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AlbertoMaria
Sono un po' restio a cominciare questo thread, e devo confessare che temo alquanto le reazioni e magari anche di ricevere qualche accusa di essere un "testarolo", ma ho letto in questo forum molti commenti sul sistema zonale su cui non sono troppo d'accordo.

Il primo e il principale � che il sistema zonale � un retaggio del passato, che con il digitale non serve a nulla. Francamente non vedo il perch�. Il problema non sono i supporti, ma come si vuole che l'immagine appaia alla fine del processo. Il vero legame � fra la visualizzazione, che avviene nella testa del fotografo, e la realizzazione, che avviene associando l'esposizione corretta alla giusta zona. Se non c'� tempo, e un sistema matrix fa tutto per te (usando, guarda caso, proprio un sistema zonale "automatico"), va benissimo, ma � ovvio che se si vuole qualcosa che sia esattamente rispondente alla propria visualizzazione non ci sono alternative al sistema zonale o ad uno qualunque dei suoi tanti derivati. Credo anche che un buon fotografo lo usi sempre, magari in modo inconscio, qualunque sia il sistema esposimetrico che sta impiegando.

Il secondo � che siccome non esiste pi� il processo di sviluppo e stampa nella forma in cui esso ha luogo con la pellicola, viene a decadere tutta la parte del sistema che riguarda i rapporti che esistono appunto fra esposizione, sviluppo e stampa. In realt� per� un raw file non corrisponde al negativo solo metaforicamente, come si pu� dedurre dai test allegati, e forse i gradi di libert�, e quindi d'intervento, sono ancora maggiori.

Certo vedere una foto appena scattata aiuta moltissimo, ma anche Adams usava le Polaroid! (Ansel Adams, Polaroid Land Photography, 1978).

In ogni modo la mia intenzione non � polemica, ma � solo quella di rendere omaggio ad un grande fotografo ed altrettanto grande didatta, il cui interesse principale era certamente il paesaggio, affrontato con il grande formato, ma che non ha mai sfigurato quando ha preso in mano una reflex!


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buzz
"il sistema zonale"
Fotpografo da 35 anni e da altrettanti ne sento parlare come se fosse l'ivenzione del secolo, e non ho mai capito cosa ci sia di tanto eclatante in una cosa che esiste come cosa naturale. Forse la semplice classificazione delle zone?
Dici di non vedere perchp il sistema zonale sia superato con il digitale, ma io non lo vedevo nemmeno con la pellicola.
Del resto anche la premessa del PDF che hai allegato lo dice.
Fore adeso � meno impotrtante azzeccare la corretta esposizione in ripresa perchp il raw ti aiuta?
Ti aiuta, � vero, ma se parti da una foto fatta bene, avrai meno "noie".
Allora non si fa altro che esporre una foto in maniera corretta e la natura fa il resto.

11 zone di densit� erano quanto una pellicola riusciva a registrare. Adesso gli stop "guardabili" sono molti meno, e se si vuole ottenere una buona leggibilit� sia sulle ombre che sulle luci occorre usare il sistema HDR che comporta la compressione dei toni, oltre che l'obbligo di effettuare pi� scatti della stessa posa.

Piuttosto mi piacerebbe sapere se i paesaggisti di oggi abbiano risolto il problema dell'ampiezza di gamma, in un unico scatto.
AlbertoMaria
Caro Buzz,

io fotografo da un po' pi� di tempo ohim�, ma sono d'accordo con te, non c'� nulla di eclatante in questo sistema, oggi, nel 2008. Per questo lo dico nel Pdf. Ma lo era eclatante, eccome, quando � stato proposto.

Le zone nel sistema originale non sono altro che aree dell'immagine con la differenza di uno stop fra loro. Adesso, come allora, � importante scegliere (non "azzeccare") la corretta esposizione in ripresa, ossia la corretta corrispondenza della zona V, indipendentemente da quello che si pu� fare in camera oscura o con lo sviluppo del raw. La latitudine nel digitale non � cos� diversa da quella della pellicola, e forse, con certe macchine, anche maggiore. Quello che conta per� � far corrispondere l'esposizione a ci� che si vuole ottenere, scelta che pu� essere diversa da fotografo a fotografo e da messaggio a messaggio che si vuole comunicare. Dire questo oggi forse � una cosa banale, tu sicuramente lo metti in pratica ogni volta, cos� come fa la maggioranza dei fotografi, ma per chi comincia � importante sapere ci� che dipende da una scelta cosciente, rispetto a un risultato "automatico" che fornisce il sistema di misurazione. Ho letto molti commenti sul sistema matrix e sulla meraviglia o la perplessit� che suscitano talvolta i suoi risultati. Ebbene, il sistema matrix non � altro che un sistema zonale basato su una libreria di "situazioni" che la macchina ha in memoria. Un altro esempio � che quando un fotografo decide di sottoesporre di uno stop (ossia
-1EV), non fa altro che spostare in basso di una zona l'area che ha misurato portandola in zona IV (-1 appunto). � un modo difficile per dire una cosa semplice? Dipende, per chi visualizza correttamente le zone � di grande aiuto.

Gli stop "guardabili" senza interventi erano circa sette anche allora e oggi con il digitale non sono troppo diversi da quelli di una diapositiva. Se guardi i test, vedi che con un unico scatto e lo stesso raw sviluppato diversamente, � tranquillamente superabile il limite degli 11 stop. Senza arrivare all'HDR (che pure � possibile in questo modo con un unico scatto) si possono sovrapporre diversi sviluppi in layer diversi per ottenere il risultato.

Comunque, secondo me, l'essenza del sistema zonale non � questa; l'essenza � scegliere la giusta zona, ossia, per usare le tue parole, "azzeccare" l'esposizione voluta. Ovvero semplicemente fare quello che tutti fanno quando la foto riesce. Quello che Adams tentava di insegnare, non certo ai fotografi esperti di oggi, � semplicemente il modo con cui sceglierla, facendola corrispondere all'immagine mentale che uno si fa prima di scattare. Tutto qui.
zico53
Sarebbe cosa utile e penso, molto gradita, insegnare a riconoscere la zona giusta attraverso degli esempi pratici. Se ne � parlato tante volte ma questa cosa non si � mai sviluppata. Eppure in mezzo a noi ce ne sono tanti in grado di insegnare questa base per la fotografia, che una volta "allenata" renderebbe tutti meno dipendenti dal matrix me compreso chiaramente. Cosa diversa � poi scendere nel campo "interpretazioni" li ognuno pu� dare libero sfogo alla fantasia.
AlbertoMaria
Ciao Zico,

hai ragione, il punto importante � proprio quello che dici tu. I link che ho messo nel Pdf vanno nella direzione che auspichi, ma naturalmente il migliore � il primo, ossia Il Negativo, che di esempi ne ha moltissimi. Tra l'altro devo dire che tutta la parte che riguarda lo sviluppo e la relativa estensione e contrazione della gamma, va abbastanza adattata nel caso del digitale, ma la parte dell'esposizione � in gran parte valida cos� com'�.

Ho fatto sopra un esempio semplicissimo (quello di -1EV), ma prover� a farne un altro, altrettanto semplice, giusto per dare un'idea, senza pretendere di riassumere in poche righe quanto � stato scritto in molte pagine.

Supponiamo di avere una D300, e di avere un soggetto abbastanza contrastato (non mi piace troppo l'esempio dell'abito da sposa e del tight a righe scuro, ma lo uso solo per dare un'idea del metodo). Se guardi l'immagine relativa alla D300, vedrai che, come tutte le digitali, la fotocamera non va molto oltre la zona +3/VIII quanto a sovraesposizione. Se vuoi conservare la trama del vestito bianco, devi decidere (in funzione della trama) se � meglio la zona +3/VIII o +2/VII. Non sono esperto di vestiti da sposa, ma probabilmente la verit� sta nel mezzo, e in ogni modo dipende dal vestito. Bene, semplicissimo: punti lo spot sul vestito e sovresponi di 2 o 3 stop in funzione della scelta che hai fatto. Il tight in genere verr� bene (hai quasi 7 stop verso il basso), altrimenti va recuperato dal raw, ma non hai perso l'unica cosa che rischi davvero di perdere con un sensore digitale: le luci che vuoi che abbiano dettagli. Con una pellicola negativa si ragiona esattamente all'inverso, scegliendo la zona giusta per le ombre che devono avere dettagli. Ho fatto l'esempio dei vestiti, solo per semplicit�, e non tutti i casi sono uguali. In particolare l'esempio non � del tutto calzante perch� immagino che la resa della pelle sia ancora pi� importante di quella dei vestiti! In questo caso metterai il viso di lei in zona +1/VI sovresponendo di uno stop. In genere tuttavia, con un sensore o con una diapositiva, la decisione va presa sulle parti chiare, a meno che il bianco puro di qualche zona non sia una scelta cosciente. Poi, se uno ha tempo, le ombre andrebbero controllate, ma gi� cos� le cose in genere funzionano, e sono molto veloci.

La visualizzazione in fondo � questo: avere presente come viene riprodotta ciascuna zona con la propria macchina (anche se i sensori non sono poi cos� diversi fra loro), e questo si impara facendo prove in condizioni diverse di contrasto, ma direi soprattutto facendo molte foto...

Naturalmente se uno ha preso la mano con l'area media o con il matrix, intendiamoci, va benissimo. Se sa qual � l'area che vuole riprodotta nella zona 0/V, meglio ancora. Tuttavia esistono condizioni in cui anche questo metodo non � proprio da buttare, e se non altro lo trovo molto istruttivo.
velvia50
QUOTE(AlbertoMaria @ Jul 17 2008, 11:13 PM) *
Ciao Zico,

hai ragione, il punto importante � proprio quello che dici tu. I link che ho messo nel Pdf vanno nella direzione che auspichi, ma naturalmente il migliore � il primo, ossia Il Negativo, che di esempi ne ha moltissimi. Tra l'altro devo dire che tutta la parte che riguarda lo sviluppo e la relativa estensione e contrazione della gamma, va abbastanza adattata nel caso del digitale, ma la parte dell'esposizione � in gran parte valida cos� com'�.

Ho fatto sopra un esempio semplicissimo (quello di -1EV), ma prover� a farne un altro, altrettanto semplice, giusto per dare un'idea, senza pretendere di riassumere in poche righe quanto � stato scritto in molte pagine.

Supponiamo di avere una D300, e di avere un soggetto abbastanza contrastato (non mi piace troppo l'esempio dell'abito da sposa e del tight a righe scuro, ma lo uso solo per dare un'idea del metodo). Se guardi l'immagine relativa alla D300, vedrai che, come tutte le digitali, la fotocamera non va molto oltre la zona +3/VIII quanto a sovraesposizione. Se vuoi conservare la trama del vestito bianco, devi decidere (in funzione della trama) se � meglio la zona +3/VIII o +2/VII. Non sono esperto di vestiti da sposa, ma probabilmente la verit� sta nel mezzo, e in ogni modo dipende dal vestito. Bene, semplicissimo: punti lo spot sul vestito e sovresponi di 2 o 3 stop in funzione della scelta che hai fatto. Il tight in genere verr� bene (hai quasi 7 stop verso il basso), altrimenti va recuperato dal raw, ma non hai perso l'unica cosa che rischi davvero di perdere con un sensore digitale: le luci che vuoi che abbiano dettagli. Con una pellicola negativa si ragiona esattamente all'inverso, scegliendo la zona giusta per le ombre che devono avere dettagli. Ho fatto l'esempio dei vestiti, solo per semplicit�, e non tutti i casi sono uguali. In particolare l'esempio non � del tutto calzante perch� immagino che la resa della pelle sia ancora pi� importante di quella dei vestiti! In questo caso metterai il viso di lei in zona +1/VI sovresponendo di uno stop. In genere tuttavia, con un sensore o con una diapositiva, la decisione va presa sulle parti chiare, a meno che il bianco puro di qualche zona non sia una scelta cosciente. Poi, se uno ha tempo, le ombre andrebbero controllate, ma gi� cos� le cose in genere funzionano, e sono molto veloci.

La visualizzazione in fondo � questo: avere presente come viene riprodotta ciascuna zona con la propria macchina (anche se i sensori non sono poi cos� diversi fra loro), e questo si impara facendo prove in condizioni diverse di contrasto, ma direi soprattutto facendo molte foto...

Naturalmente se uno ha preso la mano con l'area media o con il matrix, intendiamoci, va benissimo. Se sa qual � l'area che vuole riprodotta nella zona 0/V, meglio ancora. Tuttavia esistono condizioni in cui anche questo metodo non � proprio da buttare, e se non altro lo trovo molto istruttivo.


Io questo metodo lo applicavo quando avevo la F80 ma ora con la F6 mi riesce + difficile in quanto il Matrix color � di una precisione tale che mi permette invece di curare l'inquadratura.
All'inizio ho provato con la lettura spot a scegliere la zona "media" e verificando poi come si comportava l'esposimetro nelle altre zone e poi scattavo; beh, il confronto con il matrix non sta in piedi.
Attualmente uso Matrix, Spot e semispot quando voglio "isolare" l'oggetto o soggetto che voglio fotografare.
Devo ammettere che prima avevo + soddisfazione in quanto il risultato era frutto di un ragionamento....ovviamente non mi pento assolutamente di aver preso l'F6!!
Tornando, comunque, su Ansel Adams desideravo chiederti se hai letto il libro autobiografico su Ansel Adams: volevo sapere se � un libro anche di tenica fotografica o solo "storico".
Ciao e complimenti per le spiegazioni
Andrea
AlbertoMaria
QUOTE(velvia50 @ Jul 18 2008, 08:26 AM) *
Tornando, comunque, su Ansel Adams desideravo chiederti se hai letto il libro autobiografico su Ansel Adams: volevo sapere se � un libro anche di tenica fotografica o solo "storico".


Ciao Andrea! Penso che ti riferisci a questo:
http://www.amazon.com/Ansel-Adams-Autobiog...16405010&sr=1-6, che qui puoi sfogliare. Non l'ho letto ma vedo dall'indice che probabilmente ci sono entrambi gli aspetti, come negli altri d'altronde.

Ho letto i tre principali che trovo ancora molto interessanti, certo, fatti i debiti distiunguo! Qui
http://www.amazon.com/s/ref=nb_ss_gw?url=search-alias%3Dstripbooks&field-keywords=ansel+adams&x=15&y=15 ne trovi un altro bel po' come vedi.

Non � male neppure questo, di un epigono ed allievo,
http://www.zanichelli.it/f_catalog.asp?url=cataloghi/risposta.asp?fxtipo%3DAUTORE%26fxtesto%3Dschaefer%26CATALOGO%3DSEL%5FTOT%26back%3Dcat%5Ftot%2Easp%26AUTORE%3Dschaefer%26TITOLO%3D che � un po' pi� "aggiornato" e ha una parte dedicata al colore (niente digitale per�!).

Sulle tue considerazioni sono daccordo con te. Le cose � importante saperle, poi non si pu� certo negare il progresso!
AlbertoMaria
Per chi non l'avesse gi� visto, consiglio la lettura, e soprattutto il video http://www.imaging-resource.com/news/2012/08/16/rediscovered-ansel-adams-video-shows-rare-footage-of-the-master-photographe .

Non � frequente sentire Ansel Adams che parla, e soprattutto che suona!

Per chiunque voglia in qualche modo imitarlo non consiglio l'acquisto di una limousine, ma sicuramente quella di un cappellino, magari con la visiera al contrario, se si hanno i suoi, come i miei, capelli!

Un saluto
Lutz!
Sistema Zonale o EV son la stessa cosa. Adams ha avuto la accortezza di presentare in modo diverso, e forse piu abordabile, un concetto. Vedetela come una forma didattica.

Non e' superato e non lo sara' mai. E' un modo come un altro per valutare la gamma dinamica... La carta di ieri e oggi sara' sempre intorno alle 6 zone, una scena sara' piu o meno estesa... Che parliamo di gamma EV o zone.. che cambia?

Niente, ma il sistema zonale e' un approccio, un punto di vista, in cui invece di partire dalla scena, partiamo da cio che vogliamo rendere nella fotografia, e lo trovo molto sensato e utile.

Credo che ogni approccio furbo in fotografia sia valido, ciascuno sceglie il suo o lo sceglie in base alle situazioni. Quante volte abbiamo parlato di esposizione, di esporre il grigio medio, di esporre il bianco, le ombre... sempre la stessa zuppa... L'importante e' avere chiaro i concetti di gamma dinamica della scena e le capacita' di ripresa del sensore...

:-)
Massimo.Novi
L'immagine digitale � una cosa. La pellicola un'altra.

La classificazione delle "zone" dell'immagine catturata dal sensore (che � lineare) � realizzabile solo dopo un'elaborazione software (attraverso la curva di gamma) che non solo non ha nulla a che vedere con la ripresa (il sensore non conosce la curva che si user�) ma � addirittura differente da software a software.

Avendo iniziato ad interessarmi di tecnologia digitale con le telecamere a tubo tanti anni fa, ho imparato presto, con l'avvento della fotografia digitale a livello consumer, che nell'immagine digitale "still" (ferma) le similitudini con la pellicola sono molto ma molto poche. Si usano terminologie e concetti analoghi per facilitare la comprensione ma in generale ci sono poche cose veramente comuni ai due supporti. Ad esempio, il famigerato "grigio 18%" nel digitale e soprattutto negli esposimetri digitali (spot o che altro) non esiste.

L'idea della "zona" come classificazione EV o dei livelli di luminanza dell'immagine digitale � a mio parere molto forzata se riportata dalla pellicola. Si pu� eventualmente avvicinarla pi� alla fase di stampa in cui le densit� sono pi� visivamente regolabili.

Ovvio che una volta definito il centro dell'esposizione come l'area a media densit� che si vuole rendere, la "zone" sono automaticamente assegnate (a meno di elaborazioni post-ripresa). Ma questo come gi� detto f� parte del bagaglio di ogni fotografo do un paio di rullini...pardon, di schede.

Massimo
AlbertoMaria
Io sono completamente daccordo con Lutz!, Massimo, perch� Adams non guardava certo le sue foto a video,e alla fine ovviamente gli interessavano le stampe, cosa che forse dovrebbe interessare anche a noi!

A me per� interesserebbe sapere se avete visto articolo e video e che ne pensate! biggrin.gif

Saluto
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