QUOTE(hroby7 @ Jan 27 2013, 10:53 AM)

La successiva affermazione non la capisco. In che modo la riduzione del contante (o l'introduzione di soglie massime per pagamenti cash) pu� contribuire ad affossare un'economia ?
Ciao Roberto.
Tutti i provvedimenti limitativi della libert� individuale di natura economica hanno risvolti negativi in relazione ai consumi.
E non lo scopro certo io che in periodi di crisi economica uno degli strumenti per combatterla �, al contrario, incentivare i consumi per favorire il commercio e, quindi, la produzione e, quindi, l'occupazione ecc... ecc... ecc...
Se io invece limito l'utilizzo di un mezzo di pagamento (cosa, tra l'altro, gi� fatta: tutti saprete che non si possono effettuare pagamenti in contanti per importi superiori a 1.000 euro, pena segnalazione all'autorit� che si occupa di antiriciclaggio), limitando quindi la libera circolazione del denaro, di fatto limito gli scambi e quindi affosso l'economia.
Negli ultimi anni, al contrario, sono stati adottati provvedimenti in senso contrario, come quello sopra citato o quello relativo al redditometro (del quale si parla dal 2009) che hanno avuto come uniche conseguenze la contrazione dei consumi e il crollo in alcuni settori, come quello dell'auto, della nautica, dell'edilizia, ecc... ecc... ecc..., con perdita di posti di lavoro nell'ordine di decine di migliaia di unit�.
Se poi a questo si aggiunge l'inasprimento fiscale degli ultimi tempi, necessario, ci � stato detto, per far quadrare i conti pubblici (???), con ulteriore impoverimento dei cittadini e conseguente minor quantit� di denaro in circolazione, provvedimenti come quello in discussione, oltre che eticamente, sono anche strategicamente fuori luogo.
Ribadisco: questi provvedimenti non servono a nulla in relazione alla lotta contro l'evasione fiscale, chi lo crede non conosce il Testo Unico Imposte sui Redditi e il Codice Civile, nelle pieghe dei quali si celano molti strumenti idonei a favorire il fenomeno su larga scala.
E su questa ignoranza delle norme fanno leva i politici, che strumentalizzano metodi grossolani, sbandierandone la falsa efficacia, per cavalcare la battaglia della lotta all'evasione.
L'imposizione fiscale deve essere spostata da parametri che il cittadino auto-dichiara (il reddito) verso il settore delle imposte indirette, gravanti sulle cose e sul patrimonio, con introduzione del principio del "conflitto di interessi" all'americana, che induca, dietro riconoscimento di benefici, ciascuno di noi a richiedere documentazione di ci� che spende.
In questo modo se si spende denaro fisico o virtuale non avrebbe nessuna rilevanza.
Inoltre chi legifera denota da sempre scarsa conoscenza della reale situazione sul campo, basti pensare che ogni norma fiscale deve essere seguita da svariate circolari interpretative per poter essere applicata.
Ed � comunque sempre aggirabile: per esempio, tutti saprete che se si va ad acquistare una D4 in un negozio, superando la spesa necessaria per la stessa un certo limite, il negoziante � obbligato a richiederci il codice fiscale, che dovr� successivamente comunicare all'Agenzia delle Entrate in funzione della normativa sul c.d. "spesometro". Ma la norma non disciplina le modalit� di fornitura del codice, per cui l'acquirente non deve n� mostrare il tesserino di attribuzione n� alcun documento d'identit�. E allora pu� tranquillamente fornire verbalmente un qualsiasi codice fiscale, anche quello del direttore dell'Agenzia delle Entrate o del Presidente del Consiglio, come fu scherzosamente consigliato a un corso al quale ho partecipato tempo fa, e non essere cos� inserito nelle liste dello "spesometro".
Meditate gente meditate...

Ale
QUOTE(Marco Senn @ Jan 27 2013, 09:32 AM)

Alessandro che c'entra il postino che poi non � nemmeno un dipendente pubblico... mettici allora anche chi ha venduto la carta e te che gli fai consulenza :-)
... per completezza, sono andato a verificare... il postino E' un dipendente pubblico
poste italiane