Va beh, appena ho avuto un attimo di tempo sono tornato a rivedermele...e il mio mal d'Africa non c'entra affatto (beh, magari un pochino sì...

) Perchè...non so: attrazione magnetica? Come ho già detto, credo che in quelle immagini Marco ci abbia messo il cuore, ma - riguardandole una seconda volta, quindi con un impatto emozionale già in parte "affievolito" - mi sono soffermato un po' di più sulla tecnica. E sono rimasto allibito. Ragazzi, potrà sembrare una sciocchezza, ma il ritratto in Africa (a soggetti africani) è un genere tutt'altro che banale, sia dal punto di vista strettamente tecnico, sia per quanto riguarda la capacità di approccio con un'altra cultura, con persone che parlano una lingua diversa e che, comunque, sono abituate ad avere a che fare, al più, con "turisti" alla ricerca di un facile scatto-ricordo. Entrambe le immagini (che in qualche modo mi sembrano emblematiche dell'essenza dell'Africa, un continente molto giovane nel quale la saggezza rassicurante degli anziani è ancora un valore prioritario) denotano a mio avviso una grande capacità d'interazione coi soggetti: sia la ragazza sia l'anziano appaio rilassati, per nulla infastiditi o imbarazzati, direi simpaticamente e amabilmente "complici" di Marco nel realizzare queste immagini. Primo grande merito. Poi, la tecnica. E' verissimo: la luce africana è crudele. Stupenda dall'aurora fino alle 9.30, massimo le 10, poi diventa tagliente come un coltello e dura come il diamante, per ridiventare un sogno nelle ore che precedono il tramonto. Tirar fuori un ritratto come quello dell'anziano, col sole a picco e le ombre secche, richiede un controllo assoluto, totale dell'illuminazione e una grande capacità nell'interpretarla. E poi, soffermatevi su quei volti (stupenda la pennellata d'oro zecchino su quello della ragazza): ricchi di dettaglio, leggibilissimi, nonostante la riflettenza di un viso africano sia bel lontana da quel "grigio medio 18%" sul quale sono tarati gli esposimetri. Ho pensato alle mie centinaia di dia "cestinate", e mi sono idealmente, di nuovo, tolto il cappello....
Diego