QUOTE(franci7687 @ Jul 10 2014, 11:17 PM)

Speriamo!!! Aspetto con ansia martedi
Arrivo un po' in ritardo, ma vorrei fare precisazioni, avendo visionato tanti 105/2.5 nelle varie serie (ho personalmente scelto un AI nuovo all'epoca e lo tengo). Tra PC, AI e AIS, al di là del carattere comune (bassissime aberrazioni, QUINDI bokeh tecnicamente ideale e simmetrico avanti-dietro, altissimo macrocontrasto e finissima risolvenza) vi sono differenze date dall'evoluzione del trattamento MC, peraltro molto riuscito già all'inizio, e della TARATURA riguardante soprattutto la distanza tra i semi Gauss. In genere PC e AIS sono ottimizzati per l'infinito e danno una curvatura di campo crescente a corte distanze, con una forte concentrazione del microcontrasto al centro anche a f/2.5. Probabilmente questo era dovuto all'uso di banchi ottici e di MTF tester, facili da far lavorare all'infinito. Gli AI e i primi AIS (Series 900000) sembrano ottimizzati per 2-3 m, con una bassa curvatura di campo anche in close-up e una risolvenza uniforme e tremenda, a leggero discapito del microcontrasto a 10-20 lp/mm e di un lieve maggior haze a TA. Questo è considerato un comportamento "ideale" per scattare alle test chart, su cui il 105/2.5 AI era all'epoca realmente sconcertante, con una performance solo avvicinata dai Micro 55 e dal Planar C/Y 50/1.4 mm e solo su parte del quadro.
Richiede corpi e manico adeguati per azzeccare la MAF e evitare vibrazioni dannosissime per il suo imaging e sfocature brutali antiesteiche. Ha anche una trasmissione elevatissima: f/2.5 sono realmente tali e effettivamente sembra sovraesporre di circa 1/3 di stop a tutti gli altri diaframmi. Tenete presente questo fatto, per bruciare meno le luci. Ovviamente, se lo compensate, chiudete di brutto le ombre.
Rispetto al 50/1.8 citato da qualcuno, in ogni versione, non trovo nulla di simile. Il 105/2.5 ha un assetto direi "diffraction limited", con curva MTF circa lineare e lunghissima (immagine "secca" e "tagliente", a metà tra Schneider e Zeiss). Il 50/1.8 ha meno macrocontrasto, maggior microcontrasto a bassa frequenza (immagine "rotonda", MTF incurvata verso il basso) e poi cade rapidamente come risolvenza: un'ottica snapshot, non per fine art, eccetto casi particolari.
Sul trattamento MC, l'AI aveva un possente paraluce (sostituibile con quello dei Micro AIS e AFD), mentre l'AIS ne aveva uno poco efficiente a estraibile (e rigabile...). Quindi la resistenza effettiva al flare era in realtà molto simile. Oggi potrei comunque montare il paraluce dell'AI sull'AIS.
Vedo molte foto in close-up (con le lenti acromatiche, spero, mai con i soli tubi con questo schema) e ritratti, ma il 105/2.5 eccelleva nel reportage da viaggio, nell'astrofoto, nel paesaggio urbano, specialmente in giornate terse, dopve poteva sfruttare le sue lp/mm e la sua correzione simmetrica della CA: se vedete un alone rosso, avete sbagliato MAF, lo feci notare tempo fa.. Il ritratto per lui era una bazzecola!
La "Ragazza Afgana"? A me sembra un buon lavoro come tanti, certamente scattata a diaframmi abbastanza chiusi per "ammorbidire" la lente, ottimizzata tra f/2.8 e f/5.6. Molti miei amici nel ritratto lo usano con Softar o Soft Pro: è tutto dire.
A presto
Elio