Grazie Cam. Dici bene: la luce gioca un ruolo fondamentale.
Sembra una cosa tanto ovvia quanto banale per un fotografo. Eppure non è così banale. In genere si arriva sul posto, o si capita sul posto, e si fotografa.
Certo, anche in fotografia come in tante cose della vita, ci vuole un po' di fortuna; come è capitato ad Ansel Adams per il Sorgere della luna ad Hernandez, ma in genere non è così. Tensione, fatica, attesa e sudore.
Si parte, capita di andare lontano, si individua la scena e si attende che la luce sia quella giusta. Ci si apposta per ore intere. Si scatta... ma a volte bisogna ritornare e ricominciare tutto d'accapo perchè qualcosa non ha funzionato; magari hai portato delle ottiche ma scopri di aver bisogno di altro o, semplicemente, qualche nuvola ha modificato e cambiato la luce che cercavi.
Sono più le attese vane che ho collezionato che le foto buone che ho fatto.
Per la Chiesetta ad Acquapetra ho speso due giorni. Il primo giorno mi è servito solo per capire, al tramonto, che sarei dovuto tornare al mattino. Il secondo giorno, non ho potuto essere sul posto prima delle 12 e ho avuto la conferma di dover guadagnare almeno un paio di ore se volevo fare qualcosa di buono. La terza mattina ero lì alle 9 ma le ombre erano ancora troppo lunghe e scurivano il portone di legno. Nel frattempo ho provato con il 35. Ma prendevo anche il campanile dietro. Allora dovevo andare sotto, molto sotto, e utilizzare il 20 mm accettando una prospettiva mostruosa. Come ho desiderato una macchina basculante! Ma, fortunatamente, il Camera Chiara possiamo rimediare, quindi mi sono tenuto sotto quanto possibile ma ho preso abbastanza sapendo di dover sacrificare qualcosa per raddrizzare le linee. Alle 10,15 ho deciso che era il momento giusto. Le ombre disegnavano bene le pietre in una immagine che non offre particolari spunti di colore ma che trova, proprio in esse la sua terza dimensione. Il portone era ben illuminato con la giusta ombra di profondità.
Ti inserisco una foto dell'ambiente, dal lato opposto, per illustrarti la condizione generale e quanto fosse imponente la presenza del Campanile che volevo evitare.
Quanto alla tua definizione "un pochino più controllata sulla saturazione..." desidero sottolineare che non è mio scopo produrre foto "realistiche". Gli occhi mi bastano per quello. Il mio scopo è fissare e riprodurre una emozione a colori o in B&N. Ti piace quella emozione o non ti piace. Il resto non importa. Non propongo la fase di Studium (se non in rari casi come questo) ma prediligo il Punctum di Barthes, come approccio alla visione fotografica.
Ed è per questo che non capisco l'abitudine, molto diffusa in questa sezione, di mostrare foto scattate a TA. Come se fosse un vanto quello di mostrare il peggio che un obiettivo può dare.
Io preferisco vedere ciò che una focale può realmente dare e non quello che potrebbe dare.
Sempre e solo AIS (ho solo quelli...)
Il Campanile ad Acquapetra
Ingrandimento full detail : 483 KB
Sembra una cosa tanto ovvia quanto banale per un fotografo. Eppure non è così banale. In genere si arriva sul posto, o si capita sul posto, e si fotografa.
Certo, anche in fotografia come in tante cose della vita, ci vuole un po' di fortuna; come è capitato ad Ansel Adams per il Sorgere della luna ad Hernandez, ma in genere non è così. Tensione, fatica, attesa e sudore.
Si parte, capita di andare lontano, si individua la scena e si attende che la luce sia quella giusta. Ci si apposta per ore intere. Si scatta... ma a volte bisogna ritornare e ricominciare tutto d'accapo perchè qualcosa non ha funzionato; magari hai portato delle ottiche ma scopri di aver bisogno di altro o, semplicemente, qualche nuvola ha modificato e cambiato la luce che cercavi.
Sono più le attese vane che ho collezionato che le foto buone che ho fatto.
Per la Chiesetta ad Acquapetra ho speso due giorni. Il primo giorno mi è servito solo per capire, al tramonto, che sarei dovuto tornare al mattino. Il secondo giorno, non ho potuto essere sul posto prima delle 12 e ho avuto la conferma di dover guadagnare almeno un paio di ore se volevo fare qualcosa di buono. La terza mattina ero lì alle 9 ma le ombre erano ancora troppo lunghe e scurivano il portone di legno. Nel frattempo ho provato con il 35. Ma prendevo anche il campanile dietro. Allora dovevo andare sotto, molto sotto, e utilizzare il 20 mm accettando una prospettiva mostruosa. Come ho desiderato una macchina basculante! Ma, fortunatamente, il Camera Chiara possiamo rimediare, quindi mi sono tenuto sotto quanto possibile ma ho preso abbastanza sapendo di dover sacrificare qualcosa per raddrizzare le linee. Alle 10,15 ho deciso che era il momento giusto. Le ombre disegnavano bene le pietre in una immagine che non offre particolari spunti di colore ma che trova, proprio in esse la sua terza dimensione. Il portone era ben illuminato con la giusta ombra di profondità.
Ti inserisco una foto dell'ambiente, dal lato opposto, per illustrarti la condizione generale e quanto fosse imponente la presenza del Campanile che volevo evitare.
Quanto alla tua definizione "un pochino più controllata sulla saturazione..." desidero sottolineare che non è mio scopo produrre foto "realistiche". Gli occhi mi bastano per quello. Il mio scopo è fissare e riprodurre una emozione a colori o in B&N. Ti piace quella emozione o non ti piace. Il resto non importa. Non propongo la fase di Studium (se non in rari casi come questo) ma prediligo il Punctum di Barthes, come approccio alla visione fotografica.
Ed è per questo che non capisco l'abitudine, molto diffusa in questa sezione, di mostrare foto scattate a TA. Come se fosse un vanto quello di mostrare il peggio che un obiettivo può dare.
Io preferisco vedere ciò che una focale può realmente dare e non quello che potrebbe dare.
Sempre e solo AIS (ho solo quelli...)
Il Campanile ad Acquapetra
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I passi...le attese...i tempi....gli scoramenti di session faticose e...inutili.....come ti capisco oibò.
Per il discorso saturazione, non c'è assolutamente critica, non avrebbe nemmeno senso. Si tratta sempre di interpretazioni personali. Infati è solo un preferire per i miei occhi....null'altro che questo.
Per il discorso cavalletto, beh domenica sono andato ad una camminata fotografica sul lago d'Orta. 19 km di saliscendi piuttosto impegantivi. Troppo veloce per buone foto. Azz ci mancava pure il cavalletto, già mi sentivo un mulo.
Non ho usato nemmeno il monopiede che mi portavo come bastone. Certo potendolo usare chi non lo farebbe. Ma certe volte non è proprio possibile. Mi costava fatica perfino cambiare le ottiche. Infatti sono andato di zoom e devo dire che in quete occasioni sono fantastici. Ma non sono AIS.
Buona settimana