Bravo Luigi! Non si vince niente, ma (a parte un singolo alpinista isolato) direi che li hai trovati tutti... I puntini rossi sono, appunto, alpinisti con la giacca a vento rossa.

Ma proseguiamo...
Al risveglio, la mattina dopo, il cielo é di nuovo grigio. Ma non ci scoraggiamo, le previsioni del tempo, che di solito sono precise, dicono che schiarirà in mattinata...
Per arrivare al Doubtful si fa una strada molto diversa che per andare al Milford: un breve tratto in autobus, poi in barca si attraversa il Lake Manapouri, poi un altro tratto in bus, e finalmente, con un'altra barca, il Doubtful.
La barca con cui attraversare longitudinalmente il lago è in ritardo, c'è tempo per guardarsi intorno... Il lago è immobile, segno inequivocabile dell'assenza di vento.

Da un lato, è un buon segno. Ma dall'altro, mi fa sperare che sul Sound il cielo sia già sereno, altrimenti cosa spazzerà via le nubi?
Intanto, la anatre vengono a vedere cosa fa tutta quella gente sul pontile (e se magari qualcuno gli getta qualche cosa da mangiare...).

Ed, esplorando i dintorni, trovo qualcosa di familiare.

Finalmente arriva la barca, e partiamo. Il lago è molto grande, ed è il secondo per profondità in Nuova Zelanda (444 metri). Le rive sono, ovviamente, coperte di foreste... e di nubi.

Ma ecco che, proprio mentre ci avviciniamo all'altra estremità del lago, il cielo comincia a presentare squarci di azzurro, e le nuvole si sfilacciano e si spezzano...

E' uno spettacolo affascinante... almeno per me.




...E quando arriviamo all'attracco, la giornata si presenta mooolto interessante, in termini meteorologici...

Col bus ci inerpichiamo sui monti che ancora ci separano sal Sound... lo scenario "si presenta bene":

Qui e là, i fianchi delle montagne sono segnati dalle tracce delle "valanghe d'alberi" a cui ho accennato parlando del Milford:

Finalmente, dopo una curva (l'ennesima...), eccolo!

Il Doubtful Sound... e una bella giornata. Siamo fortunati.

Saliamo in barca (un grosso e veloce catamarano a motore) e via, verso le profondità di questo fiordo stupendo.
Giusto il tempo di cogliere al volo una chiazza chiara lungo la riva, un albero in mezzo ad un raggio di sole...

...e siamo immersi nel Sound.

E' un luogo affascinante. Credo che nessuna foto possa redergli giustizia... Mi dà l'impressione di un luogo selvaggio e forte, anzi, potente. Le pareti sono scoscese come e più di quelle del Milford, e ancora più alte. E così pure le immancabili cascate...

Spesso le rocce hanno colori strani, rugginosi... Muschi?

E ci sono anche diverse isole ed isolette...
C'è una sensazione di maestosità, di grandezza. E, guardando avanti, il fiordo sembra non avere fine, mostrando tanti piani di luce e, soprattutto, d'ombra che si avvicendano e si intersecano...

Tutto, qui, gronda acqua... e la vegetazione è incredibilmente ricca e rigogliosa.

E ad un tratto mi accorgo che abbiamo compagnia...

Proprio sotto la barca, sono venuti a giocare!


E' una famiglia intera:

Dopo un po' si allontanano, lasciandomi una bellissima sensazione di gioia e leggerezza...

Il Doubtful continua a regalarci scenari incantevoli... magici.


I monti e le isole si riflettono nell'acqua calma del fiordo

E' incredibile la varietà di piante, e di conseguenza di forme, e di sfumature di verde, che queste rive offrono.

Un vecchio centro per il commercio delle pelli... Oggi riadattato ad un'altra funzione:

Il fiordo sembra veramente non finire mai... ma alla fine eccoci all'Oceano aperto.

Dopo aver circumnavigato l'immancabile colonia di foche (che vi risparmierò...) rientriamo nel fiordo: inizia il lungo viaggio di ritorno.

Ritroviamo anche qui, anche se meno evidente, la faglia sismica che avevamo già osservato nel Milford:

Ad un certo punto, entriamo in una diramazione del fiordo... che da sola è grande quanto l'intero Milford Sound

Le cascate "a filo d'acqua" sono altissime, ce n'é una (purtroppo in una condizione di luce impossibile, la foto l'ho dovuta cestinare) alta 700 (settecento!!) metri...

Le rive si riflettono nell'acqua, e la sensazione di pace è assoluta...

...o almeno così crediamo.
Ma a questo punto il capitano porta la barca vicinissima alla riva...

...e chiede a tutti di spegnere, per un poco, qualsiasi apparecchio: mp3, telefonini, macchine fotografiche... tutto ciò che può fare un qualsiasi rumore. E ci chiede di restare in silenzio...
...e spegne tutti i motori e le apparecchiature elettriche della barca.
Silenzio.
E in quel silenzio, i suoni che lo formano prendono corpo: il gocciolio dell'acqua, il respiro del vento, il fruscio delicato delle foglie sulla riva, l'indescrivibile, sottilissimo suono prodotto dal velo d'acqua delle cascate, il distante canto degli uccelli, persino il battito del nostro cuore.
The sound of silenceIl tempo si è fermato. La
dimensione di questo istante è pazzesca. Intensissima. Ho le lacrime agli occhi... Commozione pura.
E il capitano ci lascia così per un tempo lunghissimo, o che sembra tale.
Solo quando la barca, alla deriva, è ormai piuttosto distante dalla riva si riaccendono i motori e gli altoparlanti... ma l'emozione è così forte che per un po' non riesco nemmeno a
pensare di fare foto.
Quando lo faccio, siamo di nuovo fuori, nel fiordo principale.

Ormai siamo arrivati di nuovo al porto... un ultimo scorcio della grandiosità del Doubtful Sound, e poi si riparte, col bus:

Lungo la strada, una sosta per visitare la centrale elettrica sotterranea... in fondo a un tunnel di qualche km sotto la montagna:

E poi il ritorno a Te Anau.
Domani si riparte. Ma il Doubtful mi rimarrà nel cuore.
(continua)