Nelle compatte digitali con mirino elettronico,
l�immagine visualizzata � esattamente quella �catturata� dal sensore sul piano focale. La forma pi� �quadrata� del sensore inoltre riduce le percepite distorsioni sul prolungamento orizzontale dei sensori ad ampia area. La pi� ridotta dimensione aumenta le difficolt� di allineamento ma maggiormente controllabile in �live� attraverso una taratura fatta sull�uscita video reflex consentita.
Nel caso delle DSLR, il mirino di puntamento Reflex, non � sul piano focale ma costituito da uno schema sdoppiato dallo specchio reflex a 45�, quindi schermo di messa a fuoco che collima geometricamente con il piano focale indicazioni a cristalli liquidi di aree AE/AF illuminate, pentaprisma/pentaspecchio che ribalta l�immagine e la riflette di 45� per portarla all�oculare ed infine lenti di accomodamento oculare dotate di correzione diottrica. Escludendo ancora tutta la parte legata al sistema di misurazione e rilevamento esposimetrico che riporta un secondo sensore CCD (D70 e serie D1/D2) e la porzione riservata alle indicazioni nel mirino, parliamo dunque di un complesso sistema ottico dotato di ragionevoli tolleranze legate ad ogni passaggio menzionato . La "precisione" quasi mai perfetta micrometricamente � strettamente legata alla tolleranza riservata ai differenti fattori interessati che mantengono la pi� elevata precisione sulle fotocamere dichiarate con un campo di copertura pari al 100%. Le fotocamere della massima fascia curano tra le altre mille cose anche una maggiore precisione nei materiali e nei "giochi" del box specchio che di fatto racchiude tutti gli aspetti riguardanti tiraggio, percorso ottico e pi� precise collimazioni con i sistemi di rilevazione AF ed esposimetrica.
La prima collimazione consiste nel posizionamento del sensore sul piano focale che, indifferentemente da quanto riportato nel mirino, deve offrire un orientamento collimato con la ripresa in bolla. In altre parole, scattando su un riferimento orizzontale e la fotocamera in bolla (non inclinata destra sinistra ma anche sull�altro asse avanti dietro) il sensore dovr� collimare con il riferimento preso in esame. Per fare ci� basta appoggiare la fotocamera su un tavolo (non zoppo, utilizzando un obiettivo 50mm o comunque geometricamente corretto oppure lo zoom di serie sulla focale intermedia per escludere �barilotti� e �cuscinetti�) e puntando un riferimento assolutamente orizzontale ed assolutamente parallelo al sensore, verificare l�immagine sul monitor ottenuta dopo lo scatto. Ovviamente il piano orizzontale utilizzato come riferimento dovr� essere assolutamente parallelo al piano focale o perpendicolare all�asse ottico che dir si voglia. Il riferimento dovr� poi corrispondere con l�asse dell�obiettivo e cio� l�altezza del riferimento dovr� corrispondere con il centro del sensore (esprimo ci� solo per evitare che qualcuno nel cercare la collimazione inizi a �mirare� in alto o in basso complicando le cose). Ogni minima variazione comporter� una rotazione giustificata.
Questa verifica consentir� di verificare la collimazione del sensore con l�ideale orizzonte o con un riferimento certamente orizzontale escludendo errori di prospettiva, di distorsioni ottiche ecc. ecc.
E� ovvio che quanto sopra descritto non pu� consentire misurazioni scientifiche in quanto mai riusciremo a trovare tavoli assolutamente in bolla cos� come riferimenti �recuperati� da librerie o piastrelle (bisognerebbe coinvolgere anche falegnami e piastrellisti). In una misura pi� �professionale� con un cavalletto dotato delle due bolle dedicate ai due assi, � comunque da notare che saranno impossibili precisioni micrometriche. Aggiungete dunque all�analisi i limiti dell�impossibile messa in bolla �assoluta�.
Se l�immagine ottenuta risulta ruotata allora vuol semplicemente dire che il sensore montato sul circuito elettronico montato a sua volta sulla base rigida di dissipazione in metallo fissata sul piano focale, � ruotato. Per quanto perfetti siano i meccanismi automatizzati con robot di deposito e saldatura componenti non � possibile escludere in fase di produzione una piedinatura leggermente sfalsata e dunque univoco fissaggio. Per le variabili sopra citate risulta assurdo richiedere i limiti di tolleranza e la collimazione potr� essere verificata visivamente sul monitor della fotocamera.
Trovata la prima collimazione, baster� verificare se il mirino corrisponde in orientamento. Quanto inquadrato e �proiettato� dall�obiettivo sul piano focale dovr� corrispondere con i riferimenti orizzontali del mirino proposti. Per le ragioni sopra citate una leggerissima tolleranza � da accettare ma mi riferisco di un eventuale riferimento che si accavalla alla linea ideale utilizzata e non che sia palesemente storto.
Se si preferisce operare al �contrario� baster�, sempre impiegando un obiettivo geometricamente corretto o il 18-70 in dotazione nella focale intermedia, inquadrare un riferimento orizzontale allineandolo alle linee guida. Anche in questo caso la superficie inquadrata dovr� essere assolutamente parallela al piano focale con la fotocamera non orientata in basso o in alto. Il riferimento preso al centro del mirino dovr� essere alla stessa altezza del centro dell�obiettivo e le distanze tra i lati della fotocamera dovranno essere assolutamente identiche ai lati della parte inquadrata. Scattando (senza ruotare la fotocamera durante lo scatto) con la delicata pressione del pulsante di scatto dalla posizione di prescatto al fondo corsa di scatto, l�immagine visualizzata sul monitor dovr� essere orientata correttamente tenendo come riferimenti le distanze con i bordi monitor o con i riferimenti orizzontali delle sovrapposte finestre di info dati. E� infatti da notare che i monitor LCD non possono introdurre distorsioni geometriche. Le tarature dei monitor consentono �solo� l�eventuale spostamento destra sinistra oppure alto basso ma mai la rotazione dell�immagine. L�immagine vista sul monitor della fotocamera visualizzer� esattamente quanto visto sul monitor del computer. Analizzando poi i file sul monitor del computer a visione ingrandita o utilizzando le linee guida di Photoshop per esempio risulter� impossibile verificare orizzonti allineati al pixel ed una tolleranza personale di precisione di puntamento a mano libera potrebbe portare a riscontrare anche sfalsamenti pari o superiori ad 1 o due gradi (ma ci� rientra nella personale e variabile precisione). Escludo ancora una volta, ovviamente, eventuali errori di prospettiva.
Non prendo in considerazione eventuali variabili pentaprisma/pentaspecchio perch� da questo punto di vista nulla cambia. Le ipotizzate possibilit� di ritrovare uno specchio spostato o deformazioni non sono parte variabile di produzione. Le possibili piccole micrometriche variazioni non sono riscontrabili palesemente ed abbondantemente al di sotto delle elevate caratteristiche ricercate. L�ipotesi di ritrovere un pentamirror �guasto� � molto analoga a trovare un pentaprisma �difettoso� e comunque in entrambe i casi di rarit� assoluta.
Quanto sopra descritto non cambia su quanto avviene anche sulle fotocamere a pellicola che peraltro aggiungevano le variabili dello spostamento della pellicola durante il trascinamento che sebbene vincolato, resta oggetto di possibili spostamenti all�interno dei giochi studiati per ridurre gli attriti. La pellicola, da questo punto di vista, �soffre� anche della mancata planarit� che porta il film ad �imbarcarsi� verso il centro producendo distorsioni. L�orientamento e la spaziatura portano poi ad ulteriori spostamenti come quelli aggiunti ancora nelle dia con il non perfetto fissaggio nel telaietto.
Ricordo dunque che la migliore collimazione � da ricercare nelle reflex con copertura mirino al 100% e che quanto diverso da sopra enunciato, deve trattarsi in forma singola e soggettiva.
Giuseppe Maio
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