QUOTE(pes084k1 @ Jun 6 2014, 10:20 AM)

A parte che la F5 non era una gran macchina per fine art, la dia ha ancora un notevole margine contro FX, lo vedete dalla graduazione dei toni e da come vengono resi certi dettagli in distanza (aste colorate, foglie, caratteri, tessiture tipo sabbia). Non so la tua tecnica, ma allo scanner e in proiezione certe cose si vedono: ti puoi avvicinare a 50 cm su uno schermo alto 100 cm e vedere nuovi dettagli, sul monitor al 100& ti fermi a tre volte l'altezza di schermo... Il mezzo formato è invece preferibile in digitale: non hai grandi margini di risolvenza con gli obiettivi sugli attuali sensori e il film non era piano. Il 135 nelle macchine serie (no autofocus, tranne F6) stava ben piano ed è uno dei due sweet spot del film: l'altro sono i banchi ottici.
Il guaio è che molti non stampano più grande (non grosso), non hanno tecnica, scanner (quelli professionali non ci sono o sono manovrati da cani), risparmiano il cent, non usano ottiche serie, magari dell'epoca digitale, supporti per lo scatto, non sanno mettere a fuoco. Il film non si fa con lo Zuiko di papà.
E anche nel film, per battere il MF bastano ottiche serie e film a bassi ISO. Scattare in film con una Tri-X, quella è roba da nostalgici con la puzzetta!
A presto
Elio
quindi con cosa scatti a pellicola? Contax Aria? Si, sapevo che la planearità della pellicola era un problema, che infatti hanno "risolto" i sensori, ma mi chiedo una cosa ... la fotografia è arte, e se guardi gli scatti dei grandi fotografi che hanno fatto (e continuano a fare) la storia della fotografia la ricerca del dettaglio così estremo non c'è.
A meno di stampare fine art (ma quanti di chi usa la pellicola ambiva a stampare fine art, quando una stampa seria costava qke anno fa, a Milano, anche oltre 100€?), a meno di stampare oltre i 60cm lato lungo, o meglio a meno di non dover eseguire dei lavori in cui il dettaglio è importantissimo (quel che oggi i professionisti eseguono ancor oggi col medio o grande formato in campo moda, macro per uso scientifico, e... ) non è che la ricerca estrema del dettaglio, delle tessiture e quant'altro non diventa una mania?
Spesso ci diciamo di non fissarci sulle MTF, sui numeri puri per pensare che "miglior punteggio = miglior fotografia", ci diciamo che a fare grande uno scatto non è la dimensione di stampa ma la composizione, la luce e la storia che racconta (insomma, l'anima della foto!), continuiamo ad ammirare i lavoro di Ansel Adams, di H.C.Bresson e di altri grandi più contemporanei (vedi fotografi del National Geo, ma non solo) e poi ricadiamo nella trappola della ricerca assoluta ed incondizionata del dettaglio, delle sfumature come elementi
sine qua non di una buona fotografia?
Mi sembra paradossale, anzi forse una trappola.
Non metto indubbio che una dia scansionata come si deve, in modo professionale, sia capace di dare anche il 50% o oltre in più di una stessa fotografia eseguita a parità di luce e resa tonale complessiva (e percettiva) realizzata con una digital camera ma il punto è ... ma quando poi osserveremo il risultato (su un libro fotografico stampato? Su un monitor calibrato? O forse solo su un monitor e basta?) lo faremo sotto una luce controllata?
Voglio dire, non stiamo perdendo di vista il senso stesso della fotografia come arte, come mezzo per raccontare e descrivere emozioni, storie, momenti che svaniranno per sempre se non sapientemente congelati nel nostro supporto (film, memory card, poco importa quale sia) inseguendo il perfezionismo?
Io penso di si, visto che riesco a rimanere sbalordito di fronte a scatti come i vostri, che trasmettono qualcosa anzi più di qualcosa, e magari hanno delle "sbavature" o imperfezioni tecniche.
E poi, tutto questo spaccare il capello in quattro sul sistema di ripresa e memorizzazione di noi appassionati si traduce in un altrettanto spaccare il capello in 4 quando scegliamo il lab? E quando scegliamo la carta? E quando scegliamo la luce dove guardarli?
Se dovessi fare un paragone con gli audiofili direi che ci comportiamo a volte come chi ha un ottimo sistema valvolare, sorgente veramente Hi-Fi ma poi ascolta la musica con la finestra del salone aperta e sotto scorre il traffico cittadino. O, peggio, a fianco ha il vicino che guarda la partita ad alto volume.
La perfezione è una delle essenze dell'arte, è stata inseguita da varie correnti di pensiero (fra cui i classici Greci e tutti i neoclassicisti) ma non è l'unica anima dell'arte; e quindi della fotografia.
Facendo quindi un discorso più pratico, che coinvolge il concetto di "ma quanti soldi devo spendere per avere fotografie molto belle?", se oggi non ti ritrovi (dal papà fotografo, dall'amico o perché ne hai fatto una ricerca centellina) quanto tu stesso indicavi, cioè:
ingranditori di qualità, se vuoi stampare il b/n in casa (col colore la vedo cmq dura, scusate l'ignoranza ma la vedo dura ...)
oppure un ottimo scanner di qualità,
un ottima fotocamera a pellicola (Leica? Contax?)
un ottimo parco ottiche per pellicole
davvero spendi meno se usi di più la testa e ti lasci prendere meno la smania del click usando:
un buon monitor IPS calibrabile (se scansioni, però lo devi avere)
una buona sonda di calibrazione (se scansioni, però lo devi avere)
una buona fotocamera Fx; per i più esigenti ci sono le medio formato con dorso digitale (ma per i comuni mortali o non per i fisici da Rambo direi un vezzo da Paperone)
un buon parco ottiche Fx
un buon RAW developer (es. Capture One, Camera RAW, ecc ecc ecc)
ed un buon programma di post prod (lo devi avere anche se scansioni) ??
Mantengo i miei seri dubbi ....
E se cmq la pellicola fosse più conveniente c'è sempre una cosa, alal fine, con cui vanno fatti i conti: trovarla!!!!
A Roma (e non parlo di un paesino da 3 abitanti) trovare una Ektar 100 è stato impossibile. A Londra le vendono regolarmente.
Le ritirate allora via web? O le da Londra?
mah .....