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davidebaroni
Apro questo thread in seguito a una chiacchierata in merito nata in un "Life" di Morgan, col quale mi scuso per non aver spostato tutto qui fin dall'inizio. smile.gif

Credo che siamo tutti d'accordo che una buona foto parte da (o addirittura è) un buono scatto.

Ma, soprattutto con le digitali, a questo punto "nasce" la questione "post-produzione".

Da quel che ho capito, sembrano esserci diverse scuole di pensiero. Chi dice che non la si dovrebbe fare affatto, chi dice che con le digitali non se ne può prescindere, chi dice che deve essere ridotta al minimo e chi aggiunge decine di livelli e ci lavora per ore.

Io non ne so (ancora) gran ché. Quello che cerco di fare è avere un buono scatto di partenza, fare la minima PP possibile, e ottenere un risultato che corrisponda ai miei gusti personali. Per far questo uso Capture (poco) e Photoshop CS (con moderazione). I risultati sono alterni, sono in fase sperimentale. Ma non mi lamento, ho la tendenza ad imparare in fretta... avendo le informazioni necessarie. wink.gif

Ora, un'altra cosa che mi sembra di aver capito è che si fanno PP diverse a seconda che si debba o no stampare. Io non stampo mai. Vengo dalle diapositive, e ho conservato quel tipo di mentalità. Mi piacciono i colori saturi e i contrasti forti. Ma mi interessano anche posizioni meno "estreme".

Quello che vi chiedo è: come la fate, voi, la PP? A cosa mirate? Quali criteri governano il vostro operato? Che tipo di risultati cercate di ottenere? A cosa prestate attenzione? Che "filosofia", per così dire, avete al riguardo?

grazie.gif a tutti quelli che vorranno partecipare alla discussione e condividere le proprie idee.
Franco_
QUOTE(twinsouls @ Oct 19 2005, 01:45 PM)
...
Quello che cerco di fare è avere un buono scatto di partenza, fare la minima PP possibile, e ottenere un risultato che corrisponda ai miei gusti personali.
*



In queste tue parole è riassunta la mia filosofia (che parolone).

Premesso questo parto dalla fotocamera (D70):
- scatto solo in NEF;
- imposto tutti i settaggi in NORMALE, eccetto la nitidezza a MEDIO ALTA, assolutamente nessun parametro in AUTO.

In PP uso pervalentemente Capture avendo raggruppato nella stessa palette in ordine:
RAW avanzato
Bilanciamento del bianco
Curve
Editor LCH
Maschera di contrasto
D-Lighting.

Se qualcosa non mi soddisfa controllo l'esposizione con RAW avanzato e Curve.
Verifico il WB (avendo problemi di presbiopia spesso sbaglio il settaggio in fase di scatto) ed eventualmente lo correggo.
Qualche volta aggiusto luci/ombre con D-Lighting, quasi sempre saturo i colori con Editor LCH e, se necessario, aggiungo una leggera maschera di contrasto: 15-3-0.
Eventuali tagli li faccio in Capture.

PS lo uso solo se devo salvare per web e qualche volta quando devo intervenire per correggere la prospettiva o correggere la distorsione con PTlens (che ho installato come plug-in). Rarissimamente uso funzioni più avanzate di PS tipo Timbro clone ecc ...

Spero di non aver dimenticato nulla, vediamo come si regolano gli altri

Un saluto
stella.degli.angeli
io mi sto accorgendo, ogni giorno di più, di essere una "purista", non mi piace ritoccare le foto, e l'idea di scattare SOLO in raw per poi poterci lavorare meglio non è per me...preferisco scattare 10 volte la foto allo stesso oggetto e vedere come cambiare/migliorare piuttosto che lavorarci sopra...

altro discorso, se disgraziatamente ho solo una copia di quella foto e per renderla decente, (tipo persona con occhi rossi) la devo necessariamente ritoccare...
è bello pure giocare con il seppia, il bianco e nero, però ritoccare tutte le foto, non è proprio per me...

ora non so se parlo così perchè ancora non ho pratica con nikon capture, ma sinceramente, mi piace molto più scattare e vedere cosa combino (senza trucco e senza inganno ! )


grazie per aver aperto questa discussione, è un mio pensiero già da qualche tempo !
ciro207
Non faccio alcuna differenza nella pubblicazione online o stampa (a meno dei profili naturalmente).

Io sono a favore di una postproduzione anche forte, che stravolga anche l'immagine. Non sono particolarmente fissato per riprodurre esattamente quello che vedo... ma come lo vedo.

Se mi piacciono i contrasti sui paesaggi, ma i contrasti non ci sono in natura, ce li metto in PP. Certo non sarà la stessa cosa, ma almeno ci si avvicina. Favorevole a doppie esposizioni, fotomontaggi, passaggi di cieli da una foto all'altra (peccato che non riesca a farlo per bene biggrin.gif )

Tutto questo se lo scatto è da toccare. Il 90% dei miei scatti ormai è come lo voglio, negli altri casi non ho problemi ad intervenire.

Dimenticavo in stampa aggiungo una maschera di contrasto del 30% circa.
danyfil
Allora riassumo:
Scatto solo in NEF, ciò è essenziale per avere una qualità ottimale e più ampi margini per PP
Setto la macchina in tutto e per tutto in normal - default
Se ho scattato bene mi limito ad impostare una leggera maschera di contrasto sulle foto di panorami, bambini ecc, sulle foto di ritratto, specie se di donne dai trenta in su, viceversa applico un flou che dipende dalla pelle del soggetto: più rughe=+ flou
Eventualmente in alcune foto sovraespongo di 1/3 stop in quanto la D70 è conservativa sulle alte luci
Altri inetrventi solo se ci sono problemi nello scatto: WB eccessive sovra o sottoesp, curve, filtri ecc.
Personalmente lo ritengo un atteggiamento eqilibrato...
Ciao
giannicarioni
la mia personale esperienza è limitatissima, non ero fotoamatore con la pellicola, ho contratto la malattia con una coolpix 775. Ora ho una d70.

SOno allergico alla PP sistematica delle foto. Ho poco tempo e preferisco usarlo per scattare. Mi serve e diverte di più. Deve migliorare la mia composizione, la mia scelta del soggetto, la capacità di comunicare delle mie foto. Dopo, è tardi.

Prevalentemetne croppo (poco, per aggiustare l'inquadratura) e piccolo resize per mantenere la dimensione di stampa (non avere bande bianche in stampa o rapporti di aspetto stravolti; ovviamente il contrario per le panoramiche). Un po' di contrasto in più dopo il resize, per compensare. Uso ACDSEE, picasa e the gimp. cerco di aggiustarmi con il sw free, che fa ben più di quanto mi serve. Timbro per togliere qualhe maledetta antenna nel panorama (le antenne .


In un altro forum (bretagna)
sono stato invitato a dare più contrasto a un paio di foto di panorami. Credo che avessero ragione, ma non mi sento affatto convinto di passare al raw sistematico. Anche perchè poi la gestione su pc diventa onerosa (tempi di caricamento). E lo dico da informatico di professione.

UN solo dubbio: le dia le proietti, e c'è tutto un rituale relativo; i jpg li vedi solo a monitor se non li stampi. Ha senso?

gianni
ciro207
Il RAW non serve solo a riparare i danni fatti in fase di scatto mad.gif E' la qualità dello scatto ad essere differente!!
giannizadra
Ritengo la postproduzione necessaria, scatto solo in NEF, settaggi neutri in macchina. Piuttosto che scattare in jpeg mi farei tagliare l'indice della mano destra.
Quale e quanta postproduzione ?
Tendo a "ottimizzare" i file. A rendere cioè l'immagine il più simile possibile alla scena che ho fotografato.
Lavoro quasi esclusivamente con Capture: D-lighting, Editor LCH (Master, luminosità colore, cromaticità), nei limiti di cui sopra.
Di curve e maschera di contrasto faccio un uso saltuario e molto moderato: sono interventi potenzialmente distruttivi di passaggi tonali e di sfumature di colore.
Ciò è particolarmente evidente nel lavoro con Photoshop sulla foto di Morgan (che credo abbia ispirato questa discussione). L'intervento operato sulle curve nella "seconda edizione" ha reso le tonalità graduali e delicate del 17-35 (se non è uno scatto di quell'ottica mi mangio il cappello) simili agli stacchi tagliati col coltello di un 18-35 o di un 17-55. Questione di gusti, naturalmente.
Da ricordare che per la stampa serve molto meno maschera di contrasto di quanto sembri a monitor; stesso discorso per la riduzione del rumore e per il contrasto prodotto con le curve.
Non ho nulla contro approcci di tipo diverso: ho solo esposto quello che trovo più consono al gusto mio.
davidebaroni
QUOTE(giannizadra @ Oct 19 2005, 05:22 PM)
Ciò è particolarmente evidente nel lavoro con Photoshop sulla foto di Morgan (che credo abbia ispirato questa discussione). L'intervento operato sulle curve nella "seconda edizione" ha reso le tonalità graduali e delicate del 17-35 (se non è uno scatto di quell'ottica mi mangio il cappello) simili agli stacchi tagliati col coltello di un 18-35 o di un 17-55. Questione di gusti, naturalmente.
*



Esatto, nasce da lì. smile.gif

Non sono ancora riuscito a sapere se la "terza versione", più "moderata", era più "accettabile" della seconda, ai tuoi (o altrui) occhi. smile.gif

Ma sono molto contento delle risposte: sto avendo la possibilità di vedere la cosa da tantissimi, diversi, punti di vista, e di recepire spunti molto differenti fra loro. E' come esplorare mondi diversi. smile.gif

Spero che questo thread possa servire anche ad altri, ed essere proficuo per tutti coloro che intervengono o leggono.

grazie.gif
davidegraphicart
Davide,
ti rispondo rispolverando un mio vecchio thread su questo argomento, che credo possa essere utile (anche per vedere come si sono "evoluti" alcuni personaggi del forum in un anno!!!).
Un saluto, Davide.

Post produzione - novembre 2004
l.ceva@libero.it
Bisogna indersi su cosa intendiamo come post-produzione.

Personalmente scatto solo in NEF converto i miei file in capture e li lavoro in photoshop.
Lo scatto in nef è paragonabile all'utilizzo di un negativo infatti come il classico negativo è un stadio di passaggio non utilizzabile senza un processo di conversione.
Il passaggio di conversione con CAPTURE è paragonabile allo sviluppo infatti in questa fase è possibile intervenire sulla resa dell'immagine ma solo sualla totalità di questa e non zonalmente.
I successivi passaggi in PS sono paragonabili per molti aspetti alla fase di stampa infatti è solo con PS o software similari che è possibile intervenire zonalmente come si faceva una volta con le mani sotto la proiezione del negativo.

In PS è possibile operare moltissimi interventi che vanno dal semplice controllo del contrasto, dagli interventi di scurimento o schiarimento zonali fino ad operazioni di fotoritocco estremamente complessi.

Personalmente non potrei mai rinunciare all'applicazione della maschera di contrasto zonale solo dove serve e questo ad esempio per ora non è assolutamente possibile con CAPTURE.

Per quanto riguarda tutte le operazioni di fotoritocco complesse non mi sono mai posto limiti, faccio quello che serve a seconda del tipo di foto e dello scopo del lavoro.

Quando scatto cerco di fare tutto al meglio non certo per una questione ideologica ma semplicemente perchè questo significa in molti casi una qualità superiore ed una minore perdita di tempo in fase di post-elaborazione digitale.

ciao

Lorenzo

www.lorenzocevavalla.it
jo
Io credo che il fine sia avere una immagine che piaccia soprattutto a chi l'ha scattata,se poi si devono usare mezzi "illeciti" come la PP ben venga, l'importante e' avere la visione che ci aspettiamo di vedere, poi cmq la foto originaria ( o le foto ) che rappresenta la realta' come e' stata vista dalla macchina l'abbiamo sempre , questo e' il mio pensiero .
PAS
Sono controcorrente:
Non ho un processo di lavoro standard. L’unica regola che cerco di seguire è quella di non considerare i vari tool sw di elaborazione immagine come un espediente per correggere ciò che non riesco ad ottengo dalla fotocamera (se fosse così cambierei fotocamera).
Preferisco settare al meglio quest’ultima per ogni situazione anziché scattare tutto in default e poi aggiustare via sw. Se non altro perché le possibilità di settaggio della macchina, la signora Nikon me li ha fatti pagare, ed anche parecchio e quindi è bene che si guadagnino la pagnotta.

Lavoro in p.p. esclusivamente in relazione al soggetto ed a come desidero valorizzarlo anche per la futura destinazione dell'immagine (stampa o visualizzazione web) pertanto l’intervento può essere del tutto assente o decisamente invasivo.

Spesso uso la p.p. proprio per individuare il setup ottimale della fotocamera in futuri analoghi contesti.
|Claudio|
Alla fine del discorso bisognerebbe capire se si è dei buoni fotografi o dei buoni ritoccatori, vedo delle foto bellissime con dei bellissimi colori e mi chiedo saranno opera del fotogafo o del ritoccatore? Questo è il dilemma.
Credo che la bravura del fotografo sta nel fotografare e non nel postprodurre, la postproduzione è comunque una mistificazione della realtà creata da quell'irripetibile milesimmo di secondo.
Sarebbe giusto (per i neofiti) che vogliono imparare a fotografare far vedere le foto correlate dall'originale.

Ciao
davidebaroni
QUOTE(|Claudio| @ Oct 19 2005, 05:53 PM)
Alla fine del discorso bisognerebbe capire se si è dei buoni fotografi o dei buoni ritoccatori, vedo delle foto bellissime con dei bellissimi colori e mi chiedo saranno opera del fotogafo o del ritoccatore? Questo è il dilemma.
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hmmm.gif
Bella domanda, ma... Mi viene in mente, ad esempio, Ansel Adams. Quanto del suo lavoro era puro e semplice scatto, e quanto era "postproduzione", nel senso di sviluppi, carte, mascherature, bruciature, e quant'altro? Qualcuno ha mai visto un negativo "grezzo" di AA? Stessa cosa vale per un sacco di altri.
Tanti anni fa, quando ancora facevo stampare le mie foto a colori, andavo a farmele stampare nel laboratorio di un amico, che era anche quello che stampava per Fontana, Ghirri, Zagaglia... Un giorno sono stato con lui in camera oscura. E mi sono reso conto di quanto fosse importante lo stampatore, e tutte le "regolazioni fini" che faceva, nel risultato finale... smile.gif
Questo certo non rendeva quei fotografi "meno bravi". Ma nei credits io ci avrei messo anche lo stampatore. wink.gif

QUOTE(|Claudio| @ Oct 19 2005, 05:53 PM)
Credo che la bravura del fotografo sta nel fotografare e non nel postprodurre, la postproduzione è comunque una mistificazione della realtà creata da quell'irripetibile milesimmo di secondo.
*



Vedi sopra, più alcune piccole osservazioni.
Secondo questo principio, anche montare un obiettivo diverso dal "normale" (che per inciso non è il 50mm, ma qualcosa molto vicino al 43mm) è "mistificante", perché questo altera la "prospettiva reale (o naturale)". E cosa succede se la mia distanza fra gli occhi è diversa dalla tua? Quale delle due dà una visione "reale"? E poi, mettiamo che io sia daltonico. La mia realtà è diversa dalla tua. Se tu vedessi con i miei colori diresti che sono irreali... ma per me sono irreali i tuoi.
Insomma, di che "realtà" stiamo parlando?
Anche la realtà che chiamiamo tale, e che percepiamo con gli occhi e gli altri organi di senso, NON è "reale" in senso stretto. Senza scomodare il vecchio Berkeley, basta un trattato di neurologia della percezione per accorgersene. Non esiste una realtà "oggettiva". Ogni realtà è sempre e soltanto soggettiva.
Per chi volesse approfondire, anche se in modo sintetico, Grinder, J. e Bostic St. Clair, C. "Whispering in the wind". smile.gif

QUOTE(|Claudio| @ Oct 19 2005, 05:53 PM)
Sarebbe giusto (per i neofiti) che vogliono imparare a fotografare far vedere le foto correlate dall'originale.

Ciao
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Questo lo condivido in pieno, e sarebbe carino anche spiegare il workflow passo passo... ma non credo si possa fare sempre. biggrin.gif
Antonio C.
QUOTE(twinsouls @ Oct 19 2005, 01:45 PM)
Quello che cerco di fare è avere un buono scatto di partenza, fare la minima PP possibile, e ottenere un risultato che corrisponda ai miei gusti personali. Per far questo uso Capture (poco) e Photoshop CS (con moderazione).
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Per prima cosa tranquillizzati: photoshop non e' v.m. 18, non c'e' bisogno di usare alcuna moderazione, e non richiede di andare a confessarsi dopo aver commesso il peccato wink.gif
Conta solo il gusto (personale) conferito al risultato. E non e' poco. Anche la post-elaborazione, proprio come lo scatto originale, va fatta sapendo bene quello che si combina, e usando una certa perizia, per non cadere nel ridicolo.
Si puo' usare o no, e puo' benissimo essere elemento fondante dell'immagine, ma E' fotografia a tutti gli effetti, nessuno potra' mai legittimamente obiettarti il contrario. Ognuno padrone a casa sua, non ci sono arbitri ne' regole.
Per cui... divertiti, e alla fine scegli l'approccio che preferisci, ma sempre pensando al risultato finale, e non a qualche astrusa ideologia fotografica.
Ciao!
davidegraphicart
Claudio, stiamo parlando di post-produzione e non di ritocco, che sono due cose completamente differenti!
La post produzione con i file digitali, a mio avviso è quasi d'obbligo al fine di ottenere risultati soddisfacenti.
Non ho mai stampato in B/W, ma conosco tante persone che lo fanno e ti assicuro che tutte le immagini sotto l'ingranditore vengono post-prodotte con mascherature o altro...
Ci sono tanti utenti su questo forum che ti potranno confermare questo.
Ciao, Davide.
giannizadra
QUOTE(davidegraphicart @ Oct 19 2005, 05:35 PM)
Davide,
ti rispondo rispolverando un mio vecchio thread su questo argomento, che credo possa essere utile (anche per vedere come si sono "evoluti" alcuni personaggi del forum in un anno!!!).
Un saluto, Davide.

Post produzione - novembre 2004
*



Se ti riferisci a me, Davide, ho riletto e mi pare di avere detto le stesse cose.
Hai riletto anche tu ?
Quella che fai sotto l'ingranditore è esattamente quella che io chiamo "ottimizzazione". Il fotoritocco è altra cosa.
Le mascherature in stampa (ad.es) le fai per riottenere il contrasto originale della scena, che la latitudine di posa della carta da stampa non potrebbe registrare altrimenti.
jo
Da quello che ho potuto costatare da diverse digitali sia personalmente che da altre persone e' che il file che restituiscono spesso e' un tantinello scialbo ( altro che DIA ) , allora uno che vuole dei colori esaltanti e dei toni brillanti cosa dovrebbe fare ? , forse tornare alla DIA ? , aumentare il contrasto e la saturazione per me e' quasi d'obbligo nel digitale, poi stravolgere la foto facendo del giorno la notte e' un'altra cosa ( anche se io non giudico chi la fa ) .
l.ceva@libero.it
QUOTE(|Claudio| @ Oct 19 2005, 05:53 PM)
Credo che la bravura del fotografo sta nel fotografare e non nel postprodurre, la postproduzione è comunque una mistificazione della realtà creata da quell'irripetibile milesimmo di secondo.


Ciao
*



La fotografia intesa come rappresentazione oggettiva della realtà non esiste e non è mai esistita qualunque fotografia è un interpretazione assolutamente personale
soggettiva di un momento reale.

Sarebbe come dire che per valutare il valore di un fotografo bisognerebbe guardare solo i negativi e non le stampe!
Nel processo di stampa i fotografi hanno sempre imposto una loro precisa visione sottolineando alcuni aspetti e sfumandone altri ed è anche per questo che sono diventati grandi.

Credi che se le foto di Salgado fossero stampate con un minilab avrebbero la stessa forza? Certo se una foto fa schifo non dice nulla anche se stampata divinamente. Allo stesso modo però una grande foto se stampata male perderà buona parte della sua forza espressiva.

ciao

Lorenzo

www.lorenzocevavalla.it



Bruno L
QUOTE(|Claudio| @ Oct 19 2005, 05:53 PM)
Alla fine del discorso bisognerebbe capire se si è dei buoni fotografi o dei buoni ritoccatori, vedo delle foto bellissime con dei bellissimi colori e mi chiedo saranno opera del fotogafo o del ritoccatore? Questo è il dilemma.
*

Come gia detto in altre discussioni sull'argomento, considero la post-produzione, come un po tutti, parte integrante della creazione della nostra fotografia, corrispondente, nè più nè meno, allo sviluppo e stampa tradizionale e quindi, come queste, indispensabile.
Il modo di porsi e di concepire la fotografia, personalmente è lo stesso di quando non conoscevo il PC e il digitale: quando fotografo, mi concentro sullo scatto e su tutto quello che comporta (scelta dell' esposizione, inquadratura, soggetto, momento, caratteristiche dell'obiettivo, ecc..) penso a fotografare. Quando poi passo il file in Capture, allora sfrutto quello che la tecnologia e il progresso ci offre, cercando di impare ad usare sempre meglio questi nuovi strumenti.
Sinceramente non mi sono mai posto il problema post-produzione si, no, quanta. Comunque quello che è importante, secondo me, è la passione che ci anima in quello che facciamo e ci piace: personalmente "finire" l'immagine al PC è una fase che mi diverte, mi incuriosisce e mi appassiona molto, ad altri invece succede la stessa cosa in CO.

saluti
Bruno
davidebaroni
QUOTE(Antonio C. @ Oct 19 2005, 06:11 PM)
...
Anche la post-elaborazione, proprio come lo scatto originale, va fatta sapendo bene quello che si combina, e usando una certa perizia, per non cadere nel ridicolo.
...
divertiti, e alla fine scegli l'approccio che preferisci, ma sempre pensando al risultato finale, e non a qualche astrusa ideologia fotografica.
Ciao!
*



biggrin.gif laugh.gif

Tranquillo, Antonio, è quello che faccio... Quello che mi frega è la prima parte. Ancora non so (abbastanza) bene quello che combino. E proprio per quello ho salvato su DVD tutte le scansioni "originali" delle mie diapo, e salvaguardo tutti i NEF originali... wink.gif

Però in quello che dici colgo l'occasione per dire che spesso, quando si fa uno scatto, lo si fa "in un certo modo" proprio in funzione di un risultato finale che si vuole ottenere con la postproduzione... Quando, nel 1983, ho fatto una serie di scatti per una mostra (l'unica che abbia mai fatto), ho impostato le riprese in modo da essere sinergiche con l'elaborazione successiva prevista (che era "pesante"). Quindi tutto, dalla pellicola scelta alla disposizione delle luci, dallo sviluppo ai passaggi successivi, alla carta con cui sono state fatte le stampe, è stato progettato in funzione di quel risultato finale. E questa è postproduzione, ma anche pre-produzione, in un certo senso. smile.gif

E di quelle foto sono sempre stato molto soddisfatto. Non sono realistiche? Certo che no. Sono pensate per non esserlo. wink.gif

In fondo, le fotografie "rappresentano" anche la "realtà interna", simbolica, di chi le fa. O no?
miz
Allora, innanzitutto descrivo le mie procedure:
-scatto con tutti i parametri in NORMAL, a meno di condizioni particolari
-Apro i NEF in Photoshop (lo farei volentieri in Capture, ma da 2 mesi sto aspettando che arrivi al mio negoziante di fiducia dry.gif )
-Sempre in Photoshop applico alcune correzioni da valutare di volta in volta, in genere lavoro pochissimo sulle curve, un po' sui livelli, e un po' con la maschera di contrasto
-A volte le correzioni sono più pesanti, quindi opero per successive duplicazioni di livelli, oppure applicando ogni correzione ripartendo da un livello duplicato dell'originale; poi opero con una fusione.

Da quello che ho detto mi pare evidente che ritengo quasi fondamentale la post-produzione, così come facevo in camera oscura quando stampavo i miei B&N.
Non ho paura di snaturare lo scatto originale, semplicemente perchè ritengo che l'obiettivo finale sia ottenere un'immagine così come l'avevo immaginata al momento dello scatto, o anche come la immagino nel momento in cui ci lavoro. Senza esagerare ovviamente, se uno scatto è da cestinare non impazzisco per renderlo accettabile.
Certo, la gradualità delle operazioni dipende molto dalla destinazione finale dell'immagine, e su questo devo ancora lavorare molto, innanzitutto cercando di acquistare prima possibile una buona stampante che mi permetta di seguire il lavoro fino alla sua ultima fase.

Seguendo le indicazioni, giuste, di molti, posto i link ad una immagine nelle due versioni, il solo passaggio in JPEG per web dal NEF originale e la versione con varie modifiche.

NEF compresso per Web

Scatto postprodotto
davidegraphicart
Gianni, non mi riferivo a te in particolare. Ho solo ricercato un mio vecchio post perchè l'argomento era lo stesso e ho riletto con piacere alcune risposte di tanti personaggi più o meno conosciuti sul forum.
Grazie, per le delucidazioni sul lavoro in camera oscura, che come già detto, non ho mai praticato e quindi non conosco.
Ciao, Davide.
Antonio C.
Twinsouls, assolutamente d'accordo con te!
In particolare condivido l'approccio di pensare alla postelaborazione successiva gia' in fase di scatto. Ad es., se so che una foto la stravolgero' cromaticamente, cerco di catturare al momento dello scatto la piu' ampia gamma possibile di colori, con una luce opportuna, perche' la foto cosi' prodotta meglio si presta allo stravolgimento. Quindi massima attenzione al bilanciamento del bianco ed all'esposizione.
ciao!
giannizadra
Sono passato al digitale (al 50%) da quando è sparito il Cibachrome (Ilfochrome) lasciando la mia camera oscura senza materia prima per il colore (stampa da dia).
Il mio approccio è pertanto analogo a quello di Bruno: la logica della camera oscura "chimica" con strumenti diversi.
Con tutto il rispetto per chi pratica il fotoritocco in altro modo. Ciò che conta è senza dubbio il risultato.
In un ritratto, ad es., cerco di rendere l'incarnato il più simile possibile a quello che ho tentato di valorizzare con le luci e di riprodurre: ma non ho nulla di ideologico da obiettare a chi usa Photoshop per farlo diventare verde, o blu.
Bruno L
QUOTE(twinsouls @ Oct 19 2005, 06:26 PM)
:In fondo, le fotografie "rappresentano" anche la "realtà interna", simbolica, di chi le fa. O no?
*

Certamente! E proprio per concretizzare "un'idea" in una fotografia, per portare l'immagine al risultato che avevamo in mente, ci serviamo anche della post-produzione. Perciò la risposta alla tua domanda: - Si, No, quanta? - potrebbe essere: "Quel tanto che basta". smile.gif

la mia procedura:

Tutti i parametri della fotocamera (D70) su Normal, bilanciamento del bianco: Auto
compesazione dell'esposizione quasi sempre tra -0,3EV e -0,7EV a seconda della luce e della resa dell'obiettivo.
Lavoro di regolazione quasi tutto in Capture; eventuali interventi locali in PS (o Photo-PAINT).

saluti
Bruno
walter55
QUOTE(Bruno L @ Oct 19 2005, 06:50 PM)
Certamente! E proprio per concretizzare "un'idea" in una fotografia, per portare l'immagine al risultato che avevamo in mente, ci serviamo anche della post-produzione. Perciò la risposta alla tua domanda: - Si, No, quanta? - potrebbe essere: "Quel tanto che basta".  smile.gif



QUOTISSIMO!! biggrin.gif

Questa storia della distorsione della realtà poi.... dry.gif
Il relegare la realtà ad uno spazio bidimensionale non è già una distorsione?
Comprimere i piani con un teleobiettivo non è una distorsione?
Riprendere una scena mentre c'ho le paturnie non è una distorsione?

Per fare uno scatto ci metto 1/125. Per renderlo adatto al mio intento espressivo ci metto anche un'ora, o più.

Nel frattempo....

... ho imparato che la cosa più importante è riuscire a conservare in fase di ripresa la massima gamma tonale.

... ho imparato che è fondamentale tener conto del supporto su cui visualizzerò l'immagine (monitor, carta per laser, carta chimica, o (che pena... blink.gif ) video proiettore).

... ho imparato che più imparo ad usare i vari programmi di elaborazione meno mi faccio prendere la mano dalle innumerevoli possibilità che essi offrono.

... ho imparato che la cosa più importante è la "pre-produzione" (altro che post-produzione) smile.gif

... ho imparato che ho ancora un sacco di cose da imparare... e voi mi aiutate. grazie.gif

Walter

Knight
Premesso che non ho mai stampato alcun negativo (o dia) per conto mio, ho deciso di "passare" alla fotografia digitale proprio per avere un maggior controllo su tutti quei parametri cui si dovrebbe fare attenzione in fase di stampa e che servono a valorizzare l'immagine.

Chiarito questo, scatto solo in NEF, WB Auto, contrasto medio basso, saturazione esaltata, nitidezza medio alta e poi post-produco i file con Capture, usando:

D-lightining, maschera di contrasto (poca) e qualche volta Editor LHC, rarissimamente le curve.

Non passo quasi mai da Photoshop, a meno che l'immagine non richieda qualche intervento fondamentale (tipo cancellare il palo della luce che spunta biggrin.gif ).

Credo che la fase di post produzione consenta al fotografo di ottenere un'immagine molto più fedele all'idea che aveva in mente quando ha effettivamente scattato la foto.

Non è tanto importante, se non a fini reportagistici, che la foto rispecchi la realtà; è molto più importante che rispecchi come il fotografo ha percepito quella realtà.

Buone foto

Fabrizio
oesse
visto che ognuno dice la propria, io dico la mia (ammesso interessi a qualcuno).
Mi limito a gestire il file solo minimamente, agendo sulle curve e sul LCH editor di capture. Un leggero d-light e poi passo a PShop per le minime correzioni specifiche delle zone.
Cerco, in fase di scatto, di avere gia' un quadro il piu' completo possibile.

.oesse.

PS
noto con piacere che quasi tutti il risultato lo guardano in stampa... e non a video
FABRIZIO_DI_PRIMA
QUOTE(jo1972 @ Oct 19 2005, 05:18 PM)
Da quello che ho potuto costatare da diverse digitali sia personalmente che da altre persone e' che il file che restituiscono spesso e' un tantinello scialbo ( altro che DIA ) , allora uno che vuole dei colori esaltanti e dei toni brillanti cosa dovrebbe fare ? , forse tornare alla DIA ? , aumentare il contrasto e la saturazione per me e' quasi d'obbligo nel digitale, poi stravolgere la foto facendo del giorno la notte  e' un'altra cosa ( anche se io non giudico chi la fa ) .
*



Sono il meno adatto a parlare di fotoritocco visto che uso esclusivamente pellicola.
Tuttavia, siccome di computer mi piace saperne sempre di più, mi sono avvicinato da qualche mese al PS tramite le foto digitali della compatta di mia moglie.
Devo dire che concordo pienamente con jo1972, perchè i file così come escono sono un po' scialbi sia per saturazione colore che per contrasto e sistemando la foto con il software i miglioramenti sono ENORMI.
In pratica foto da buttare si salvano e diventano più che decenti! E non è poco!
Domenica scorsa il tempo era bruttarello e di pomeriggio, sempre per imparare ad usare meglio PS, ho sistemato alcune foto digitali scattate da mia moglie. Finito il tutto lei mi ha detto: bella quella, devo farla vedere a mia mamma e dirle che l'ho scattata io. Tu non dire nulla biggrin.gif
Poi ho preso una stampa di un'inquadratura molto simile fatta un anno prima da pellicola e mia moglie ha detto: certo a te vengono bene senza computer dry.gif
Con questo non voglio riaccendere l'inutile discussione pellicola-sensore, ma voglio solo dire che anch'io che sono un purista dello scatto e che non mi diverto a perdere tempo al PC su una foto, devo ammettere che la post-produzione fa proprio bene ai file digitali, specie se si sanno evitare gli artefatti evidenti.
Una cosa che non tollero però è l'alterazione della realtà e cioè cancellare parti di scena che non ci piacciono, le rughe da un viso o altro. Penso che se queste cose non mi piacevano, dovevo stare più attento in fase di scatto e non dopo; se la modella ha le rughe, è bella rolleyes.gif anche con quelle.

FZFZ
QUOTE
Quello che vi chiedo è: come la fate, voi, la PP? A cosa mirate? Quali criteri governano il vostro operato? Che tipo di risultati cercate di ottenere? A cosa prestate attenzione? Che "filosofia", per così dire, avete al riguardo?


Il mio flusso di lavoro è simile a quello di molti altri: scatto in RAW esclusivamente, tutti i parametri sù zero, dopodichè passo la foto sù Capture con eventuali correzioni con D light e LCH, trasformo la foto in Tiff a 16 bit se ne vale la pena, sennò in JPEG, ed ultimo passaggio photoshop e stampa....

In genere i ritocchi sono moderati, evito spesso anche le curve ( quelle caricate in macchina ancora di più...) e, al limite, qualche piccolo crop....

Ogni tanto mi diverto con interventi ben più pesanti, ma non è di certo la regola...

Non concordo affatto con chi afferma che si tratta di snaturare l'oggettiva realtà delle cose...
Anche perchè ho una visione piutosto radicale della fotografia: non si tratta di fotografare il mondo in maniera "neutrale", nè tantomeno in maniera soggettiva...

Quando si fotografa, il risultato , la visione, mi racconta del fotografo, almeno in grossa parte...
Io fotografo , in un certo senso, me stesso , la mia sensibilità....non il mondo!
Trovo estremamente difficile che una fotografia possa raccontare una realtà...se non quella , personale , del fotografo in un certo contesto...

Ed in questo senso vi faccio un esempio di uno di noi del forum che con le sue foto mi emoziono tantissimo: Claudio.
Quando vedo una sua foto, al di là del nick, riconosco l'autore, riconosco la sua visione...quindi riconosco la sua sensibilità, il suo modo di vedere un qualunque evento.

E questo non potrebbe snaturarlo nessuna post- produzione di questo mondo!
( il ritocco "estremo" è un'altra cosa..)

Attenzione, però, a non fraintendermi: quando io dico che riconosco la sensibilità specifica di una persona, non stò di certo dicendo che la interpreto allo stesso modo...fortunatamente siamo tutti diversi uno dall'altro!
Per cui esiste un'interpretazione per ogni persona, ovviamente!

Quando fotografo, fotografo me stesso.

Questa è la mia filosofia.

Buone foto a tutti!

Ciao!

Federico.

davidebaroni
QUOTE(FZFZ @ Oct 20 2005, 04:21 PM)
Attenzione, però, a non fraintendermi: quando io dico che riconosco la sensibilità specifica di una persona, non stò di certo dicendo che la interpreto allo stesso modo...fortunatamente siamo tutti diversi uno dall'altro!
Per cui esiste un'interpretazione per ogni persona, ovviamente!

Quando fotografo, fotografo me stesso.

Questa è la mia filosofia.

*



Quotissimo!! Pollice.gif
giannizadra
Anch'io quotissimo, Twinsouls.
E' il motivo per cui ottimizzo solo i file miei, e lascio agli altri la loro interpretazione dei propri.. biggrin.gif
davidebaroni
QUOTE(giannizadra @ Oct 20 2005, 06:13 PM)
Anch'io quotissimo, Twinsouls.
E' il motivo per cui ottimizzo solo i file miei, e lascio agli altri la loro interpretazione dei propri.. biggrin.gif
*



biggrin.gif
Certo, Giannizadra. Hai perfettamente ragione. Colgo l'occasione per chedere ancora scusa a chi ben sappiamo (Morgan), al quale sono anche grato di aver permesso (e pazientemente sopportato) questo "confronto di anime". wink.gif
Se non altro, da quella cosa (peraltro autorizzata... se non ricordo male, e se non avevo capito male) è nato un thread che a me pare interessante, proprio perché sta facendo uscire tutta una varietà di approcci "filosofici" e operativi, e di punti di vista differenti. smile.gif

Vado a rifarmi la tinta con la cenere... Il cilicio e la veste di sacco li ho già! laugh.gif
Rita PhotoAR
La postproduzione in digitale per me è importantissima. Solitamente cerco di ottimizzare la foto,ma a volte cambio radicalmente la scena in termini di tonalità,luce ecc..E' difficile che faccia del vero fotoritocco come "fine art". Come al solito,agisco molto d'istinto e non ho regole,facevo così anche in camera oscura.Ho iniziato a postprodurre nel 1996,ai primi scanner piani e con il photoshoppo 3. Ancor oggi,nonostante siano passati degli anni non ho imparato bene ad usare il photoshop,sono una testa dura e non ho mai voluto perfezionarmi. A livello didattico personale però curo molto la ripresa,utilizzando spesso diapositive che proietto per capire se sono degna di una buona composizione/inquadratura e come va la mia fotografia senza elaborazioni. Nonostante l'uso del digitale la mia fotografia in diapositiva non cambia,cioè della postproduzione potrei farne a meno ma si sa...davanti ad un piatto di tortelli... rolleyes.gif

Specifico una cosa,a mio avviso ok la postproduzione ma ok anche tornare indietro alla fotografia analogica,qualche volta,e solo una bella diapo proiettata saprà darti la verità della tua condizione come fotografo. Una volta fatta la verifica bisogna lasciar spazio alla mente,cercando il più possibile una tecnica di postproduzione non troppo invasiva.
PAS
QUOTE([giada] @ Oct 20 2005, 06:26 PM)
......
Specifico una cosa,a mio avviso ok la postproduzione ma ok anche tornare indietro alla fotografia analogica,qualche volta,e solo una bella diapo proiettata saprà darti la verità della tua condizione come fotografo. Una volta fatta la verifica bisogna lasciar spazio alla mente,cercando il più possibile una tecnica di postproduzione non troppo invasiva.


OK!
Ma secondo me, più che tornare indietro sarebbe auspicabile non lasciarla mai quella strada.
Immaginiamo di scattare a pellicola anche quando abbiamo in mano una DSRL, curiamo inquadratura, composizione, luci come se il risultato fosse sempre una dia immodificabile.
Eviteremo così un rischio latente e progressivamente diseducativo: quello di delegare alla p.p. il recupero degli errori del fotografo.
Personalmente cerco di considerare la p.p. sempre come un’opportunità IN PIU’ non come uno strumento indispensabile.

In gioventù mi sono dilettato a pilotare auto da rally ed il mio istruttore mi ripeteva:
Non c’è cosa più diseducativa che affidare al mezzo il risultato di ciò che fai. Devi sempre pensare che il risultato dipende esclusivamente da te. Solo così potrai migliorarti.

FABRIZIO_DI_PRIMA
QUOTE(PAS @ Oct 21 2005, 08:38 AM)
OK!
Ma secondo me, più che tornare indietro sarebbe auspicabile non lasciarla mai quella strada.
Immaginiamo di scattare a pellicola anche quando abbiamo in mano una DSRL, curiamo inquadratura, composizione, luci come se il risultato fosse sempre una dia immodificabile.
Eviteremo così un rischio latente e progressivamente diseducativo: quello di delegare alla p.p. il recupero degli errori del fotografo.
Personalmente cerco di considerare la p.p. sempre come un’opportunità IN PIU’ non  come uno strumento indispensabile.

In gioventù mi sono dilettato a pilotare auto da rally ed il mio istruttore mi ripeteva:
Non c’è cosa più diseducativa che affidare al mezzo il risultato di ciò che fai. Devi sempre pensare che il risultato dipende esclusivamente da te. Solo così potrai migliorarti.
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Pollice.gif Pollice.gif Pollice.gif Pollice.gif Pollice.gif Pollice.gif
davidebaroni
QUOTE(PAS @ Oct 21 2005, 09:38 AM)
Non c’è cosa più diseducativa che affidare al mezzo il risultato di ciò che fai. Devi sempre pensare che il risultato dipende esclusivamente da te. Solo così potrai migliorarti.
*



Pollice.gif
Assolutamente d'accordo!
Pollice.gif

Giusto per citare un altro thread, se affidi al mezzo il risultato di ciò che fai, stai lasciando entrare dentro di te il lato oscuro della Forza... rolleyes.gif

Questo non toglie che, come i procedimenti di camera oscura e le altre variabili già citate, anche la camera chiara faccia parte del processo fotografico, specialmente con il digitale. Per me la domanda è:
la post produzione che faccio su questa foto era "prevista" (serve a compensare limiti intrinsechi del mezzo o a realizzare un certo risultato espressivo) o sto solo correggendo degli errori che avrei potuto evitare?

Nel primo caso, come già detto, imposterò fin dallo scatto la foto in funzione della successiva PP, e avrò in mente con una certa chiarezza cosa fare ancor prima di scattare.
Nel secondo, posso ancora usare tutto ciò per crescere, analizzando gli errori che correggo per cercare di non rifarli in futuro.
Oppure posso mettermi a scattare alla viva il parroco (espressione tipica modenese dei tempi della mia gioventù), tanto c'è la PP per correggere... e seguire la strada di Darth Vader. biggrin.gif

Personalmente, continuo a scattare come se avessi su un rullino di diapo... ovviamente cercando di tener conto delle differenze di caratteristiche, visto che invece uso il digitale.
(E continuo a fare caxxate, esattamente come quando usavo le dia. biggrin.gif )
PAS
QUOTE(twinsouls @ Oct 21 2005, 10:24 AM)
......
Personalmente, continuo a scattare come se avessi su un rullino di diapo... ovviamente cercando di tener conto delle differenze di caratteristiche, visto che invece uso il digitale.
.......


Ovviamente!
Sintetizzare un concetto significa spesso tagliarlo con l’accetta sfrondandolo di alcuni aspetti peculiari. Nel caso specifico occorrerà necessariamente tenere conto della differenza di risposta della due fotocamere (digitale e pellicola) e delle diverse possibilità di setup. Questo fa parte del plus di bagaglio tecnico che deve avere chi è passato al digitale.

QUOTE
.....Per me la domanda è:
la post produzione che faccio su questa foto era "prevista" (serve a compensare limiti intrinsechi del mezzo o a realizzare un certo risultato espressivo) o sto solo correggendo degli errori che avrei potuto evitare?


Tento una risposta alla tua domanda:

Primo caso : Prevedo la post produzione fin dal momento dello scatto. In questo caso quella che considero un’opportunità IN PIU’, rientra a pieno titolo nel processo produttivo dell’immagine.
Mentre scatto, VEDO GIA’ l’immagine postprodotta e su cosa devo o posso intervenire via sw, sia per valorizzarla che per correggere un contesto (luce, elementi di disturbo, ecc) non ideale.
In questo caso realizzo quello che Ludofox chiama “il progetto dell’immagine” in due fasi: scatto e p.p.

Secondo caso : Post produzione come ausilio autodidattico. Ok ma occorre stare molto attenti, perché sia veramente efficace occorre COSTANZA E METODO.
In assenza di questi è estremamente facile cadere nella tentazione di scattare “alla viva il parroco” tanto poi c’è PS.
I risultati potranno anche essere piacevoli ma il fotografo non cresce e generalmente si limiterà ad emulare altri.



davidebaroni
QUOTE(PAS @ Oct 21 2005, 11:31 AM)
Secondo caso : Post produzione come ausilio autodidattico. Ok ma occorre stare molto attenti, perché sia veramente efficace occorre COSTANZA E METODO.
In assenza di questi è estremamente facile cadere nella tentazione di scattare “alla viva il parroco” tanto poi c’è PS.
I risultati potranno anche essere piacevoli ma il fotografo non cresce e generalmente si limiterà ad emulare altri.
*



Esattamente. smile.gif

Dal mio punto di vista, quello che serve è un "atteggiamento". Mentre "correggo" un errore, o meglio in ogni momento mentre faccio una post produzione, chiedermi "Cosa sto realmente facendo, qui e ora? Cosa ho/non ho fatto in fase di scatto che mi costringe a questo intervento? Potevo evitarlo? Come? Se davvero avessi fatto in quest'altro modo, quali effetti collaterali avrebbe avuto la mia azione?", e via dicendo.
Mi viene in mente, come esempio, una foto che ho scattato a Modena a una papera biance che nuotava in un laghetto molto scuro. Usando Matrix ho sbagliato l'esposizione e ho "bruciato" i bianchi. Già lì ho poi settato la macchina in semispot, e successivamente in spot, per avere l'esposizione "giusta" sulla papera... ma questo ha fatto diventare l'acqua praticamente nera, e reso quasi invisibili i pescioni colorati che ci nuotavano dentro e che volevo invece ben visibili. smile.gif
Con la post produzione, a quel punto obbligata e prevista, ho potuto recuperare almeno un paio di quei fotogrammi, "tirando su" le parti troppo scure (e sono sicuro che in futuro potrò recuperarle anche meglio, quando mi sarò impratichito con Capture e PS). In diapo non avrei potuto farlo. Ma nello stesso tempo ho avuto modo di ragionare sulla latitudine di posa del digitale, e sugli effetti delle varie scelte e modalità di esposizione, ecc. ecc. e anche di capire cosa può o non può essere fatto in PP per "recuperare" luci ed ombre, cosa che certamente ha influenzato i miei scatti successivi in condizioni simili già in fase di previsualizzazione.

Spero di essermi spiegato. unsure.gif

Altrimenti, chiedo venia. biggrin.gif
domenico.pellegriti@tin.it
Penso che il problema 'fondamentale' dell'intervento successivo alla scatto abbia senso solo in funzione del fatto che sempre più la fotografia non costituisce una 'prova' ma che sempre di più può essere una 'mistificazione' della realtà.

Alcuni di voi hanno differenziato l'attività di camera oscura e di fotoritocco con riferimento al digitale.
Ho provato ha chiarirmi le idee concludendo che la post-produzione equivale alla alterazione dei valori di alcune proprietà dei pixel (luminosità, tonalità...) mentre il foto-ritocco comporta l'aggiunta o duplicazione e l'eliminazione di pixel.
Cosa ne pensate voi?
PAS
QUOTE(twinsouls @ Oct 21 2005, 11:53 AM)
......
Con la post produzione, a quel punto obbligata e prevista, ho potuto recuperare almeno un paio di quei fotogrammi, "tirando su" le parti troppo scure (e sono sicuro che in futuro potrò recuperarle anche meglio, quando mi sarò impratichito con Capture e PS). In diapo non avrei potuto farlo. Ma nello stesso tempo ho avuto modo di ragionare sulla latitudine di posa del digitale, e sugli effetti delle varie scelte e modalità di esposizione, ecc. ecc. e anche di capire cosa può o non può essere fatto in PP per "recuperare" luci ed ombre, cosa che certamente ha influenzato i miei scatti successivi in condizioni simili già in fase di previsualizzazione.

Spero di essermi spiegato. unsure.gif

Altrimenti, chiedo venia. biggrin.gif



Ti sei spiegato benissimo. Pollice.gif
Il tuo esempio calza perfettamente con il processo autodidattico, secondo la seguente equazione (chiedo venia per la mia deformazione mentale ingegneristica ph34r.gif ).

(Rilevo l’errore + ne analizzo le cause + sperimento rimedi) = ho aumentato il mio know how.

E’ vero in diapo, sensa p.p. non avresti potuto farlo, se non con tempi molto più lunghi e forse incompatibili con una reale efficacia dello stesso processo autodidattico.
La post produzione in questo è servita come opportunità IN PIU' di crescita.
nico65
Mi sento vicino ai concetti espressi da Giannizadra, Bruno e Oesse.
Io per ora scatto ancora solo dia e per me la postproduzione e' quella che parte dallo scanner. Facendo dia, devo fare il massimo in fase di ripresa, lo scanner mi serve per non usare gli originali in fase di stampa.
Mi limito a cercare di rendere cio' che vedo a monitor il piu' vicino possibile a quello che vedo nella diapositiva. Faccio solo quasi natura quindi cerco di produrre immagini il piu' possibile vicine a quello che vedo.
Non ho niente contro chi adotta un metodo anche molto diverso dal mio, quello che non mi piace e che spesso si confrontano, soprattutto su internet, tipi di immagini simili senza dichiarare la PP che hanno subito. Nella foto di natura, una ripresa fatta a un animale con un lungo tele, senza nessuna correzione o ritocco e' molto piu' complessa della stessa immagine ottenuta con un supercrop e il fotoritocco ( anche l'uso del supertele non e' cosi' semplice ).
In aòcuni casi faccio una gran fatica per riempire le inquadrature con i soggetti, poi su internet vedo tanti scatti a pieno fotogramma, alcuni pero' sono fatti in posti che conosco e per riprenderli come sono pubblicati servirebbero dei 3000mm ( tremila non 300 )

ciao
nicola
giannizadra
QUOTE(domenico.pellegriti@tin.it @ Oct 21 2005, 12:02 PM)

Alcuni di voi hanno differenziato l'attività di camera oscura e di fotoritocco con riferimento al digitale.
Ho provato ha chiarirmi le idee concludendo che la post-produzione equivale alla alterazione dei valori di alcune proprietà dei pixel (luminosità, tonalità...) mentre il foto-ritocco comporta l'aggiunta o duplicazione e l'eliminazione di pixel.
Cosa ne pensate voi?
*



Distinzione interessante. Pollice.gif
Ma non mi convince del tutto.
Ad esempio, reinquadrando (crop) magari per raddrizzare l'orizzonte o eliminare elementi indesiderati ai bordi si eliminano pixel, ma non per questo parlerei di fotoritocco.
In ogni caso non darei giudizi di valore del tipo: ottimizzazione=bene, fotoritocco=male. Ciò che conta è il risultato.
Sono irriducibilmente contrario solo alle mistificazioni deliberate, volte a far credere a ciò che non è. Ma si potevano fare anche in camera oscura (con un po' di fatica in più).
davidebaroni
QUOTE(giannizadra @ Oct 21 2005, 01:14 PM)
Distinzione interessante. Pollice.gif
Ma non mi convince del tutto.
Ad esempio, reinquadrando (crop) magari per raddrizzare l'orizzonte o eliminare elementi indesiderati ai bordi si eliminano pixel, ma non per questo parlerei di fotoritocco.
In ogni caso non darei giudizi di valore del tipo: ottimizzazione=bene, fotoritocco=male. Ciò che conta è il risultato.
Sono irriducibilmente contrario solo alle mistificazioni deliberate, volte a far credere a ciò che non è. Ma si potevano fare anche in camera oscura (con un po' di fatica in più).
*



Stavo scrivendo la mia risposta a Domenico, quando mi è arrivata l'e-mail di avviso di questa risposta... e praticamente ho trovato un copia-e-incolla di quello che stavo scrivendo! biggrin.gif

L'unica cosa che non convince del tutto me, Giannizadra, è che dal mio punto di vista praticamente tutta la fotografia (come ogni altro linguaggio) "mistifica" la realtà e la mostra non come è (ammesso e non concesso che sia possibile mostrarla com'è), ma come la vede il fotografo in quel momento.
E poi, se mi limitassi a una visione "documentaria" della fotografia non potrei mai fare tanti altri tipi di fotografia... Che ne sarebbe, ad esempio, della fotografia pubblicitaria? O di quella "artistica", carica di simboli e di "messaggi"? O di quella che usa luci artificiali, o pannelli riflettenti, o flash... wink.gif

O anche solo del ritratto, specialmente in studio? biggrin.gif

Per non parlare dell'uso di obiettivi con prospettive diverse da quella "naturale" dell'occhio, cioè con focali diverse da più o meno 43mm... laugh.gif

Nota che qui sono andato probabilmente OT: la maggior parte di queste "alterazioni" si progettano (e si realizzano) a monte, in "pre-produzione", per così dire. wink.gif E' che mi sembra più che altro una questione "filosofica". smile.gif

Ma forse sto facendo confusione, e tu per "mistificazine" intendi qualcos'altro.
PAS
QUOTE(domenico.pellegriti@tin.it @ Oct 21 2005, 12:02 PM)
Penso che il problema 'fondamentale' dell'intervento successivo alla scatto abbia senso solo in funzione del fatto che sempre più la fotografia non costituisce una 'prova' ma che sempre di più può essere una 'mistificazione' della realtà.

Alcuni di voi hanno differenziato l'attività di camera oscura e di fotoritocco con riferimento al digitale.
Ho provato ha chiarirmi le idee concludendo che la post-produzione equivale alla alterazione dei valori di alcune proprietà dei pixel (luminosità, tonalità...) mentre il foto-ritocco comporta l'aggiunta o duplicazione e l'eliminazione di pixel.
Cosa ne pensate voi?


A mio parere la fotografia può anche essere quella che tu chiami “mistificazione”.
Ma cosa significa “mistificare” letteralmente: adulterare, falsificare ingannare la buona fede altrui facendo apparire una cosa per un'altra.
La fotografia,come ogni forma espressiva, può avere una componente mistificatoria più o meno accentuata.
Ad essere rigorosi anche il più semplice intervento di postproduzione può configurarsi come tale. Ciò che ottieni non è comunque la realtà.
Dov’è dunque il confine. Personalmente ritengo che non si debba valutare con la quantità bensì con il risultato, finalizzato a ciò che si vuole comunicare.
A differenza di Giannizadra ritengo che un’immagine possa anche essere completamente stravolta in postproduzione, se questo è stato previsto dal fotografo, fa parte del suo“progetto” e segue una linea coerente di ciò che ci vuole comunicare.

Infine, scusami, ma non ritengo significativa la tua differenziazione tra posproduzione e fotoritocco in relazione agli interventi sui pixels. Il confine tra le due operazioni è troppo sfumato per correlarlo ad un preciso intervento tecnico.

Ciao

nico65
QUOTE(twinsouls @ Oct 21 2005, 12:31 PM)
Nota che qui sono andato probabilmente OT: la maggior parte di queste "alterazioni" si progettano (e si realizzano) a monte, in "pre-produzione", per così dire. wink.gif  E' che mi sembra più che altro una questione "filosofica". smile.gif

Ma forse sto facendo confusione, e tu per "mistificazine" intendi qualcos'altro.
*



Forse e' vero che e' una questione in parte filosofica ma ci sono mistificazioni evidenti...
Io ho visto una foto di una gru ( uccello grigio chiaro/bianco con parti nere ) ripresa in volo con un cielo grigio, l'immagine non diceva niente, qualche tempo dopo l'immagine veniva riproposta con uno sfondo azzurro. Se non avessi visto l'originale... ed e' solo un esempio.
Credo che il problema non sia quello che si puo' fare oggi ma quello che si potra' fare domani o dopo. Con sw e hw sempre piu' potenti non vorrei che diventasse minima la parte fotografica ( quella che si fa con gli obbiettivi ) e preponderante quella con il pc. Non dico che non si dovra' essere bravi, ma quando si potranno produrre immagini "fotografiche" quasi senza obbiettivi e solo con il computer, si sara' ancora fotografi ?

ciao
nicola
PAS
Davide
Anch’io ho postato contemporaneamente a te.
Il tuo thread è talmente stimolante da richiedere un vigile urbano a dirigere il traffico dei post ed evitare che si accavallino. biggrin.gif

PS cosa ne pensi di ciò che ho scritto nell’ultimo? hmmm.gif
davidebaroni
QUOTE(nico65 @ Oct 21 2005, 01:55 PM)
Forse e' vero che e' una questione in parte filosofica ma ci sono mistificazioni evidenti...
Io ho visto una foto di una gru ( uccello grigio chiaro/bianco con parti nere ) ripresa in volo con un cielo grigio, l'immagine non diceva niente, qualche tempo dopo l'immagine veniva riproposta con uno sfondo azzurro. Se non avessi visto l'originale... ed e' solo un esempio.
Credo che il problema non sia quello che si puo' fare oggi ma quello che si potra' fare domani o dopo. Con sw e hw sempre piu' potenti non vorrei che diventasse minima la parte fotografica ( quella che si fa con gli obbiettivi ) e preponderante quella con il pc. Non dico che non si dovra' essere bravi, ma quando si potranno produrre immagini "fotografiche" quasi senza obbiettivi e solo con il computer, si sara' ancora fotografi ?

ciao
nicola
*



Già oggi è possibile realizzare immagini "fotografiche" senza passare dalla macchina fotografica, e senza bisogno di usare "supercomputer" e software sperimentali della NASA... biggrin.gif
Proprio sul forum, un po' di tempo fa, qualcuno che non ricordo ha postato un thread in cui chiedeva di identificare con quale macchina fosse stata realizzata una certa immagine still-life... che era di fatto il prodotto del solo computer Mac che lui utilizza. Eppure si sarebbe dovuta osservare l'immagine con attenzione davvero grande per accorgersene.
Ma questa é un'altra cosa, non è fotografia. smile.gif
Quello che penso che succederà non rientra nell'argomento di questo thread. Però posso dirti che credo che, parallelamente alla parte "PC", evolverà anche quella "fotografica", e alla fine dei conti per il fotografo non cambierà nulla: continuerà ad essere questione di attegiamento personale. biggrin.gif
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