In base alle indicazioni emerse nella bellissima discussione fatta, ho voluto associare un significato ai vari termini che abbiamo menzionato.
L’intento non è quello di dare una spiegazione esauriente a questi termini, ma soltanto quella di identificarli meglio per non usarli impropriamente.
Un grazie a tutti quelli che vi hanno partecipato e a chi volesse apportare correzioni.
Isolamento o stacco dallo sfondoSu questo concetto dovremmo essere tutti d’accordo.
Si riferisce a quei primi piani a fuoco che spiccano su uno sfondo molto sfocato.
Queste immagini sono prive o quasi di effetto prospettico perché questi sfondi, solitamente, non danno informazioni sulla distanza che intercorre tra esso e il soggetto.
Se la figura in primo piano non è dotata di grande nitidezza o è illuminata con un’angolazione non adatta allo scopo è sbagliato parlare di tridimensionalità. Si dovrebbe usare appunto il termine “stacco” o “isolamento” dallo sfondo.
Esempi:
QUOTE(federico777 @ Nov 19 2012, 11:22 PM)

ProfonditàUna fotografia trasmette profondità quando lo sfondo da l’illusione di essere più lontano del primo piano oppure quando più piani appaiono sempre più lontani E’ legata alla prospettiva ma, a mio avviso, è un termine più adatto al paesaggio dove manchino linee di fuga o riferimenti geometrici prospettici.Questo effetto viene ottenuto anche e soprattutto sfruttando le condizioni di luce favorevoli e talvolta, la foschia o la modesta trasparenza dell’aria.
Esempi:
QUOTE(robermaga @ Nov 19 2012, 06:22 PM)

QUOTE(robermaga @ Nov 20 2012, 04:23 PM)

ProspettivaLa prospettiva è un risultato fisico-geometrico, dato esclusivamente dal punto di ripresa.
Però è anche vero che la lunghezza focale, a parità di scena inquadrata, ci costringe ad allontanarci o ad avvicinarci. Quindi la prospettiva è data si, soltanto dalla distanza di ripresa ma è influenzata dalla scelta della focale.
Il grandangolo, di per se, non allontana i piani, come talvolta si legge, ma costringe ad avvicinarsi molto alla scena e la minor distanza di ripresa fa cambiare la prospettiva. Studiando il punto di ripresa e l’orientamento della fotocamera è possibile decidere la relazione tra i soggetti ed eventualmente le linee di fuga della scena.
Esempi:
QUOTE(rolubich @ Nov 17 2012, 03:14 PM)

Tridimensionalità ( plasticità)Qui entriamo nel difficile e nell’impalpabile.
Si parla di sensazioni, di illusioni. Proprio per questo alcuni possono percepire questo fenomeno più di altri.
Si tratta della capacità di alcune riprese, di creare l’illusione di rilievo, di corposità e di realtà.
Si osserva una immagine e questa riproduce così fedelmente una situazione in termini di ricchezza di dettaglio, di luci e di ombre che non sembra più di osservare una fotografia.
Il bordo della stampa o la cornice del monitor sembrano essere una finestra su una scena reale.
E’ provocata in particolar modo dalla concomitanza di nitidezza e direzione della luce con relative ombre.
Non è una caratteristica dell’ottica. Non si può dire che un obiettivo è più o meno plastico. Però la maggior capacità di restituire dettagli sfruttando doti come l’elevato microcontrasto o l’ottimo abbattimento dei riflessi interni, può far si che un ottica sia più adatta di un’altra per ottenere risultati plastici.
Ad aumentare l’effetto tridimensionale possono essere d’aiuto altri fattori come la leggera sfocatura dei piani secondari a simulare la visione dell’occhio, che mette a fuoco perfettamente solo il soggetto di interesse e sfoca leggermente tutto il resto.
Esempi:
QUOTE(federico777 @ Nov 19 2012, 11:22 PM)

QUOTE(robermaga @ Nov 19 2012, 06:22 PM)

Tridimensionalità e prospettivaL’illusione di tridimensionalità può essere amplificata enormemente se abbinata al sapiente uso della prospettiva.
Se un soggetto ripreso, già in grado di trasmettere illusione di plasticità, è fotografato in un contesto prospettico, tende a far scattare l’illusione di estendersi ulteriormente nella direzione data dalla prospettiva dell’insieme.
Esempi:
http://g1.img-dpreview.com/80270D8455684C5...CB75BAE312C.jpg