QUOTE(Savanaverde @ Apr 24 2010, 01:12 PM)

...................cogliere sfumature altrimenti sfugenti.
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Se non fosse cosi, qualcuno con più esperienza di me può spiegarmi ?

Dal punto di vista ottico, questa è asserzione sbagliata.
Riferito poi al DL, il DL non ha nulla a che farci.
Ma veniamo ai toni delicati.
Una grande scala tonale, ossia i toni delicati, nelle immagini di questa ed altre ottiche nuove, ci sono, e ci sono addirittura in misura maggiore che nelle ottiche tradizionali, ma sono nascosti da una coltre elevata di contrasto, tirali fuori non è affatto immediato, richiede conoscenza e mano assai esperta, e questo scoraggia alcuni utenti, per non dire molti.
Sono ottiche professionali allo stato dell'arte, che ad un primo, inesperto approccio, forniscono immagini che suscitano dubbi, ma che con intervento esperto forniscono risultati inarrivabili con ottiche non allo stesso livello tecnologico.
E' la stessa cosa con le fotocamere: se non tratti bene il RAW, un jpeg di una fotocamera modesta, scattato in condizioni ottimali di luce, batte l'immagine di una professionale, ma se tratti bene il RAW di una professionale, hai risultati d'eccellenza, inarrivabili per una fotocamera modesta anche in condizioni di luce ottimali, per non parlare poi di foto in condizioni difficili, che una modesta semplicemente non può fare.
Dal punto di vista ottico, un obiettivo che fornisce al sensore grande gamma tonale, i tuoi “passaggi tonali dolci e graduali” le sfumature delicate, deve possedere elevati valori di trasferimento in uscita (sul sensore) dei valori di due grandezze ben precise, che sono il contrasto e la risoluzione che gli si presentano in ingresso, ossia nel soggetto fotografato.
Più elevati i valori di trasferimento delle due grandezze, maggiore è la capacità di trasferire al sensore i passaggi tonali delicati: i costruttori forniscono al cliente i valori di questa capacità di trasferimento, tramite curve, che danno quei valori misurati o calcolati lungo la diagonale del fotogramma (curve MTF)
Contrasto e risoluzione sono la stessa cosa, cambiando solo le frequenze spaziali, ossia le dimensioni del soggetto fotografato, su cui hanno impatto, grosse per il contrasto, piccole per la risoluzione.
Contrasto e risoluzione otticamente sono in antitesi, se aumenti l’una, tende a calare l’altra, e viceversa, ed ottenere alti valori di entrambi presenta notevoli difficoltà ai costruttori.
Da sempre, ma soprattutto con le “N”, Nikon, almeno sui grandangoli, produce ottiche che hanno quelle due grandezze a livello di eccellenza, ovvero assicurano la registrazione di una grande quantità di toni delicati, con effetto tridimensionale, raro e sempre sintomo di eccellenza ottica.
Sulla serie di ottiche nuove, con nuovi schemi e con l’adozione del trattamento antiriflessi a spugna di microcristalli, o “nano coated” che dir si voglia, questa capacitò di trasferimento di toni delicati è ancora maggiore che sulle ottiche antecedenti, a trattamento tradizionale.
Ma molti non si trovano a proprio agio con le ottiche nuove, si legge spesso che sono più sature, più contrastate e più fredde.
La prima domanda che sorge è ovvia, banale: ma……è vero? Certo, è verissimo!
Perché maggior contrasto? Chiaramente se ha maggiore capacità di trasferire contrasto, certamente e per definizione, avremo maggior contrasto.
Perché maggior saturazione? Anche questo deriva dalla capacità di fornire maggiore contrasto, dato che la capacitò di registrare due tonalità diverse ma molto vicine, si ha solo se l’ottica ha alto contrasto: in questa condizione viene trasferito un maggior numero di toni delicati, rispetto ad un’altra che di contrasto ne ha meno e tutti assieme questi toni delicati forniscono maggior quantità di colore in valore assoluto, dunque, alla fine si ha maggior saturazione e….oltretutto gratis!……a pari diaframma, anche un filo più di luminosità!
Sono a tonalità più “fredda”, perchè? Per il diverso trattamento antiriflessi, che, oltre ad essere più efficiente in assoluto, lo è proprio sulle frequenze più lunghe, le rosse, proprio perché quelle deve abbattere, dato che il rosso è più comune sui riflessi. Togliendo un po’ di rosso, la tonalità diviene più freadda
Il concetto, che giustamente Nikon ha messo in pratica con le nuove ottiche, è che contrasto e risoluzione e possibile ridurli, dunque li faccio elevati , come tutti cercano di fare da quando è nata l’ottica, mentre è impossibile aumentare al risoluzione ed è praticamente impossibile aumentare il contrasto senza fare gravi danni collaterali.
A questo punto sorge dunque una domanda importante; che cosa posso fare allo scopo di
- tirar fuori tutte le tonalità delicate, che abbiamo visto esserci nell’immagine catturata?
- avere la tradizionale tonalità più calda?
Come per altre grandezze correggibili col fotoritocco, anche queste possono essere corrette col fotoritocco, ma la loro correzione NON è affatto immediata, tipo la correzione della distorsione geometrica, forte su questa ottica, e facilissima in fotoritocco.
La loro correzione richiede, a monte del fotoritocco, sia la conoscenza tecnica delle differenze, per sapere dove e come andare ad operare, che parecchia manualità e, soprattutto, manualità esperta.
Io parlo della mia esperienza personale, in casa Nikon di foto fatte con 80-200 bighiera e con il 70-200 VRII, col 20 mm AFD (in prestito) e col 24-70 e 14-24, e col 300 mm AFD (in prestito).
Ho posseduto ed ho provato anche diverse ottiche Canon, su digitale, e, salvo una che rimpiango e che è uno dei fiori all'occhiello di quella casa, personalmente la scelta è stata alla fine per le ottiche Nikon nuove, ed oggi ho solo quelle, proprio per la loro resa così.
Dovuta alla presenza di maggior contrasto, di maggior risoluzione e del tono più freddo, rispetto alle tradizionali, la gestione del file RAW di queste ottiche nuove deve essere obbligatoriamente diversa, ed in molte situazioni di luce, è estremamente diversa, dalla gestione del file RAW ottenuto con ottiche tradizionali, in termini di sharpening, contrasto, punto del bianco /intonazione.
Con le ottiche nuove, ad esempio, io uso più di frequente la tecnica di ricavare da un unico RAW più Tiff esposti diversamente, proprio per aprire di più le ombre (praticamente sempre in luce solare con ombre), un capture sharpening diverso, in tanti casi molto diverso, e spesso (soprattutto con soggetti in ombra) opero con i due comandi della temperatura di colore e tonalità del convertitore di RAW, mente con le ottiche tradizionali era meno frequente: se voglio il tono caldo, me lo faccio
Ma, per contro, sulle stampe in A3 od A3+, ho risultati sempre buoni, ottimi, anche per foto fatte in condizioni critiche, mentre ottiche Nikon tradizionali o Canon, in quelle condizioni critiche, a volte, non mi soddisfacevano.
Le mie "condizioni critiche" sono la'alta risoluzione nel piccolo, per non dire macro, e (orrore!) ritratti , la grande scala tonale, la tutta apertura, le giornate piatte o con luce molto uniforme, le ombre o l'ambiente molto scuro, quando voglio leggere nello scuro: le ottiche Nikon nuove sono molto, molto migliori, dato che in quelle condizioni il maggior contrasto e risoluzione aiutano e può significare aver fatto una bella foto, altrimenti dubbia o addirittura impresentabile ad occhio esperto.
Saluti cordiali