Io sono ignorante in materia di fotografia, per cui non mi stupisce più di tanto il non aver mai sentito parlare, nè letto in alcun libro di settore, ciò che sostieni. Sapevo che quello che dici dipende dalla luce (quindi dalla terna iso-diaframma-tempi, in sintesi la quantità di luce che colpisce il supporto), dal modo con cui essa interagisce col soggetto, dal diaframma. Ignoravo fosse correlato al tempo di esposizione, in pratica dalla quantità di luce per unità di tempo (concetto fratello della potenza).
Come suggerito fai una prova: un bel ritratto, meglio in studio, dove iso e diaframmi li fissi, poi fai uno scatto a 1/160 e uno a un tempo lento. Dico in studio perchè così puoi variare la luce e ottenere la medesima esposizione a tempi diversi, senza variare iso e diaframma, cosa che invaliderebbe la prova.
Come suggerito fai una prova: un bel ritratto, meglio in studio, dove iso e diaframmi li fissi, poi fai uno scatto a 1/160 e uno a un tempo lento. Dico in studio perchè così puoi variare la luce e ottenere la medesima esposizione a tempi diversi, senza variare iso e diaframma, cosa che invaliderebbe la prova.
Meglio scegliere una giornata nuvolosa, lavorare in manuale e mettere la macchina su cavalletto. A parte la differenza di profondità di campo, variando le coppie tempo/diaframma non cambierà nulla. Diverso con l'uso del flash, dove per dare un effetto più realistico, si tende ad alzare gli ISO, adeguare l'esposizione alla luce esistente e quindi rischiarare col flash. Ma questo è un altro discorso.
Carlo