IL SISTEMA NIKON MATRIX
"Wake up Neo. The Matrix has you"...
Nella sincera speranza che nessuno prenda il mio intervento come la lezioncina del saputello, vi ricordo che il sistema a matrice � molto vecchio. Tanto vecchio che, se la memoria non m'inganna, fece la sua prima (o una delle prime...) comparsa sulla Nikon FA (fine anni '70). Passando per gli anni '80 e fino al 1991 il sistema multizona si � evoluto ed uno degli apparecchi tipici caratterizzati da un sistema moderno (almeno cos� era all'epoca) di misurazione multizonale fu la F-601 del 1991. Di questa macchina ho posseduto sia la versione AF che la versione M, ed ora mi sono rimasti il depliant ufficiale ed una guida pubblicata dalla Editrice Progresso.
Cito quindi testualmente quanto riportato a pag. 39 della suddetta guida nella speranza che questo possa porre termine alla discussione:
"
Sistema Matrix: la lettura avviene su cinque zone dell'inquadratura. Si tratta di una misurazione eseguita da cinque cellule che, guidate da una raffinata programmazione del microcomputer della fotocamera, eseguono una media ragionata dei contrasti di luce sulla scena inquadrata dal fotografo. Se ad esempio ci si pone in una situazione di controluce esasperato, comprendendo il sole nell'inquadratura, il segnale della cellula abbagliata dal sole non viene computato dall'esposimetro. Infatti una tale
luminosit� infinita cancellerebbe l'influenza, ai fini esposimetrici, di ogni altro segnale -certamente pi� debole- proveniente dalle altre cellule e relativo tuttavia a
particolari che contano nell'inquadratura. Il sistema opera insomma con una programmazione basata su di una logica decisa in fabbrica e comprendente migliaia di
casi campione. Nikon precisa che il dispositivo esposimetrico Matrix � progettato per tenere conto separatamente dei livelli di luminosit� e di quelli di contrasto, con una gamma di cinque livelli di valore per ciascuno di questi parametri. Ne deriva la possibilit� di operare su venticinque
aree di comportamento. All'interno di ciascuna di esse il sistema sa poi scegliere ulteriormente, decidendo tra numerose modalit� di comportamento legate ai livelli di luminosit� (cio� alla loro localizzazione sulla scena) captati dalle cinque diverse cellule della fotocamera.
Il dispositivo Matrix � progettato per garantire
in ogni caso l'ottenimento di un'immagine leggibile. Per questo fatto,
accade che in alcune condizioni tenda a produrre fotografie con una esposizione abbondante (il grassetto � mio)
a favore delle ombre. Va quindi preferito in fotografia di cronaca
ma si suggerisce di escluderlo, passando alla lettura semispot o spot (anche qui il grassetto � mio), quando si operi con intenti creativi, ad esempio quando si voglia sottoesporre leggermente una foto per saturare i colori (come desideravano una volta i fotografi di paesaggio). Il sistema Matrix � comunque sempre adoperabile anche in esposizione a regolazione manuale e funziona pure in riprese con il flash (con tutti i flash
dedicati Nikon)".
Salto alcuni capitoli e vado direttamente al punto 9 - ESPOSIZIONE: CONSIDERAZIONI SU SITUAZIONI SPECIALI DI RIPRESA (pag. 53)...
"La Nikon F-601 [...] offre al fotografo la possibilit� di scelta tra interessanti modalit� di rilevamento esposimetrico. E' ovvio che l'operatore a questo punto dovr� decidere quando e come servirsi dell'uno o dell'altro metodo. Dovr� saper scegliere. Secondo quali criteri? Ecco qualche risposta. La misurazione media intelligente (Matrix) � ben pi� di una normale
lettura media dove la cellula guarda tutta l'area inquadrata.E' un'opportunit� preziosa per un uso rapido della fotocamera, come accade nel reportage (o nella fotografia a bambini ). Invece la soluzione
semi-spot � per rilevamenti pi� meditati e per contrasti spinti.
Richiede maggiore esperienza, naturalmente.
Occorre essenzialmente sapere dove puntare (altri miei grassetti...). Per fare un esempio: � spesso pi� adatto il sistema semi-spot per ottenere corrette esposizioni nelle foto di paesaggio. In questo caso si mira ad un prato illuminato dal sole, si rileva il dato (coppia tempo/diaframma) e, senza pi� variarlo, si modifica l'inquadratura per ottenere la composizione desiderata [...]".
Salto a pag. 55 e riporto il paragrafo I CASI D'ERRORE:
"Sono situazioni in cui nessun dispositivo esposimetrico pu� fare la
foto perfetta, per un semplice motivo: non pu� sapere che cosa il fotografo in realt� vuole. Ad esempio: - soggetto met� nero e met� bianco (molto scuro e molto chiaro), con linea di demarcazione in diagonale attraverso l'intero fotogramma: il Matrix esegue una via di mezzo, quanto a regolazione esposimetrica. E del resto,come potrebbe fare altrimenti? Se il contrasto luminoso � accettato dalla latitudine di posa della pellicola (
posso dire del sensore montato sulla D80 o di qualsivoglia altra fotocamera digitale?) , va tutto bene. Se viceversa lo supera, ecco che non vengono bene n� le aree in luce n� quelle in ombra. Che cosa voleva ottenere il fotografo? [...]".
Concludo questa lunga (ma spero utile) citazione rifacendomi a quanti, in questo forum, lamentano errori esposimetrici del Matrix in uso sulla D80, riportando il paragrafo DIFETTOSA ANCHE LA NORMALITA'? del citato manuale (pag. 60):
"Abbiamo rilevato che alcuni fotografi si dichiarano
insoddisfatti (ennesimo mio grassetto) del sistema Matrix anche per le foto
facili, di tutti i giorni, dopo aver constatato alcuni risultati che definiscono anomali rispetto alla bella foto alla quale sono abituati. Ma attenzione. Si tratta d'intendersi su ci�
che si vuole. L'appunto critico che pi� comunemente si fa al Matrix � di produrre immagini con scarsa saturazione di colore, meno
brillanti di quelle alle quali fotografi esperti si dicono abituati. E per certi versi � vero: soprattutto nel reportage geografico a volte la
forza di una fotografia � legata alla vivacit� del colore, alla saturazione; ed il risultato Matrix appare un poco
sovraesposto, porta ad immagini un p� chiare. Non � un caso: la logica del Matrix privilegia la
leggibilit� dei dettagli e quindi accade spesso che il sistema tenda ad
aprire le ombre per poter consentire la registrazione dei pi� minuti particolari. Diremmo che
il sistema di misurazione intelligente (Matrix) degli esposimetri avanzati d'oggi � essenzialmente un sistema pensato per garantire la certezza dei risultati nella fotografia di reportage. Non per garantire la bellezza delle foto, secondo canoni di saturazione e spettacolarit� guidati dal fotografo. Se si vuole
un'esposizione per le luci, cio� sostanzialmente una regolazione che privilegi i contrasti elevati e di conseguenza un'esaltazione del colore (per lieve sottoesposizione delle altre parti della scena) � preferibile operare in lettura semi-spot. Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di
tarare l'intero esposimetro per una sensibilit� pellicola lievemente pi� alta, oppure agire sul comando di compensazione intenzionale (staratura) di esposizione impostando ad es. un fattore di correzione di -0,5. Ma questo tipo di
staratura globale, utile e valido per situazioni di ripresa dove l'illuminazione sia
abbastanza normale , � scarsamente efficace in
foto difficili come quelle nero-su-nero o bianco-su-bianco, dove interviene una
capacit� compensativa intrinseca del sofisticato sistema esposimetrico dell'apparecchio. Insomma, preferiamo ancora la misurazione semi-spot".
CHIARO?