QUOTE(neomeso.lese @ Jun 26 2011, 10:45 PM)

Questa è una domanda che mi sono sempre posto, facendo parte dei "fotografi dell'ultim'ora" nonostante la veneranda età, e ancor di più da quando ho iniziato a "maneggiare" ottiche manual focus.
Ma come si faceva una volta, quando tutto, dall'esposizione al fuoco, doveva essere settato ad ogni scatto, per riprendere scene sportive o comunque con soggetti in movimento repentino su tutto il piano focale ?
Un paio di sere fa ho scattato delle foto a degli acrobati in una festa di paese, e, benchè dopo un po' la manualità, e di conseguenza il risultato, migliorasse, mi è capitato di cannare diversi scatti.
Considerato poi che, ai tempi, non si aveva la preview immediata del risultato, e che si avevano anche i scatti contati, a meno di spendere intere fortune in rullini ad ogni uscita, ho definitivamente capito a quale vita dura fossero costretti i fotografari prima dell'avvento degli automatismi.
Di contro, ho anche realizzato l'impagabile sensazione dell'immagine che prende corpo e si materializza nitida davanti al tuo occhio mentre cerchi di catturarla e l'altrettanto impagabile felicità quando ti accorgi che l'hai beccata nel tuo "retino" e puoi finalmente stringerla tra le mani.
Oltre, ovviamente, alla splendida resa delle ottiche fisse manuali "che si facevano una volta"
Nel club, se mi volete ovviamente

, con
20 f2,8 ais
55 f2,8 micro ais
105 f2,5 ais
Certo che ti vogliamo nel club!
Ti ringrazio veramente di cuore perché alla domanda “ mi sono sempre chiesto come si faceva una volta" la mente è tornata ai tempi felici della gioventù.
Ti racconto della mia prima volta allo stadio comunale di Torino.
Si parla dei tempi di Maradona, di Platinì e di altri grandi come Cabrini, Junior e tanti altri bravi atleti come Aldo Serena che, venendomi addosso in elevazione, mi procurò una ferita alla fronte con il paraluce del 135/2.8 con il quale seguivo la sua azione!
Ma veniamo a quel giorno, il mio maestro, un grande della fotografia, mi disse: dimentica tutto sugli automatismi di esposizione, la luce sarà sempre la stessa per tutta la partita, le correzioni le faremo in camera oscura, scatta in manuale con f 5,6 e 1/250…..l’importante è che siano a fuoco!
Ah…bene, pensai…..allora sarà facile!
Mi consegnò quattro rullini B/N da 400 ASA, che poi sarebbero stati “tirati†a 800 ASA, da montare su una Nikon F motorizzata tutta scorticata e ammaccata che sembrava aver fatto la guerra del Vietnam e, forse, l’aveva fatta veramente.
Per cominciare, mi consigliò il 135mm che, in teoria, mi doveva consentire di inquadrare le azioni in area.
Mi dilettavo di fotografia già da diverso tempo e con buoni risultati ma quel giorno fu uno dei più felici e più improduttivi della mia vita!
Riuscii a fare qualcosa con dei giocatori fermi! Tutti gli altri scatti erano fuori fuoco! Volevo rinunciare, ma il capo mi disse: perché…. che cosa ti aspettavi?!
Ci volle molto tempo per imparare a “seguireâ€, sempre a fuoco, i soggetti in veloce movimento e quando imparai a farlo con il 135 ci volle di nuovo molto tempo perchè vi riuscissi con il 300/2,8!
Ora con l’autofocus è tutto molto più semplice ma quello che tu hai detto, veder comparire l’immagine a fuoco sotto il comando della propria mano, è qualcosa di indescrivibile, è un emozione che si può assaporare solo provandola!
Non è impossibile, è solo questione di tanto allenamento, è uno sport anche questo!
E’ chiaro che oggi il digitale, può aiutare economicamente chi si vuole dedicare ad un simile allenamento, se faccio il conto di quanti rullini sono stati sprecati all’inizio della mia attività di fotografo sportivo, in effetti, non si dovrebbe usare il termine “spesa†quanto il termine “ investimentoâ€, tanti sono stati i rullini gettati completamente nel cestino!
Comunque non farti ingannare da tutti gli automatismi di esposizione e dagli aiuti moderni come il “ Matrixâ€, alla fine, ti ritrovi a scattare con un tempo e un diaframma, esattamente come si è sempre fatto da quando esiste la fotografia.
Ai tempi della pellicola queste venivano “tirate†in sviluppo di uno o due diaframmi. Questa operazione aveva un costo in qualità, in quanto parte dei dettagli fini sparivano e compariva una grana che spesso era anche fastidiosa.
Ora le moderne fotocamere come la D700, D300, D7000, consentono esposizioni incredibilmente fruibili a 3200-6400 Iso!
Raramente è indispensabile scattare a TA, dove la PDC è così modesta e le performance dell’ottica sono quasi sempre sottotono!
Utilizzando ottiche manual focus è preferibile scattare chiudendo due, tre stop e lavorare ad alti iso, specialmente nella fotografia sportiva dove la PDC è preziosa ed è utile per compensare gli inevitabili errori di maf.
L’utilizzo di queste ottiche a TA dovrebbe essere limitato esclusivamente a quei lavori di ricerca sullo sfocato dove solo a TA si può raggiungere quel ben determinato risultato che si ha in mente!
Sono felice perché molti utenti stanno leggendo questo club, si stanno incuriosendo e stanno venendo fuori.
Un ringraziamento a tutti e in particolare a Gian Carlo e a Ciro per la costante presenza e per le belle immagini fatte con gli intramontabili AI.
Filippo Mk1