QUOTE(Piero 1 @ Nov 20 2012, 11:38 PM)

.............Almeno credo ...
Piero
Credi il giusto, hai ragionato bene, è proprio così!
Saluti cordiali
QUOTE(ifelix @ Nov 20 2012, 10:52 PM)

A me basta aver capito............( e spero di aver capito bene )
dopo questa lunga discussione e relativo tuo epilogo...
che il micromosso c'è sempre !!!
Magari infinitesimale ma c'è sempre.Adesso aspetto la definizione tecnico-scientifica di questo punto............
per sbatterla in faccia a qualche sapientone del cavolo.

Qua si parla di fotografie, se ne parla tecnicamente, ossia di come sono fatte.
Tutto quello che tecnicamente si dice, deve SEMPRE e COMUNQUE tener presente che alla fine guardiamo una fotografia, anche tecnicamente, coi nostri occhi, tutte le varie pippe al cervello devono tener presente che alla fine la fotografia va guardata per vedere se è buona o cattiva, e la si giudica solo con gli occhi ed il cervello che con gli occhi ci vede, bisogna mettere nel conto che cosa guardo e come.
Quanto sotto, se uno non è interessato, è noioso, dunque può benissimo occupare meglio il suo tempo altrove.
Per dire se una fotografia è buona o cattiva tecnicamente, PRIMA DI TUTTTO, devo definire quanto è grande la fotografia che guardo, il formato, da che distanza la guardo, e con che occhi (buoni, medi, cattivi) la guardo, dato che se sono orbo non posso giudicare nulla di una immagine.
Quando si parla di mosso, di fuoco e di diffrazione di una immagine, bisogna prima di tutto fare l’assunzione che orbo non sono, poi definire il formato dell’immagine che guardo ed infine la distanza alla quale la guardo, la distanza di osservazione..
Su una immagine formato francobollo, guardata a occhio nudo (mediamente buono) da 1 metro, posso benissimo vedere tutto nitido ed a fuoco, ma se la stessa immagine la ingrandisco ad un formato di 2 m X 3 m, e la guardo da 10 cm di distanza, o con la lente d’ingrandimento, chi mi dice che sia tutto ben nitido, ferma ed a fuoco? Tante volte, ingrandendo si hanno amare sorprese
Questa qui
Visualizza sul GALLERY : 4.3 MB ha un micromosso visibile per una stampa in A2 (50 X 70 cm) vista dai “soliti†25 cm di distanza, “soliti†perché è quella media di osservazione per stampe buone, e NON la si può stampare in A2 se uno vuole stampe di qualità, ma se la stampo in A4 (20 x 24 cm), e se anche voglio foto di qualità, e la guardo sempre dalla stessa distanza, 25 cm, è stampabilissima, proprio perché quel micromosso, visibile su A2, NON è visibile su un A4.
Parlando di mosso o fuoco, il formato e la distanza di osservazione NON si possono non considerare, altrimenti qualsiasi ragionamento è privo di fondamento, una bufala, anche se giusto in teoria, nella realtà dei fatti è una bufala.
La fotocamera riesce a separare geometricamente tutto quello che ha dimensione più o meno uguale a quella del diametro del suo pixel: se un soggetto si muove di una certa distanza che riportata sul sensore è maggiore del diametro del pixel della fotocamera, la fotocamera registra quel movimento, lo “vedeâ€, perché l’immagine transita da un pixel all’altro e la fotocamera lo registra, dato che l’immagine cambia coordinate, sempre perchè passa da un pixel all’altro, la posizione spaziale del pixel è nota e riferita al processore che ricostruisce l’immagine, e la fotocamera riporta il movimento come una banda continua che unisce i due pixel.
Se il movimento del soggetto, riportato sul sensore, è minore del diametro del pixel della fotocamera, la fotocamera il movimento non lo “vedeâ€, per lei il soggetto non cambia di coordinate e la fotocamera riporta un punto fermo, il soggetto si è mosso, ma il movimento è minore del potere separatore (= della risoluzione) della fotocamera e lei il movimento non lo vede e riporta in immagine solo un punto fermo, il pixel entro il quale c’è stato il movimento invisibile.
Dunque una fotocamera che ha pixel piccoli, registra meglio i movimenti, a parità di movimento, li fa vedere meglio di una che ha pixel grandi, ma se non introduco nel “vedere†anche il concetto di dimensione di quello che guardo e di distanza di osservazione di quello che guardo, ossia l’occhio che osserva l’immagine in ben determinate condizioni, non ha senso parlare di movimento, mosso, dato che non definito se ce la faccio a vederlo o meno quel movimento.
La distanza di osservazione di una immagine, in fotografia, effettuata da un occhio di capacità visive medie, è individuata dal Cerchio di Confusione (CoC) che SI ATTRIBUISCE ad una stampa, ad un sensore o a quello che voglio quando si parla di osservazione di una immagine.
SI ATTRIBUISCE significa che in ottica il CoC NON ESISTE, non è un parametro misurabile di un apparato ottico, è una attribuzione, la do io e gli do quella che mi pare, in altre parole decido io da quale distanza guardare la fotografia ed in funzione della bontà del mio occhio, decido io la dimensione minima che riesco a vedere.
Di solito, da 25 cm, si riesce a separare, a vedere, a occhio nudo, occhio medio come capacità visiva, due puntini o linette che stanno al minimo a 0,2 mm di distanza: se sono più vicini, non li vedo separatamente, vedo solo un puntino solo: 0,02 mm è il CoC che si decide di dare per stampe di qualità media, se bassa si considera il CoC più grosso (le guardo da più lontano), se alta si considera il CoC più piccolo (le guardo più da vicino che 25 cm)..
Il CoC è il valore minimo CHE DECIDO IO DI DARE ad una stampa per dire che tutto quello che è più piccolo di quel cerchietto in stampa, non lo vedo nitido nelle sue parti, vedo solo un cerchietto del diametro del CoC.
Introdotta la dimensione di stampa ed il CoC (la distanza di osservazione) il mosso lo vedo solo se è maggiore del CoC, se è minore non vedo il mosso.
Dire che la foto postata ha un micromosso su un A2 e NON su un A4, significa che il micromosso è di dimensioni minore del CoC (0,02 mm) attribuito a quella stampa A4 (il mosso non si vede) ma se ingrandisco la foto, ingrandisco anche il micromosso, diviene maggiore del CoC ( ed ho detto che è uguale, stessa distanza di osservazione per A2 ed A4) e dunque lo vedo, e….la foto non è più stampabile per stampe buone.
Il micromosso c’è sempre, sempre e comunque quando scatto una foto.
C’è sempre, ma non è affatto detto, per fortuna, che sempre si veda.
E c’è perché lo specchio e/o l’otturatore fanno vibrare la fotocamera allo scatto, anche in scatto remoto e mirror up, lì operano le tendime a far vibrare la fotocamera, ma se tengo la fotocamera abbastanza fermo e scatto veloce, il mosso resta dentro la dimensione del pixel della fotocamera, o minore del CoC che di solito si attribuisce alle varie stampe e non si vede, è invisibile, anche su stampe grosse a occhio nudo.
Ma se uso la lente d’ingrandimento e guardo da vicino su stampa grossa, magari lo vedo: usando la lente e guardando da vicino, altro non faccio che ATTRIBUIRE un CoC minore di quello attribuito all’osservazione ad occhio nudo, e quella stapa buona per occhio nudo, non va più bene per occhio + lente d’ingrandimento: il micromosso c’è sempre, solo che non è detto che lo veda.
Se prendiamo due fotocamere di risoluzione diversa, ad esempio le ormai ben note 12 e 36 Mpx, e si considera due stampe, o immagini, di dimensioni uguali, viste alla stessa distanza di osservazione dallo stesso occhio (stesso CoC per entrambe le stampe), se la dimensione del mosso è:
- Minore del CoC non vedo nulla su nessuna delle due immagini delle fotocamere.
- Se maggiore del CoC e maggiore della dimensione del pixel di quella a risoluzione maggiore, ma minore del pixel di quella a risoluzione minore, lo vedo con quella a maggior risoluzione, ma NON lo vedo con quella a minor risoluzione.
- Se maggiore del CoC e maggiore della dimensione del pixel di entrambe, lo vedo uguale per entrambe le fotocamere.
Detta in altre parole, E VERO che la maggior risoluzione fa vedere di più il micromosso.
Per la messa a fuoco, la cosa è del tutto analoga: si attribuisce il CoC (distanza di osservazione/bontà dell’occhio) alla stampa di una determinata dimensione e dico che è a fuoco quello che è più piccolo del CoC .
Detta in altre parole, visto che il CoC lo fisso io e la dimensione di stampa la fisso io, LA PROFONDITA’ DI CAMPO, come valore assoluto NON ESISTE, la decido io anche quella: su una immagine formato francobollo vista dal solito metro di distanza, magari vedo tutto a fuoco, tutto bello nitido, mentre sulla stessa immagine ingrandita ad un A2 (50x70 cm) e guardata da 25 cm, magari è tutto un po’ sfocato.
Per le stesse considerazioni fatte sopra sulle dimensioni diverse del pixel delle due fotocamere a rsoluzione diversa, E’ VERO che quella a maggior risoluzione presenta maggiori difficoltà, anche serie, per dare immagini ben a fuoco, perché mostra degli sfocati che quella a minor risoluzione, avendo il pixel più grosso, non può mostrare.
Stessa zuppa per la diffrazione, con l’ulteriore ggravante, per quella ad alta risoluzione, che, fisicamente, quella con pixel più piccolo, in diffrazione ci va PRIMA, a diaframmi più aperti, di quella con pixel più grosso, dunque per avere foto nitide ad un certo CoC non devo strozzare troppo il diaframma, diaframma che invece posso strozzare con quella a minor risoluzione.
Ad esempio la D 700 in diffrazione visibile NON c’è a f 21 , mentre la D 800 c’è già in diffrazione visibile ad f 11, considerando lo stesso CoC per entrambe le immagini.
Si assume che si va in diffrazione VISIBILE (al solito l’immagine, in dimensione e CoC va messa nel conto) quando l’immagine di un punto, riportata sul sensore, diviene un disco (Airy disk) più largo del punto, si allarga, per effetto (Huygens) della chiusura del diaframma e straborda fino ad arrivare a metà del diametro del pixel vicino a quello del centro dell’Airy disk: se il pixel è grosso, alla metà di quello vicino chiudendo il diaframma ci arriva dopo, dunque va in diffrazione dopo.
In altre parole, e dovuto alla dimensione maggiore del pixel, che aiuta a ridurre la diffrazione, , per macro e still life e studio, in formato 35 mm, è meglio una 20 Mpx di una 36 Mpx, dato che in quel tipo di fotografie si usano prioritariamente diaframmi anche molto chiusi.
In fotografia ed ottica è tutto un compromesso, ed i tanti Mpz, in 35 mm, hanno alcuni risvolti negativi.
La dimensione del pixel, il pixel pitch, che di solito nessuno considera mai, gioca invece un ruolo fondamentale in digitale: più è grossa, ossia a pari formato, minore è la risoluzione, PIU’ è nitida l’immagine.
Ma…più è grossa MENO modulata, in dinamca e cromatismo, è l’immagine.
Quale è il giusto compromesso? In altre parole, quale è il giusto numero di Mpx per una fotocamera ad esempio 35 mm, un FX?
A parer personalissimo mio, sui 20+ Mpx, una D 600 è perfetta per uso generico, mentre la D 800 è assai più specialistica, ma comunque Nikon ha fatto benissimo a differenziare le fotocamere come formato del pixel, o risoluzione che dir si voglia , 16 – 24 e 36 Mpx, tra l’altro tutte con parametri d’immagine, dinamica e cromatismo, ottimi: uno compra quella che meglio si adatta ai suoi usi.
Una D 4, dà vantaggi in velocità e robustezza, ma come qualità d’immagine, per la bassa risoluzione e dinamica e cromatismo un po’ inferiori, ha immagine peggiore di una D 600 o una D 800, ed anche sul rumore non sarà migliore, la notevole maggior risoluzione delle altre due compensa un diaframma di differenza sugli ISO.
Sperando tutto chiaro, saluti cordiali.