo offertoci dai miei suoceri, in stile tradizionale lussurgese (ravioli di formaggio, "ghisadu" (spezzatino di pecora o manzo con il sugo di pomodoro), l'immancabile porchetto arrosto, e naturalmente i dolci del carnevale)... infine, a battezzare adeguatamente l'incontro, un bicchierino di "fiu 'e ferru", acqua vite con il gusto di finocchietto, che, aggiunto al potente vino rosso che ha rallegrato il pranzo... insomma, meno male che hanno inventato l'autofocus....
Dopo pranzo, hanno inizio le corse.
I cavalieri scendono in gruppi di 2-3... questo normalmente, ma quest'anno, dopo un pauroso incidente, si � scelto di correre solo in pariglie evitando le corse a tre, pi� pericolose anche a causa della strada (sa Carrela) molto stretta e ripida, e resa fangosa e scivolosa dalle piogge.

La luce non era generosa, per cui ho impostato la D200 con ISO da 400 a 640, inizialmente, e col passare del pomeriggio e lo scemare della luce, anche 800 e 1000, per cui il rumore, che nella D200 non � solo leggendario...


Sar� tradizione anche quella, ma fa spavento vedere la gente che si sposta all'ultimo momento, quasi di malavoglia, al passaggio dei cavalli. Ogni tanto per� qualcuno ci resta... in ogni caso anche restarsene appiattiti contro i muri non � cosa molto prudente...


Il segreto, spiego a Paolo, � utilizzare un teleobiettivo, possibilmente uno zoom. Il 18-200 in questa circostanza manifesta tutta la sua versatilit�. Bisogna inquadrare i cavalli quando si trovano a 60-70 metri, ma allora si hanno appena pochi secondi, poi bisogna scattare, 2-3-4 foto e quindi girarsi, appiattirsi contro il muro, con una bella scarica di adrenalina, mentre i cavalli sfrecciano a pochi centimetri di distanza, e proteggere la fotocamera col corpo perch� � in arrivo una bella pioggia di fango. Dopo un'oretta e qualche centinaio di scatti, eravamo tutti inzaccherati da fare pena.


Con tutto quel fango, forse la tropicalizzazione della D200 servir� a qualcosa...


(continua....)