QUOTE(mk1 @ Sep 23 2012, 11:38 PM)

Giusto per finire il discorso iniziato e visto che qualcuno si è lamentato della difficoltà dell’argomento ho pensato di fare una piccola introduzione che dovrebbe essere chiarificatrice.
Quelle che vedete sono tre riprese di un visore per diapositive schermato con dei cartoncini di vario spessore.
Come potete notare ho creato quindici zone di diversa tonalità che potrebbero riprodurre le diverse tonalità di una scena reale.
Osservando questo soggetto ad occhio nudo le quindici zone sono perfettamente leggibili e ben differenziate una dall’altra.
Come si può constatare, la fotocamera non riesce invece a registrare correttamente e contemporaneamente tutte le quindici zone, ma soltanto una decina.
Se avessi usato una pellicola, le cose sarebbero andate ancora peggio e le zone correttamente registrate sarebbero state soltanto sei.
I moderni sensori digitali hanno infatti una gamma dinamica superiore a quella della pellicola.
Ma comunque rimane il fatto che, anche con un moderno sensore, non possiamo registrare tutti i dettagli contemporaneamente.
Se sottoesponiamo registreremo correttamente tutti i bianchi ma perderemo i dettagli contenuti nelle prime quattro zone scure.
Visualizza sul GALLERY : 239.4 KBSe utilizziamo un’esposizione media salteranno le prime scale dei bianchi e le ultime due dei neri.
Visualizza sul GALLERY : 274.7 KBSe sovresponiamo riusciremo a registrare correttamente tutte le ombre ma mancheranno i bianchi.
Visualizza sul GALLERY : 274.1 KBStiamo parlando in sostanza dell’impossibilità da parte di una fotocamera, con uno catto tradizionale, di poter registrare esattamente quello che vedono i nostri occhi.
E’ questa la sfida della fotografia nel prossimo futuro, non quella della nitidezza.
La nitidezza, a mio avviso, è già a livelli superflui.Quando fotografo un oggetto con il mio micro-nikkor devo poi puntualmente ripetere la ripresa perché guardando il risultato mi accorgo che mi sono dimenticato di togliere la polvere dal soggetto. Ad occhio nudo non l’avevo vista!
Ora, se i progettisti stanno facendo miracoli per ampliare la gamma dinamica delle nostre riprese, perché vogliamo rischiare di vanificare il tutto aumentando eccessivamente il contrasto.
Se l’aumento del contrasto ci sta bene in quella determinata ripresa è un altro discorso, ci mancherebbe.
Ma non vedete come vedo io un uso esagerato e controproducente di contrasto?
Se un edificio ripreso in B/N presenta diversi particolari che nella realtà sono altrettanti toni di grigio, è una bella cosa riprodurre tutti questi particolari con lo stesso grigio?
Tutto il lavoro di una vita di Ansel Adams lo vogliamo buttare via?
Io amo la nitidezza e amo anche il giusto contrasto ma sono felice quando riesco a registrare sfumature di tonalità.
Se un grigio chiarissimo viene riprodotto come bianco e un grigio scuro diventa un nero profondo, non è forse una perdita di dettaglio anche questa?
La domanda è nuovamente questa.
I nuovi AFS nanizzati, con i loro neri più profondi, fanno perdere dettaglio nella parte scura del soggetto oppure no?
Voi possessori di queste meraviglie nanizzate da migliaia di euro, avete delle prove fatte bene dello stesso soggetto fotografato anche con un AIS ?
A presto.
Fili.
Non posso che concordare con te Fili, proprio stamani parlavo con degli ex colleghi che lavorano nel campo dei Beni Culturali e a proposito della D800 c'erano parei controversi, ma tutti concordavamo non sul discorso nitidezza, ma su quello della gamma tonale. Qualcuno (con più esperienza) notava che la soluzione non è nell'FX ma nei CCD di medio formato, costi permettendo, un po come erano i formati 6x7 e maggiori. Non sono stato in grado di dire niente essendo completamente ignorante in materia. Ma penso pure come Gian che non solo le ottiche nuove ci mettano del suo (gli zoom in particolare), ma l'accoppiata zoom-sensore. Sarebbe interessante provare questi nano-dotati su pellicola e fare la stessa prova con degli AI (ma sarebbe accademia?).
E per la nitidezza è uguale. Uno degli ultimi miei lavori (veri) fu quello di fotografare un dettaglio, una specie di medaglione con testa umana di circa 9-10 cm. dal quale poi hanno tratto un tatze-bao (si scrive così?) per una mostra dell'altezza di 4 metri e più. D200 e 60 AFD chiuso a 11 o 16. Fatto con tutti i crismi del caso e ricordo che il dettaglio mi impressionò già all'epoca 5 anni fa.
Volevo aggiungere una mia considerazione sulla diatriba (si fa per dire) nitidezza-ombre chiuse ecc. Ma ne aggiungo una non considerata e sicuramente molti diranno che è sottintesa, scontata. L'aspetto formale della foto, l'equilibrio, le geometrie... la composizione insomma.
Scusate se posto una mia foto e riscusate se l'avete già vista.
Visualizza sul GALLERY : 670.4 KBQuesta foto non saprebbe di niente se l'animaletto fosse ripreso piattamente
per vedere come è fatto in una foto con valenza scientifica. E' il filo d'erba che compone le foto e gli conferisce profondità insieme allo "stacco" dato dal 200 macro. E' l'atteggiamento dell'animaletto che curiosamente guarda in basso, che gli conferisce una ulteriore valenza (sempre che ne abbia) in un insieme a mio parere molto equilibrato.
Ora non è che sia un gran che, ma a me piace e la considero una delle mie migliori mezze-macro. Dico cosi perché non amo i dettagli decontestualizzati, a meno che non abbiano una valenza geometrica.
Ho dato un contributo al dibattito, l'ho "allargato" o ho detto solo cavolate?
Un caro buona luce a tutti.
Roberto